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ANALISI FUNZIONALE SU GIOVANNI
Antecedente Comportamenti Conseguenza
Andrea è in camera a giocare da
solo
Giovanni va in camera a prendere
il gioco
Andrea da uno spintone a
Giovanni
Giovanni da uno schiaffo ad
Andrea
Giovanni tira uno schiaffo ad
Andrea, piango e chiamo la
mamma
ANALI FUNZIONALE SULLA MAMMA
Antecedente Comportamenti Conseguenze
Quando è importante fare questo tipo di analisi funzionale secondo voi?
Inizialmente abbiamo fatto l’ABC per spiegare il modello cognitivo
L’analisi funzionale cognitiva
Caso clinico di Sofia, 17 anni
Provate a fare una sequenza di ..
Cosa potrebbe esserci in B?
All'interno della terapia cognitiva comportamentale questi sono i principi fondamentali, tutti i
problemi psicologici sono C. Sono le conseguenze, sono problemi emozionali, sono problemi
comportamentali, sono la nostra fenomenologia. Quello che osserviamo. I problemi sorgono dal B,
quindi dalle credenze, dalle immagini e dai pensieri. Dentro B c'è tutto, ci sono i pensieri
automatici, le credenze, gli schemi cognitivi. I problemi sorgono da B e non da A, non è l'evento
ma è l’interpretazione dell’evento. Esistono legami prevedibili da B e C. Un altro elemento
fondamentale è che le credenze, le immagini, i pensieri, gli schemi provengono da esperienze
precedenti. In che modo la impariamo secondo voi? In che modo impariamo le nostre credenze? Da
dove ci vengono quelle credenze? Ci vengono dall’esperienza passata. Abbiamo imparato a giudicare
un determinato tipo di comportamento, secondo determinate regole, secondo rinforzi precedenti,
secondo la cultura e quindi i fattori ambientali. Come si apprende? Si apprende tramite rinforzo
(classico, operante) ma si apprende anche per osservazione, per modeling, per osservazione
diretta ma c'è anche un apprendimento sociale e culturale. Il modo con cui i miei genitori, il mio
sistema educativo mi ha allevato, ha rinforzato alcune cose e non ha rinforzato altre.
Alcune riflessioni sull'apprendimento. A partire dal modello delle nevrosi apprese di Eysenck ; negli
anni 60-70 ci furono molti articoli, libri che parlavano di nevrosi apprese, nevrosi prendendo il termine
dal modello psicoanalitico, appreso come modalità di spiegazione della nevrosi. Quindi se è possibile
apprendere una nevrosi, è possibile anche disapprenderla. Questo è il sistema di Eysenck che andava
contro il modello psiconalitico. Fa questo esperimento che si chiama Napalkov nel 63' con due gruppi
di cani. In questo esperimento associa il colpo di pistola ad una piccola stimolazione dell'orecchio del
cane con una piuma. Un solo colpo di pistola, piccola stimolazione dell'orecchio. Quindi uno stimolo
incondizionato diventa condizionato (il tocco della piuma dietro l'orecchio). La risposta
inizialmente incondizionata, dopo lo sparo della pistola, è l'aumento della pressione sanguigna. Se
ai cani viene continuamente mostrato il colpo della pistola (di solito i cacciatori lo fanno) secondo voi
cosa succede?
Risposta: ma continuamente mostrato il colpo di pistola senza la stimolazione con la piuma? Che si
perdeva l'associazione tra il colpo di pistola e la stimolazione?
Prof: si ma cosa succede alla nostra variabile dipendente? Nella risposta incondizionata cosa
succede? Succede che lentamente diminuisce e che c'è abituazione rapida. Ed è quello che viene
fatto con i cani da caccia. Si continua a sparare e il cane lentamente si abitua. Non tutti, alcune volte
non succede. Questa è un’abituazione, è un’abituazione rapida, che avviene anche a noi. Cosa succede
invece se al cane non viene più presentata la pistola ma viene semplicemente toccato
l'orecchio?
Non c'è abituazione. Anzi più numerose sono le stimolazioni, più alta diventa la pressione. Basta
una sola associazione, tra stimolo neutro e stimolo incondizionato e nessun altro colpo di pistola
sparato e la presentazione ripetuta dello stimolo condizionato (la piuma sull'orecchio) porta ad
un costante aumento della pressione arteriosa. Cosa è successo nella testa del cane? è quella che si
chiama incubazione della paura. è un test, va contro le vostre previsioni, e quindi dobbiamo
interpretarla in un altra maniera. Cosa succede al cane secondo voi? c'è stata una singola associazione,
una singola paura. Sta succedendo qualcosa dentro quella testa.
Si sta aspettando una possibile intenzione, non dell'arrivo perchè se arriva lui sarebbe apposto, di un
possibile arrivo. Quindi l'ansia non fa altro che aumentare. Detto effetto "Napalkov" oppure
incubazione della paura. In qualche maniera dobbiamo dedurre che c'è un’attesa, un’attesa incubatoria
di un possibile evento catastrofico da parte del cane, di un possibile stimolo nocivo. Quindi dobbiamo
inferire qualcosa che sta succedendo nella testa del cane. La ripetizione dello stimolo condizionato -
prima neutro - ( la piuma sull'orecchio ) senza lo stimolo incondizionato ( il colpo di pistola ) mi
da una risposta incondizionata ( la pressione arteriosa ). L'aumento della risposta incondizionata
è proporzionale alla ripetizione dello stimolo condizionato. ( la piuma sull'orecchio del cane ). La
conseguenza è spesso l'ipertensione cronica, perché la risposta incondizionata diventa condizionata alla
costante ripetizione dello stimolo neutro ( o condizionato ). Quindi noi apprendiamo, anche senza
volerlo per stimoli incondizionati e per previsioni di elementi presenti nell'ambiente. L'attesa di un
danno, se volete, è molto peggiore del danno in se per il cane. Questa è una metodologia che purtroppo
viene utilizzata nelle torture. Per cui la risposta fisiologica di paura è molto più alta durante l'attesa
rispetto all'evento in se. Allora ciò che abbiamo applicato all'ipertensione del cane, nell'umano dove è
possibile applicarla? Ci deve essere uno stimolo incondizionato ad un certo punto. quale potrebbe
essere? Noi siamo dentro ai B adesso e quindi la nostra aspettativa è stata determinata da qualcosa.
Quindi la nostra credenza su qualcosa è stata in qualche maniera condizionata. Come la credenza che
prima o poi arriverà lo sparo è stata condizionata con la piuma. Dove potete trovarla questa?
Risposta: io stavo pensando alla fobia sociale, una persona che sta facendo per la prima volta un
intervento in classe e la professoressa ha qualcosa da ridire rispetto all'intervento. La cosa per la
persona è imbarazzante, magari ci sono delle persone che accanto ridono, e la successiva volta che
la persona è in classe e magari ha voglia di intervenire - ma ha accanto delle persone che stanno
parlando - sente la risposta fisiologica.
Le caratteristiche dei pensieri automatici
Sono appunto automatiche per definizione, non richiedono sforzo (possono richiederlo per
riconoscerle, ma non per generarle), sono condizionate nella maggior parte dei casi e sembrano vere.
Con questo non voglio dire che tutti i pensieri automatici sono falsi, anzi; in un’altra logica a cosa
potrebbero servire? Qual è la loro funzione? Una valutazione immediata di una situazione, riconoscere
il reale molto velocemente e di conseguenza possono essere funzionali e veri. Orientano il
comportamento e le emozioni. Sono perciò un modo che abbiamo molto veloce e automatico di
analizzare la situazione che stiamo vivendo. I pensieri automatici alcune volte sono falsi di per sé, ma
alcune volte possono essere veri. Non tutti i pensieri automatici sono falsi di per sé da un punto di vista
logico, ma quando li produciamo ci crediamo, sembrano veri. Il processo per cui li mettiamo in
discussione richiede uno sforzo sia di riconoscimento del pensiero automatico, sia di messa in
discussione successivamente. I pensieri automatici patologici, sono inutili:
non hanno senso dal punto di vista dell’interpretazione del reale;
prolungano la sofferenza della persona (senza nessun motivo);
saturano la coscienza (perché l’emozione collegata è elevatissima);
sono spesso difficili da scacciare, soprattutto quando ritornano in maniera ruminativa all’interno della
mente del soggetto;
attivano emozioni negative.
Le credenze intermedie sono fatte da regole, assunzioni, atteggiamenti e di solito hanno una forma
verbale e una logica. Si posso dividere in regole condizionali (frasi di se … allora, se l’altro non è
contento di me allora non mi apprezza, se tutto non è perfetto allora io non valgo nulla, se non faccio
niente è perché sono incapace) e incondizionali (io non devo deludere gli altri, tutto nella mia casa deve
essere perfetto, tutto nella mia vita deve essere perfetto). Queste regole sono a tutto tondo, totalizzanti:
non devo deludere gli altri IN ASSOLUTO, TUTTO deve essere perfetto, bisogna SEMPRE far
qualcosa, se l’altro non è contento di me allora non apprezza me IN GENERALE. Tutte queste
credenze vanno nella lettera B.
Regole incondizionali
Non devo deludere gli altri
Tutto deve essere perfetto
Bisogna sempre far qualcosa
Regole condizionali
Se l’altro non é contento di me allora non mi apprezza
Se tutto non é perfetto allora non valgo nulla
Se non faccio niente é perché sono un’incapace
Abbiamo visto al primo livello pensieri automatici, secondo livello le credenze, terzo livello credenze
di alto livello o schemi (dipende dal modello preso in considerazione). Queste regole e credenze come
le spieghiamo? Da dove vengono? Di solito queste regole e credenze e poi anche gli schemi cognitivi
vengono implementati nella storia del paziente, cioè devono avere una coerenza (e di solito ce l’hanno)
con la storia del paziente.
Se la regola è “devo fare tutto perfettamente” troviamo che ognuno di noi abbia questa regola, come la
regola determina l’idea automatica? Beck dice attraverso una funzione del pensiero o una
disfunzione di questo, se la mia regola centrale è “devo fare tutto perfettamente” e la funzione del
pensiero è la scotomizzazione ( ovvero divido le cose ) basta una sola persona che sbadigli in
quest’aula perché io arrivi a pensare “non valgo niente” e mi verrebbe l’ansia. Perché osservo
attraverso la funzione di scotomizzazione soltanto quell’individuo che non è attento in quel momento
senza badare a tutto il resto della classe che è attenta.
Però se la mia regola è “devo essere perfetto in tutto” non posso ammettere neanche quella persona che
sta sbadigliando. La scotomizzazione è una funzione che è insita all’interno della scelta possibile di
pensieri disfunzionali. C’è anche la foca