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Commento
Cerchio settimo, terzo girone: violenti contro la natura. Questi marciano senza sosta sotto la pioggia
di fuoco. Incontro con Brunetto Latini, che predice il prossimo futuro di Dante. Altri sodomiti:
Prisciano, Francesco d'Accorso, Andrea de' Mozzi.
Al terzo girone dei violenti trovano posto, dopo i bestemmiatori, i violenti contro la natura, tra cui i
sodomiti. La ragione della gravità della pena potrebbe essere dovuto dal fatto che negando negando
la procreazione minaccia la sopravvivenza della società.
I sodomiti sono costretti a una marcia continua e possono schermirsi con le mani dalle fiamme, a
meno che non si fermino. Tale continuo movimento potrebbe alludere all'irrefrenabile trascinamento
della passione e anche essere il segno della loro imperfezione, giacchè è la quiete che caratterizza
Dio in quanto perfetto.
Quanto al loro modo di guardare alcuni ritengono sia da collegare alla cecità della quale furono
colpiti nella Bibbia gli abitanti di Sodoma. Tuttavia è più probabile che i dannati stringono le
palpebre per proteggersi dalla pioggia di fuoco che li colpisce perchè hanno la faccia rivolta verso
l'alto.
La prima schiera comprende religiosi e intellettuali legati all'insegnamento indotti più facilmente di
altri a pratiche omosessuali.
Principale rappresentante della categoria è Brunetto Latini che stese in Francia la maggior parte
delle sue opere, tra cui il Tresor, opera enciclopedica in francese. Nel presente canto Dante
riconosce a Brunetto un ruolo magistrale nei suoi confronti.
Il suo ruolo nella commedia è quello di integrare le profezie di Ciacco e di Farinata anticipando a
Dante il suo destino politico di emarginazione rispetto alle altre fazioni avvenuto nel 1304, quando
si distaccò dalla parte bianca e fece parte per sé stesso.
Alla medesima schiera del Latini appartiene Prisciano insegnante a Costantinopoli che ebbe
presunti rapporti con l'imperatore Giuliano. Dante incontra anche Francesco d'Accorso, docente
allo studio di Bologna, e Andrea de' Mozzi.