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Qualità della vita organizzativa in un istituto di ricerca. Articolazione e processo dell'intervento, caratteristiche degli strumenti
Dall'adempimento normativo all'attenzione per la qualità della vita organizzativa
La proposta di adottare come termine di riferimento la "qualità della vita organizzativa" e di attivare conseguentemente processi di ricerca più complessi, deriva dalla necessità di superare idiosincrasie (si può parlare di benessere in tempi di forte crisi e riduzione delle risorse?) e concezioni del rapporto persona/lavoro/organizzazione in chiave esclusivamente negativa (stress lavoro-correlato).
La "qualità della vita organizzativa" (e con essa il recente accento sulla "sostenibilità lavorativa" da parte di EU) richiama concettualmente ogni aspetto della relazione tra persona/lavoro/organizzazione a partire dall'idea che questa si debba alimentare e sostenere.
ricorsivamente e che i fattori di rischio psicosociale sidebbano "gestire", stante l'impossibilità di "eliminarli". Tale prospettiva consente un "adempimento intelligente" alla normativa e fa del processo stesso di ricerca un'occasione di approfondimento individuale e organizzativo. Quest'attenzione per la qualità della vita organizzativa ha dato vita al network nazionale QoL@work: un gruppo di ricercatori e ricercatrici della Sezione di "Psicologia per le organizzazioni" dell'Associazione Italiana di Psicologia, che afferiscono a una quindicina di diversi atenei, ha costituito a fine del 2016 un network di ricerca denominato QoL@work (Quality of Life at Work). Gli obiettivi del gruppo: - Favorire il confronto scientifico sul tema della valutazione del rischio di stress lavoro-correlato e benessere organizzativo negli Atenei, su modelli teorici, metodi e strumenti di misurazione (validazione e sviluppo).benessere e sulla motivazione dei lavoratori o Le risorse personali (come l'autostima, la resilienza, le competenze) possono influenzare la percezione delle richieste e delle risorse lavorative e il modo in cui queste influenzano la salute e la motivazione dei lavoratori MetodologiaLa ricerca si baserà su un approccio misto, utilizzando sia metodi quantitativi che qualitativi. Saranno somministrati questionari standardizzati per raccogliere dati sulle richieste e risorse lavorative, sulla salute e sulla motivazione dei lavoratori. Saranno inoltre condotte interviste approfondite per comprendere meglio le esperienze e le percezioni dei lavoratori. I dati quantitativi e qualitativi saranno analizzati in modo integrato per ottenere una visione completa dei fattori che influenzano il benessere e la motivazione dei lavoratori. Risultati attesiI risultati della ricerca contribuiranno a una migliore comprensione dei fattori che influenzano il benessere e la motivazione dei lavoratori. Saranno identificate le principali richieste e risorse lavorative che influenzano la salute e la motivazione dei lavoratori. Saranno inoltre proposte linee-guida e azioni migliorative per migliorare il benessere e la motivazione dei lavoratori. ConclusioniLa ricerca si propone di fornire una base teorica e empirica per lo sviluppo di interventi mirati a migliorare il benessere e la motivazione dei lavoratori. I risultati della ricerca potranno essere utilizzati dalle organizzazioni per implementare politiche e pratiche che favoriscano un ambiente di lavoro sano e motivante.burnout/esaurimento emotivo del lavoratoreo Le job resources favoriscono la motivazione specialmente quando le job demands sono elevate. Le risorse personali (es: la self-efficacy) ricalcano quelle delle job resources. Il JD-R è un modello flessibile con valore euristico che permette di:
- Esaminare domande e risorse lavorative proprie di ciascun contesto organizzativo e professionale
- Considerare diverse conseguenze in termini di benessere o malessere lavorativo
La proposta di valutazione
Le proposte progettuali che saranno avviate dal gruppo di ricerca x a seguito di una convenzione con x (nei tempi conseguenti alla stipula della Convenzione e nell'arco di 6 mesi dall'avvio) richiamano quindi i modelli teorici indicati, la prospettiva di valutazione e supporto della "qualità della vita organizzativa" e prevedono:
- Alcune interviste semi-strutturate a Direttore del Dipartimento, attori della sicurezza, lavoratori e lavoratrici appartenenti ai
diversi gruppi presenti
- La distribuzione di questionari (che includano scale validate e strumenti specifici per le popolazioni considerate) anonimi (auto-compilati e ritirati dai ricercatori e/o compilati online attraverso la piattaforma Uniquesti) a tutto il personale
- L'allestimento di alcuni focus group a seguito della rilevazione al fine di ampliare il processo di comprensione/condivisione dei dati raccolti
- Restituzione in itinere e finale dei risultati
- Supporto nella stesura del documento di valutazione dei rischi e nell'elaborazione delle misure di miglioramento
Fasi della ricerca
- Interviste semi-strutturate volte a esplorare gli aspetti salienti del lavoro. Le interviste hanno coinvolto un campione di personale sia dipendente, sia associato, per ciascuna categoria contrattuale e ruolo
- Analisi del contenuto delle interviste, analisi della letteratura
- Formulazione del questionario
- Implementazione del questionario online e condivisione con il
- gruppo di lavoro
- Raccolta dati
- Analisi dei dati, costruzione report e restituzione dei risultati
- L'indagine online: popolazione e rispondenza
- Conciliazione casa-lavoro: medie nel campione totale
- SOSTENERE IL BENESSERE, GESTIRE I RISCHI PSICOSOCIALI: LA PREVENZIONE E I LIVELLI DI INTERVENTO
A valle del processo di valutazione, la scelta del tipo di intervento deriva da un insieme di fattori che riguardano le variabili identificate come maggiormente rilevanti (in termini di rischio-risorse), le dimensioni di salute risultate maggiormente critiche (es: livelli di esaurimento o di necessità di recupero elevate anche in relazione al contesto di riferimento), nonché le aspettative e le risorse espresse dal management/direzione.
Le tassonomie che classificano i diversi interventi mantengono distinti i livelli e le logiche di prevenzione (DeFrank e Cooper, 1987):
- Livello individuale: il focus è posto al sostegno del disagio individuale in una logica preventiva e di contenimento
- A livello organizzativo, le pratiche preventive primarie riguardano interventi quali:
- Processi e pratiche organizzative → job design, definizione di politiche, assetti organizzativi, assegnazione di risorse, regolamenti, sistemi di valutazione e sviluppo di carriera, politiche di selezione e gestione del personale
- Struttura per la conciliazione → modifiche a livello strutturale e organizzativo volte a supportare tutti i lavoratori nella conciliazione lavoro-vita privata e quindi a supportare il work-life balance
- Struttura-organizzazione → cambiamenti di carattere fisico-ambientale
- A livello di interfaccia individuo-organizzazione,
Le pratiche preventive che si pongono a livello secondario possono riguardare:
- Attività formative - sostenere l'area delle competenze relazionali per il lavoro in equipe/team o per la gestione della relazione con pazienti/utenza esterna, time management (es: gruppi Balint)
- Adattamento persona-ambientale - modifica del carico di lavoro o del livello di autonomia
- Interventi di educazione alla salute e wellness
A livello individuale è possibile individuare interventi che si pongono sia a livello secondario che primario, a seconda che mirino a:
- Prevenire l'acuirsi di sintomi - stress management, counseling, mindfulness, debriefing
- Agire su sintomi e malessere in fase conclamata - percorsi di psicoterapia individualizzata a breve termine, pianificazione di programmi di ritorno al lavoro
Lezione 25/11/20:
Gli interventi di prevenzione primaria possono agire sulla struttura formale (agiscono sugli aspetti
- Job design (o riprogettazione del lavoro) riguardano ad esempio la rotazione e arricchimento delle mansioni, con conseguente aumento delle possibilità di seguire tutte le fasi produttive o di occuparsi di diversi contenuti del lavoro, maggiori possibilità di apprendimento e variazione dei compiti da eseguire. Questo tipo di intervento rientra nella logica che risponde al modello Job Demand-Control
- Prevedere piani di sviluppo di carriera prevedibili, con espliciti e chiari criteri di valutazione e merito che favoriscano l'avanzamento a ruoli con compiti di maggiore autonomia, stimolanti e vari e che dunque implicano anche maggiore responsabilità. Queste scelte devono essere adeguatamente ponderate attraverso processi di valutazione del potenziale e interventi formativi a supporto dell'acquisizione di nuove competenze, nonché interventi di orientamento. Questo tipo di intervento rientra nella logica che risponde al modello
Effert-Reward• Flessibilizzazione dell’orario di lavoro/possibilità di svolgere telelavoro, nidi aziendali e strumenti di welfare di supporto ai caregiver di anziani fragili. Questi interventi concedono maggiori margini di autonomia nella gestione degli orari di lavoro per favorire la conciliazione lavoro-vita privata• Riprogettazione degli spazi: interventi che intervengono direttamente sul contesto fisico del lavoro, il cui obiettivo è quello di:
o Facilitare le esperienze di comfort e piacere
o Essere strumentale all’esecuzione dei compiti
o Facilitare crescita personale (favorire l’apprendimento)
o Favorire, laddove necessario, i contatti con gli altri
o Garantire rifugio e protezione
1.1) Altri interventi di prevenzione primaria possono agire sulla struttura informale (aspetti di contesto) dell’organizzazione:
• Favorire e sviluppare sostegno sociale (informativo, strumentale ed emotivo) attraverso: la creazione di riunioni sistematiche e programmate,
Lo sviluppo di attività di mentoring o programmi di socializzazione