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Il numero 5 dell’art.t c.p. è una clausola aperta che può essere integrata in vario modo e fa
riferimento ad ogni altro reato per cui delle di legge o delle clausole internazionali prevedono
l’applicazione della legge italiana. Questa deroga è incondizionata perché non è soggetta ad
alcuna condizione di procedibilità, ispirata al principio di universalità.
Negli altri articoli il c.p. prevede altre deroghe.
L’art. 8 c.p. è relativo ai delitti politici e prevede che il cittadino o lo straniero che realizzano
all’estero un delitto di natura politica (diverso da quello contro la personalità dello stato) è punito
secondo la legge italiana con particolari condizioni di procedibilità.
Esistono delitti:
soggettivamente politici→ motivati in tutto o in parte da motivazioni di tipo politico
oggettivamente politici→ delitti o reati che offendono un interesse politico dello stato
Queste definizioni sono date in base ad un ottica sanzionatoria, finalizzata a fondare la
giurisdizione penale italiana; la procedura di questo articolo è stata usata come nel caso dei
desaparecidos.
L’art.9 e 10 c.p. disciplinano i delitti comuni commessi all’estero dal cittadino o dallo straniero; in
questo caso la punibilità non è incondizionata ma è subordinata alla presentazione della querela o
alla richiesta del primo ministro.
L’art. 11 e 12 c.p. riguardano istituti del rinnovamento del giudizio e del riconoscimento delle
sentenze penali straniere; queste disposizioni inserite nel codice del 1930 devono essere rilette
alla luce di nuovi atti UE e del legislatore italiano intervenuto in materia.
Esistono poi alcuni strumenti di collaborazione giudiziaria tra diversi stati; tradizionalmente l’ipotesi
più complessa era l’estradizione (art.13 c.p. e art.26 C.). Questo istituto ha però oggi applicazione
limitata perché a livello europeo è stata sostituita dal mandato di arresto europeo, che presenta
requisiti simili all’estradizione ma anche degli elementi di distinzione.
Nell’art. c.p. sono enunciate le fonti dell’estradizione:
13 comma 1
legge penale italiana
convenzioni
usi internazionali
Il codice però non distingue tra diverse tipologie di estradizione:
attiva→ quando è uno stato a richiederla
quando è richiesta ad uno
passiva→ stato
processuale→ viene richiesta la presenza di un soggetto per la celebrazione di un
processo
viene richiesta la consegna di un soggetto per l’esecuzione di un processo
esecutiva→ l’estradizione è ammessa
Abbiamo poi la previsione bilaterale del patto: a condizione che il fatto
di reato oggetto della procedura di consegna sia previsto come penalmente rilevante in entrambi
gli ordinamenti. Su questo requisito si è molto discusso, dal momento che non esiste un codice
penale unitario di tutti gli stati. È detto anche requisito della doppia incriminazione.
La giurisprudenza e la dottrina avevano detto che non era necessario che le due fattispecie
presentassero lo stesso nome nella rubrica, ma che era necessario la sussistenza dei medesimi
elementi costitutivi del reato (requisito concreto).
Un altro requisito di validità è dato dal principio di specialità che trova fondamento nel codice di
all’art.699 comma 1: l’estradizione non può essere concessa per un reato
procedura penale
diverso da quello per cui è richiesta la procedura. che impedisce l’estradizione se è stata
Un ulteriore requisito è il principio del ne bis in idem
pronunciata sentenza irrevocabile nello stato (art.705 comma 2 codice di procedura penale).
Altri requisiti sono contenuti nella costituzione:
art.26 C e art.13 c.p. non è ammessa l’estradizione del cittadino se il reato commesso dallo
stesso non è previsto come reato dalla legge italiana e da quella straniera.
art. 26 C. pone il divieto di estradizione per i delitti politici.
Questa limitazione ha posto dei problemi per quanto riguarda i delitti di terrorismo.
Nel 1977 è intervenuta una Convenzione del consiglio d’Europa che con una clausola ha
depoliticizzato i delitti di terrorismo, affermando che questi non possono essere considerati
delitti politici.
non è ammessa l’estradizione negli stati in cui è prevista la pena di morte
La procedura di estradizione è complicata e complessa e vede come ruolo preponderante la figura
del ministro. A livello UE si è proceduto attraverso una decisione quadro ad introdurre un altro
istituto: il mandato di arresto europeo che si fonda sul reciproco riconoscimento delle decisioni
giudiziarie e ha queste caratteristiche:
necessita l’intervento dell’organo politico perché si ha contatto diretto tra autorità
1) non
giudiziarie dei diversi stati.
2) stabilisce il superamento del requisito della previsione bilaterale del fatto.
Per quanto riguarda il REATO possiamo dire che in Italia è stato classificato in vario modo e nel
c.p. non si trova una definizione dei singoli elementi del reato ma si trovano gli elementi costitutivi.
La dottrina e la giurisprudenza si sono interrogate sulla definizione di reato:
secondo la quale il reato si compone di due
1) Concezione bipartita→ elementi costitutivi
Elemento oggettivo→ soggetto attivo e passivo del reato, chi lo commette, condotta del
o soggetto, evento del reato, materiale del reato.
Possono però sussistere le scriminanti, elementi negativi del reato, cause di
giustificazione che non devono sussistere perché si possa parlare di elemento
soggettivo dei reato (elementi negativi del reato).
Elemento soggettivo→ elemento psicologico del reato, che attiene alla sfera di colpa
o l’impulso soggettivo che muove la condotta.
del soggetto attivo,
2) Concezione tripartita→ secondo la quale il reato si compone di tre elementi costitutivi:
Fatto tipico → simile all’elemento
o oggettivo e include gli elementi oggettivi del reato
Antigiuridicità→
o è il criterio che differenzia questa concezione dalla precedente.
È un elemento particolare non definito in termini politivi ed è definibile come la
contrarietà di un comportamento rispetto ad una norma. Trovano in questo requisito
collocazione le cause di giustificazione.
elemento soggettivo,
o Colpevolezza→ identifica gli elementi soggettivi che consentono
di muovere al soggetto un rimprovero per il fatto commesso.
La collocazione sistematica delle scriminanti, situazioni in presenza delle quali un fatto illecito
diventa lecito (legittima difesa) differenzia le concezioni; i fautori della teoria tripartita le scriminanti
sono degli elementi che escludono l’antigiuridicità e quindi escludono un elemento costitutivo del
È importante dire “fatto tipico, antigiuridico, colpevole” e non confondere l’ordine perché
reato.
questo determina la progressione delle fasi di individuazione della sussistenza di un reato da parte
del giudice.
Concezione quadripartita→ secondo la quale il reato si compone di quattro
3) elementi
costitutivi:
o Fatto tipico
o Antigiuridicità
o Colpevolezza a questo requisito vengono ricondotte particolari situazioni che
o Punibilità di un reato→
per esigenze di politica criminale rendono opportuno non far seguire la pena alla
commissione del reato (cause personali di non punibilità).
è l’autore del reato, colui che realizza il fatto tipico; i reati possono
Soggetto attivo del reato
essere classificati diversamente a seconda del tipo di soggetto attivo. Si dividono in:
definizione esempi
Reati possono essere realizzati da chiunque da una omicidio
comuni politica soggettiva riguardo al soggetto agente. furto
occupazione indebita
Reati sono quelli in cui il legislatore limita la categoria Reati degli art. 314 e seguenti
propri dei soggetti attivi e la limita a soggetti che c.p. ovvero quelli contro la
rivestono una particolare caratteristica pubblica amministrazione;
soggettiva. infanticidio.
Sono anche detti reati a soggettività ristretta.
Non è sempre evidente la natura di reato proprio: questo perché il nostro codice utilizza in maniera
impropria i termini ed utilizza ad esempio il termine “chiunque” indistintamente.
L’art. 372 c.p. pur aprendosi con il termine “chiunque” qualifica un reato proprio.
I reati propri a loro volta si dividono in:
Reati propri ma non esclusivi→ sono quelli che senza qualifica costituiscono un reato
comune. Il peculato ne è un esempio.
Reati propri ed esclusivi→ quei reati che costituiscono reato solo se realizzati da un
soggetto. Reati societari
Reati di mano propria→ reati in cui la condotta tipica deve essere compiuta solo dal
soggetto qualificato (reati di incesto).
In relazione al soggetto attivo, per la maggior parte dei reati il nostro codice penale non identifica i
soggetti attivi; in alcuni reati di parte speciale però il legislatore prevede la pluralità di agenti, non
come elemento accessorio, ma come elemento costitutivo.
Ne sono esempio i reati di associazione per delinquere (quando 3 o più persone si associano per
segreto d’ufficio.
commettere uno o più delitti); la rivelazione del
Esistono nel nostro ordinamento delle ipotesi di immunità, che di fatto costituisce una causa
personale di esenzione della pena ed una deroga all’art. 3 c.p. Riguardo alle immunità ci troviamo
di fronte a problemi di classificazione e della natura giuridica delle stesse.
Le immunità sono state classificate in vario modo:
In base alla fonte normativa interno → previste
o Immunità di diritto pubblico da norme di legge o costituzionali
Immunità di diritto internazionale → convenzioni
o
In relazione all’estensione nell’ambito di estensione pratica
Immunità funzionali→ riguardano la non punibilità dei fatti
o la non punibilità investe anche
o Immunità extra-funzionali→ i reati realizzati al di fuori
delle funzioni svolte dal soggetto immune
Un'altra classificazione prevede:
Immunità sostanziali→ riguardano una non punibilità relativa ad opinioni espresse e ad
o atti realizzati; non viene meno con la cessazione della carica
Immunità processuali→ riguardano l’introduzione di date eccezioni alle regole
o processuali in materia penale
Qual è il fondamento delle immunità? Il nostro codice non prende posizione, non definendole e non
classificandole. A seconda della natura giuridica riconosciuta alle immunità, s