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USO NON STORICO DEGLI ARCHIVI

Negli archivi e nelle biblioteche esiste una connotazione di servizio che si presta a funzioni che non hanno prevalentemente carattere storico come l'utilizzo degli archivi a fini di studio non storico -> es. lo studio delle serie climatiche.

Gli archivi hanno rilevanza per la ricerca scientifica -> approccio storico epidemiologico nel caso dello studio delle cartelle cliniche.

Esempio dell'Aids -> patologia identificata negli anni 80. Prima i malati venivano classificati sotto patologie diverse come tumorali. Quando la patologia è stata identificata si è studiata l'incidenza della patologia nel passato, la sua nascita e diffusione. Questi dati si hanno mediante il ricordo alle cartelle cliniche.

Altro esempio: esistono settori della ricerca scientifica che raccolgono i dati attraverso operazioni costanti e non ripetibili come le comete che passano ogni 10 mila anni -> i dati osservativi o si prendono nel momento o si

perdono -> trattasi di dati da archiviare.

Nella ricerca scientifica avanzata dove le ricerche sono costose è necessario raccogliere i dati e conservarli -> problema della conservazione.

Esempio, problema della gestione dei brevetti -> producono effetti economici.

Le industrie che hanno settori e società di ricerca hanno spesso un problema di organizzazione archivistica -> problemi di contenzioso che vanno dai riconoscimenti dei brevetti al sapere di quali brevetti si è titolari. Si è molto sensibili alla gestione di materiali scientifici per questioni economiche.

Esempio, obbligo per i ricercatori di tenere dei diari quotidiani di laboratorio che devono essere ritirati. Servono per dimostrare in giudizio l'innovazione nei loro studi.

Spionaggio industriale -> la buona tenuta dell'archivio è importante.

Esempio. Archivi del servizio dighe. Ogni diga sul territorio ha un fascicolo tecnico, una sua storia. Dev'essere immediatamente

fruibile.Funzione degli archivi per la tutela dei nostri diritti -> esempio, archivi delle dittature, archivi della polizia. Problema dellatutela dei diritti della cittadinanza.

La legislazione italiana tutela gli archivi a seconda della natura giuridica del soggetto produttore. Gli archivi di un privatosono sottoposti al codice civile, gli archivi pubblici sono tutti sottoposti a tutelaI rapporti tra privati sono tali.Il rapporto tra privato e pubblica amministrazione è asimmetrico -> i doveri di trasparenza si traducono in un’esigenza ditutela. Oggetto della memoria collettiva.

Utilità dell’archivio come servizio e non solo come bene culturale.Viviamo in un contesto sociale dove la memoria viene registrata continuamente.Maurizio Ferraris ha scritto “documentalità. Perché è necessario lasciare tracce”. Affronta l’argomento con la sistematicitàtipica di un filosofo.

La natura del documento è da tenere presente.

Ha le caratteristiche di polivalenza che sono scritte all'interno del documento stesso. Tensione costante fra aspetto di patrimonio culturale e funzione di servizio -> il documento è un oggetto sociale. La natura della polivalenza è sempre scritta nel documento. Ferraris intitola questo libro "documentalità" dal neologismo inglese "recordness", parola che nasce nel mondo archivistico dal tentativo di definire che cosa è il documento e cosa non è in un contesto dove i documenti perdono le loro caratteristiche -> riflessione sulla smaterializzazione. Saramago: archivi come cimiteri. Un archivio riflette il punto di vista di chi l'ha prodotto. Interazione fra 2 identità -> dobbiamo vedere gli archivi di entrambi i soggetti. Alcuni non rendono disponibile l'archivio -> "perché rovinare l'immagine del congiunto illustre?". COME SI È FORMATA L'AMMINISTRAZIONE ARCHIVISTICA IN

ITALIA? Situazione di partenza Stati preunitari -> in alcuni casi dipendevano dal Ministero dell'Istruzione (Archivi toscani e veneti), altri dal Ministero dell'Interno (archivi del sud, presenza capillare a livello locale). Roma -> problema della separazione dei fondi degli archivi della Chiesa. Regno delle 2 sicilie -> 2 capitali (un archivio a Napoli, uno a Palermo + archivi provinciali). Regno di Sardegna -> dipendevano dal Ministero dell'Interno. Ducati indipendenti -> avevano i loro archivi. Archivio di Milano -> era stata sotto il dominio asburgico. Cibrario era presidente della commissione. Fu ministro delle finanze nel governo Cavour del 1850. Grande studioso di economia politica. Fu un esponente della tecnocrazia sarda (e piemontese). La commissione Cibrario voleva tutti gli archivi sotto un'unica amministrazione. 1861-1876 fase di armonizzazione alla fine della quale tutto gli archivi dipendevano da un'unica amministrazione. 1875: gli

Gli archivi iniziano a dipendere dal Ministero dell'Interno. È l'anno della morte di Bonaini che si era da sempre opposto al passaggio al Ministero dell'Interno. Governo Lanza-Sella, piemontesi e favorevoli a Cibrario -> mancava un ministero dell'istruzione e così, il dicastero fu governato dal ministero dell'Interno Cantelli -> contemporaneità tra 2 ministeri. Duplice ruolo di Cantelli -> molto probabilmente per accelerare la pratica per avere gli archivi sotto un unico ministero. L'amministrazione sabauda -> accanto ad ogni struttura burocratica vi era un consiglio superiore (esempio, il Consiglio Superiore per le acque). I componenti erano i maggiori esponenti della storiografia italiana (come Pasquale Villari) oltre ad archivisti. L'Italia liberale era ben amministrata. Direzione generale per gli archivi di Stato -> il consiglio superiore ne è il maggior organo consultivo. Tutti gli archivi di stato

confluiscono sotto il controllo della direzione generale. Al sud non entrano sotto l'amministrazione i 2 archivi principali (Napoli e Palermo) ma anche tutti gli archivi provinciali. 1876: abolito il Ministero dell'Agricoltura, Industria e Commercio 1878: viene re-istituito. Finanza e Tesoro costituivano un unico ministero. Approvazione separata del bilancio di ogni ministero. 1861: fino al Ventennio, ogni volta che veniva discusso il bilancio del Ministero dell'Interno venivano messi in discussione gli archivi del sud: "Perché, se sono provinciali, non vengono amministrati dalle province?" -> erano diventati dello Stato, si chiamavano "provinciali" per consuetudine. Lo stato unitario, nei primi 20 anni, ha fatto progressi nelle infrastrutture -> segno di buona amministrazione. La rete degli archivi era disomogenea: al sud era capillare ma quegli archivi avevano patrimonio documentario misero. Gli archivi provinciali avevano carte dellacessata amministrazione borbonica; altri documenti erano negli archivi comunali; Archivi di Napoli e Palermo avevano patrimoni molto ricchi. C'è stato un processo di infrastrutturazione archivistica -> al centro-nord istituiti archivi di Stato dove non esistevano. Intervento permanente, quotidiano dell'amministrazione per rendere omogeneo il panorama archivistico. Negli Archivi di Stato c'erano i titoli di legittimità, di nobiltà dello stato unitario. A Firenze c'era attenzione per i materiali rinascimentali, a Venezia attenzione alla storia locale (archivi gestiti da famiglie patrizie del panorama veneto). Forte caratterizzazione anche in senso locale. Caso dei Savoia: carte dinastiche per lo Stato italiano, a Torino mentre gli archivi della famiglia si tenevano in Francia. Devoluzione dei beni della corona allo stato italiano ma i beni della famiglia restavano nel loro patrimonio privato. Erano grandi proprietari immobiliari. Attenzionedell'amministrazione archivistica nei confronti degli archivi privati delle famiglie nobili: li consideravano privati ma desideravano l'aiuto dello stato. Esistevano gli archivi di Stato come istituti di conservazione, la vigilanza archivistica arriva dopo. Due fasi: - Fase di unificazione dell'amministrazione archivistica (primo 15ennio) - Fase di infrastrutturazione archivistica (successivi 60 anni) Poi c'è un periodo di circa 30 anni ove il Ministero dell'Interno rende gli archivi più coesi. Istituito un ufficio centrale per gli archivi di Stato. Augusto Monti, professore e grande intellettuale si occupava di problematiche della pubblica amministrazione -> sigla UCAS "ufficio centrale archivi di stato" -> cuore della nostra burocrazia. L'UCAS è esistito per circa 30 anni. Ha patrocinato la legge del 39 per la tutela degli archivi. Leggi Bottai per la tutela del patrimonio culturale. La prima legge di tutela degli istituti.archivio centrale dello Stato, con funzioni di coordinamento e vigilanza sui vari archivi presenti sul territorio nazionale. Inoltre, vennero istituite le soprintendenze archivistiche regionali, che avevano il compito di sovrintendere agli archivi presenti nelle rispettive regioni. Successivamente, nel 1990, venne approvata la legge quadro sull'archivistica e la biblioteconomia, che ha definito i principi fondamentali per la gestione e la conservazione dei documenti archivistici. Questa legge ha riconosciuto l'importanza degli archivi come patrimonio culturale e ha stabilito le norme per la loro tutela e valorizzazione. Oggi, l'archivistica è una disciplina che si occupa della gestione, della conservazione e della valorizzazione dei documenti archivistici. Gli archivi sono considerati fonti primarie di informazione e testimonianza storica e sono fondamentali per la ricerca e lo studio del passato. In conclusione, l'evoluzione della legislazione archivistica in Italia ha contribuito a garantire la tutela e la valorizzazione dei documenti archivistici, permettendo così di preservare la memoria storica del paese.

archivio di stato in ogni provincia (con eccezione di Aosta -> i documenti davano a Torino e nel sistema archivistico valdostano della Regione). Venne istituita la sovrintendenza archivistica vera avendo come circoscrizione amministrativa il territorio regionale (non c’erano le regioni, esistevano geograficamente). Regola la consultabilità -> passa ad un sistema di apertura degli archivi -> liberamente consultabili eccetto alcuni documenti. C’era il problema degli archivi del periodo fascista -> resi consultabili con il dpr del 63. Istituisce l’Archivio Centrale dello Stato -> già esisteva con il nome di “Archivio del Regno” e poi con “Archivio di Stato di Roma”. Raccoglie le carte dell’amministrazione dello Stato. Nel 60 l’Archivio di Stato acquisisce dall’Ente Eur l’attuale sede che doveva essere sede del Museo delle Corporazioni e dell’autarchia. Nel 63 la legge regola l’esistenza

dell'Archivio centrale dello stato. Si chiamava "Archivio Centrale" perché l'aggettivo "nazionale" era rifiutato dalla concezione fa
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Publisher
A.A. 2012-2013
14 pagine
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/08 Archivistica, bibliografia e biblioteconomia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher albascura87 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Archivistica generale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Paoloni Giovanni.