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CANTO VIII
- alta torre: quella annunciata alla fine del canto precedente, che ora si apprende essere alta;
- render cenno: “rispondere al segnale” per avvertire che era stato ricevuto, era comune sistema di comunicazione dalle torri di avvistamento ai castelli;
- qual e colui: introduce una pseudo-similitudine;
- antica proda: “antica prua” perché esistente dall'origine del mondo;
- anzi ora: prima della tua morte;
- basso inferno: dalle mura di Dite in giù;
- uscicci: fuori dalla barca;
- da ciel piovuti: i diavoli precipitati dal cielo in seguito della ribellione di Lucifero;
- il nostro...dato: “da nessuno ci può essere negato il passaggio visto da chi ci è stato concesso” perché concesso da Dio;
- mondo basso: inferno;
- men segreta porta: quella dell'inferno collocata meno in profondità;
- sanza serrame ancor si trova: dalla discesa di Gesù agli inferi, quando ne distrusse le porte.
Commento
Ancora nel quinto cerchio, Flegias traghetta Dante e Virgilio. Filippo Argenti in alterco con Dante.
La città di Dite: opposizione dei demoni sulla porta.
Si profila in lontananza un distorto paesaggio d'una città medievale fortificata circondata da una palude che un vetrà attraversata dai 2 poeti sulla barca di Flegias personaggio ricordato nell'Eneide tra i puniti nel Tartaro per il suo atto sacrilego: aveva vendicato la figlia Coronide sedotta da Apollo bruciando il tempio di questo. Nella Commedia ha i caratteri dell'iracondo, perchè non parla, ma sa solo gridare e si adira e rappresento il custode dello Stige.
Non è chiara la funzione di Flegias in relazione al cerchio degli iracondi, se sia quella di affondare le anime in mezzo al pantano o quella di sorvegliarle.
Fa da ostacolo alla prima ipotesi la mancanza di dannati in attesa sulla riva e la circostanza che di regola le anime giungono immediatamente al luogo di pena dopo il giudizio di Minosse, con l'eccezione dei barattieri. Meglio dunque attenersi alla seconda e di ritenere che Flegias abbia il compito di controllare che le anime non escano dal pantano. Per questo sarebbe dotato di una barca velocissima.
Tra i dannati dante riconosce Filippo Argenti, con il quale ha un alterco violento. Si tratta di un fiorentino di parte Nera. I commentatori antichi lo presentano come un uomo arrogante e rissoso. L'astio particolare dimostrato da Dante nei confronti del dannato ha indotto i primi interpreti a ritenere che fosse dovuto a ragioni personali per uno sgarbo subito dal poeta.
La città di Dite prende il nome dal re degli Inferi e ha come precedente il Tartaro virgiliano. Dite ha l'immagine di una città medievale fortificata ma distorta da 2 elementi che la rendono inquietante: il colore rosso perchè infuocata e le sue torri assimilate a minareti. La sua funzione è quella di contenere il basso inferno, ove sono punite le colpe derivanti da malizia e matta bestialità, lasciando al di fuori quelle dovute all'incontinenza.