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Struttura dell'articolazione dell'anca

Lateralmente la cavità acetabolare è circolare e presenta internamente un rilievo a forma di ferro dicavallo, la sua parte articolare. La testa del femore non entra a contatto con tutta la cavità circolare,ma solo con la parte laterale, specializzata, che presenta il rivestimento cartilagineo. Mentre la partecentrale, la fossa acetabolare, è sede d’inserzione del legamento rotondo o femorale. Questolegamento è vascolarizzato e innervato, ma solo per un’irrorazione locale, quindi non ha unafunzione molto importante. L’osso femorale è lungo; vediamo la testa circolare, in cui abbiamo unaparte intermedia, il collo del femore, e i due promontori, il piccolo e il grande trocantere. Il piccolotrocantere è maggiormente apprezzabile in veduta posteriore. La linea intertrocanterica unisce i duetrocanteri; per cui vi sono due peculiarità quali l’inserzione dei grandi gruppi muscolari; inoltre, lalinea.

intertrocanterica è una sede importante di fratture. Avremo quindi le fratture pertrocanteriche ele fratture del collo femorale. C'è anche un altro aspetto importante: questa testa del femore è proiettata anch'essa in avanti, per cui il collo del femore ha un'antiversione. Tale complessità biomeccanica serve per poter concepire tutti i movimenti che compiamo in maniera perfetta. Vi è anche un altro aspetto importante: l'asse del collo del femore si congiunge con l'asse del femore formando un angolo che normalmente è di 125°-130°. Tale angolo nei bambini è più accentuato perché il bambino ancora non ha sollecitato come un adulto questo collo del femore che, pian piano, si adatterà. Anche l'antiversione è molto pronunciata nel bambino. Quindi, abbiamo un'antiversione della cavità acetabolare e del collo femorale, che comporta un diverso orientamento della testa.

Latesta è sempre sferica, però sarà orientata diversamente nel bacino. I bambini appena iniziano a camminare hanno un maggior valgismo del collo femorale, perché un aumento dell'angolo cervico-diafisario (collo-asse diafisario), per non far uscire la testa del femore nel camminare, determina una leggera rotazione del femore e, dunque, camminano con le punte rivolte verso l'interno. Per trovare l'equilibrio, nonché per centrare la testa del femore nella cavità acetabolare, i bambini ruotano la testa e camminano in questa maniera un po' buffa. Invece di correggere tale apparente difetto fisiologico, bisogna assecondare questa camminata perché crescendo diminuirà l'angolo cervico-diafisario.

Sul piccolo trocantere, posto medialmente, s'inserisce un gruppo muscolare importante detto dell'ilio-psoas. L'iliopsoas è quindi un muscolo mediale. Mentre lateralmente, sul grande

trocantere, s'inseriscono gruppi diversi di muscoli: anterolateralmente il piccolo gluteo, lateralmente il mediogluteo, posteriormente non abbiamo invece il grande gluteo, che si attacca sul femore. Sulla parte posteriore del femore si attacca il quadrato del femore e in corrispondenza della fossetta ci sono altri muscoli. Quindi, anche qui, come nell'omero, abbiamo una cuffia che parte anteriormente con questo iliopsoas, prosegue con il piccolo, il medio gluteo, il quadrato del femore e solo inferiormente il grande gluteo.

La cartilagine della testa femorale ricopre tutta la sfera; nella parte acetabolare ricoprirà solo quel ferro di cavallo, mentre nella parte centrale della fossa è assente. Anche qui abbiamo una superficie di stabilizzazione, il labrum o cercine, una guarnizione fibrocartilaginea che serve a contenere meglio la testa del femore. Questo cercine è una parte anatomica molto importante perché una delle patologie moderne è

l'impingement o conflitto femoro-acetabolare: come per la testa dell'omero, nel corso dell'evoluzione siamo andati un po' più avanti degli adattamenti anatomici. I movimenti esasperati, le gesta sportive, sono tali che il femore va a toccare questa parte acetabolare, creando un impingement, una lesione che caratterizza molto la patologia artrosica del femore. Qui già vediamo un altro aspetto importante, la circolazione terminale del femore: il femore, che viene alimentato da rami dell'arteria femorale, in particolare dalle circonflesse anteriore e laterale, ha un'irrorazione terminale, per cui i vasi arrivano alla testa del femore e là si fermano. Dunque, il femore non viene alimentato dal legamento rotondo o della testa acetabolare, il quale ha dei vasi che però non servono per nutrire profondamente questa testa del femore, bensì unicamente da questi piccoli vasi. Quando avremo una frattura del collo del femore, la

Circolazione s'interrompe e la testa del femore va in necrosi: ecco perché le fratture del collo del femore sono insidiose. Ovviamente più la frattura è mediale più l'interruzione sarà grave, intaccando l'arteria circonflessa. I vasi del legamento rotondo sono a cavallo della testa femorale, ma non vi vanno direttamente. Un secondo elemento di stabilizzazione dell'articolazione è dato dai legamenti pubo-femorale, ischio-femorale e ilio-femorale: quindi, i legamenti prendono il nome dei capi ossei che si devono stabilizzare. Abbiamo allora questa testa antiversa e i legamenti, che tendono a stabilizzarla prendendola anteriormente per serrarla verso la cavità poiché altrimenti non si spiegherebbe l'inserzione dei legamenti, proprio per tenere la testa, che è antiversa, compattata verso l'interno. Il legamento ilio-femorale è fatto da due bande, l'una anteriore, l'altra posteriore.

Come al solito i legamenti lasciano la stabilizzazione come una cosa congiunta, vi è un elemento di comunicazione con la capsula articolare. Quest'ultima avrà sempre una parte più esterna, fibrosa, e una parte interna, più ghiandolare, che secerne, quindi la membrana sinoviale. Tale parte interna serve per la produzione del liquido sinoviale responsabile della lubrificazione. Questa secrezione di liquido sinoviale deve trovare dei punti di passaggio nella capsula articolare, la quale non è interamente serrata dai legamenti. I due terzi di stabilità sono dati dai legamenti, l'altro terzo dalla capsula articolare fibrosa, che può svolgere il suo compito solo dall'esterno. Infatti, pur essendo fibrosa, ha un rendimento minore rispetto ai legamenti. Però tutto ciò serve per compensare completamente le funzioni di stabilità e lubrificazione dell'articolazione. La capsula articolare, quindi, va

dall'ossopubico all'osso iliaco, sino all'ischiatico, pervenendo alla linea intetrocanterica. La parte nonarticolare sta al di fuori dalla linea intertrocanterica, mentre la parte articolare è posta nella capsula.

Partiamo dai muscoli posteriori dell'anca, che saranno extrarotatori, determinando cioè la rotazione verso l'esterno. I muscoli extrarotatori sono importanti: abbiamo l'otturatore interno e l'otturatore esterno, che si inseriscono in maniera affusolata per lasciare spazio ad altri muscoli. Per attaccarsi all'osso i muscoli devono avere allora una base d'inserzione molto stretta, la quale fa sì che il grande trocantere sia considerato un massiccio molto ampio, specializzatosi proprio per questo motivo. Anche il quadrato del femore è un extrarotatore, che va dall'ischio alla parte posteriore del grande trocantere; poi abbiamo i gemelli, l'inferiore e il superiore che vanno a

imbrigliarel'otturatore interno e riempiono la fossetta trocanterica. Un altro muscolo che si guadagna il proprio spazio d'inserzione: si tratta del muscolo piriforme, così detto per la sua conformazione a pera. Quici sono tutti i legamenti del sacro con l'ischio, delimitando uno spazio con il piriforme, in cui passa il nervo più grande che abbiamo, il nervo sciatico o ischiatico (domanda ricorrente Anatomia III). Quando il muscolo piriforme ha una particolare ipertrofia va a comprimere il nervo sciatico contro le strutture legamentose, comportando la sindrome del piriforme. Il nervo sciatico prosegue posteriormente e ha origine in L4, L5, S1, mentre L3 dà origine al nervo femorale che va anteriormente. Lo sciatico va, quindi, posteriormente e si sdoppia a livello della gamba, medialmente come nervo tibiale e lateralmente come nervo sciatico popliteo esterno. Il muscolo ilio-capsulare è raro. Ritornando indietro, una cosa molto importante è

la seguente: il legamento inguinale, e qui già cominciamo a vedere la funzione della spina iliaca anterosuperiore, va dalla spina iliaca suddetta fino al corpo del pube. Questo legamento inguinale lascia degli spazi sotto di sé, per il passaggio di muscoli e del fascio vascolo-nervoso, e crea una barriera tra bacino e coscia.

Un muscolo importante è il pettineo, che parte dal pube e arriva alla parte posteriore del femore. Il muscolo pettineo è piatto, fa da pavimento, nonché da letto a delle strutture importanti.

Il muscolo ilio (domanda d'esame) confina con il muscolo psoas, formando l'ileo-psoas, e con il tendine congiunto vanno ad inserirsi sul piccolo trocantere. Il muscolo ileopsoas è un adduttore per antonomasia, ci fa piegare la coscia sul petto; la sezione dello psoas che parte dai processi trasversi delle ultime vertebre lombari ha una particolarità: si tratta di un muscolo molto profondo e quindi è privo di.

sollecitazioni dall'esterno. È l'unico muscolo profondo che noi non possiamo palpare perché decorre completamente all'interno. Tale caratteristica, la mancanza di sollecitazioni dall'esterno, fa sì che questo muscolo sia privo di parti fibrose, perché le parti fibrose non sono altro che la trasformazione conseguente alle sollecitazioni. Quindi, l'ileopsoas è un muscolo che rimane tenero, è inoltre affusolato (filetto della carne). Questa è la parte mediale, che va sul piccolo trocantere. L'unico muscolo che si attacca sul piccolo trocantere è l'ileopsoas. Andando un po' più lateralmente troviamo il piccolo gluteo, che si attacca nella parte posteroinferiore dell'ala iliaca e si va a inserire sulla porzione anterolaterale del grande trocantere. Un altro muscolo è il medio gluteo, che sovrasta il piccolo gluteo e si va a inserire sulla parte posterolaterale del grande trocantere.

Talimuscoli costituiscono una cuffia anterolaterale e posterolaterale e sono importanti per la stabilità nel passo. Quando noi camminiamo c'è un momento in cui stiamo solo su un piede, per portare avanti l'altro. Quando non c'è la stabilità del medio e piccolo gluteo, cadiamo, perdiamo la stabilità.
Dettagli
A.A. 2019-2020
5 pagine
SSD Scienze biologiche BIO/16 Anatomia umana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher luigidavidecennamo di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Anatomia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Bove Marco.