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L'adesione al rituale di pubblicazione di un articolo
L'adesione al rituale di pubblicazione di un articolo in cui si espongono le ipotesi principali è di fatto lontano dalle preoccupazioni di chi fa ricerca sociale; tra l'altro, nessuno può controllare se le ipotesi ex ante sono state in realtà fabbricate o modificate ex post, dopo l'analisi dei dati. La distanza psicologica dei ricercatori sociali della massima 'prima le ipotesi poi la raccolta dei dati' è un vantaggio solo dal punto di vista etico.
"Un'ipotesi pubblicizzata preliminarmente condiziona la coscienza e scatena la vanità del ricercatore. Una volta che si è legato a un'ipotesi precisa, uno è tentato di ignorare tutti i risultati contrari o di esorcizzarli con delle argomentazioni speciose".
10.2 - Il controllo delle ipotesi nella ricerca sociale.
Secondo l'epistemologia neo-positivista, un'ipotesi viene sottoposta a controllo empirico per verificarla, ovvero...
Accertare la sua verità. Una volta che tale verità è stata accertata, l'ipotesi può essere messa negli archivi, entrando a far parte del corpus teorico consolidato di una scienza. Secondo Popper, il controllo empirico dovrebbe invece tendere a dimostrare la falsità di un'ipotesi (falsificazione), perché unico modo di concepire asserti di portata universale.
L'antica dicotomia vero/falso è stata abbandonata in favore di un'idea di grado di conferma, che dipende tanto dalla quantità di dati probatori favorevoli, quanto dalla loro varietà.
In generale:
- Un'ipotesi sull'esistenza di una relazione sarà quasi sempre riscontrata vera, al punto che è assai più rischioso prevedere l'assenza di una relazione.
- Un'ipotesi sulla direzione dell'influenza non può essere dichiarata né vera né falsa dai dati al di fuori del metodo
Livelli diversi di generalità. In queste teorie, l'enunciato collocato al massimo livello di generalità viene definito assioma. Una concezione gerarchico-assiomatica dell'epistemologia appartiene alla vecchia epistemologia ed è tipica del metodo sperimentale; per i neo-positivisti esiste invece un legame stipulativo nel passaggio da proposizioni al massimo livello di generalità e proposizioni più specifiche.
La teoria non è direttamente controllabile, e si pone a un elevato livello di astrazione e generalità. "Una teoria non può essere sottoposta direttamente a controllo empirico, ma deve affrontare alcuni passaggi per essere messa a confronto con i dati. Questo controllo avviene attraverso le ipotesi, i tramite fra la teoria e la ricerca".
Nella ricerca sociale, una teoria è un asserto circa la relazione fra due o più concetti di proprietà che non hanno (ancora) affrontato quella serie.
Di passaggi per poter essere trasformate in variabili; le ipotesi sono invece asserti circa le relazioni fra variabili, o fra concetti di proprietà che stanno affrontando quei passaggi, cioè sono in corso di operativizzazione.
Nella ricerca sociale è del tutto anti-economico raccogliere dati per una sola ipotesi: anche se potessimo accertare la verità di un'ipotesi, non possiamo dedurne la verità dalla teoria da cui abbiamo derivato quell'ipotesi perché "non ci sono limiti al numero di teorie dalle quali un'ipotesi confermata può essere dedotta" (e questo vale per tutte le scienze). Anche l'eventuale accertamento della falsità di un'ipotesi non ha conseguenze automatiche per una teoria: non si può pensare in termini di contrapposizione dicotomica tra vero e falso. Invece di essere rigettata, la teoria dovrà essere specificata, resa più complessa, insomma modificata'.
Prima di arrivare a una modifica della teoria stessa, si misureranno le ipotesi, adottando differenti definizioni operative, scelte di indicatori, maniere di creare gli indici. Solo se queste modifiche non portano a risultati empirici in accordo con la teoria, si arriverà a modificarla o articolarla, introducendo nuovi concetti. Solo in casi estremi, cioè di fronte a risultati clamorosamente e ripetutamente contrari, un'intera teoria viene abbandonata, quantomeno da parte della maggioranza dei suoi fautori. Neppure in presenza di puntuali e clamorosi insuccessi è il caso di parlare della falsificazione definitiva di una teoria; non si può, né si deve, impedire a un ricercatore di formulare e controllare ipotesi a essa ispirate, perché la verità è sempre parziale e provvisoria. E il fatto che la maggioranza degli studiosi continui a considerare la teoria come il punto di arrivo, il fine dell'attività scientifica, dipende.dalla suggestione esercitata dai grandi sistemi filosofici, che crea una serie di conseguenze negative: - Proprio la ricerca ossessiva della teoria unica, onnicomprensiva e definitiva nega sé stessa causando la proliferazione di teorie originali, chiuse e in conflitto fra loro (con la nascita di scuole di pensiero). La strada per efficaci schemi sociologici generali sarà bloccata se, come agli inizi della sociologia, ogni sociologo carismatico tenterà di elaborare il proprio sistema generale di teoria. - Questi sistemi teorici non sono concepiti per essere controllabili empiricamente, e quindi indulgono troppo spesso al formalismo. È infatti presumibile che il sociologo viva in grandi centri urbani, senta parlare di problemi dei complessi industriali, conosca da vicino le posizioni raffinate della sinistra studentesca ed extraparlamentare; così sono queste conoscenze (e non altre) che entrano nel suo modello 'globale' di società. - Anche se ilCostruttore di sistemi teorici trova il modo di ricavarne delle ipotesi e controllarle empiricamente, difficilmente si tratterà di un controllo equanime. Un'idea preconcetta distorce le osservazioni e trascura i fattimolto importanti che vanno contro le loro tesi.
10.4 – Ipotesi, generalizzazioni e teorie.
Nel dibattito metodologico contemporaneo, nell'intensione dei vari concetti di ipotesi si è mantenuto l'aspetto della congettura, ma si è perso l'aspetto della lontananza dai fatti. Anzi, le ipotesi si distinguono oggi dalle teorie proprio per il fatto di essere immediatamente controllabili.
La generalizzazione nella sua forma più semplice è quella che trasferisce un certo risultato empirico da un campione alla popolazione dalla quale è tratto. Il significato più frequente nella metodologia delle scienze sociali è relativo al fatto che lo stesso ricercatore, o più ricercatori, possono riscontrare
Risultati analoghi sono stati ottenuti sottoponendo a un controllo ipotesi analoghe in ambiti spazio-temporali diversi. L'asserto ha quindi visto dilatare il suo ambito spaziale di riferimento e da un'ipotesi confermata in un ambito ristretto è diventata una generalizzazione, cioè un asserto riferito a un ambito molto vasto.
Un altro significato del termine generalizzazione è relativo al livello di generalità dei concetti collegati fra loro dalla teoria che ispira l'ipotesi: una teoria diventa più generale se sostituisce concetti specifici con concetti più generali.
È naturale che queste due forme di generalizzazione procedano pari passo: il controllo empirico delle ipotesi, con il tentativo di specificarle meglio e di generalizzarle (come ambito e come livello dei concetti) genera nuove teorie con un processo ascendente.
10.5 – Leggi e scienze sociali.
Il termine 'legge' viene trasferito dal diritto e dalla teologia alle scienze fisiche.
Per dare veste all'aspirazione galileiana di formulare, a proposito della realtà fisica, asserti di portata universale nello spazio e nel tempo come quelli della matematica. La portata universale è quindi un aspetto che non marca mai nell'intensione dei concetti di legge dei vari autori. La pretesa esplicita di porsi come affermazione universale in quanto relativa a un dominio non finito di casi definiti dallo stesso tipo può successivamente rivelarsi fallace, e la storia di ogni scienza è ricca di leggi smentite e poi dismesse, ma ciò non toglie che una simile intenzione di universalità sia un elemento costitutivo della legge scientifica.
Nel mondo umano e sociale non si può concepire nulla di simile a una fungibilità degli oggetti, che non sono atomi, elementi chimici, corpi inanimati, ma sono individui, gruppi, istituzioni, società. Non si può concepire di fare ricerca su un singolo individuo estendendo le
ogica. La ricerca scientifica si basa su metodi e strumenti specifici per acquisire conoscenza e verificare ipotesi. Tuttavia, quando si tratta di individui passati, presenti e futuri, ci sono limiti alla nostra capacità di ottenere informazioni accurate e affidabili. In primo luogo, la ricerca sugli individui passati può essere ostacolata dalla mancanza di fonti primarie. Spesso dobbiamo fare affidamento su documenti storici, testimonianze o reperti archeologici per ricostruire la vita e le esperienze di persone che non sono più vive. Queste fonti possono essere incomplete, frammentarie o addirittura distorte, rendendo difficile ottenere una comprensione completa e accurata del passato. In secondo luogo, la ricerca sugli individui presenti può essere influenzata da fattori come la privacy e l'etica. Non possiamo semplicemente studiare le persone come oggetti di ricerca senza il loro consenso informato. Inoltre, alcune informazioni potrebbero essere considerate sensibili o riservate e non possono essere divulgate senza il consenso delle persone coinvolte. Questi fattori limitano la nostra capacità di ottenere dati accurati e completi sugli individui presenti. Infine, la ricerca sugli individui futuri è ancora più problematica. Non possiamo prevedere il futuro con certezza e quindi non possiamo condurre ricerche empiriche sugli individui che non sono ancora nati o che non esistono ancora. Possiamo fare ipotesi o proiezioni basate su modelli e tendenze attuali, ma queste sono solo speculazioni e non possono essere considerate come conoscenza scientifica. In conclusione, la ricerca sugli individui passati, presenti e futuri presenta diverse difficoltà di natura ontologica, epistemologica e metodologica. Dobbiamo essere consapevoli di queste limitazioni quando cerchiamo di acquisire conoscenza sugli esseri umani e fare attenzione a non trarre conclusioni troppo definitive o generalizzazioni eccessive.