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Commento
Ottavo cerchio: Malebolge. Prima bolgia: ruffiani e seduttori (Venedico Caccianemico e Giasone)
sono fustigati dai demoni. Seconda Bolgia: i lusingatori (Alessio Interminelli e Taide) sono immersi
nello sterco.
L'ottavo cerchio, detto Malebolge, punisce la frode contro chi non si fida, la quale rompe solo il
vincolo d'amore naturale che lega l'uomo ai propri simili.
Al suo interno si distinguono 10 avvallamenti concentrici (detti bolge), ciascuno dei quali
contenenti una specie di fraudolenti.
La prima bolgia contiene ruffiani e seduttori, che frustati dai demoni, sono costretti a girare.
Accomunati dal medesimo oggetto delle loro frodi, ovvero la donna, si differenziano perchè i primi
agirono in funzione di altri e i secondi per contro proprio.
Tra i ruffiani viene riconosciuto Venedico Caccianemico: uomo violento, nacque da una famiglia
bolognese di parte Geremea, cioè guelfa. L'accusa per cui è collocato tra i ruffiani è quella di avere
prostituito la sorella Ghisolabella al marchese Opizzo II d'Este.
Nella seconda schiera compare Giasone che fu l'eroe al comando dell'impresa degli Argonauti,
volta alla conquista della pelle d'oro di un ariete, che era conservata da Eete, re della Colchide, nella
regione caucasica. Fermatosi nell'isola di Lemno, fu accolto da Ipsipile, la figlia del re Toante,. La
giovane di innamorò dell'eroe, il quale per continuare la sua impresa, la abbandonò gravida di 2
gemelli, giurando che sarebbe ritornato e che non avrebbe avuto altra donna al di fuori di lei.
In Colchide Giasone sedusse Medea e ritornato in patria Giasone decise di sposare Creusa,
abbandonando così Medea, che per vendetta uccise i figli e la rivale.
La seconda bolgia ospita i seduttori, colpevoli di avere simulato con la parola l'amore per interesse
personale. Loro sono immersi nello sterco, che pare generato dagli stessi dannati.
Tra i lusingatori Dante riconosce Alessio Interminelli, appartenente a nobile famiglia di parte
bianca.
All'esempio contemporaneo succede quello letterario rappresentano da Taide, poiché aveva adulato
Trasone, suo spasimante.