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CANTO XXVII
Legenda
7-15: Perillo costruì per il crudele tiranno Falaride di Agrigento un bue di rame, entro il
• quale venivano arrostiti i condannati a morte in modo tale che le loro urla, uscendo dalla
bocca della statua, risuonavano come un muggito. Il primo a sperimentare il supplizio fu lo
stesso artefice, per ordine di Falaride, indignato per la crudeltà dell'invenzione. La
similitudine pone in parallelo due suoni deformati dalla natura dei contenitori da cui
provengono, i quali inoltre rappresentano due analoghi supplizi: come il lamento del
condannato nel bue si trasforma in muggito, così la voce del peccatore dentro la fiamma si
trasforma nel linguaggio della fiamma stessa;
17-18: conferendo alla punta della fiamma lo stesso rapido movimento che era stato alla
• lingua del dannato per articolare le parole;
20: bisogna pensare che tutte le anime parlino il proprio idioma, ma che le loro parole
• vengano ugualmente intese e riferite dal poeta nella propria lingua (Virgilio parla quindi nel
volgare di Mantova);
29-30: il Montefeltro, situato tra Urbino e il monte Coronaro, da dove scaturisce il Tevere;
• 39: era stata stipulata tra Bonifacio VIII e le città romagnole la pace di Castel San Pietro nel
• 1299;
40-41: l'acquila campeggiava sullo stemma dei da Polenta, ma variano i colori a seconda del
• ramo;
43-44: Forlì, roccaforte ghibellina che, assediata dalle truppe franco-papali, grazie a una
• manovra militare di Guido da Montefeltro, inferse perdite ai francesi;
46: Malatesta il Vecchio era il signore di Rimini;
• 47: "Custodirono male" in quanto uccisero in prigionia Montagna de' Parcitadi, capo della
• fazione avversaria ai Malatesta, con il quale era stato alleato Guido da Montefeltro per
l'egemonia su Rimini;
66: tema d'infamia: Guido Teme di essere ricordato da una parte come uno stolto, perchè si
• era giocato la salvezza che avrebbe raggiunto grazie alla tardiva confessione, dall'altra come
un traditore, per aver appoggiato Bonifacio VIII e dunque la parte politica avversaria;
il gran priete: Bonifacio VIII, spregiativo;
• 90: i papi avevano vietato da tempo il commercio con i Saraceni, governati dal Sultano
• d'Egitto e di Siria e in particolare Bonifacio aveva negato l'indulgenza ai cristiani;
94-95: l'imperatore sarebbe stato guarito grazie al battesimo somministrato da papa
• Silvestro, che si trovava nascosto per timore delle persecuzioni in una grotta del monte
Soratte, presso Roma; a seguito di ciò Costantino avrebbe compiuto la famosa donazione
dell'Impero d'Occidente alla Chiesa;
però son due le chiavi: sono le chiavi del regno dei cieli consegnate da Gesù a San Pietro
• che indicano il potere del papa di proibire di permettere e proibire (qui rappresenta una
minaccia);
120: il principio logico di non contraddizione;
• 136: i seminatori di discordia.
•
Commento
Ancora nell'ottava bolgia. Situazione politica della Romagna contemporanea. Guido da Montefeltro.
Guido da Montefeltro: al comando dei ghibellini di Romagna, sconfisse i guelfi bolognesi e guidò
la resistenza antipapale, finchè quest'ultima ebbe il sopravvento. Dopo una prima scomunica, giunse
a Pisa, in qualità di capitano della guerra contro Firenze, durante la quale si impadronì del castello
di Caprona. Raggiunta la vecchiaia si fece frate francescano.
Vengono inoltre citati avvenimenti in cui lo stesso Montefeltro ebbe un ruolo fondamentale: Guido
a Forlì, roccaforte ghibellina assediata dalle truppe franco-papali al comando di Giovanni d'Appia,
che sconfisse i francesi e inoltre viene menzionato Montagna de' Parcitadi, alleato di Guido per
l'egemonia su Rimini, assassinato dai Malatesta mentre era loro prigioniero.
Successivamente il papa Bonifacio VIII aveva intrapreso una guerra con i Colonna. In questo
contesto si colloca la richiesta del papa a Guido, del consiglio ingannatore per espugnare Palestrina,
roccaforte dei Colonnesi.
Probabilmente la fonte di questo consiglio fu il “Compendium” di Riccobaldo da Ferrara: infatti un
cambiamento di giudizio verso Guido da Montefeltro dal Convivio alla Commedia può esserci stato
solo in conseguenza di informazioni.
Appunti
Guido = era un signore di parte ghibellina, condottiero che nei tempi di Dante fece una serie di
imprese alcune delle quali dal punto di vista militare notevoli.
Guido ostacolò il desiderio del papa di impossessarsi della Romagna. E fu capitano della guerra
contro Firenze durante la quale si impadronì del castello di Caprona che poi Dante e gli altri
fiorentini liberarono. Dante nel convivio mostra stima nei confronti di Guido, perchè lo paragona a
Tristano, come esempio di quello che si deve fare quando si diventa vecchi cioè si deve pensare alla
morte e all'aldilà. E infatti Guido si fece frate, si comportò nobilmente così come deve comportarsi
l'uomo in quell'età.
Ma qui è un dannato non è stimato, perchè racconta di un altra vicenda che Dante forse non
conosceva a livello del convivio, cioè che guida avrebbe dato un consiglio ingannatore a papa
Bonifacio VIII per aiutarlo a sconfiggere i colonna.
Guido non desidera che il suo nome venga ricordato perchè non desidera che venga ricordata la sua
ultima colpa ovvero il consiglio a Bonifacio VIII per un motivo politico, perchè lui ghibellino ha
aiutato il papa che era il punto di riferimento della parte guelfa (ha compiuto quindi una sorta di
tradimento).
Tante s all'inizio del discorso = ripetizione fonosimbolica del suono che produce la fiamma che
cerca di parlare.
Le fiamme fanno fatica a parlare a parlando facendo uscire la voce dalla punta del fuoco, come una
lingua che parla. In questo verso ci sono un sacco di monosillabi (di qua, di là e poi viè di tal fiato)
= è un verso che simula anche questa difficoltà della fiamma che ha del parlare questo muoversi a
destra e a sinistra.
Poi vi è un allitterazione fonosimbolica della s per simboleggiare la fatica che fa la fiamma nel
parlare, per far uscire la voce da questo piccolo foro.
Senza timore di essere infamato = Guido raccontando la sua vicenda teme di essere infamato perchè
era un peccatore, si è convertito frate all'ultimo momento dopo aver fatto un sacco di cattive azioni
come condottiero e come ingannatore ma soprattutto perchè lui ghibellino ha fatto il suo ultimo
peccato per aiutare Bonifacio VIII. Lui non vuole che il suo nome venga ricordato non come Pier
della Vigna che vuole per ricordare che prestò sempre fede a Federico II.
Bonifacio VIII = chiamato il principe dei nuovi farisei che era la classe sacerdotale degli ebrei che
condannò cristo, il papa qui viene chiamato il principe dei nuovi sacerdoti ipocriti perchè aveva
guerra presso l'edificio che era sede del papa, avendo quindi una guerra vicino a casa, non in terra
santa, non aveva una guerra con gli infedeli, non doveva fare una crociata vs gli infedeli, ma voleva
fare una crociata (cosa che fece) contro altri cristiani.
Acri = località della terra santa era stata conquistata dai saraceni = nessuno era un nemico della
cristianità né era stato mercante nella terra del Sultano, sempre terra santa, il fatto di essere mercanti
in terra santa era considerato un peccato e il papa scomunicava per chi andava a commerciare in
terra santa.
Quindi il papa aveva una guerra contro dei cristiani, il papa non tenne conto né della sua posizione
né del fatto di avere una carica sacra.
Capestro: laccio, cintura che faceva più magri i suoi cinti, perchè il frate francescano faceva voto di
povertà e quindi dimagriva.
Costantino = imperatore, raccontava la leggenda che Costantino fosse malato di lebbra e allora
chiese ai sacerdoti che cosa doveva fare per guarire dalla lebbra e questi non seppero cosa fare e
allora consigliarono di fare un bagno sul sangue di bambini innocenti però dissero che c'è un papa
che si nasconde nel monte Siriatte (vicino a Roma) il quale è in grado di guarirti e allora andò da
papa Silvestro e gli chiese di guarire dalla sua lebbra. Silvestro lo battezzò e Costantino guarì e
quindi Costantino fu battezzato e fece il suo editto nel 313 per cui dava la libertà di culto ai
Cristiani e si narrava che Costantino se ne andà a Costantinopoli (Bisanzio), si ritirò nell'impero
d'oriente e cedette l'impero d'occidente al papa (donazione di Costantino).
Palestrina = località vicino a Roma che era la sede della famiglia dei Colonna, i nemici di papa
Bonifacio VIII.
Quando il papa domanda un consiglio il consiglio che chiede è un consiglio fraudolento.
(come posso darti un consiglio del genere io che sono frate?).
Come tu sai = quando vogliamo convincere maliziosamente a una persona, come tu ben sai, io
chiudo e apro, perchè sono 2 le mie chiavi, le chiavi date a San Pietro servono per assolvere o per
proibire. Io posseggo quelle chiavi che il mio predecessore Celestino V non gradì: stai attento che io
posso assolverti ma posso anche comunicarti o posso anche farti un altra cosa: vi è sia una promessa
che una minaccia.
Il suo consiglio era “lascia perdere la guerra, ingannali in un altro modo”. Di questo consiglio c'è
traccia in un testo di Riccobardo da Ferrara che si intitola “compedium” ma non si sa se il
compedium venga prima o dopo la commedia quindi non si sa se la fonte sia Riccobardo o la
commedia ma probabilmente è Riccobrado la fonte perchè nel convivio Guido è giudicato bene
come un uomo che si è comportato opportunamente nella vecchiaia e qui invece la sua figura è
diversa.
Francesco è San Francesco, nell'immaginazione popolare c'era la lotta tra l'angelo e il diavolo per
prendere l'anima, qui però viene San Francesco al posto dell'angelo. Nero cherubino = angeli della
gerarchia più alta ma neri sono quelli caduti, ovvero gli angeli che sono diventati diavoli.
Perchè non si può assolvere una persona che non si è prima pentita né ci si può pentire e volere
contemporaneamente di peccare.
Per il principio filosofico di non contraddizione = non si può dire una cosa e contemporaneamente il
suo opposto.
Scommettendo = seminando discordia tra le persone che è la bolgia successiva.
La cosa che accomuna Ulisse e Guido è che hanno usato male entrambi l'ingegno.
Canto successivo: Tra i seminatori di discordia incontra Maometto.
Pena: visto che seminarono discordia e quindi divisero le persone, il loro corpo è tagliato da dei
diavoli che continuano a tagliarli con una spada, si rigenerano e continuano a essere tagliati.<