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MERCATI OLIGOPOSTICI
I comportamenti delle imprese diventano significativi proprio nei mercati di tipo oligopolistico, in cui
il gioco competitivo è tra poche imprese le quali si rendono conto dell'impatto che le loro azioni
hanno sui rivali e sul mercato nel suo complesso e viceversa.
In oligopolio esiste un’interdipendenza reciproca tra le imprese, che non esiste negli altri mercati.
Quali sono gli elementi che facilitano il coordinamento tra gli oligopolisti?
Ogni realistica teoria dell'oligopolio parte che quando la concentrazione di mercato è elevata, le
decisioni in materia di prezzo sono interdipendenti.
Una scelta di un’impresa determina reazioni, da parte delle altre imprese, che possono:
comportare ad una collusione oppure alla competizione che diventa molto aggressiva.
I profitti saranno più alti quando si adotteranno politiche di tipo cooperativo.
→ Visto che le imprese vorranno massimizzare i loro profitti, si rendono conto che questi passano per
profitti collettivi attraverso un pricing che si avvicina a quello di monopolio.
Questa logica si scontra con il fatto che il coordinamento delle politiche non è facile.
Le imprese hanno costi e quote di mercato diverse. Da queste differenze derivano politiche di prezzo
o di prodotto che possono diventare conflittuali.
Cosa facilità il coordinamento tra imprese?
• facilità di comunicazione
• facilità di trovare prezzi comuni
Come fanno a trovare prezzi che siano comuni? Come fanno a comunicare?
1. Accordi aperti
accordi nascosti
E’ stato osservato che la collusione per garantirsi prezzi e profitti monopolistici è nata molto tempo fa.
Negli anni ’30 in Germania un quarto dei prodotti industriali presentava un cartello. In Svizzera in un
anno sono stati scoperti 136 cartelli.
Lo stesso Adam Smith sosteneva infatti che "raramente le persone di una stessa industria si
incontrano insieme per divertimento o svago, ogni qualvolta si incontrano la loro è una cospirazione
contro il pubblico" →
USA 1890: legislazione antitrust, EU più tardi collusioni più evidenti. 25/03/2015
I mercati oligopolistici tendono ad essere instabili:
A. Ci possono essere cartelli
B. in un altro momento, ci possono essere scartellamenti o deviazioni dal cartello orginale.
Esistono fattori che facilitano nella formazione dei cartelli:
− I partecipanti devono aumentare il prezzo senza indurre un incremento della concorrenza
esterna all'accordo.
Le imprese aderiscono solo se sono convinte che aderire al cartello determina un vantaggio
dei prezzi che può durare nel tempo.
− La punizione prevista dalle norme antitrust per la costituzione del cartello deve essere minore
dei guadagni attesi.
Il cartello ha significato se le imprese hanno incidenza sul prezzo, quindi, è legato alla
durezza con cui le autorità antitrust monitorano il mercato. Se antitrust è debole, è più forte la
spinta delle imprese a fare cartello.
− Il costo di formazione dell'accordo deve essere minore dei guadagni attesi.
Se sono numerosi i partecipanti al cartello, avendo ciascuno interessi diversi, si arriverà ad
avere maggiori costi di gestione.
Il valore mediano delle imprese che, costruendo un cartello, hanno ottenuto successo era
composto da 8 imprese, mentre andavano riducendosi i cartelli con piu imprese. Il cartello a
livello globale invece ha una media di 6 imprese a cartello.
− Il prodotto deve essere omogeneo.
Più omogeneo è il prodotto, più facile è raggiungere un accordo. Se non lo fossero, ci sarebbe
una diversificazione dei prezzi che renderebbe difficile il coordinamento tra le imprese stesse.
− L’esistenza di una associazione di categoria che favorisce l’incontro tra le imprese.
Più sono le imprese che partecipano al cartello, più il ruolo delle associazioni di categoria
diventa importante.
Nonostante questi fattori, c'è sempre la tentazione da parte delle imprese a deviare rispetto alla
disciplina dei cartelli per aumentare la loro quota di mercato.
Siccome il problema delle deviazioni è molto frequente allora ci sono dei metodi per prevenire le
deviazioni:
• Si decide su fattori diversi dal prezzo
• Si definiscono le quote di mercato e rimangono invariate
• Si impongono pene per le eventuali deviazioni
• Si definiscono gli arbitri in caso di controversie
• Si assoldano agenzie di investigazioni
• Si dividono geograficamente i mercati
• Si inserisce la clausola della nazione privilegiata: Questa clausola si usa nel commercio
internazionale e garantisce al cliente che io non sto vendendo lo stesso bene ad un altro
→
cliente ad un prezzo minore prezzi lineari.
• Si inserisce clausola "prezzo più basso": l’impresa garantisce sempre il prezzo più basso. In
questo modo dovrà mantenere lo stesso prezzo (basso) per le forniture successive.
• Si stabiliscono dei prezzi di intervento: significa che, tutti i membri del cartello, sono
d'accordo che se il prezzo scende oltre un certo livello, ogni impresa aumenterà l'output a
→
livello precedente al cartello rottura del cartello. 30/03/2015
Il vero problema dei cartelli è che le imprese non si potrebbero parlare. Il problema che hanno le
imprese è di trovare mezzi di comunicazione che sfuggano al controllo delle autorità antitrust.
Sono nate quindi delle forme che hanno lo stesso effetto dei cartelli ma sono meno visibili e come tali
permettono di non entrare sotto il controllo delle autorità antitrust:
PRICE LEADERSHIP :
o Un impresa (price leader) prende la guida della modifiche dei prezzi praticati sul mercato.
Nella grande maggioranza dei casi, si tratta di un aumento dei prezzi.
Le condizioni per cui si viene a definire una price leadership sono:
a) Le imprese che operano nel settore riconoscono che è meglio cooperare che
competere
b) Ci deve essere un’impresa che ha una discrezionalità significativa sui prezzi, ossia
deve essere in grado di esercitare un leadership e che questa leadership venga
riconosciuta.
Il LEADER talvolta è l’impresa più grande. In genere il leader non è l’impresa più efficiente.
È molto gradito avere come leader un’impresa con costi medi, e non con costi più bassi,
perché quest’ultimo potrebbe accontentarsi di prezzi più bassi.
La price leadership nasce dallo studio di casi empirici. Attraverso queste analisi si sono
individuare forme di leadership dominante, collusive (forti) e forme di leadership barimetrica
(debole).
Perché si possa parlare di leadership dominante, vuol dire che l'impresa deve essere seguita
(quasi all'unanimità) da parte di tutte le imprese.
Se l'impresa leader non viene seguita, allora questo meccanismo è un mero strumento di
→
comunicazione (fa sapere che è in atto un cambiamento di prezzo) rottura dell'oligopolio
con conseguente avvio della competizione.
Caratteristiche leadership dominante:
◊ Il leader non farà cambiamenti di prezzi troppo frequenti: il prezzo non si aggiusta
sulla base della congiuntura ma segue un ottica di medio lungo periodo.
◊ Spesso i cambiamenti di prezzo vengono fatti in relazione a cambiamenti significativi
nella struttura dei costi o dei cambiamenti nella domanda
◊ L’impresa leader manda segnali (comunicati stampa) di aumento dei prezzi che
richiamano attenzione opinione pubblica sul fatto che i prezzi nel settore sono troppi
bassi in quel settore, le altre imprese capiscono e avverrà un incremento di prezzi.
◊ Il leader (non sempre più efficiente) dovrà adottare non tanto il prezzo a lui gradito,
quanto una struttura dei prezzi che sia gradita alle restanti imprese che sono sul
mercato. Il leader dovrà quindi interpretare la condizione di mercato.
→
Può succedere che il leader abbassi i prezzi se gli altri non aderiscono a questo
→
calo dei prezzi potrà esserci competizione sul prezzo.
Oltre alla price leadership dominante c'è anche, secondo Stingler, la leadership barometrica
ossia la leadership debole, non dominante che non ha il potere vincolante di convincimento da
essere seguita da tutti.
Non ha potere di imporsi ma suggerisce ai rivali, cercando di convincerli ad aderire alla sua
politica di prezzo perché questo prezzo riflette in maniera più adeguata e più pronta le
condizioni di mercato.
Caratteristiche leadership barometrica:
• L’identità del leader può cambiare perché è l'impresa che per prima capisce la
possibilità e la necessità di cambio dei prezzi.
• Il leader non ha potere vincolante sulle altre imprese, queste possono non aderire o
aderire anche in ritardo
• Si esercita solo in maniera giuridica nel senso che il leader formalizza, in un listino
prezzi, i prezzi che di solito sono già praticabili.
• Il leader non ha potere di imporre ma ha la capacità di persuadere.
conseguenza è che sia nella leadership barometrica, sia nella leadership dominante
l'effetto è la fissazione di prezzi più elevati rispetto a quelli che ci sarebbero a parità di altre
condizioni.
Il leader altrimenti definisce il prezzo o il livello limino a cui il prodotto può essere venduto.
Ci sono eccezioni: ad esempio ci può essere qualche impresa oligopolistica che ha prezzi più
→
bassi rispetto agli altri, non aderisce alla price leader inizio di qualche guerra di prezzi.
RULE OF THUMB PRICING (REGOLA DEL POLLICE)
o Il prezzo viene basato su una modalità di determinazione politica dei costi effettuati
dall'impresa che diventa strumento per coordinare i prezzi.
Viene usato:
Il costo pieno di produzione (costo per unità di prodotto) + % (il profitto normale o il ritorno
del capitale investito)
ottima perché copre i costi fissi e dà un margine pratico.
Se tutte le imprese di un settore hanno costi simili e utilizzano simili forme di costo
pieno è piu facile collusione sui prezzi, oppure se è un price leader usano questa forma per
determinare il prezzo corretto.
Perchè si usa questo meccanismo?
i. È un modo per superare le incertezze connesse alla stima della forma della funzione
di domanda e dell'elasticità di questa
ii. Si basa su una presunta equità.
Fondamentalmente però la vera ragione è che la posizione di lungo periodo di un impresa può
→
venire messa alla prova dalla fissazione di prezzi troppo alti nel bp ( regola del pollice
potrebbe portare prezzi nel bp troppo alti e non va bene per l'impresa che ha una visone