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JOURNEY
ACTIVE EVALUATION in cui il consumatore add or subtrac brands as they evaluate what they
want; e si arriva al momento dell’acquisto. Dopodiché il consumatore potrà entrare nel ‘loop della
fedeltà’ oppure, se insoddisfatto, tornerà al punto iniziale e quindi a dover considerare quali brand
• 2009 McKinsey
possono effettivamente soddisfare il suo bisogno. 31
La sfida delle aziende in questo contesto è quella di spingere il consumatore nel ‘loop della
fedeltà’, ovvero far si che il brand considerato sia unicamente quello da cui il consumatore ha già
acquistato in precedenza.
Nella nuova customer jouney quindi, il consumatore NON è più passivo. La tipologia di fedeltà a
cui l’azienda deve mirare è proprio un tipo di fedeltà ATTIVA dove è il consumatore a giudicare e a
modificare in continuazione le sue percezioni rispetto al brand. Gli strumenti digitali sono gli
sicuramente quelli che in maniera più immediata e interattiva permettono all’azienda di
coinvolgere il consumatore non più attraverso un tipo di comunicazione tradizionale PUSH, ovvero
nella quale l’azienda lancia il maggior numero di messaggi possibili in modo da ottenere una
famigliarità con il brand considerato. Nel nuovo viaggio del consumatore la tipologia di
comunicazione è di tipo PULL, ovvero un tipo di comunicazione in cui l’azienda fornisce ai
consumatori le informazioni di cui essi necessitano per poter effettuale la propria scelta d’acquisto
CONSUMER DECISIO
e interagisce con essi in maniera costante. JOURNEY
Dopo il modello del 2009 però, McKinsey revisiona il modello nel 2015. Nel 2009 Internet e il web
erano già diffusi, ma nel 2015 non ci sono più solamente le fonti di informazione digitale ufficiali:
abbiamo sempre più piattaforme che vengono sviluppate direttamente dagli utenti e in cui la
• 2015 McKinsey
voce degli utenti è proprio il contenuto principale. Pensiamo ad esempio alle piattaforme di
recensioni come TripAdvisor.
La modifica del 2015, a differenza del modello del 2009, consiste nel fatto che, grazie al social
CONSUMER DECISION
media, le prime fasi (consideration-evaluation) possono essere saltate. A volte succede infatti
che il consumatore decida di acquistare prodotti di cui non ha una precedente esperienza e di cui
JOURNEY
non ha ricercato informazioni. Questo perché i social media sono in grado di influenzare il
processo decisionale di acquisto del consumatore grazie alla maggiore credibilità di cui la
comunicazione tra pari gode rispetto alla comunicazione veicolata attraverso i media tradizionali:
il consumatore tende a credere maggiormente ad altri consumatori.
15 McKinsey X X
In questa nuova versione della customer journey l’obbiettivo che si deve porre l’azienda è quello di
portare il consumatore direttamente alla fase d’acquisto. In questo senso, la tecnologia offre
sicuramente nuovi strumenti in grado di sviluppare customer journey sempre più precise grazie
X
alla possibilità di raccogliere moli di dati molto precisi e inerenti le caratteristiche del
X
consumatore, i suoi hobby, le sue abitudini e non solo necessariamente legati al prodotto (i big
data). 32
La personalizzazione della customer journey è resa possibile da alcune caratteristiche dei nuovi
media digitali:
• AUTOMAZIONE;
• PERSONALIZZAZIONE PRO-ATTIVA;
• INTERAZIONE CONTESTUALE: le aziende possono comunicare al consumatore l’esistenza di
prodotti in grado di rispondere ai loro bisogni;
• INNOVAZIONE,
In questo contesto ha comunque ancora importanza sviluppare la notorietà del brand e campagne
di comunicazione su media tradizionali i quali non sono stati ancora completamente sostituiti dai
media digitali.
Nel nuovo contesto l’azienda ha a disposizione touch points diversi: alcuni di questi sono sotto
controllo diretto dell’azienda, altri sono sviluppati dagli utenti. Sarà compito dell’azienda
monitorare i diversi touch points a sua disposizione e cercare di influenzare la conversazione in
atto tra gli utenti.
Es: Ikea Place, applicazione che utilizza la realtà aumentata fornendo un’idea di quello che
potrebbe risultare dalla collocazione di un mobile selezionato nella realtà.
Definizione della customer journey
Per definire la customer jouney, occorre analizzare quali sono le opzioni che il cliente valuta nel
suo processo d’acquisto.
#Information search:
• Fonti molteplici e
• Ricchezza di informazioni – nel contesto attuale, le informazioni a disposizione del
consumatore sono sicuramente ricchissime e diverse tra loro. Per raccogliere informazioni da
un lato il cliente avrà a disposizione sia i canali ufficiali del brand sia anche altri canali
secondari.
• PARERI DISCORDANTI – le informazioni a disposizione del consumatore alle volte non sono
tutte coerenti tra loro e ci si può trovare di fronte a situazioni di disaccordo.
• CONFRONTO ALTERNATIVE – vantaggio che spesso le piattaforme di e-commerce come
Amazon offrono al consumatore.
• RICERCA CONTESTUALE – il media digitale su cui l’utente cerca le informazioni è in grado di
localizzare la posizione del consumatore e dunque offrirgli risultati particolarmente rilevanti.
Nella fase di ricerca informazioni al consumatore è inoltre permesso di accedere ad esse
direttamente da casa propria, cosa che in precedenza non era affatto possibile poiché era
necessario raccogliere fisicamente brochure etc..
Da uno studio dell’anno scorso emerge che la popolazione soprattutto più giovane compresa tra i
18 e i 29 anni, consulta le recensioni in internet prima di fare qualsiasi tipo di acquisto: il 37%
consulta sempre questi siti, 42% li confronta spesso. Nella popolazione più anziana ci troviamo
invece in una situazione opposta. 33
Nelle 4 P del marketing mix, la 4° P relativa a ‘promotion’, viene sviluppata attraverso il
promotional mix che si avvale di diversi strumenti. Noi ci occuperemo in particolare di digital
marketing.
Touchpoints
Originariamente gli strumenti del marketing mix venivano considerati come strumenti che
l’azienda ha a disposizione e gestiti in maniera separata da dipartimenti diversi all’interno
dell’azienda – o da agenzie esterne. Nel nuovo contesto questi strumenti non sono più separati ma
rappresentato touch points che permettono all’azienda di raggiungere il proprio pubblico e che
devono essere gestiti in maniera coerente prevedendo anche possibili punti di contatto non creati
direttamente dall’azienda. Tra questi il più rilevante è il word of mouth, o passa parola sia online
che offline.
Le (4) principali categorie di touch point sono:
• Touch points GESTITI DALL’AZIENDA: rientrano in questa categoria gli strumenti tradizionali
del marketing mix (televisione, stampa…). In questo caso il potere di controllo da parte
dell’azienda è pressoché totale.
• Touch points INTRINSECI: touch points che entrano in gioco durante il processo d’acquisto,
per esempio quando il consumatore va in un punto vendita e interagisce con il venditore. In
questa categoria di touch points, l’azienda da una parte ha potere di controllo, dall’altra non è
in grado di monitorare interamente l’interamente tra consumatore e venditore.
• Touch points SPONTANEI: touch points creati direttamente dall’utente come il passaparola,
siti di review, social media… sui quali l’azienda non ha un controllo.
• Touch points AVVIATI DAL CLIENTE: per esempio, quando il cliente contatta l’azienda
attraverso un numero verde per ottenere informazioni. Questa categoria di touch points può
essere solo parzialmente controllata dall’azienda.
Il web sta diventando sempre più la principale fonte di informazione per gli utenti. Se guardiamo ai
siti più visitati al mondo, nelle prime posizioni troviamo: Google, Facebook e YouTube, ovvero i siti
di ricerca informazioni.
Moments of truth
Tra i principali touch point, quelli considerati più importanti dal punto di vista del marketing sono i
cosiddetti MOMENTI DELLA VERITÀ, touch point nei quali il consumatore interagisce con il brand o
il prodotto e si forma nella sua mente un’idea inerente al prodotto in questione.
Il concetto di momenti della verità è stato teorizzato inizialmente nel 2005 da P&G:
1. Secondo P&G, il primo momento della verità è rappresentato dallo scaffale del punto
vendita, ovvero il momento in cui il consumatore vede effettivamente il prodotto, le sue
caratteristiche fisiche, quelle legate al branding e all’immagine della marca in questione e se
ne fa un’idea iniziale.
2. Il secondo momento della verità è invece il momento dell’esperienza, ovvero il momento in
cui il cliente effettivamente ha già acquistato il prodotto e lo utilizza, andando un po’ a testare
se le sue aspettative circa il prodotto vengono soddisfatte o meno. 34
about that particular brand, product or service
MOMENTS OF TRUTH
Con l’avvento del digitale, nel 2011, Google ha introdotto un nuovo momento della verità
precedente alla visione del prodotto nel punto vendita. Il momento della verità più importante
Procter & Gamble, 2005
•
secondo Google è il momento 0 della verità, ovvero il momento in cui il consumatore non ha mai
The moment when a customer/user interacts with a
brand, product or service to form or change an impression
ancora visto il prodotto in questione, ma ne sente parlare, ne legge e lo visualizza sul canale
about that particular brand, product or service
digitale.
Quella di P&G e Google però, sono due visioni piuttosto diverse: da una parte la visione di
Google, 2011
un’azienda che produce prodotti convenience, dall’altra quella di una piattaforma digitale che
offre un servizio di ricerca.
Nel contesto digitale è quindi importante monitorare il momento 0 della verità senza dimenticare
però anche il punto di vendita fisico: si parla infatti di strategie omnichannel. In questa strategia il
canale fisico è integrato con il canale online e entrambi fanno parte di un unico customer journey.
Se il canale online può contribuire alla riduzione dei costi per l’azienda, il convincere il cliente a
recarsi presso il punto di vendita fisico costituisce un importante touch point. Il punto vendita
fisico dunque, mantiene la sua rilevanza e la mantiene soprattutto per quelle aziende che hanno
una forte immagine di marca (luxory, arredamento…). Nei flagship store, l’azienda comunica la
propria forza che altriment