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L'influenza delle grandi scoperte

• Le grandi scoperte hanno influenzato profondamente le nostre conoscenze in tanti settori della ricerca scientifica:
– Il raggiungimento del sequenziamento dell'intero genoma umano ha aperto alla genetica prospettive inaspettate: nell'ambito dello studio dell'evoluzione delle specie è stato messo in evidenza tra i 20-25mila geni che caratterizzano il genoma umano, un gene che viene condiviso da tutte le specie: il gene EEF1 ALPHA1 (studio sull'evoluzione della specie);
– Sempre in quest'ambito numerosissimi sono i dati che hanno confermato quelle intuizioni che dobbiamo a Darwin, parliamo di una teoria che ha trovato nei dati più recenti una serie convincente di conferme, per esempio sono stati scoperti dei "geni fossili" che in qualche modo ci aiutano a ricostruire quel lungo percorso delle specie che ha portato fino all'emergere della nostra specie.
– Anche.nell'ambito della diagnostica prenatale la ricerca in genetica ha dato una serie di contributi fondamentali come lo screening genetico, l'amniocentesi genetica e il prelievo dei villi coriali. Questa metodica è sempre più efficace e ogni anno vengono scoperti nuovi marcatori e nuove opportunità per l'identificazione precoce di malattie genetiche. Siamo poi entrati nell'era delle biotecnologie, della medicina personalizzata e dell'editing genetico, che ci consente di intervenire chirurgicamente su parti del nostro DNA. Tuttavia, questo incredibile insieme di nuove scoperte ha anche generato una serie di false illusioni e aperto percorsi discutibili. Ad esempio, la cattiva divulgazione scientifica ha più volte annunciato la scoperta del gene dell'intelligenza, del comportamento antisociale, del gene dell'omosessualità, della depressione, del comportamento antisociale. È chiaro chequesto modo di comunicare così impreciso e grossolano ha spinto anche verso una serie di comportamenti sorprendenti. In Francia abbiamo avuto un accesso ai consultori per l'infanzia molto sostenuto, dove i genitori richiedevano che i figli venissero sottoposti a una serie di test di intelligenza, come se fosse possibile attraverso dei test rilevare una base genetica di quelle capacità che qualsiasi genitore vorrebbe intravedere nei propri figli. Inoltre, si è aperto un mercato in grado di offrire, a qualsiasi cittadino per un costo contenuto, un'analisi delle potenziali malattie che risiedono all'interno del patrimonio genetico, con test che possono andare dai 30 ai 300 dollari. Il fatto di possedere nel proprio genoma un gene particolare o un gene cattivo non implica che questo gene si possa sviluppare. L'obiettivo di queste aziende (23andMe) era ottenere una quantità enorme di dati genetici relativamente all'individuo.

genotipo è il patrimonio genetico di cui è portatore ciascun individuo (essere vivente), il fenotipo è rappresentato dall'insieme delle caratteristiche visibili (morfologiche e funzionali) di quello stesso individuo. Lo studio della relazione tra genotipo e fenotipo è tuttora al centro di numerose discussioni in biologia. Abbiamo scoperto che anche le predisposizioni biologiche sono soggette alle "leggi dell'interazione" perché anche esse sono il risultato di numerose interazioni e di numerosi processi di natura regolatoria, sappiamo per esempio che un gene è in grado di silenziarne un altro, sappiamo che alcune caratteristiche o alcune malattie dipendono dall'interazione tra geni.

Ritorniamo alla psicologia in particolare a Gesell, egli sosteneva che le regolarità dello sviluppo motorio riflettono le regolarità della maturazione cerebrale. Gesell ha costruito una serie di tavole in relazione alle funzioni psicologiche.

ha ricostruito passo a passo le traiettorie evolutive in relazione ad una serie di funzioni specifiche; mano a mano la ricerca ha progressivamente demolito questa concezione maturazionista in relazione ad una quantità enorme di funzioni psicologiche, mentre relativamente allo sviluppo motorio la psicologia sembrava essersi chiamata fuori e quindi per molto tempo non è stata condotta la ricerca modo significativo in questo ambito da parte della psicologia dello sviluppo. Lo sviluppo motorio per molto tempo è stato accettato in quanto risultato di una programmazione genetica in quanto risultato legato alla maturazione cerebrale per bambino. In particolare una bellissima curva ad "U", cioè una funzione che è presente molto precocemente e che scompare e riappare qualche mese più tardi, è il caso proprio della relazione che sussiste tra la marcia automatica (riflesso neonatale) → se solleviamo il bambino e facciamo si che

Possa appoggiare le piante dei piedi su un piano, si attiveranno una serie di movimenti che sembrano ricreare perfettamente quell'attività motoria che caratterizza la deambulazione in posizione eretta.

Secondo i modelli neuro maturativi la comparsa della marcia automatica corrisponde alla progressiva maturazione dei centri corticali che controllano il movimento. Questi centri prima inibirebbero la marcia per poi dare vita al pattern maturo del cammino.

Esther Thelen (a partire dagli anni '90) invece attribuisce questa traiettoria evolutiva, cioè la comparsa della marcia automatica ed il suo riemergere nei mesi successivi, a fattori puramente biomeccanici → la forza dei muscoli delle gambe; il peso della testa, degli arti; la posizione del baricentro del corpo; eccetera.

- Kicking/scalciare (3 mesi)

Un esperimento di Esther Thelen che ha come obiettivo mettere in crisi la posizione innatista (Gesell), ci mostra un comportamento che è tipico del

bambino quando viene posto in posizione supina su un piano, ed è quella attività molto facilmente osservabile che allo scalciare. Esther Thelen attraverso una serie di sensori è riuscita a dimostrare una serie di comportamenti che non scompaiono e ai 3 mesi si possono osservare in modo diverso dalle nascita.

- La deambulazione in posizione eretta (6-8 mesi)
Utilizzando uno strumento (Jolly Joker) che toglie gravità o perlomeno alleggerisce il peso del bambino Esther Thelen è riuscita a dimostrare che già a 6/8 mesi è possibile che un bambino camminasse.
Allo stesso modo immergendo un bambino della stessa età nell'acqua fino all'altezza del baricentro è possibile vedere riattivata quell'attività motoria che dovrebbe essere scomparsa in questo passaggio da un controllo di tipo sottocorticale, ad un controllo che diventerebbe mano a mano di natura corticale.

- Variabilità interindividuale

individui diversi utilizzando strategie diverse nel raggiungimento dello sviluppo motorio. La relazione tra queste diverse variabili che Esther Thelen ha individuato (forza delle gambe, posizione del baricentro, peso della testa, ecc.), che il bambino arriva a raggiungere una sorta di equilibrio che gli consente di muoversi in modo autonomo ed in posizione eretta. Questo giustificherebbe il fatto che i bambini grassocci iniziano a camminare un po' più tardi, mentre i bambini particolarmente magri tendono ad anticipare questo momento.

Non tutti i bambini si muovono a gattoni prima di iniziare a camminare, quindi non si tratta di una tappa indispensabile; ed esistono tanti stili diversi per gattonare. Quelli nell'immagine sono le diverse possibilità che sono state messe in evidenza dalla ricerca e di cui è stata studiata anche la cinematica, quindi le caratteristiche del movimento che la specificano. Quello indicato con la lettera A è il "metodo".

classico”; quello indicato con la lettera B è il “passo dell’orso”, esistono poi una serie di altre strategie che si fondano poi sull’uso delle mani e sullo strano movimento sincopato delle gambe (es. C,F), il D è detto dagli americani “guerriero”, infine lo stile E è puramente fondato su una serie di colpi di reni attraverso cui il bambino può deambulare nello spazio.

Queste grandi scoperte hanno influenzato profondamente anche la psicologia contemporanea, vengono messe in crisi diverse teorie:

  • Paradigma del bambino competente (conoscenze innate): sono state costruite molte ipotesi circa le basi genetiche di una serie di conoscenze e competenze che il neonato ha rivelato possedere già alla nascita, in questo caso gli approcci maturazionisti avevano interpretato in modo semplice riconducendo alla nostra storia evolutiva quelle capacità; queste esperienze sembrano possano essere ricondotte
dall'esperienza sensoriale durante la vita fetale.
  • L'importanza delle esperienze sensoriali durante la vita fetale: in realtà queste conoscenze, queste competenze precoci sembrano riconducibili all'esperienza del feto durante la vita prenatale: grazie alla disponibilità di nuove tecniche per l'ecografia oggi abbiamo la possibilità di osservare ciò che accade all'interno dell'utero: l'utero è un luogo estremamente rumoroso - trasmissione della voce materna, battito cardiaco, luogo dove il feto può compiere una serie di esperienze continua.
  • Per molto tempo abbiamo creduto che l'unico apparato sensoriale che non fosse possibile attivare durante la vita prenatale fosse la vista, in realtà le pareti dell'utero in una giornata di sole lasciano passare un Lux (luce che caratterizza una notte con la luna piena).
  • Anche nell'ambito delle Neuroscienze (cognitive) dello sviluppo

(progetto europeo Human Brain Project);​​

  • Teoria di Chomsky sull'acquisizione del linguaggio (LAD), negli ultimi anni sono aumentati in modo esponenziale le teorie che hanno messo in discussione le interpretazioni di natura innatista optando per ipotesi interazioniste, dove i fattori genetici e le predisposizioni biologiche interagiscono con le esperienze che derivano dall'interazione con il mondo fisico e sociale.
  • Anche nell'ambito dello studio dei gemelli abbiamo assistito ad un cambiamento di prospettiva:
    • Eric Turkheimer ha basato i suoi dati e le sue ricerche a sostegno della base genetica che caratterizza i nostri tratti comportamentali basandosi sulla somiglianza → ha condotto una serie di studi che andavano a verificare quanto i gemelli eterozigoti o omozigoti fossero simili o diversi tra di loro.
    • Negli ultimi anni invece la prospettiva è mutata, e ciò che oggi ci interessa sono le differenze che caratterizzano i gemelli.

Queste differenze vengono oggi ricondotte all'epigenoma. → L'epigenoma è un insieme di marcatori chimici presenti sul genoma deputati alla regolazione dell'attivazione o inattivazione del gene marc

Dettagli
A.A. 2020-2021
59 pagine
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/04 Psicologia dello sviluppo e psicologia dell'educazione

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher erika_brunotti di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia dello sviluppo e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Ferrara o del prof Dondi Marco.