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SOCIOLOGIA DELLA VITA QUOTIDIANA e COSTRUZIONE SOCIALE DELLAREALTÀ

Paesi in cui queste formulazioni avvengono: gli anni più significativi sono anni 60 e 70 nei paesi occidentali, che dalla Seconda guerra mondiale fino a questo momento avevano conosciuto una forte crescita economica e l’avvento delle democrazie liberali. Il clima intellettuale è completamente diverso da quello che aveva dato vita allo struttural-funzionalismo. Le teorie della scuola della sociologia della vita quotidiana sono delle teorie che nascono dallo sfaldamento del paradigma dello struttural-funzionalismo e del pensiero di Parsons (che già era stato ridimensionato attraverso le critiche di Merton). Ora questo paradigma viene completamente capovolto attraverso una serie di teorie che escono completamente dai binari dello struttural-funzionalismo. Lo struttural-funzionalismo e la sociologia della vita quotidiana sono gli antipodi, sono l’uno l’opposto dell’altro.

La sociologia della vita quotidiana nasce dalle "ceneri" dello struttural-funzionalismo e considera il proprio oggetto in maniera diametralmente opposta a quello dello struttural-funzionalismo. Lo sfaldamento del paradigma dello struttural-funzionalismo aveva origini diverse. Gli anni '60 furono anni di mutamento del clima intellettuale, innanzitutto sul piano morale. Cominciano ad emergere le mobilitazioni studentesche e mobilitazioni per i diritti civili e contro le guerre. Emerge in maniera molto forte un vero e proprio disincanto nei confronti dell'immagine della società (o "american way of life") che era stata dominante fino a quel momento. In questo momento, era difficile accettare lo status quo come il migliore dei mondi possibili. La ragione per lo sfaldamento del paradigma di Parsons è che il suo un'altra approccio funzionalista, e più in generale il funzionalismo, non andava a spiegare il mutamento sociale e il conflitto. Non aveva.dato una chiave dispiegazioni del mutamento sociale, se non nel senso evolutivo, intendendolo come evoluzione (evoluzionismo e organicismo di cui il funzionalismo è figlio). non aveva spiegato il conflitto, se non riducendo load una mera patologia transitoria. funzionalismo aveva dimenticato il del tutto la soggettività, salvo recuperarla nei termini di un'interiorizzazione dei valori dominanti. era rimasto ancora molto da spiegare. Il mutamento sociale poteva non essere un'evoluzione (la storia lo stava dimostrando), il soggetto poteva avere anche un ruolo diverso, specifico e volontarista rispetto alla società, e il conflitto divampava (non era occasionale), era la determinante. funzionalismo resta pur sempre una concezione olistica e strutturale, in cui l'io è una specificazione della società tutta, non esiste il volontarismo individuale. funzionalista tende a reificare le l'approccio strutture sociali. la vita quotidiana econcreta delle persone risulta racchiusa in un quadro deterministico, la soggettività viene espunta dal quadro. È proprio il segno della riscoperta della vita quotidiana e delle dinamiche intersoggettive che darà poi vita alla sociologia della vita quotidiana. Questo il momento in cui cambia l'ottica di osservazione della società. È così come il funzionalismo aveva studiato la società a partire dal "tutto", e cioè dalle strutture e dalle funzioni (concezione olistica e strutturale); la sociologia della vita quotidiana iniziò a porre nuovamente attenzione al soggetto e alla vita concreta delle persone. Così come lo struttural-funzionalismo era stato astratto nelle sue generalizzazioni; nella sociologia della vita quotidiana si vuole guardare la concretezza (non astrattezza), la specificità (non universalità) dei modelli sociali. Cambiare è soprattutto il livello: prima nellostruttural-funzionalismo si andava a guardare il tutto, ora nella sociologia della vita quotidiana di guarda all'interazione ad un livello più micro. autore: Alfred Schütz. la sua sociologia viene chiamata "sociologia primofenomenologica", perché risente della fenomenologia di Husserl (filosofo, la fenomenologia è lo studio di ciò che appare e ciò che si mostra), e risente dell'influenza del pensiero di Weber (soprattutto del concetto di azione, di senso e di comprensione). Se queste due matrici vengono unite, la fenomenologia di Husserl e la sociologia comprendente di Weber, il risultato è la fenomenologia del mondo sociale, l'opera di Schütz. Questo autore credeva fortemente che i tipi ideali di Weber non fossero appannaggio solo della scienza, ma anche di tutti noi, di tutti gli uomini nella vita ordinaria. Questo autore parte dall'assunto secondo il quale: nessun essere umano.può capire cosa accade attorno a sé, se non servendosi di tipi ideali, di categorie della conoscenza e della comprensione. Un primo punto che si trae dalla sua opera è che comprendere è sempre collocare qualcosa all'interno di un tipo ideale, di una categoria concettuale. Questo viene fatto dallo studioso che si serve dei tipi ideali per conoscere, e da tutti gli uomini nella loro vita ordinaria. Tenere presente che occorre tipizzare significa astrarre, astrarre significa che il fenomeno viene semplificato in alcuni tratti fondamentali. Si astrae dai suoi contenuti più particolari, per cogliere i tratti più ricorrenti. Attraverso la tipizzazione si astrae, si semplifica, si classifica, e si rappresenta la realtà. Tuttavia, ferme restando le interpretazioni soggettive degli uomini, ognuno definirà le situazioni in accordo con il modo con cui sono definite nel mondo sociale al quale si appartiene, sia che si tratti della lettura.

dominante o di una rappresentazione minoritaria o subalterna. solo attraverso queste forme di tipizzazione che gli uomini possono interagire gli uni con gli altri. il primo elemento centrale è che senza queste costruzioni ideali, senza queste rappresentazioni della realtà, l'interazione sociale sarebbe impossibile.

La sfera della vita quotidiana è fondamentale per questi autori, è la sfera nella quale si esplica l'esistenza dell'uomo. Tuttavia, secondo questi autori, ci sono altre sfere, fermo restando che questa può essere intesa come la sfera di realtà per eccellenza. Questi sociologi, in questa sfera della realtà si esplica il mondo dei sensi, delle cose fisiche e delle rappresentazioni della realtà. Il presupposto concettuale da cui si parte è opposto a quello funzionalista e di molte altre teorie. Lungi dall'essere qualcosa che non merita attenzione, la vita quotidiana/ordinaria

Diventa per questi autori il terreno più promettente, importante e costitutivo della riproduzione della società. Tutte quelle interazioni che intessono la vita degli uomini diventano centrali. Se il mondo sociale si riproduce, secondo questi autori, è perché il suo ordine pratico e cognitivo (giorno dopo giorno, interazione dopo interazione, gesto dopo gesto, discorso dopo discorso) viene costruito e ricostruito nell'ambito della vita quotidiana. Studiano questi autori? Non studiano le strutture o le funzioni, ma cosa andranno ad inseguire le mille circostanze di vita quotidiana, le mille interazioni che fanno società. Questo vuol dire che, rispetto a tutte le altre teorie/concezioni analizzate, adottano un punto di vista diverso, che aggiunge uno spaccato di conoscenza, senza andare a reificare alcuni binari o alcune categorie concettuali, senza mitizzarle o assolutizzarle. Per questi autori, se quelle strutture sociali e quelle culture (realtà

(macro) esistono è perché gli attori, giorno dopo giorno, le producono e le riproducono, le mantengono in piedi. Occorre vedere cosa fanno gli attori per capire cosa si mantiene in piedi, cosa si sta rinnovando e ciò che sta venendo meno all'interno della società. Ogni volta che gli individui si comportano in un certo modo, implicitamente presuppongono una certa definizione della realtà, è grazie a questa definizione che hanno costruito, è grazie alla rappresentazione della realtà e dei fenomeni che si sono dati, che il loro comportamento acquista senso e riescono a comprendersi con gli uni con gli altri. Allora per questi autori non si può prescindere da queste definizioni e da queste interpretazioni per cogliere un determinato fenomeno. La sociologia non può non tenerne conto, ed è proprio questo elemento di riflessione verso cui invitano le teorie vita quotidiana. Di parlare di queste teorie.

significa però anche rivedere il ruolo del sociologo. Non esisterà alcuna realtà di cui i sociologi possano occuparsi che non sia già stata interpretata dal senso comune, che non abbia già acquisito un significato di senso comune. Inoltre, il sociologo non sarà libero da questa "pre-confezione" del mondo, non attingerà direttamente al mondo, ma dovrà necessariamente passare attraverso questa "pre-confezione del mondo". Essendo il sociologo un uomo/donna in carne e ossa e figlio del suo tempo e del suo contesto socioculturale, sarà immerso in una stessa cultura dominante e formulerà riflessioni congruenti con quella cultura (non conformi né rivoluzionarie, ma congruenti, il che non vuol dire accettazione/condivisione o rifiuto, ma congruenza, cioè concezioni che sono figlie di quella lettura). Fare scienza sociale, in questa scuola di pensiero, significa muovere dagli assunti del senso comune e porli.in questione.di senso comune: parlare di vita quotidiana vuol dire parlare del concetto di pensiero in cui siamo immersi nel quotidiano, questo pensiero è dato dal senso comune. Il senso comune può essere inteso come il pensiero dell'ovvio, il pensiero di ciò che si può dare per scontato, come una sorta di pensiero automatico, e che risponde all'esigenza di sapere per operare, dunque un sapere pratico. L'essere umano, posto di fronte alla realtà quotidiana, non deve cominciare da capo e non deve reinventare nulla, ma prendere in prestito ciò che si sa in riferimento a quelle situazioni. Il senso comune è un pensare senza farsi domande. Può essere inteso come il grande antidoto contro il dubbio. Attraverso il senso comune viene sospeso il dubbio che le cose possano essere diverse da come appaiono.
Dettagli
Publisher
A.A. 2021-2022
288 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/07 Sociologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher francescaucci di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Sociologia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Mongardini Carlo.