Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
TOMM
Il Symptom Validity Testing
Secondo la logica del Symptom Validity Testing, un punteggio sotto la norma può destare sospetto
se sotto la probabilità del caso, può portare a sospettare una simulazione.
clinico, ma
I test secondo il SVT si basano su alcuni principi fondamentali:
- Apparente difficoltà della prova in termini di lunghezza e segmentazione in blocchi,
nonostante si utilizzi del materiale cerebrale resistente al danno;
- Uso di un feedback riguardo la performance del soggetto durante l'esecuzione della prova.
Le prove che si rifanno al paradigma di scelta forzata sono oggetto di verifica costante in termini
di: - (latenza della risposta);
Numero e tipologia di errore
- (nr di falsi negativi) e (nr falsi positivi) delle varie prove;
Sensibilità specificità
- su soggetti normali naive, potenziali simulatori,
Definizione di cut-off e dati normativi
soggetti addestrati a simulare, campioni di pazienti con diversa eziologia neurologica e
psichiatrica;
- Tipologia di deficit cognitivo simulato;
- Interpretazione e uso del dato ottenuto con finalità cliniche e forensi. 4
Neuropsicologia e Psicopatologia Forense – fb©
Nel 2005 viene riconosciuto che il riconoscimento della validità dei sintomi è parte essenziale della
valutazione neuropsicologica.
Un’altra indicazione per la simulazione è l’osservazione per verificare
anamnestica del paziente,
che il suo comportamento sia congruente con il deficit che presenta.
I numeri della simulazione
L’atto simulatorio, non essendo prevedibile con certezza, ha delle stime di frequenza
probabilistiche e piuttosto influenzate dai criteri usati per definire lo stesso: questa può cambiare
molto da ricerca a ricerca, dal 2 al 67%; tuttavia le stime tra il 25-45% appaiono le più attendibili.
Vi è uno scollamento tra i risultati ai test e la gravità dell’evento lesivo.
Diagnosticare la simulazione
Il simulatore altera la prestazione in base alla teoria mentale che conosce del disturbo che vuole
simulare: è realmente efficiente se ha realmente subito un danno ma continua a simularlo una
In questo caso il soggetto afferma delle cose che ha provato.
volta spariti i sintomi.
Se così non fosse, dovrebbe simularli con delle idee riguardo ai sintomi che spesso non
corrispondono alla diagnosi clinica del disturbo.
L'individuazione del simulatore passa anche attraverso l'analisi dei procedimenti mentali che egli
procedimenti mediati dalle sue conoscenze personali
adotta di fronte ad una indagine peritale,
riguardo le conseguenze dell'evento lesivo che lo ha colpito.
A questo può aggiungersi l'istruzione un disordine cognitivo.
o l'allenamento a simulare
La simulazione nel DSMV
La simulazione viene anche menzionata brevemente all’interno del DSM-V, nei termini di
presentazione di sintomi fisici o psicologici falsi o grossolanamente esagerati, motivata da scopi
In alcune circostanze, invece, la simulazione può invece rappresentare un comportamento
esterni.
adattivo.
Questa dovrebbe essere sospettata in caso di :
- Contesto medico legale di presentazione dei sintomi;
- Discrepanza fra lo stress e la compromissione lamentata dal soggetto;
- e nell’accettazione del
Mancanza di collaborazione durante la valutazione diagnostica
regime terapeutico descritto;
- Presenza di un disturbo antisociale di personalità.
La simulazione non viene definita come un disturbo mentale ma come Tra
finzione di un disturbo.
le caratteristiche salienti:
- L’atto simulatorio è volontario, intenzionale e deliberato;
- Basato sulla discrepanza tra l’evento psicolesivo e il disturbo lamentato;
- Sottolineare l’importanza di una congruenza tra reperti obbiettivi e sintomatologia
lamentato;
- Sproporzionalità tra le caratteristiche dell’evento e i sintomi causati dall’evento stesso. 5
Neuropsicologia e Psicopatologia Forense – fb©
Affermare che l'elemento cardine del comportamento simulatorio è l'alterazione deliberata dei
ha un obbiettivo preciso, cioè:
sintomi
1. Distinguere la simulazione da una serie di condizioni di distorsione del reale stato psichico
in cui si ammette che il soggetto non ha una cosciente e volontaria partecipazione
nell’attuazione della disfunzione cognitiva manifestata;
2. Vi sono di fatto una serie di condizioni mediche in cui l’incentivo alla produzione di sintomi
è rappresentata da un bisogno intrapsichico di mantenere il ruolo del malato.
La diagnosi differenziale si pone in contrasto con i (non intenzionali ma con
disturbi somatoformi
incentivi esterni).
Percorso diagnostico della simulazione
1. Raccolta anamnestica remota e prossima;
2. Osservazione comportamentale;
3. Pattern di performance ai test e questionari;
4. Risultati di test precedenti.
Nel corso del colloquio è opportuno osservare e annotare l'eventuale presenza di aspetti, quali:
- che non consentono la somministrazione di
Atteggiamenti palesemente manipolatori
prove anche non particolarmente impegnative, con richieste frequenti di pause o
interruzioni;
- L'interazione è caratterizzata da con apprezzamenti eccessivamente
spiccata seduttività
benevoli;
- Il resoconto anamnestico è riferito con eccessiva drammatizzazione;
- Vengono fornite corredate da voluminose
minuziose descrizioni di sintomi e difficoltà,
documentazioni cliniche;
- Il soggetto manifesta fastidio e insofferenza, difficoltà di autocontrollo nel momento in cui
si rende conto che i suoi tentativi di "convincimento" non stanno sortendo l'effetto
desiderato.
Atteggiamenti manifestati dal soggetto durante l'esecuzione dei test che possono orientare verso
il sospetto di falsificazione:
- Le disfunzioni cognitive non risultano proporzionate alla gravità oggettiva del danno subito
e appaiono incompatibili con i rilievi anamnestici, clinici e strumentali;
- Sussistono incongruenze tra i sintomi cognitivi osservati durante l'esame neuropsicologico
formale e le abilità dimostrate in altri contesti;
- Sono riferite grossolane lacune della memoria retrograda autobiografica.
E’ il complesso della valutazione clinica a portare ad un bilancio di simulazione. In generale, il
sospetto di intenzione falsificatoria può essere fondato quando il disturbo:
- Assume connotazioni prevalentemente atipiche (fattore di atipicità);
- E' soggettivamente riferito come di eccezionale intensità e frequenza (fattore di densità);
- Appare aspecifico, di difficile delimitazione clinica o non correlabile ad un altro preciso
disturbo o malattia (fattore di dispersione).
I criteri di Slick per la detenzione della simulazione
La (MND) viene definita come
Disfunzione Neurocognitiva Simulata un'intenzionale esagerazione
o costruzione di disfunzioni cognitive allo scopo di ottenere significativi vantaggi materiali o di
evitare/fuggire da doveri o responsabilità formali.
I vantaggi materiali riguardano un guadagno in denaro, beni materiali oppure servizi.
I doveri formali sono azioni che le persone sono legalmente obbligate ad adempiere. 6
Neuropsicologia e Psicopatologia Forense – fb©
Le responsabilità formali implicano l'obbligo di dare risposta, o di prendersi la responsabilità delle
proprie azioni in un procedimento legale.
E' prevista una ripartizione della simulazione in tre sottoclassi:
1. Disfunzione Neurocognitiva Simulata certa;
2. Disfunzione Neurocognitiva Simulata probabile;
3. Disfunzione Neurocognitiva Simulata possibile.
L'inclusione di un individuo sospettato di simulazione in una delle tre sottoclassi è definita sulla
base di 4 criteri fondamentali:
A. di cui almeno uno chiaramente identificabile e sostanziale al
Presenza di incentivi esterni,
momento dell'esame;
B. sulla base dei risultati derivati
Presenza di indizi di esagerazione e costruzione di sintomi
dai test neuropsicologici;
C. (self-report);
Presenza di indizi derivanti dal resoconto soggettivo dell'esaminato
D. in grado
Esclusione di spiegazioni alternative di tipo psichiatrico, psicologico o evolutivo
di spiegare i criteri B o C.
La versione rivisitata
Nel 2012 Slick propose una versione nuova dei criteri per identificare la Disfunzione
suddivisa in:
Neuropsicologica Simulata,
1. Disfunzione Neuropsicologica Simulata primaria;
2. Disfunzione Neuropsicologica Simulata secondaria;
3. Disfunzione Neuropsicologica Simulata per delega.
L'inclusione di un individuo sospettato di simulazione in una delle tre sottoclassi è definita sulla
base di 4 criteri fondamentali:
A. Presenza di un significativo incentivo esterno;
B. Indicatori di una netta o possibile simulazione e/o esagerazione di sintomi o disturbi
neuropsicologici;
C. Indicatori di una possibile simulazione e/o esagerazione di sintomi o disturbi
neuropsicologici;
D. Esclusione di spiegazioni alternative di tipo psichiatrico, neurologico o evolutivo in grado di
giustificare il punto B.
Secondo Slick, inoltre, è necessario considerare la possibilità di escludere:
- in cui la simulazione si mostra in assenza di intenzionalità;
Disturbo di conversione,
- la persona non è in grado di rievocare informazioni autobiografiche
Amnesia dissociativa:
importanti;
- si mostra intenzionalità nel simulare una disfunzione ma in assenza di
Disturbo fittizio:
incentivi esterni;
- la persona esagera i sintomi al fine di ottenere guadagni di tipo
Adattamento di difficoltà:
psicosociale;
- si manifestano eccessive lamentele cognitive e inadeguato impegno
Disturbo cogniforme:
ai test, in assenza di sufficienti evidenze circa il tentativo di simulazione;
- si mostrano credenze fisse correlate a danni neurocognitivi, in
Ipocondria neurocognitiva:
assenza di danno oggettivo;
- una determinata prestazione ad un test è
Minaccia associata a classificazione/stereotipo:
modulata dalla propria aspettativa;
- l'esaminato mostra un approccio particolarmente ostile alla
Presentazione ostile:
valutazione neuropsicologica. 7
Neuropsicologia e Psicopatologia Forense – fb©
NESSO DI CAUSA O CAUSALITA’
Il ragionamento controfattuale
Il forense civile e penale ruota attorno al concetto di ovvero un evento chiamato causa
causalità,
che ne provoca un altro, chiamato conseguenza.
Si tratta di una materiale,
causalità di tipo non funzionale.
Si è a lungo dibattuto sui criteri per identificare la causalità.
Una prima proposta venne da Miller, per mezzo del un sistema
ragionamento controfattuale:
attraverso il quale, immaginando di rimuovere in una simula