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Osservazione partecipante
Occorre uscire dal chiuso studio dei teorici e dalla "veranda" (spazio di frontiera tra l'interno e l'esterno dove chiamare gli indigeni, zona grigia) dell'insediamento missionaria nell'aria aperta del campo antropologico.
Le condizioni appropriate consentono nel tagliarsi fuori dalla compagnia di altri uomini bianchi e nel restare i contatto il più stretto possibile con gli indigeni, ciò che può veramente ottenersi stabilendosi nei loro viaggi.
Giova all'etnografo mettere da parte la macchina fotografica, il blocco e la penna e unirsi a ciò che accade, compiendo delle vere e proprie immersioni nella vita degli indigeni (strumenti deputati all'osservazione, filtro media la relazione tra antropologo e il primitivo, partecipiamo nella loro).
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vita)Ma anche perché la palafitta consentiva di vedere il villaggio dall'alto
Bisogna conoscere la lingua per partecipare alla vita degli indigeni
Malinowski è il primo a portare l'attenzione alla vita, che restituiscono in maniera qualitativa
Tutti questi fatti devono essere formulati e registrati scientificamente, ma sforzandosi (cogliere il punto di vista del nativo)
È quello di riuscire a cogliere di capire il loro punto di vista, in che modo vengono considerate naturali istintive, l'obbiettivo finale è quello di afferrare il punto di vista dell'indigeno, il suo rapporto con la vita, di rendersi conto della sua visione del suo mondo
Bisogna studiare l'uomo e quello che lo riguarda più intimamente, ciò è la presa che ha su di lui la vita.
L'antropologo deve essere mosso da un desiderio di sapere di che cosa vive questa gente (desiderio soggettivo) Ancora prima del desiderio scientifico c'è un
Desiderio soggettivo di sapere conoscere l'altro
Il "Kula" ring delle Isole Trobriand costituiscono un anello
Si rende conto osservando che periodicamente i trobriandesi costruendo delle canoe e intraprendono dei viaggi in senso orario per scambiare collane di conchiglie rosse verso nord e in modo antiorario ottenendo in cambio bracciale di conchiglie bianche verso sud.
Sono simboli per instaurare relazioni e legami
Non sono tanto viaggi per una finalità commerciale e nemmeno a scambiare altri prodotti ma servono a instaurare legami di fiducia e di relazioni sociali e religiose all'interno del proprio gruppo (costruzione della canoa: legami di fiducia e reciprocità). Serve stabilire relazioni sociali con gruppi di altre isole.
Economia anti-utilitaristica basata su reciprocità, solidarietà e dono, dove il valore non dipende dall'oggetto in sé, ma delle relazioni che costruisce.
Altre ricerche
Rituale "Potlatch" pratiche donatorie e/o
distruttive di beni considerati di prestigio, in una competizione per accrescere il proprio status
Ha inteso come altre culture possano esprimere logiche economiche diametralmente diverse, se non opposte, a quella occidentale,
Controllo la logica di mercato della compravendita e del prodotto , frutto dello spirito capitalistico dell'accumulo
Per noi una persona è quanto importante/ricca quanti più beni ha accumulato/ di ostentazione di ciò che si ha. Si dimostra il proprio potere attraverso la capacità di regalare/ distruggendo tutto quello che si ha in modo di stabilire una stato di partenza paritario (vero potere/ di status /di prestigio) Dimostrare il proprio potere creando relazioni sociali.
Debito = cultura occidentale, viene visto negativamente, in queste società il debito viene ricercato, avere un vincolo di avere una relazione e questo permette una solidarietà collettiva
Scuola di pensiero
Funzionalismo = prospettiva organicista=
società= organismo vivente
Il "Kula" è un fatto sociale totale: illumina i valori della società trobriandese ma come costantemente in relazione degli altri
Come per Malinowski la cultura sia la risposta ai bisogni degli esseri umani, dunque è funzionale alla sopravvivenza e al conferimento di significato della vita. Ogni cultura risponde diversamente e a sua volta produce altri bisogni, aveva bisogno di rispondere a stimoli diversi
Il mito nelle società primitive
Mito= funzione indispensabile, la codificazione di un credo, difende e rinforza la moralità, contiene pratiche che guidano l'uomo, non è un futile racconto ma una forza attiva operante. Documento pragmatico, è un invenzione irrazionale da parte di popoli primitive e selvaggi che non avevano utilità, è una spiegazione che esprime una saggezza morale perché funziona come funziona. Contiene le pratiche che guidano l'uomo
I diari personali
(1967) esprimono il disagio epistemologico (disagio di stare là) dell'etnografo
Scrive i suoi pensieri più intimi /più attendibili, di tornare e di poter tornare, emerge il fatto che trascorresse molto tempo con uominibianchi. Emerge una figura molto più umana, smette di essere così ideale e romantica e ci riporta all'umanità dell'antropologo e quindialla difficoltà di stare sul campo, di relazionarsi con le culture altre. Per quanto egli si sforzi a passare il tempo con loro è comunqueun'altra cultura
Gli indigeni erano descritti come rozzi, selvaggi, che non capiscono nulla.
I diari di Malinowski problematizzano il metodo etnografico del partecipante e la neutralità della restituzione etnografica
Come e in che grado si può accedere alla vita ittica dell'alterità?
La ricerca antropologica dopo Malinowski si è dedicata molto a questa domanda, ma ancora oggi interpellano tutti gli
La ricerca antropologica dopo Malinowski si è dedicata molto a questa domanda, ma ancora oggi interpellano tutti gli antropologi che vanno sul campo.
Le ricerche audiovisive ci serviranno per vedere quale tipo di neutralità e oggettività e quale tipo di accesso si può avere quando si è in contatto con culture altre o anche semplicemente con altre realtà.
È davvero possibile cogliere il punto di vista del nativo abbattendo le frontiere dell'alterità? Le vite e le esperienze degli altri sono veramente dati che possono essere colti e studiati scientificamente tramite l'osservazione oppure è necessario un lavoro di dialogo e interpretazione. Come costruire un'antropologia collaborativa?
Le conseguenze a lungo termine porta a un cambiamento:
- Antropologia interpretativa (1973)
- "Interpretazione di culture"
- "L'uomo è un animale sospeso fra ragnatele di significato che egli stesso ha tessuto."
- Antropologia post-moderna (1986)
Esplicitazione della soggettività del ricercatore (presenza modifica "realtà")
Evocazione vs descrizione
Riflessività, dialogicità e polifonia (dare voce credito anche a visioni dissonanti)
L'antropologia dovrebbe sempre esplicitare la soggettività del ricercatore (la semplice presenza dell'antropologia modifica la realtà)
Propone di evocare una realtà (immagini, associazioni, immagini simboliche, linguaggio poetico)
- Etnografia e antropologia oggi
Per quanto il termine etnografia continui ad indicare il lavoro "di campo", sul terreno, e dunque
un momento precedente all'antropologia, è impossibile considerare etnografia e antropologia come fasi e pratiche separate. Non può darsi l'uno senza l'altra: la raccolta dei dati è già un'antropologia nel senso della riflessione dell'interpretazione e dell'elaborazione, così come ogni teoria antropologica è anche sempre un dato etnografico da cui partire. È funzionale all'equilibrio della società. I comportamenti/le credenze dei selvaggi/primitivi sono razionali, hanno senso in quanto funzionali al mantenimento della loro società (non della nostra). Sono dotati di una logica interna, che deve essere letta in modo contestuale a quella cultura. Perché quei particolari miti hanno una loro razionalità/significato e servono a quella cultura. Modulo 1 Pagina 3 Antropologia visiva Antropologia visiva: '800/'900: fotografie e riprese cinematografiche vengono utilizzate dagligli occhi sono gli organi principali per la percezione visiva. La visione è un processo complesso che coinvolge l'interazione tra gli occhi, il cervello e l'ambiente circostante. L'antropologia visiva si occupa dello studio dei sistemi espressivi della società umana che utilizzano principalmente mezzi visivi per comunicare significati. Questi sistemi possono includere fotografia, cinema, video, arte visiva, media digitali e altri mezzi visivi. Fin dagli esordi della disciplina antropologica, l'antropologia visiva è stata considerata un supporto, un documento e una prova della realtà etnografica. Negli anni '40 e '50, si è sviluppata una riflessione sul valore, la funzione e il significato che il materiale foto-cinematografico può avere per l'antropologia. Nel 1975, è stata elaborata la prima definizione di antropologia visiva come metodo utilizzabile nell'indagine antropologica e nella presentazione dei dati per scopi didattici e divulgativi. Tuttavia, nel 1997, l'antropologia visiva è stata ridefinita non solo come metodo, ma come un ambito di indagine che comprende qualsiasi sistema espressivo della società umana in grado di comunicare significati tramite mezzi visivi. La visione è una percezione sensoriale che coinvolge la traduzione di stimoli luminosi elaborati dal cervello in colori. La visione è influenzata dalla cultura e può variare da una società all'altra. Gli occhi sono gli organi principali per la percezione visiva nell'uomo, ma la visione è un processo complesso che coinvolge anche il cervello e l'interpretazione culturale dei segnali visivi.Il processo della visione è reso particolarmente ricco e complesso dall'intervento della consapevolezza, della memoria e della cultura. La percezione sensoriale è il risultato di un processo culturale di selezione.