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Estratto del documento

La prima non è certo la meno interessante molti affermano che argonauti del Pacifico Occidentale costituisce

in realtà un capolavoro della letteratura antropologica, un monumento della etnografia.

Quest’opera contiene la descrizione di una rete di scambi che unisce gli abitanti delle piccole isole

dell’Arcipelago delle Togian in Indonesia. Ecco quest’area di scambio è conosciuta con il nome di

Cula.

Come altri testi etnografici Argonauti riesce a trarre dall’osservazione di un’istituzione specifica di un

piccolo arcipelago in mezzo al Pacifico conclusioni che valgono per l’umanità intera e alimentano

discussioni nelle altre discipline.

Il Cula è un'istituzione estremamente vasta e complessa coinvolge molte società presenti su numerose isole

che formano un circuito chiuso.

Ecco il Kula non è un’attività puramente economica perché implica delle cerimonie pubbliche, e un rituale

magico elaborato, e anche ogni movimento del Kula, ogni dettaglio, transazioni è fissato da un

insieme di regole, di convinzioni tradizionali. I beni scambiati nel Kula, ed è questo un dei suoi più

tradizionali aspetti notevoli, non hanno alcuna utilità pratica e sono essenzialmente oggetti di

prestigio. Nessuno conserva questi beni oltre un certo tempo. Ogni oggetto ricevuto deve

immancabilmente essere restituito. Ecco due sono i tipi di oggetti scambiati: Muali sono braccialetti

di conchiglie bianche che circolano solo in una direzione e Sulava delle collane di conchiglie rosse

che si muovono nella direzione opposta. In sostanza il Kula non è nient’altro che lo scambio

cerimoniale di Mwali contro Sulava, uno scambio che è ripetuto senza sosta perché nessuno conserva

questi beni, i quali del resto nella vita quotidiana non sono neppure utilizzati come monili.

Infatti come i gioielli della corona i Soulava e i Mwali sono decisamente troppo preziosi per essere

indossati. Cioè sono degli oggetti di prestigio. E in effetti gli scambi che hanno luogo durante il Kula

comprendono anche alcuni beni di uso quotidiano. Ecco ma questo è un aspetto accessorio.

Lo scambio Kula è soggetto a regole molte precise. Gli oggetti circolano sempre nella stessa direzione. Se

un uomo riceve Mwali da uno dei suo partner nello scambio li restituirà sempre dei Soulava

viceversa.

Non tutti gli uomini possono prendere parte al Kula e ognuno dispone di partner proporzionale alla propria

importanza sociale.

Quindi la gente comune a pochi partner di scambio, mentre un capo può avere fino 200 partner di scambio.

Quindi per ogni uomo coinvolto nel Kula i partner si dividono in due tipi: 1) Quelli che danno dei

braccialetti a cui li ricambia con le collane, 2) Quelli che danno delle collane a cui li ricambia con dei

braccialetti.

Mentre il possesso dei beni è illimitato nel tempo, lo scambio tra due partner deve proseguire per tutta la

vita. Quindi si tratta di un’alleanza che li unisce per tutta la vita.

Esso allo stesso modo non smette mai di circolare, dal momento che è vietato accumulare oggetti di

prestigio, e quindi circola sempre nello stesso senso.

Ecco occorrono da due a dieci anni perché questo giro sua completo.

Ecco il dono non è un atto puramente commerciale, ma un atto cerimoniale, formalizzato a carattere magico.

Per partecipare al Cula è necessario prima di tutto essere iniziati alla magia cula. Quindi gli oggetti e

le conoscenze del cula si acquisiscono attraverso la trasmissione patrilineare.

Tranne rare eccezioni le donne sono escluse dalle transazioni.

Allora qui sono più apprezzati gli altri. Questi beni di prima classe possiedono tutti un uomo e una storia. E

si sa dove si trova in ogni istante cioè c’è un monitoraggio costante sulla loro presenza e dove si

trovino. Per ottenerli diverse persone possono entrare in competizione e offrire doni in grande

quantità come ad esempio asce, frutta, maiali o altri beni ancora lo scopo di influenzare la decisione

di chi lo detiene.

Il sistema del Cula permette ad un uomo di avere quindi degli alleati, degli amici quasi dei parenti non

soltanto nelle villaggi vicini ma anche in isole diverse, a volte distanti qualche centinaia di Kilometri,

nelle quali normalmente quel l’uomo si sentirebbe insicuro.

Allora due parte non si limitano a scambiarsi dei beni cerimoniali, ma si impegnano in tutta una serie di

obblighi e di doveri.

In un paese straniere ostile un partner del Cula è un alleato. Quindi con esso si porge proprio un rete di

alleanze e di influenze. E quindi era facilmente comprensibile che gli uomini più potenti sono anche

quelli con più partner.

Ecco é opportuno notare che è stato lo stesso Malinoswki a ricostruire l’intera istituzione del Cula. Nessun

nativo è in grado di descriverla come tale.

Allora interrogati i nativi si rilevano incapaci di formulare le regole generali e di spiegare il funzionamento

del Cula. Quindo l’etnologo va oltre la semplice descrizione e interpreta per farci rivivere un

esperienza straordinaria.

Molte pagine sono consacrate alla costruzione delle canoe, alla forma di cooperazione economica, ai

preparativi delle spedizioni.

Malinoswki si spinge ancora più lontano quando tenta di ricostruire il ruolo dei Cula nella vita sociale delle

Trobriand e fornisce un’interpretazione le cui implicazioni superano ampiamente l’interesse per

questa popolazione degli antipodi. In effetti Malinoswki mostra che il Cula è la manifestazione più

particolare di un principio su quale si regge tutta la vita sociale dei Trobriand Olandesi. Il principio di

reciprocità.

Malinoswki è stato il primo a scoprire che non solo lo scambio è un principio fondamentale della vita sociale

ma anche che lo scambio si manifesta attraverso il dono.

Il quale a priori sembra tuttavia contraddirlo. In effetti il dono non può esistere senza una certa reciprocità,

senza che ci sia un controdono.

Ecco nel Cula abbiamo esattamente a che fare con dei doni. Allora il Cula consiste in un dono cerimoniale

che dopo qualche tempo deve essere indiscutibilmente reciprocato da un controdono.

Lo scambio però non è mai immediato e inoltre non esistono norme per stabilire il valore del controdono, il

quale deve essere almeno equivalente al dono originario.

In caso contrario il ricevente non dispone di alcuna sanzione per punire il donatore, ma potrà essere solo

deluso e infuriato. In compenso è in gioco l’onore del donatore e questi non vorrà di certo rischiare

di apparire avaro, meschino.

Infatti possedere ricchezza è indispensabile al destino sociale.

Per essere potente è necessario possedere molto.

Possedere non significa semplicemente accumulare possedere vuol dire anche donare, e sotto quest’aspetto i

Trobriand Olandesi differiscono considerevolmente dagli occidentali.

Più si è potenti, più si possiede, ma allo stesso tempo per i Trobriand Olandesi più si possiede più si dà.

Ecco per una specie di proprietà transitiva si può dire che più si è potenti più si dona.

Un rango sociale elevato implica degli obblighi importanti di generosità. Effettivamente tutta la vita tribale è

versta da un influsso costante di doni e controdoni.

Allora ogni cerimonia, ogni atto tradizionale, implica qualche dono materiale. In questo modo tutta la

ricchezza che circola è uno strumento essenziale dell’organizzazione sociale del potere del capo e

delle grandi parentele.

Il Kula mette in evidenza l’importanza del principio di reciprocità nella vita economica, ma ancora di più

mette in evidenza la tendenza profonda presente in ogni società a creare un legame sociale attraverso

lo scambio di doni.

Quindi il gruppo sociale non è integrato da un sentimento mistico di unità come credeva Durckheim, ma

dalla reciprocità in virtù della quale un individuo sa che in restituzione di quanto egli dona agli altri

riceverà un servizio corrispondente.

Tutta la vita sociale quindi si fonda su questo concetto di reciprocità.

Il cula è molto di più di una semplice transazione commerciale, è uno scambio ripetuto all’infinito che si

regge per buona parte sull’onore e sulla fiducia. Si svolge secondo regole fisse attraverso

l’associazione di molte migliaia di individui. Il piacere di donale, il piacere di ricevere che ne fa da

corollario sera la vera natura del Kula.

La sorta di paradosso della vita Tribale vuole che il dono sia la forma fondamentale di ogni scambio.

E’ lo scambio di doni che crea legami sociali. Quindi effettivamente lo scambio non è una cura di necessità

economica, la natura è abbondante e generosa, ognuno vi trova di che sopravvivere.

Quindi se vi è scambio è per una ragione profonda.

Nei villaggi Tropiandesi si vedono passare senza sosta donne che reggono delle ceste sulla testa, uomini che

trasportano un carico sulle spalle. Si tratta in genere di regali che devono essere donati per una

qualche ragione sociale.

L’offerta di un dono è raramente un atto gratuito. Il dono non è mai un dono allo stato puro.

Malinowsky ha colto per primo il principio dello scambio come fondamento del legame sociale.

Nel suo saggio sul dono Macel Mauss ha ripreso le osservazioni di Malinowsky per estenderle ad altre

istituzioni primitive come i Potlatch e ha conferito la loro sistematicità, riuscendo quindi a

caratterizzare la natura delle transazioni nelle società umane.

Ecco senza volere in nessun modo sminuire l’importanza sul messaggio del dono che è a questo titolo

considerato l’opera di base dell’antropologia economica bisogna rendere giustizia a

Malinowsky. Constatando che Mauss si è limitato a riordinare i principi messi in rilievo da

Malinowsky e questo dimostra la qualità delle sue analisi.

Istituzioni che assomigliando quindi al Kula e al Potlatch esistono ovunque nel mondo.

John Davis ha dimostrato che il dono continuava a svolgere un ruolo importante nella società occidentale.

Si stima che in Inghilterra l’industria del regalo occupi qualcosa come cento mila lavoratori.

E inoltre i principi che presiedono lo scambio primitivo si ritrovano anche da noi.

Noi dobbiamo fare il regalo di matrimonio ed è opportuno restituire un regalo quando se ne presenta

l’occasione.

Rifiutare un dono è insultante, ma offrire un regalo troppo importante è ugualmente sconveniente perché

questo pone chi lo riceve in una situazione imbarazzante.

Ecco vi sono infine cosa che non possono essere regalate perché veicolano relazioni sociali importanti allora

accettando un anello da un ragazzo la giovane donna vuole comunicargli qualcosa e da parte sua un

uomo non può fargli un re

Dettagli
A.A. 2013-2014
75 pagine
8 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-DEA/01 Discipline demoetnoantropologiche

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher erica.depasquale di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Antropologia culturale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università telematica Niccolò Cusano di Roma o del prof Cardinali Cristiana.