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TEST COGNITIVI:

- Reattività percettiva

- Ragionamento

- Memoria

- Conoscenza (es. vocabolario)

Secondo gli autori, un calo nelle misure fisiologiche e cognitive sarebbe dovuto ad una dipendenza di tali abilità ad

un’unica comune architettura fisiologica del sistema nervoso centrale, cioè: il peso dei fattori biologici

nell’invecchiamento sarebbero sempre più importanti nel funzionamento cognitivo.

Cambiamento o stabilità

Come sottolineato da Baltes e altri, i cambiamenti nell’invecchiamento avvengono nella sfera fisicosensoriale ma

anche nella sfera cognitiva.

Tuttavia, non tutte le abilità risentono dell’età. Ad esempio, Cattell (1941) e Horn e Cattell (1966) hanno distinto due

componenti tra loro relate:

- Componenti fluide (ragionamento, memoria, pensiero astratto), sensibili all’età

- Componenti cristallizzate (esperienza accumulata nel corso della vita che si mantiene stabile con l’età; così come la

personalità)

- Vi sono poi abilità che migliorano con l’età, come le emozioni

Più avanti vedremo anche che questi diversi cambiamenti fisici e cognitivi sono rispecchiati anche dai cambiamenti

selettivi che avvengono nel cervello, interessando ad esempio alcune aree cerebrali più delle altre.Infatti, grazie alla

plasticità cerebrale che rimane presente anche nell’anziano, nell’invecchiamento si assiste a riorganizzazione

funzionale che permette all’anziano di mantenere adeguati livelli di prestazione nonostante il declino biologico.

Metodi e statistica per studiare l’invecchiamento

I metodi più comuni per raccogliere dati nel campo dell’invecchiamento psicologico e per stimare gli effetti legati

all’età sono il disegno trasversale e il disegno longitudinale.

Negli studi trasversali un campione viene testato in un unico momento. Quindi, applicato allo studio

dell’invecchiamento, significa osservare un determinato fenomeno/abilità in diversi gruppi di età. Questo disegno si

basa sull’assunto che se gli anziani fossero stati valutati in età giovanile avrebbero ottenuto valori comparabili a quelli

ottenuti dagli altri gruppi di età (più giovani).

Ciò comporta che gli effetti legati all’età siano stimati unicamente sulla base di differenze interindividuali, cioè

differenze tra individui diversi. Limiti?

Il limite più grande del disegno trasversale è che tutte le possibili conclusioni fanno riferimento agli effetti legati all’età

ed emergono da differenze legate all’età stessa.

Cioè, le differenze interindividuali vengono usate per stimare i cambiamenti intraindividuali. Tale stima presuppone

che i diversi campioni studiati provengano dalla stessa popolazione e che le uniche differenze siano imputabili solo

alle diverse età dei partecipanti.

Nel disegno longitudinale i partecipanti sono sottoposti a misure ripetute, cioè sono misurati più volte per un arco di

tempo. Questo approccio permette una stima più precisa dei cambiamenti interindividuali, quindi di concludere che i

cambiamenti osservati sono realmente dovuti all’invecchiamento.

Il disegno longitudinale presenta i seguenti limiti:

1) Difficoltà nel reclutamento (drop-off del campione iniziale)

2) Le misure ripetute danno effetti di re-test (familiarizzazione con la prova)

3) Effetti coorte: effetti legati al momento storico-politico-culturale in cui l’individuo è nato e cresciuto

Per stimare gli effetti di coorte si può ricorrere alla terza metodologia di raccolta dati, chiamata TIMELAG.

Questo approccio consiste nel confrontare gruppi di partecipanti diversi, misurati in tempi diversi, ma con la stessa

età.

I disegni sequenziali confrontano in un certo arco di tempo individui provenienti da coorti diverse, controllando quindi

gli effetti di coorte, età e tempo. Tuttavia, hanno un costo elevatissimo.

Nozioni di neurologia

- La materia GRIGIA è formata da neuroni, assoni non mielinizzati, dendriti e cellule gliali.

- La materia BIANCA è formata da assoni mielinizzati, dal caratteristico colore biancastro

- Gli assoni ‘toccano’ i neuroni per creare delle connessioni chiamate SINAPSI

- La comunicazione tra neuroni è assicurata da molecole chiamate NEUROTRASMETTITORI

Il cervello che invecchia

Con la vecchiaia si assiste ad una progressiva diminuzione totale del peso e volume del cervello. Studi di

neuroimmagine hanno mostrato che il volume del cervello diminuisce dello 0,12% fino intorno ai 50 anni; dopo dello

0,35% per ogni anno successivo.

La materia grigia e quella bianca hanno traiettorie di sviluppo nell’arco di vita diverse: mentre la materia grigia

diminuisce a partire dalla prima infanzia, il volume della materia bianca aumenta.

Mentre la perdita di materia grigia nella prima infanzia è dovuto al fenomeno di «pruning» necessario alla

specializzazione delle diverse aree cerebrali (‘use itor lose it’), durante l’invecchiamento la riduzione in materia grigia

è dovuta all’atrofia neuronale e diminuzione dell’arborizzazione dendritica.

Anche la materia bianca va incontro a decadimento, spesso caratterizzato da accumulo di microlesioni, o ischemie

cerebrali, dovute all’ostruzione dei vasi sanguigni.

Relazione tra cognizione e attività cerebrale

Alcune tecniche di neuroimmagine, soprattutto la risonanza magnetica funzionale (fMRI) permettono di misurare

l’attività cerebrale quando l’individuo è impegnato in un compito.

Tre sono i compiti che vengono indagati di più nell’invecchiamento:

1) Codifica e rievocazione di memoria episodica e memoria di lavoro

2) Controllo attentivo

3) Funzioni percettive e sensomotorie

La memoria

La memoria è il persistere dell'apprendimento in una forma che può essere evidente in un momento successivo, e

quindi si ha apprendimento quando la memoria viene rafforzata tramite ripetizione.

I processi dell'apprendimento e della memoria sono 3:

1) Codifica: è l'elaborazione in entrata delle informazioni che devono poi essere immagazzinate in memoria.

2) Immagazzinamento: è il risultato dell'acquisizione e del consolidamento, genera e mantiene una registrazione

permanente.

3) Recupero: usa le informazioni memorizzate per generare una rappresentazione cosciente o compiere un

comportamento appreso.

3 principali tipi di memoria:

- memoria sensoriale,

- memoria a breve termine (MBT)

- memoria a lungo termine (MLT).

Questa distinzione è fatta in base al tempo di mantenimento delle informazioni in memoria, dove la memoria

sensoriale le tiene per un tempo che va dai millisecondi ai secondi, quella a breve termine va dai secondi ai minuti,

quella a lungo termine dai giorni agli anni.

Memoria sensoriale

La memoria sensoriale è divisa in memoria ecoica, quella riferita alle tracce audio, e memoria iconica, quella riferita

alle tracce visive. La memoria sensoriale ha una capienza molto elevata, ma una breve durata, e le informazioni non

arrivano a livello della coscienza, a meno che non vengano elaborate subito dopo il loro ingresso; inoltre queste tracce

sensoriali contengono una rappresentazione delle informazioni basata su dati sensoriali, e non semantici (sul

significato).Mediamente dopo 500ms la traccia visiva può scomparire, mentre la durata della traccia ecoica può

arrivare anche a 20s.

Memoria a breve termine

Ha dei limiti di capacità ed una durata da pochi secondi a qualche minuto, inoltre è accessibile alla coscienza. E' stato

scoperto che la memoria a breve termine e quella a lungo termine sono due meccanismi separati, e che per il passaggio

delle informazioni dalla prima alla seconda, è necessaria la ripetizione. George Miller ha dimostrato che

indipendentemente dal contenuto degli item, il numero degli item ritenuti in memoria è circa 7, fenomeno detto span

di memoria immediata, che rappresenta la capacità della memoria a breve termine.

- La memoria di lavoro (ML) è un magazzino a capacità limitata che serve a trattenere per breve tempo le

informazioni e ad eseguirci operazioni mentali, se necessario.

Baddeley ha proposto un modello di memoria di lavoro a 3 componenti: l'esecutivo centrale, il taccuino visuo-

spaziale e il circuito fonologico.

L'esecutivo centrale è un sistema cognitivo che coordina i processi nella ML e controlla le azioni, il taccuino

serve per le rappresentazioni visive, mentre il circuito fonologico serve per le informazioni acustiche.

Si pensa che le informazioni acustiche vengano trattate non per contenuto semantico, ma per codice acustico,

come suggerisce il fatto che le parole con suono simile possono essere confuse.

La memoria a lungo termine

E' il magazzino delle informazioni, ed è divisa in: memoria dichiarativa e memoria non dichiarativa.

- La memoria dichiarativa (esplicita) è l'insieme delle conoscenze a cui si ha accesso consapevolmente, e

comprende le conoscenze generali del mondo e le esperienze personali. Questa memoria può essere a sua

volta divisa in memoria episodica (la nostra memoria personale ed autobiografica) e memoria semantica

(l'insieme delle conoscenze generali non legate ad episodi).

- La memoria non dichiarativa (implicita), racchiude tutte quelle conoscenze di cui non si ha coscienza, come le

abilità motorie, il priming, ecc... Si rivela nel momento in cui esperienze precedenti facilitano la prestazione in

un compito che non richiede la rievocazione intenzionale e cosciente.

- La memoria procedurale è una forma di memoria implicita che coinvolge l'apprendimento di una vastissima

gamma di abilità motorie e cognitive.

Relazione tra cognizione e attività cerebrale

Il Modello tra Asimmetria e Codifica (HERA, Tulving et al., 1994; Nyberg et al., 1996) propone che le regioni prefrontali

sinistre associate alla codifica dell’informazione trattengano la memoria in modo diverso.

In particolare, questi autori si sono avvalsi di una tecnica chiamata Tomografia ad Emissione di Positroni (PET), la quale

dà informazioni di tipo fisiologico permettendo di ottenere mappe dei processi funzionali all'interno del corpo.

La PET misura l’attività cerebrale (e non solo) attraverso l’identificazione della distribuzione di una tracciante radio-

attivo che viene iniettato nel paziente prima di essere posizionato nello scanner.

La corteccia prefrontale sinistra è coinvolta nella codifica, la corteccia prefrontale destra è coinvolta nel

recupero/rievocazione dell’informazione della memoria episodica.

Quello che si osserva a livello comportamentale sono i seguenti 3 pattern:

1) Declino lineare nell’arco di vita

2) Declino che avviene principalmente durante l’invecchiamento

3) Stabilità

Dettagli
Publisher
A.A. 2019-2020
91 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/04 Psicologia dello sviluppo e psicologia dell'educazione

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher emncr di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Metodi di indagine in psicologia dello sviluppo e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano - Bicocca o del prof Nava Elena.