vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
Infatti a questo livello si organizza il tessuto linfatico che va a formare la
tonsilla linguale. Qui sboccano anche altre ghiandole linguali, classificate come
ghiandole posteriori superficiali.
Sulla faccia inferiore la mucosa è molto più lassa, essa presenta lungo la linea
mediana inferiore della lingua il frenulo linguale, che unisce la faccia inferiore
della lingua al solco sottolinguale. Lungo il frenulo della lingua c'è la caruncola
sottolinguale, che costituisce lo sbocco del dotto sottomandibolare, dotto di
una delle tre principali ghiandole salivari. La ghiandola parotide si apre
attraverso il dotto parotideo direttamente dietro il secondo molare superiore.
La ghiandola sottolinguale, invece, presenta una serie di dotti, di cui uno è più
grosso ed è chiamato dotto principale; questo sbocca a livello dell'apice della
piega sottolinguale, mentre gli altri si aprono lungo le pareti laterali del frenulo.
Ai lati del frenulo, sulla faccia inferiore della lingua troviamo le pieghe
fimbriate; qui traspaiono numerosi vasi sanguigni, soprattutto venosi. Qui la
mucosa è infatti particolarmente sottile, anche se è costituita sempre dallo
stesso tipo epitelio (pluristratificato pavimentoso e non cheratinizzato) . Questo
è il motivo per cui il solco sottolinguale è la via preferenziale per l'assorbimento
di alcuni farmaci, in quanto le sostanze possono essere disciolte e assorbite
velocemente, senza giungere nel fegato.
L'innervazione sensitiva della mucosa sul dorso della lingua cambia tra i due
terzi anteriori e il terzio posteriore, anche se il limite non si trova sul solco
terminale, ma anteriormente a questo. La parte posteriore del dorso è
innervata dalle fibre sensitive del nervo glossofaringeo; questo sia per quanto
riguarda la sensibilità generale quindi tatto, temperatura e dolore, sia per
quanto riguarda la sensibilità speciale quindi quella gustativa.
Nella parte anteriore della lingua sono presenti invece due nervi: per la
sensibilità generale, l'innervazione avviene ad opera delle fibre sensitive del
nervo mandibolare; per la sensibilità speciale invece, l'innervazione è ad opera
del nervo faciale.
L'innervazione motoria, invece è ad opera delle fibre efferenti del nervo
ipoglosso (XII paio di nervi cranici) che raggiungo i muscoli intrinseci della
lingua. Quando questo nervo è danneggiato nel suo tratto periferico o centrale,
sono paralizzati i muscoli di un lato della lingua. I muscoli del lato sano
prevalgono, e contraendosi spostano la massa della lingua verso il lato malato.
Il palato duro
Il tetto della cavità orale propriamente detta è rappresentato dal palato duro.
Lo scheletro osseo del palato duro è formato: anteriormente dai processi
palatini delle ossa mascellari, che si uniscono lungo la linea mediana attraverso
la sutura intermascellare e posteriormente dalle due lamine orizzontali delle
ossa palatine. A livello della sutura intermascellare, quindi tra i due processi
palatini è presente un foro che porta nel canale incisivo. Nel vivente è possibile,
subito posteriormente ai primi incisivi, sentire la papilla incisiva, che si trova
in corrispondenza della fossa incisiva dove si aprono una serie di canali, detti
canali incisivi. Questi rappresentano una via di passaggio per i rami del nervo
naso-palatino, il quale si porta dalla cavità nasale dove innerva la mucosa,
verso il palato. Quindi questi rami attraversano i canali incisivi, procedendo
dall'alto delle cavità nasali verso il basso, e poi decorrendo lungo il palato duro,
e innervando la mucosa anteriore di quest'ultimo. Il nervo naso-palatino è una
diramazione della branca mascellare del nervo trigemino.
Il palato duro è rivestito dalla tonaca mucosa, quindi al periostio che riveste le
ossa del palato duro aderisce il tessuto connettivo della lamina propria della
tonaca mucosa. Quest'adesione è piuttosto stretta, quindi qualsiasi iniezione
effettuata a livello del palato è molto dolorosa; questo perchè iniettando una
certo volume di una soluzione, si provoca lo scollamento della mucosa dal
periostio. Nella mucosa sono presenti le ghiandole palatine la cui secrezione
contribuisce a costituire la saliva.
Palatoschisi
La palatoschisi si verifica quando i due processi palatini dell'osso mascellare
non si fondono lungo la linea mediana. Essa può essere:
- completa, quando coinvolge sia il palato duro che il palato molle;
- incompleta quando coinvolge solo una porzione del palato.
Si verifica con una frequenza di 1 neonato ogni 2500, con prevalenza delle
femmine rispetto ai maschi. Si verificano diversi problemi come la suzione, che
può essere effettuata solo con il naso chiuso, in quanto visto che manca la
separazione tra cavità orale e cavità nasale, il latte può arrivare in cavità
nasale.
Labioschisi
La labioschisi, detta anche cheiloschisi, è dovuto alla mancata fusione dei
processi nasali e mascellari della faccia, e quindi non ossei. Essa può essere
bilaterale o unilaterale. Si verifica con una frequenza di 1 neonato su mille, con
prevalenza dei maschi sulle femmine.
Sia la labioschisi che la palatoschisi possono poi provare anche problemi relativi
al linguaggio.
Il palato molle
Il palato molle è formato da un'aponeurosi palatina rivestita da muscolatura,
sia a livello della faccia inferiore che superiore, e da tonaca mucosa. Sulla
faccia superiore troviamo la mucosa presente anche nella cavità nasale, sulla
faccia inferiore (che è quella che guarda verso l'orofaringe e la cavità orale)
invece la mucosa della cavità orale.
La faccia anteriore del palato molle si inserisce sul margine posteriore del
palato duro, e quindi sul margine posteriore delle lamine orizzontali delle ossa
palatine. Il margine posteriore del palato molle, è invece libero e al centro
presenta un prolungamento, l'ugola; questa quando il palato è abbassato può
toccare il dorso della radice della lingua, e partecipare in questo modo alla
chiusura dell'istmo delle fauci. I muscoli che formano lo spessore del palato
molle sono:
- il muscolo tensore del velo palatino: esso costituisce con la sua
aponeurosi la base del palato molle; ha origine dalla spina dello sfenoide, dalla
fosse pterigoidea, compresa tra le due lamine del processo pterigoideo e dalla
parete laterale della tuba uditiva; origina quindi dall'alto rispetto al palato
molle, ma a livello dell'uncino pterigoideo (che funge da ancoraggio per il
muscolo), quindi a livello dell'estremità inferiore della lamina mediale del
processo pterigoideo, le fibre che compongono questo muscolo cambiano
direzione di circa 90 gradi, passando da verticali ad orizzontali. La parte
verticale del muscolo è costituita da fibre muscolari, mentre la parte
orizzontale è costituita da fasci connettivali. La porzione verticale si contrae e
la sua contrazione provoca la tensione della porzione orizzontale, e quindi della
parte connettivale. Nella porzione orizzontale i fasci connettivali si intrecciano
tra loro formando l'aponeurosi palatina, che quindi si tende in seguito alla
contrazione del muscolo. La tensione del muscolo permette l'innalzamento del
palato molle. Questo muscolo è l'unico ad essere innervato dal nervo
mandibolare (ramo della terza branca del nervo trigemino).
Il fatto che il muscolo origina anche dalla porzione connettivale della parete
uditiva (questa è infatti formata da una cartilagine incompleta, che presenta
una porzione connettivale e quindi più lassa) fa si che la sua contrazione
provochi dei movimenti anche a livello della parete della tuba uditiva. Questa è
una delle ragioni per cui utilizzando i muscoli del palato, ad esempio durante la
deglutizione, si apre la tuba uditiva. L'apertura della tuba uditiva favorisce lo
scambio di aria, che serve a riequilibrare la pressione dell'aria all'interno
dell'orecchio medio.
- elevatore del velo palatino utilizza l'aponeurosi del tensore per inserirsi
sulla faccia superiore del palato molle, e quindi sulla faccia superiore
dell'aponeurosi stessa. Esso origina dall'alto, precisamente dalla parte petrosa
dell'osso temporale, e dalla faccia mediale della tuba uditiva. Solleva il palato
molle. Ed è innervato dalle fibre del nervo vago.
- palatofaringeo si inserisce sulla faccia superiore dell'aponeurosi palatina;
vengono quindi aggiunti più strati a partire dal muscolo tensore.
Successivamente si porta in basso dove si mescola con altri fasci muscolari che
formano la parete laterale della faringe. Nel suo decorso forma l'arco
palatofaringeo, che delimita le fauci posteriormente. E' innervato dal nervo
vago. La sua funzione è quella di abbassare il palato molle; se invece
consideriamo il palato molle come punto fisso, la sua contrazione provoca
un'elevazione della faringe; nell'insieme durante la deglutizione esso avvicina
gli archi palatofaringei, e quindi evita che il bolo alimentare ritorni nella cavità
orale, passando per la cavità nasale.
- palatoglosso si inserisce sulla faccia inferiore dell'aponeurosi palatina;
successivamente si porta obliquamente in basso, però in avanti dove si perde
con i fasci muscolari presenti lungo i margini laterali della lingua. Il suo decorso
forma l'arco palatoglosso, che segna il confine anteriore delle fauci. La sua
contrazione abbassa il palato molle e solleva la parte posteriore della lingua;
inoltre avvicina gli archi palatoglossi e restringe l'istmo delle fauci. (Tutto ciò
avviene sempre durante la deglutizione).
Fauci
Lo spazio compreso tra la cavità orale e la faringe, è detto fauci. Le fauci sono
delimitate superiormente dal palato molle, con la sua ugola, inferiormente dal
dorso della radice della lingua, e lateralmente dai pilastri delle fauci, di cui
l'anteriore è il palatoglosso, e il posteriore è il palatofaringeo. Tra i due si trova
la fossa tonsillare che accoglie la tonsilla palatina. L'istmo delle fauci è invece
l'apertura tra la cavità orale e le fauci, è quindi la fessura delimitata
lateralmente dagli archi palatoglossi; superiormente sempre dal palato molle, e
inferiormente dall'inizio della parte posteriore del dorso della lingua. L'apertura
dell'istmo delle fauci può essere controllata dai muscoli che avvicinano gli archi
palatoglossi e palatofaringei, dai muscoli che sollevano la parte posteriore della
lingua, e dai muscoli che abbassono il palato.
Denti
Nell'adulto abbiamo circa 32 denti, 16 per ogni arcata. Il terzo molare, il molare
del giudizio può comparire entro i 21 anni di età, oppure può anche