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COGNITIVA DI EFFICACIA.

La scelta delle parole in questo principio non è dettata dal caso. Secondo una parte della

psicoterapia di allora la frase sarebbe stata “una buona relazione terapeutica è condizione

necessaria e sufficiente per una psicoterapia efficace”, dal momento che la relazione era

considerato il motore principale del cambiamento che si ha in psicoterapia.

Era sufficiente che vi fosse una buona relazione per ottenere degli effetti in psicoterapia.

Con Beck viene invece rivista come una condizione necessaria e non sufficiente: la relazione

terapeutica da sola non garantisce che il lavoro terapeutico sia efficace. 14

4. LA TERAPIA CONSISTE IN UNO SFORZO COLLABORATIVO FRA TERAPEUTA E PAZIENTE.

Nella psicoterapia cognitiva il ruolo del paziente è molto ampio. Potrebbe anche essere

considerato come il ruolo più importante, visto il ruolo attivo che si richiede.

La psicoterapia cognitiva vuole non essere psicoterapia di pazienti sul versante passivo, ma trovare

un equilibrio di sforzo collaborativo con un paziente quanto più attivo: non deve trattarsi di un

paziente che si mette nelle mani del dottore e che afferma di aspettarsi tanto da lui.

5. LA TERAPIA COGNITIVA SI SERVE PRINCIPALMENTE DEL METODO SOCRATICO.

Il termine utilizzato da Platone era metodo maieutico.

Socrate, al pari degli altri filosofi, non si occupa di psicoterapia ma di immortalità dell’anima, di

giustizia, della bellezza, di problemi filosofici e in quanto filosofi ne discutono tra di loro.

L’opera di Socrate principale è “I dialoghi”, di cui è egli stesso il protagonista.

In essa, non è un

Socrate non sostiene mai una tesi, si limita a porre domande al suo antagonista:

avvocato che fa una perorazione per il suo cliente, è un avvocato che smonta le argomentazioni

della controparte ponendo delle domande in cui mette in luce le contraddizioni e le assurdità cui

perviene l’argomentazione della controparte.

Non dice mai “hai sbagliato”, come fa in un certo senso Ellis; chiede piuttosto “E’ davvero questo il

tuo pensiero?”, dal momento che le persone difficilmente sostengono con piena consapevolezza

cose contraddittorie o cose che portino a conseguenze paradossali.

Di conseguenza, nel momento in cui queste si rendono conto delle contraddizioni, non possono far

altro che rettificare le loro affermazioni precedenti, precisandole meglio, e arrivare anche a

cambiare le convinzioni sottostanti.

Il metodo è quindi quello di far emergere le contraddizioni, le inesattezze che ci sono nelle

credenze disfunzionali. (“sono stupidaggini”), va detto

Il sistema di pensiero disfunzionale non va aggredito

semplicemente al paziente di rifletterci bene evidenziandone le conseguenze paradossali e

contraddittorie, ovvero facendogli notare il malfunzionamento del sistema di credenze in modo

che ci pensi il paziente stesso da solo a modificarle.

Non serve correggere il paziente, ma basta fargli osservare i punti deboli perché egli da solo

desidera correggersi: solitamente basta far notare alla persona che le sue convinzioni non sono

fondate sulle osservazioni, per attivare i suoi ragionamenti o mettere in atto dei piccoli

esperimenti per chiarirsi il problema, in quanto si ha di fronte una persona razionale, che vuole

aiutarsi e venire fuori dai suoi problemi.

6. LA TERAPIA COGNITIVA È STRUTTURATA E DIRETTIVA.

La terapia rogersiana o la psicoterapia psicoanalitica sono esempi di terapia non strutturata: ogni

seduta potrebbe sdoganarsi in modo imprevisto e diverso, essendo queste molto legate a quello

che succede nell’hic et hunc.

La terapia cognitiva, invece, in una prima fase:

- Si soffermerà sul pensiero automatico;

- Vedrà se sono riconoscibili distorsioni cognitive;

- Identificherà degli schemi particolarmente disfunzionali;

- Cercherà di e, se il caso fosse particolarmente semplice,

risalire alla convinzioni intermedie

potrebbe perfino risalire a delle credenze centrali.

È strutturata anche la singola seduta con un ordine del giorno preciso.

si desidera sia rispettato effettivamente l’ordine del

Anche il tempo dunque sarà monitorato:

giorno, in modo tale che ad ogni argomento previsto dall’ordine del giorno sia riservato il giusto

spazio. 15

Per Beck, il termine “seduta direttiva” lo porta inevitabilmente a contrapporsi a Rogers e ad altre

terapie non direttive.

Nel caso in cui la psicoterapia vada male, la responsabilità viene infatti attribuita al terapeuta;

non vale il discorso comune alle psicoterapie dell’epoca che colpevolizzavano il paziente per i

fallimenti, attribuendogli ad esempio scarsa motivazione.

La responsabilità anche in questo caso è attribuita al terapeuta che, appurata la scarsa

motivazione, dovrebbe scegliere degli obiettivi non troppo elevati e decidere consapevolmente di

iniziare la terapia con la persona che ha di fronte.

L’essere direttivo si colloca all’interno di uno scenario però ben condiviso: per evitare fallimenti,

l’ideale è ragionare fin dall’inizio sugli obiettivi che non solo sono condivisi, ma anche

ragionevolmente posti.

L’interattività significa rispetto della reciprocità, tale per cui il paziente può esprimere preferenze

di argomento, ma all’interno di uno scenario condiviso in cui comunque la responsabilità che le

cose vadano male o bene rimane al terapeuta, sulla carta direttivo e capace di limitare dei

discorsi fuorvianti o prematuri.

7. LA TERAPIA COGNITIVA È CENTRATA SUL PROBLEMA.

L’alternativa è la terapia rogersiana centrata sul paziente.

Centrata sul paziente significa che non esistono obiettivi specifici, ma esiste un obiettivo unico

ossia il miglioramento del paziente.

La psicoterapia breve implica di scegliere il/i problema/i e quindi degli obiettivi circoscritti.

8. LA TERAPIA COGNITIVA È BASATA SUL MODELLO EDUCATIVO.

L’obiettivo non è risolvere il problema soltanto, l’obiettivo è più ambizioso e consiste nello

scoprire come si fa a risolvere il problema.

L’obiettivo non è risolvere il problema per la psicoterapia, non è come dare le pillole; l’obiettivo è

capire perché si entra nella depressione e come si esce dalla depressione.

Di conseguenza consiste anche nel saper stare attenti a non ricadere di nuovo nella depressione e,

al primo insorgere di qualche sintomo, mettere in atto qualcosa di utile per non sprofondare

nuovamente nella patologia.

L’atteggiamento educativo presuppone che il paziente sappia gestire i problemi di umore che lo

riguardano, ben consapevole non solo di come funzionino, ma anche di come fronteggiarli.

Per gli psicoterapeuti è

non basta aiutare la persona a risolvere direttamente il suo problema:

meglio impiegare qualche seduta in più su di un problema al fine che la domanda non si ripresenti

e il paziente abbia sviluppato dei sistemi di soluzione e li possa sperimentare tutti.

9. LA TEORIA E LE TECNICHE DI TERAPIA COGNITIVA SI BASANO SUL METODO INDUTTIVO.

Metodo induttivo significa risalire dal basso, dall’esperienza, dall’osservazione.

In questo caso vi è una differenza rispetto ad Ellis.

Nel metodo induttivo non ci si avvale dell’autorità, non

non vengono scomodate delle statistiche,

si discute, al pari di Ellis, dell’infondatezza o irrazionalità di un’idea, ma si escogitano con il

paziente dei metodi per andare a vedere nella realtà se quel convincimento è fondato o meno.

16

10. GLI HOMEWORK (COMPITI A CASA) SONO UNA CARATTERISTICA FONDAMENTALE DELLA

TERAPIA COGNITIVA.

La psicoterapia cognitiva richiede una seduta di un’ora, un’ora e mezza ogni settimana/ogni due

settimane e i compiti a casa consistono in un paio d’ore tutti i giorni.

La seduta si conclude con l’assegnazione dei compiti a casa, un lavoro utile da fare nel corso

dell’intervallo tra una e l’altra seduta.

Richiede quindi un grosso lavoro da parte del paziente, in quanto è richiesto di dedicare parecchio

tempo a fare registrazioni, a mettere in atto del metodo induttivo per mettere in discussione

qualche schema disfunzionale.

Questi compiti a casa sono una parte essenziale della terapia stessa, in cui non basta andare alle

sedute. La psicoterapia cognitiva è spostata quindi sul lavoro del paziente e lo psicoterapeuta è il

consulente, la guida di un allenamento che la persona fa su se stessa.

Riassunto della seduta

Nel corso della seduta vengono analizzate le credenze proprie della paziente e come questa ha

condotto i rapporti interpersonali lungo la sua vita, dal rapporto con la madre fino a quello con il

compagno, motivo principale per cui lei ora richiede aiuto. La terapia si svolge attraverso un

dialogo simmetrico tra paziente e terapeuta, all’interno del quale quest’ultimo cerca di cogliere

quelli che sono i pensieri e le doverizzazioni più frequenti della paziente e di fare in modo, con

domande molto specifiche, che questa progredisca nell’analisi dei suoi pensieri fino a confutarli. Il

terapeuta si pone come assistente e non come guida, non indica la strada più corretta alla

paziente ma lascia che questa ricerchi le soluzioni e gli errori logici che mal supportano i propri

pensieri. Alla paziente viene rivolta fiducia e sostegno, motivandola e incitandola a proseguire nel

racconto dei suoi problemi, attraverso una serie di riassunti e domande riflessive che comunicano

alla paziente ascolto e interesse da parte del terapeuta, che ancora una volta non è tanto

interessato a indottrinarla e servirle le soluzioni più adatte ai suoi problemi, ma ad accompagnarla

verso un risultato comune.

L’ALCOLISMO

L’alcool è una A

sostanza tossica della quale non è possibile indicare una quantità non dannosa.

parità di dose assunta, i livelli di alcolemia possono a loro volta variare in funzione dei diversi

fattori (età, sesso, abitudine al bere, ingestione di cibo o tipo di bevanda).

Il consumo viene abitualmente espresso in termini di “grammi di alcol ingerito”, di “unità alcolica”

o di “bicchieri standard”.

[Q.tà di bevanda(ml)xGradaz. Alcolica(%)x0,8(densità alcol)]/100= gr.alcol

I livelli soglia giornalieri per un consumo di alcol moderato o a basso rischio sono equivalenti a

24gr al giorno per gli uomini e 12gr per le donne.

Come si diventa dipendenti?

La dipendenza si sviluppa mediante un modello dell’apprendimento: bere un prodotto alcolico

provoca degli effetti inizialmente percepiti come positivi di calma, piacere gustativo, rilassamento,

rallentamento del ritmo cardiaco, vasodilatazione ed elevato tono dell’umore.

L’alcol inoltre si associa fortemente a caratteristiche come l’ambien

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Publisher
A.A. 2014-2015
26 pagine
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/08 Psicologia clinica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher fede_bompi di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Fondamenti di Psicoterapia Cognitiva e Comportamentale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Padova o del prof Sanavio Ezio.