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DI SCALA

La funzione di tecnologia può essere definita come:

() = +

I costi di produzione sono dati dalla somma di una componente fissa F e una variabile .

Definiamo i COSTI MEDI di produzione come il rapporto dei costi di produzione e la quantità prodotta e

rappresentano il costo per unità di output. ()

() = = +

Se la curva del costo medio è decrescente, vuol dire che ci sono economie di scala: se ho un aumento di q

abbiamo una diminuzione dei costi medi.

Definiamo i COSTI MARGINALI come la derivata dei costi di produzione e rappresentano il costo da

sostenere per produrre un’unità aggiuntiva di output. AC

()

= = =

MC

- Dal punto di vista esterno dell’impresa, ovvero dal lato dell’offerta si studia la q

DOMANDA ELASTICITA’ INCROCIATA DELLA DOMANDA

Le economie di scala e l’elasticità della domanda influenzano il numero di imprese e sulla struttura del

mercato.

STRUTTURA DELL’INDUSTRIA

- GRADO DI CONCENTRAZIONE

Per concentrazione dell’industria intendiamo in numero di imprese che opera nell’industria e la

loro distribuzione dimensionale. L’industria è concentrata se ci sono poche grandi imprese che si

dividono e controllano il mercato. Se invece ci sono tante le imprese, non basta per dire che non

siamo in un settore concentrato, perché il potere potrebbe non essere equamente spartito e ci sta

un’impresa che comanda e tante imprese satelliti. 1

=1 2

= ≤ ≤ 1

Indice di HERFINDAHL (HHI): con

n = numero delle imprese nell’industria se n tende ad infinito abbiamo una concorrenza perfetta

= = quota di mercato dell’impresa iesima, dato dal rapporto della quantità che vende sulla

quantità totale venduta sul mercato.

Il reciproco dell’indice HHI mi permette di stabilire il numero di imprese che hanno lo stesso potere

di mercato.

HHI assume un valore compreso tra 1/n e 1. Più è vicino ad uno e più il settore è concentrato

perché il potere è in mano di grandi e poche imprese. 2 2

= 0,5 + 0,5 = 0,5

Esempio1 : due imprese entrambe con quota di mercato 0,5, abbiamo

2

= 4 ∙ 0,25 = 0,25

Esempio2 : quattro imprese con quota 0,25 allora 2 2

= 0,85 + 3 ∙ 0,05 =

Esmepio3 : quattro imprese, una con 0,85 e le altre tre con 0,05, allora

0,73

Vengono messe le quote di mercato al quadrato perché bisogna dargli un peso diverso, più la quota

è grande e più pesa nel calcolo dell’indice. Ad esempio se non ci fosse il quadrato negli esempi 2 e 3

il valore di HHI sarebbe lo stesso nonostante nel secondo caso la concentrazione sarebbe molto

maggiore.

- BARRIERE ALL’ENTRATA

CONDOTTA e STRATEGIE COMPETITIVE

- PRODOTTO

- DISTRIBUZIONE

- PUBBLICITÀ

- RICERCA E SVILUPPO

- PREZZO , ESPRESSO IN TERMINI DI INDICE DI LERNER

Per comportamento delle imprese intendiamo le loro scelte riguardo i parametri precedenti.

PERFORMANCE

- RISULTATI ECONOMICI DELLE IMPRESE

- EFFICIENZA ALLOCATIVA : Soddisfazione complessiva di consumatori ed imprese

Questo approccio vuole evidenziare l’effetto che i parametri di un blocco hanno sul blocco successivo.

Si può spiegare la struttura dell’industria in funzione dei parametri di base, la condotta in funzione

dell’industria e la performance in funzione della condotta. Ho dei rapporti causa ed effetto e con un

procedimento inverso possiamo esprimere le performance in funzione della struttura

= 1() = 2() = 3() = 4()

Esempio: riducendo la concentrazione e quindi cambiando la struttura, si potrebbe

risolvere il problema dell’efficienza allocativa. s C P

Non è detto che il collegamento tra i blocchi sia unidirezionale e dato da funzioni

lineari. Esistono degli effetti feedback.

Esempio1: cambiando la condotta investendo su ricerca e sviluppo può mutare la tecnologia e quindi i

parametri di base e la struttura.

Il problema di questa analisi è che si basa sulla concorrenza effettiva sul mercato e non su quella

potenziale. Esempio: il mercato potrebbe essere concentrato data la presenza di un monopolista, ma

potrebbe mettere i suoi beni ad un basso prezzo sul mercato data la possibilità di ingresso dei nuovi

concorrenti.

Inoltre, un altro elemento da considerare è che i parametri di base possono essere esogeni al mercato.

Quindi la tesi è che la validità di questo approccio è ridotta.

MONOPOLIO

Un monopolista è un’impresa che detiene il controllo di tutto il mercato. Un’industria è un monopolio se in

essa si vende un prodotto per cui non esistono prodotti alternativi “stretti” sostituti che possono soddisfare

i bisogni dei consumatori → verifichiamo ciò attraverso l’analisi dell’elasticità incrociata della domanda.

Test SSNIP (small but significant and non transitory increase in price) : se con un incremento del prezzo del

5% non ho variazione significativa della domanda verso prodotti sostitutivi, possiamo affermare che ci

troviamo in un monopolio e quindi per il monopolista è conveniente incrementare il prezzo.

IPOTESI : Gli agenti che interagiscono sul mercato sono agenti razionali → le imprese agiscono per

massimizzare la loro funzione obiettivo (profitto).

Indichiamo il profitto come la differenza tra i ricavi totali e i costi totali e massimizziamo rispetto alla

quantità: () = () − ()

()

( ) ( )

= () − () =

= 0 →

,

è il livello di output che massimizza il profitto del monopolista → ( ) è il punto di equilibrio,

ottimo di monopolio

MC = costo che deve sostenere l’impresa per incrementare la sua produzione di un unità

MR= incremento del ricavo dell’impresa vendendo un’unità aggiuntiva

ANALISI GRAFICA Ipotizziamo che la domanda di mercato sia una funzione lineare:

() = −

forma inversa = ()

forma diretta

= prezzo di riserva del mercato → prezzo massimo a cui il

consumatore è disposto ad acquistare il bene.

= inclinazione della curva di domanda

Quindi otteniamo: 2

() = () = −

()

() = = − 2

rappresenta l’intercetta sia della curva del ricavo totale che del ricavo marginale.

Il ricavo marginale ha inclinazione doppia rispetto alla domanda di partenza.

Troviamo come quantità per cui i costi marginali incontrano i ricavi marginali, invece è il prezzo che

otteniamo calcolando il valore della domanda in .

Analizziamo questa situazione da un altro punto di vista, senza sostituire l’espressione della funzione di

domanda: () = ()

()

() = = + p

− 1

+ = =

Imponiamo la condizione di ottimalità → p = MC → p – MC = →

ƞ

Il secondo membro rappresenta il reciproco dell’elasticità della domanda al prezzo e il primo membro

corrisponde all’indice di Lerner. Analizzando questa espressione possiamo stabilire che il monopolista,

nonostante sia unico sul mercato, non può fissare il prezzo completamente a sua descrizione: le sue scelte

sono influenzate dall’elasticità della domanda al prezzo.

Maggiore è l’elasticità e più i consumatori sono sensibili al prezzo → maggiore sarà la diminuzione delle

vendite all’aumentare del prezzo.

L’elasticità fissa il mark-up del monopolista → se l’elasticità tende ad infinito, il prezzo tende al costo

marginale, l’impresa non avrà mark-up e siamo nella condizione di perfetta concorrenza.

Possiamo esprimere i ricavi marginali anche come:

1

= + = + = (1 − )

ƞ 1

(1 − ) =

Dalla condizione di primo ordine: MR= MC → ƞ

In corrispondenza della condizione ottima, ci troviamo in tratti elastici della domanda di mercato con ƞ>1.

Possiamo dimostrare questa affermazione sia dal punto di vista analitico che dal punto di vista economico

procedendo per assurdo fissando ƞ<1.

• Dal punto di vista analitico:

se per assurdo avessimo n<1 allora MR<0, ma otterremo un assurdo perché per la condizione di primo

ordine MC=MR ed MC>0 essendo un costo.

• Dal punto di vista economico:

se per assurdo avessimo n<1 e decidessimo di aumentare il prezzo,

allora avremmo una diminuzione di q meno che proporzionale

all’aumento percentuale di p.

=

Sapendo che , allora TR aumenterebbe e avremo una

diminuzione dei TC perché produco di meno → aumenta il profitto, ma

questo è impossibile perché il monopolista si trova già nella

condizione ottima in cui il profitto è massimo.

Se la domanda è lineare, non avremo un’elasticità costante su tutta la retta. Sappiamo che n= - : la

derivata rappresenta l’inclinazione della retta ed è sempre uguale, ciò che cambia è il rapporto tra p e q.

Individuiamo i casi estremi:

- ƞ=0 nel caso in cui p=0,

- ƞ =∞ nel caso in cui q=0

- ƞ=1 in corrispondenza del punto medio della domanda, che la divide in due intervalli, uno che ƞ<1 e

uno con ƞ>1.

Quindi la quantità ottimale del monopolista appartiene al primo intervallo dove ƞ>1. A partire da qualsiasi

ʹ

punto che si trova in corrispondenza di ƞ<1, al monopolista conviene aumentare il prezzo e diminuire la

quantità venduta spostandosi nella parte della curva ƞ>1.

INEFFICIENZA DEL MONOPOLIO

Il punto ottimo per il monopolista M è una condizione di inefficienza rispetto al mercato perfettamente

concorrenziale. In corrispondenza dell’ottimo di monopolio abbiamo che p>MC, situazione a favore delle

imprese e non dei consumatori.

( ) ( )

= >

I punti che si trovano sulla domanda inversa indicano la disponibilità marginale a pagare da parte dei

consumatori per acquistare un’unità

Dettagli
Publisher
A.A. 2019-2020
56 pagine
SSD Ingegneria industriale e dell'informazione ING-IND/35 Ingegneria economico-gestionale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher francescafer di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia dei sistemi industriali e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Reverberi Pierfrancesco.