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DIMENSIO

ONE “QUA ” di dinam

mica motiva

zionale, di situazione

e comunicat

tiva,

LITATIVA

di gioc

co dei ruoli o interperso

onale

reciproci n

el rapporto

2. UNA D

DIMENSIO

ONE “STRU

UTTURALE

E” di tecnica

a di osserv

vazione, di studio e di

o midificaz

zione

del com

mportamen

nto uio influisc

a tipologia

a d’interazio

one che si instaura t

tra i due p

rotagonisti del colloq ce una seri

ie di

Sull

vari

iabili relat ive alle caratteristic

c che dell’op

peratore e a quelle dell’utent

te e alla loro dinam

mica

mot

tivazionale e relaziona

ale.

Il co

onduttore i nfluisce sul

lla relazion

e attravers

so:

e caratteris

stiche perso

onali

1. Le sue

2. lo stile

e di comun

nicazione logiche

3. le sce

elte teoriche

e e metodo

4. attrav

verso le sue

e stesse mo

otivazioni a condurre il colloquio

5. le sue

e relazioni emotive

e teggiament

6. le sue

e risposte c entali all’att to dell’uten

nte

omportame

ticolare imp

portanza, all’interno

a della

d relazio

one, assum

me lo scam

bio comuni

icativo inte

erpersonale che

Part

si e

sprime a liv

vello verba

le e non ve

erbale.

aspetti me

etodologici (il luogo, lo stile di ne, le fasi di attuazio

one, le are

ee di

Gli la durata, conduzion

tenuto, le m

modalità di

i registrazio

one e i crite

eri di elabo

orazione de olo del con

duttore) ch

he in

i dati, il ruo

con lche modo

o fanno d

a sfondo al colloqu

uio e ne caratterizza

ano lo svo riguardano

o in

olgimento

qua

part

ticolare: 26

efinizione o bbiettivi op

perativi per

r far sì di tro

ovare una soluzione al

a problema

a

- de

- m c

conduzione del colloqu

uio

odalità di

celta dei con

ntenuti, are

ee da inves

stigare

- sc

- fa

si di attuaz

zione a dati

egistrazione

e informazio

oni, raccolt

- re

- m

odalità elab

borazione dati,

d raccolt

ta deve ess

sere precisa

a

olo dell’ope

eratore

- ru 27

Il Metodo

M lon

ngitudinale

e

Met

todo d’inda

agine, attra

averso inda

agini ripetu

ute, esegu

uite utilizza

ando strum

menti quali colloqui, test,

t

osse

ervazioni, q

questionari

i, ecc... di una caratt

teristica pe

ersonale ch

he varia ne

el tempo, per

p un per

riodo

abb

bastanza pr

rolungato, in modo da

d consenti

ire al ricer

rcatore, di cogliere tr

rasformazio

oni significa

ative

nell

a variabile considerat

ta. Tale pro

ocedimento

o ha il van

taggio di essere

e ripet

tuto sugli stessi

s indiv idui,

su un

u lungo pe

eriodo di te

empo, si av

vvale di con

ntrolli intrin

nseci perch

é i soggett

ti vengono confrontati con

loro

o stessi e non richie

ede proble

mi di sele

ezione del campione come inve

ece avvien

ne nel met

todo

tras

sversale.

LIM

ITI

Se l’approccio longitudin ale ha l’ind

dubbio vant

taggio di p

oter seguir

re l’evolver

rsi dei cam

biamenti le

egati

allo sviluppo, t

trova anche

e un limite nella concr

reta possib

bilità di disp

porre degli stessi indiv

vidui a dista

anza

di te

empo.

Un ulteriore lim

mite, riguar

rda l’incide

nza delle va

ariabili soc

iali e cultur

rali sui cam

mbiamenti in

ndividuali.

Se una ricerca

a si protrae

e per divers

si anni, sar

rà difficile valutare

v in che misur

ra, tali cam

mbiamenti siano

s

dov

vuti a proce

essi di svilu

uppo perso

nali e qual i invece sia

ano imputa

abili alle tra

asformazion

ni economi

che,

poli

tiche, cultu

urali.

Un limite emp

pirico è infi

ne costituit

to dalla po

ossibilità, ch

he a distan

nza di temp

po, molto lungo,

l poss

sano

ven

ir meno le condizioni iniziali della

a ricerca.

Non

nostante l’i

interesse e utilità di

i tale met odo, per lo studio della

d dinam

mica evolu

utiva di alc

cune

dim

ensioni, il s

suo utilizzo

o è stato lim

mitato a cau

usa delle di

ifficoltà di attuazione.

a

Una

a delle mod

dalità usate per supera

are le diffic

coltà insite nella ricerc

ca longitudi nale, è que

ella di avva

alersi

del metodo t rasversale

e. In quest

ta ricerca v

vengono es

saminati gr

uppi di sog

ggetti di et

tà diversa nello

n

stes

sso periodo

o.

LIM

MITI METOD

DO TRASVER

RSALE

Anc

che tale me

etodo ha de

ei limiti, il più

p significa

ativo dei qu

uali, riguard

da la diffico

oltà nel def

finire quant

to le

diffe

erenze tra gruppi di età divers

se siano do

ovuti al fat

ttore età e quanto a d un insie

me di vari

iabili

indi

viduali, qua

ali i tratti di

d personalit

tà, le esper

rienze di vit

ta o il conte

esto sociale

e d’apparte

enenza.

La ricerca, è u

un tentativ

vo sistemat

tico, di sco

oprire attra

averso espe

erimenti e osservazio

oni, le legg

i e i

prin

ncipi che re golano un determinat

d to fenomen o.

Affin

nché i risu

ultati di u na ricerca

, siano di effettivo valore, è necessario

o definire e seguire una

met

todologia b en precisa.

.

- ind

dividuazion

ne e definiz ione del pr

oblema

- es

same della letteratura

, attraverso

o la ricerca bibliografi

ca

- de

efinizione d ello scopo, chiariment

ti allo scopo

o della rice

rca

- fo

rmulazione

e ipotesi

- pr

rogettazion e piano ese

ecutivo

- es

secuzione p

piano di rice

erca

- ela

aborazione dati

- co

ommento co

onclusivo, sintesi

s dei risultati

r ott

tenuti 28

PARTE SECONDA – L’Infanzia

CAPITOLO 4 – Lo sviluppo cognitivo: la conoscenza della mente dei bambini

Lo sviluppo del pensiero

Sviluppo è inteso come lo STUDIO DEI CAMBIAMENTI che avvengono nel corso del tempo

all’interno di una o più aree del funzionamento dell’organismo.

Studiare lo sviluppo cognitivo significa comprendere in che modo nelle diverse fasi dello sviluppo,

l’essere umano acquisisce il proprio patrimonio di conoscenze sul mondo, ossia da dove proviene

questa conoscenza, come si forma e come viene trasformata nel corso del tempo.

1. Primo problema

Varie teorie si sono confrontate, riguardo la possibilità d’intendere lo sviluppo come:

 processo che coinvolge un unico meccanismo (dominio-generale)

 insieme di più meccanismi responsabili dei cambiamenti (dominio-specifica)

La propensione per la prima o seconda visione, dipende da come i diversi modelli teorici hanno

ipotizzato l’architettura della mente.

Metafora di Fodor (1983)

Paragona la mente caratterizzata Paragona la mente caratterizzata

da un’architettura dominio-generale da un’architettura dominio-specifico

ad una mela, un frutto dalla polpa uniforme ad un’arancia, ogni spicchio è un

dominio dell’attività cognitiva

Modello dominio-specifico

Modello dominio-generale

Propone in un’unica struttura cognitiva I cambiamenti avvengono in tempi diversi, per domini o

sottostante, il processo di sviluppo. Tale microdomini differenti. Si riconosce quindi nella mente dei

struttura è in grado di controllare in bambini, l’esistenza di competenze autonome soggetti ad

modo unitario, tutto il funzionamento autonomi decorsi evolutivi. La specificità di ciascuna

mentale. competenza, sarebbe determinata da una diversa base

La presenza o meno ad una certa età, di biologica, da differenze biologiche relative all’architettura o

una struttura cognitiva, fa sì che il al funzionamento della mente e da differenze legate al

soggetto acquisisca un determinato contesto in cui vive l’individuo (Howard Gardner, intelligenze

grado di competenza e di prestazioni, multiple). Gardner sostenne l’esistenza di sette tipi

qualunque sia il compito in cui è d’intelligenze, distinte ma relativamente indipendenti tra

impegnato (Bruner, Piaget, Vygotskij). loro, che possono interagire in modo da produrre ciò che

consideriamo una prestazione intelligente.

(DOMINO: per domino dell’attività cognitiva si intende l’insieme specializzato delle rappresentazioni che

fanno da supporto a una specifica area della conoscenza e delle procedure che servono per manipolare

tali rappresentazioni. Il linguaggio rappresenta un esempio di dominio).

2. Secondo problema

Descrizione dei molteplici aspetti della vita mentale, che durante la crescita del bambino vanno

modificandosi.

a. script: schema mentale utilizzato dal bambino

b. rappresentazioni concettuali: da script a concetti (Katherine Nelson)

c. narrative: costruzione prodotta dalla mente umana (Bruner)

d. teoria della teoria: processi di sviluppo cognitivo, ritenuti simili a quelli degli scienziati

(Gopnick)

e. teoria della mente: bambino s’accorge che anche gli altri hanno una mente (Carruba,

Colombo, Cantoia)

Script: Il concetto di script fu originariamente proposto da Schank, per fornire una spiegazione

della nostra conoscenza relativa al quotidiano. Sostituzione nel corso dello sviluppo, di script

inadeguati con script sempre più pertinenti. Lo script è uno schema mentale, che si riferisce al

modo in cui un individuo si rappresenta ciò che usualmente capita in un certo contesto. Gli

script si sviluppano precocemente nel bambino, il quale mostra di saper cogliere le sequenze

tipiche delle azioni, talvolta anticipandone lo svolgimento rimanendo sorpresi o contrariati

quando queste routine vengono disattese. 29

Rappresentazioni concettuali: Katherine Nelson sostiene che gran parte della conoscenza

precoce del bambino, sia organizzata in strutture-eventi molto simili a

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Publisher
A.A. 2014-2015
90 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/04 Psicologia dello sviluppo e psicologia dell'educazione

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher bfuma di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia del ciclo di vita e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Cattolica del "Sacro Cuore" o del prof Castelli Cristina.