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Appunti della lezione del docente Bellomo Saverio riguardo al XXI canto dell'Inferno della Divina Commedia di Dante Alighieri per esame di Introduzione a Dante Pag. 1
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CANTO XXI

Legenda

parlando: il verbo riprende quello finale del canto precedente;

• vani: perchè senza speranza di misericordia;

• Comedìa = in volgare antico, qui indica il genere non il titolo del poema.

• La sua comedìa raggiunge lo stile basso del comico.

come l'uom... partire: falsa similitudine: la paura supera l'ansia di vedere ciò che lo minaccia

• e lo spinge alla fuga, sicchè guarda fuggendo;

scoglio: ponte di pietra;

• 31-33: tre aggettivi in rima qualificano il diavolo: feroce nell'espressione del volto, crudele

• nel comportamento e veloce nell'incedere. Tutti rinviano a caratteri animaleschi; la

leggerezza, che dipende dall'essere alato, lo rende inquietante per la connessa velocità nel

ghermire;

34-36: la testa del dannato penzola dietro la schiena del diavolo, ma non è chiaro se il

• dannato abbia il ventre rivolto verso l'alto o verso il basso: l'iconografia prevalente

suggerisce verso l'alto, ancorchè paia meno naturale;

Malebranche: nome e qualità dei diavoli della bolgia, riferito ai loro artigli (branche) e ai

• raffi di cui sono dotati;

un de li anzian di Santa Zita: gli anziani erano la principale magistratura del comune di

• Lucca, qui indicato con il nome di Santa Zita, umile donna morta a Lucca dove fu venerata

come Santa. La metonimia nella bocca del diavolo, esprime la soddisfazione di aver sottratto

un'anima a un santo;

fuor che Bonturo: il lucchese Bonturo Dati è il peggiore di tutti;

• scoglio duro: ponte di pietra;

• 44-45: la similitudine del cane liberato dalla catena che insegue il ladro da una parte

• evidenzia gli aspetti ferini dell'inseguitore (tra i quali la velocità), dall'altra la natura

dell'inseguito; i caratteri canini sono generalmente attribuiti al diavolo;

convolto: imbrattato di pece;

• 47: cioè erano sotto il ponte;

• 48: Volto Santo è detto un crocifisso di legno nero, ancora oggi conservato nel Duomo di

• Lucca, leggendario per i suoi miracoli; i diavoli paragonano il volto nero di pece del dannato

con l'immagine sacra e affermano che nell'inferno non ha loco: perchè non si è più a Lucca,

poi perchè non è possibile richiedere più alcuna grazia in quanto lì è esclusa la misericordia

e perchè infine il denaro (per metonimia indicato dall'effigie del crocifisso nero che era

impressa nella monta lucchese) non serve più per corrompere;

Serchio: fiume di Lucca;

• altra volta: congiurato dalla maga Erittone, ma anche alle porte della città di Dite;

• ripa sesta: l'argine che divide la quinta dalla sesta bolgia;

• Malacoda: il nome informa su un particolare anatomico;

• voler divino e fato destro: il destino favorevole non è che un aspetto della medesima

• disposizione divina;

111: è una menzogna;

• 112-114: cioè sono passati 1266 anni e 19 ore dal terremoto seguito alla morte di Cristo;

• là: ove dovrebbe trovarsi un ponte ancora intatto;

• 137-139: rovesciamento di un militaresco segnale di marcia.

Commento

Quinta bolgia: barattieri. La pece bollente. Un lucchese trasportato da un diavolo. I Malebranche.

Colloquio con Malacoda: sua menzogna cira la presenza del sesto ponte. Dieci diavoli prescelti per

scortare Dante e Virgilio.

Il termine “barattiere” da una parte era sinonimo di “ribaldo” e individua una categoria di persone di

infima condizione sociale che viveva di espedienti, truffe e soprattutto gioco d'azzardo e si prestava

di attività disonoranti, come il trasporto di cadaveri o le esecuzioni; d'altra parte indicava anche il

pubblico funzionario corrotto che faceva commercio della cosa pubblica per interesse privato.

Dante presenta i peccatori che rientrano nella seconda accezione del termine, da una parte per la

simmetria con il peccato dei simoniaci che si configura come quello corrispondente nel campo

religioso di ciò che è in quello civile la baratteria.

Questo canto è dedicato ai barattieri di Lucca: con il sopravvento della fazione dei guelfi Neri, fu

interdetto il soggiorno nella città ai banditi fiorentini, avvenimento probabilmente all'origine della

polemica dantesca.

Pena: i barattieri sono immersi nella pece bollente: il colore della pece, letteralmente denigrante,

designa il disonore che deriva da una colpa vergognosa, che non richiede né forza né intelligenza

ma è sostanzialmente vile; la densità del liquido entro cui sono immersi richiama i loro loschi

maneggi; la vischiosità si collega invece da una parte alla difficoltà di sottrarsi al peccato di colui

che è compromesso nella concussione, dall'altra la tendenza ad allargare la connivenza con favori e

minacce. A far rispettare la pena è preposto un drappello di diavoli custodi dal nome di

Malebranche che sono armati di uncini e dotati di artigli a rappresentare la rapacità di questa

categoria di peccatori. La raffigurazione dei diavoli, dai tratti ferini, dal colore oscuro e dalla

leggerezza conferita dalle loro ali, ricalca l'iconografia tradizionale.

Compare in questo canto un solo barattiere appena prelevato dal demonio tra i magistrati di Lucca

(Guido da Pisa propone Martino Bottaio, popolano lucchese) ma forse costituisce un personaggio

indeterminato per simboleggiare tutta una categoria.

Viene invece fatto dal diavolo il nome di Bonturo Dati, ricco mercante, le fonti confermano la sua

cattiva fama ma il loro giudizio potrebbe dipendere dal quello dantesco ostile nei confronti dei

governi democratici.

Diavol nero: il diavolo corre ed è nero. I diavoli nell'iconografia sono neri. Era aggressivo, feroce

nell'aspetto, e sembrava rude nei movimenti con le ali aperte ed è legerissimo, perchè vola ed è

veloce e quindi molto temibile.

La sua spalla era appuntita e superba, (alta), caricava un peccatore (ghermire il nerbo= artigli,

ghermire il nerbo: nerbo è il tendine d'achille che lo teneva con gli artigli, in quel modo erano

trasportati i cadaveri dei monatti come venivano trasportate quei peccatori).

Anziani = senatori, dirigenti di Santa Zita, Santa di Lucca , ed è come dire un senatore di Lucca (ha

fregato un anima a Santa Zita, guerra tra diavoli e santi).

Bonturo = il peggiore di tutti, ed è vivo, era un capo della parte popolare del governo

popolareggiante di Lucca. (Dante aveva una certa avversione per i governi democratici).

Dante ce l'ha con Lucca, perchè a Lucca Dante va quando scese Arrigo VII ma poi dovette

andarsene via perchè i lucchesi non accettarono più i banditi fiorentini di parte bianca, quindi ce l'ha

contro da un punto di vista politico.

Santo volto = icona di cristo di legno nero, volto di Cristo, reliquia, qui non c'è spazio per il santo

volto = allusione al fatto che questo è tornato su nero come il santo volto e qui è inutile pregare

cristo e la madonna qui ormai sei nostro e sei dannato in eterno.

Fiume di Lucca = famoso per le sue dolci e fresche acque.

Virgilio sarebbe stato congiurato dalla Maga Erittone nel fondo dell'inferno e quindi ha già fatto sto

percorso.

Malacoda = capo, nome parlante del diavolo. I diavoli sono 10 e hanno tutti i nomi parlanti. Ha una

coda malvagia.

Castello di Caprona = fu preso dai fiorentini nella guerra contro Arezzo e Pisa alla fine vinto il

castello, uscirono i fanti a patto di essere risparmiati (patteggiati). E allo stesso modo come Dante

era impaurito da questi diavoli come i fanti che uscivano dal castello di Caprona (ricordo bellico a

cui Dante partecipò).

Ricorda quest'assedio, perchè ricorda il suo servizio militare e il suo passato di nobile cavaliere,

ricorda al lettore che lui è un nobile cavaliere e sta parlando di gentaglia, non si mescola con la

materia bassa che sta trattando.

Scarmiglione = spettinato, che scarmiglia uno che sconquassa.

Malacoda dice una bugia = il diavolo è falso e sta cercando di ingannare Virgilio: non si può andare

più avanti passando per il ponte successivo perchè il sesto ponte è tutto spezzato e giace nel fondo e

se volete andare avanti dovete andare su per questa grotta, l'ungo l'argine e più vicino c'è un altro

ponte che vi permette di attraversare. Ieri 5 ore oltre quest'ora, ma mille260 anni fa, si ruppe questo

argine, si ruppe nell'occasione in cui scese agli inferi cristo: cristo al momento della sua morte scese

agli inferi e liberò gli animi dei buoni dell'antico testamento ed entrò fragorosamente come

vittorioso e a causa di ciò si creò un terremoto che causò la caduta di questo ponte. (1266 anni).

Malacoda racconta una verità che però nasconde dietro di sé una menzogna. Non c'è un altro ponte

ma è vero che i ponti sono caduti per la venuta di Cristo.

Segue l'elenco dei nomi dei diavoli: chiama i diavoli che devono condurre la decina, un drappello di

10 demoni:

Alichino: folletto, diavoletto, da cui viene il nostro arlecchino;

Calcabrina: svolazza sopra la brina, è particolarmente veloce;

Cagnazzo: cagnaccio, ha delle fattezze canine;

Barbariccia: barba riccioluta, i ricci non piacevano perchè erano di solito gli uomini di colore

oppure i meridionali che non piacevano molto;

Libicocco: libeccio e lo scirocco, veloce come il vento;

Draghignazzo: drago che sghignazza;

Ciriatto: cinghiale con le zanne;

Graffiacane: grosso gatto;

Farfarello: di origine francese, folletto;

Rubicante pazzo: rosso per l'ira e pazzo. La follia è diabolica.

Questi mostrano la lingua e forse fanno una pernacchia e il capo scorreggia. (momento umoristico).

Questa è una banda di militari zoticoni, cialtroni, disordinati che non ubbidiscono, caricatura di una

drappello di soldati. L'idea che in un testo in cui c'è un personaggio basso e questo possa

scorreggiare gli viene dalle poetriae, opere in latino tardo-medievali, tra cui una di un francese, in

cui si fa esempi di trattazione in stile comico e il personaggio comico per eccellenza è Davo, il

servo stupido, e tra le sue particolarità lui scoreggia e la scoreggia presa in considerazione per lo

stile comico.

Dettagli
Publisher
A.A. 2017-2018
5 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/13 Filologia della letteratura italiana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher nora96_96 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Filologia dantesca e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi Ca' Foscari di Venezia o del prof Bellomo Saverio.