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Introduzione
La questione di genere è un problema ancora oggi molto sentito e sensibile sia dal punto di vista pedagogico sia sociologico. L'emancipazione femminile ha lo scopo di abbattere la negazione dei diritti della donna ed avanzare pari diritti e pari dignità nel contesto in cui siamo inseriti. L'inserimento della donna in contesti lavorativi presenta ancora delle difficoltà derivate da fenomeni come stalking, avances, molestie ecc. In ambito psico-pedagogico e sociale si comincia a parlare di work-life balance, ovvero il bilanciamento della vita lavorativa/privata della donna negli stati uniti. Nelle varie epoche nonostante le donne abbiano partecipato al lavoro produttivo, nei vari anni hanno sempre trovato difficoltà nell'inclusione sociale sia scontrandosi con i "muri culturali" dove ha potere il patriarcato sia nei "muri personali" dove l'educazione già etichettava la psiche della donna con funzioni.
Erano stati condotti studi sulle differenze di leadership tra uomini e donne nel ruolo di manager in America. I risultati hanno dimostrato che non ci sono differenze significative tra i due sessi, ma l'unico elemento distintivo è l'approccio utilizzato da ciascuno. Per eliminare la differenza di genere e raggiungere un equilibrio sociale, è importante concentrarsi sulla dignità dell'individuo anziché sulla differenza o l'uguaglianza.
Studi psicologici si sono basati su "motivazione al successo" di uomo e donna molto simile fra loro, ma il successo femminile ha la caratteristica di ricercare la realizzazione personale di sé e non una ricerca di potere come nell'uomo. Un test della personalità ha messo in risalto la differenza di processi di pensiero: L'uomo risulta come "pensiero e sensazione" la donna invece come "intuizione ed emozione" e sembra che la donna abbia più creatività nella risoluzione di problemi. Le donne sono contraddistinte da meno autostima e sicurezza nel prendere rischi.
Gli studi neuroscientifici non hanno riscontrato diversità nel cervello maschile e femminile, non esiste una base biologica che certifichi l'inferiorità della donna nel contesto creativo, intelligenza... Abbiamo quasi lo stesso numero di neuroni, un sistema nervoso simile, il cervello in proporzione è uguale o addirittura quello dell'uomo.
è leggermente più grande. Le differenze neurobiologiche sono:
Donna: il corpo calloso che unisce gli emisferi risulta più fitto e quindi più duttile, ovvero la capacità di svolgere più compiti in un periodo. La duttilità aiuta a sviluppare la creatività più efficientemente. Il sistema limbico è più voluminoso e sviluppato, nell’ippocampo si processano emozioni e ricordi quindi la donna ha una emotività, empatia ed espressività maggiore, per questo ha la capacità di ricordare più dettagli.
Uomo: è più sviluppata l’area occipitale e quella visuo spaziale, di conseguenza ha le pulsioni sessuali e l’aggressività più sviluppata. È più immediato nel processare decisioni senza considerare le conseguenze.
A conclusione il potenziale intellettivo rimane invariato. Nel 2001 una ricerca ha sottolineato che le donne hanno una leadership più
leadership che si basa sulla comunicazione assertiva, che è caratterizzata da un linguaggio chiaro, diretto e rispettoso. Questo tipo di comunicazione favorisce la collaborazione e la condivisione delle idee, permettendo di raggiungere obiettivi comuni in modo efficace. In conclusione, la leadership può assumere diverse forme e caratteristiche, sia femminili che maschili. È importante superare gli stereotipi di genere e valorizzare le competenze e le qualità individuali, indipendentemente dal sesso. La diversità di prospettive e approcci può arricchire un team e favorire il successo organizzativo.“assertività” composto da: aggressività, manipolazione, fuga ed assertività. In entrambi i generi questi livelli caratteriali sono più o meno alterati, solitamente sulla bilancia sono pendenti in positivo per l’uomo ed in negativo per la donna, dimostrando che l’autostima di una donna può influenzare la sua aggressività nell’essere assertivi cambiando lo stereotipo. Vi sono due fattori che in base al loro bilanciamento influenzano il tutto: l’interesse verso gli altri e franchezza nelle relazioni. Judi Rosener nel 1990 definisce la leadership femminile “interattiva” ovvero un incoraggiamento nei collaboratori che portano ad un “empowerment generativo”. Nel 1988 Grant propone un profilo psicologico della donna leadership, un femminismo psicoanalitico che delinea come la donna dopo aver rivestito il ruolo tipicamente di ucciditrice ha sviluppato grandi valori unici e ricchezza emotiva, che possono
Diventare risorse nel mondo del lavoro:
- Comunicazione e cooperazione: la conciliazione con l'altro.
- Affiliazione e attaccamento: legami con gli altri.
- Potere: alleanza con l'altro.
- Fisicità: il reale impegno.
- Emotività, vulnerabilità, mancanza di fiducia in se stessi: un comportamento umano verso se stessi e gli altri.
- Intimità e cura: empatia come risorsa.
Spesso utilizzando un linguaggio di status gli uomini e le donne creano delle incomprensioni fra loro originando alla rabbia e risentimento. Già i bambini nei giochi, il maschietto tende a creare gerarchie e leader, mentre la femminuccia gruppetti e amicizie. Il comportamento in base al genere cambia anche nel comunicare, nell'ascoltare e affrontare problemi. Infine la teoria "queer theory" si basa su una identità performativa dove in base all'ambito in cui si lavora bisogna alternarsi fra la pratica maschile e quella femminile, quindi diventare "transgender".
Nel
Un punto a favore è invece la creatività nel problem solving, le relazioni e l'accettazione dei propri limiti al posto del desiderio di potere e aggressione. L'Unione Europea ha riconosciuto il ruolo della donna come "agente di sviluppo" che coinvolge tre prospettive:
- Dimensione mentale: nutrire la propria realtà
- Dimensione emozionale: desiderio e passione
- Dimensione creativa: motivazione e coltivazione
Sembra che le donne possiedano in conclusione una innata cultura imprenditoriale e una sensibilità verso bisogni e desideri sociali.
PENSIERO CREATIVO
Silvano Arieti ha distinto il pensiero "convergente" e "divergente" specificando che il secondo rientra in una dimensione creativa conosciuta come "pensiero magico".
L'opera creativa crea un legame fra ciò che si ha dentro ed il mondo esterno. Alcuni studi hanno constatato che la creatività nella donna si sviluppa diversamente. La creatività
è un osservare la realtà da un punto di vista diverso in base al SE che laosserva, si può definire una destrutturazione e strutturazione continua. Lo studiodella donna creativa è molto complesso già considerando tutti gli ostacoli sociali escientifici a cui bisogna rispondere e che tardano ancora oggi la ricerca stessa. Neivari secoli la cultura classica e patriarcale ha svolto la funzione di opprimere ecircoscrivere lo sviluppo di tale creatività. L’ambiente può essere ostile o stimolante equesto influenza la capacità di espressione di chi vi vive ed i condizionamentieducativi che inibiscono le capacità cognitive. Gli studiosi Bear e Kauffman (2008) unnuovo approccio teorico: APT MODEL OF CREATIVITY che studia le differenze digenere nella creatività, evidenziando sia fattori generici che specifici. Il gap chedivide la quantità di produzione di prodotti creativi che vede prevalere l’uomo
Quindi deriva da:
- Ambienti poco stimolanti ed incoraggianti per le donne
- La barriera "labirintica" (glass ceiling) che ostacola la crescita lavorativa
- Le aspettative conformi al ruolo sociale che ha la donna
- Accesso libero ai mezzi e strumenti (negati in certi contesti)
Tutto ciò può stimolare o inibire una mente creativa, il gap di produzione artistica fra i generi è dovuto soprattutto dai requisiti iniziali e dall'uomo visto come ostacolo. Inoltre, uno studio ha confermato che una buona autostima è una condizione necessaria nell'essere creativi. Winnicott afferma che: "la creatività esiste dove c'è un individuo sano che incontra la realtà esterna". Solitamente una differenza evidente della manifestazione creativa è che le donne sono orientate al processo mentre gli uomini al prodotto, se si pensa alla fine che nei vari anni l'unico vero prodotto della donna è considerato il figlio.
Un passo importante consiste nel cominciare ad eliminare gli stereotipi soprattutto nel mondo.