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FEDELI
membro della comunità se è battezzato e non necessariamente in una chiesa cattolica ma anche in una comunità
cristiana e poi accettato. Inoltre è necessario essere in comunione con la chiesa. In quanto metro di una comunità sul
soggetto gravano una serie di diritti e di doveri. Funzioni canone 204: “chiamati ad attuare secondo la condizione propria
di ciascuno missione che Dio ha affidato alla chiesa da compiere nel mondo. Il battesimo serve ad incorporare il
battezzata, la chiesa è un popolo e il fedele ha un compito da attuare nel processo di edificazione della chiesa. Sono
due situazioni quelle in cui il fedele è chiamato a concorrere all’edificazione della chiesa: matrimonio, istituto di diritto
naturale, il matrimonio dal punto di vista della chiesa cattolica è lo strumento attraverso cui l’uomo concorre al disegno
creaturale di Dio, perciò il codice di diritto canonico disciplina in modo dettagliato questo aspetto –diritto di associazione,
la chiesa cattolica riconosce questa possibilità per i fedeli ed ammette non solo l’esistenza di movimenti spontanei ma
anche di associazioni che distingue in due categorie: di diritto pubblico e di diritto privato, queste di diritto privato si
distinguono in associazioni rock oscure e non riconosciute. Le associazioni di diritto pubblico sono costituite dai fedeli
ma vengono approvate dall’autorità ecclesiastica, questa autorizzazione permette loro di agire in nome della chiesa,
significa che nella loro azione presentano un rapporto più intenso con l’autorità ecclesiastica stessa che può disporre
controlli penetranti. Comunità di sant’egidio. Quando l’associazione di diritto privato è riconosciuta gode di uno stato
giuridico disciplinato e dettagliato dal diritto canonico ma non può agire in nome della chiesa, fraternità di comunione e
liberazione. Quelle non rimosse sono soggette a un regime generalissimo meno controlli e meno benefici.
LAICI
Non pensare che laici siano i fedeli che vivono nel mondo, perché in definitiva sono laici anche quei religiosi che non
appartengono a ordini contemplativi. Il codice elenca una serie di diritti e doveri che riguardano solo i laici: l’educazione
cristiana, il matrimonio, la famiglia, ci sono poi norme che legittimano i laici a coprire funzioni che non sono proprie dei
chierici, canoni 228231. I chierici sono il gruppo più importante all’interno del popolo di dio poiché hanno ricevuto il
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sacramento dell’ordine, diacono, chierico e vescovo. Laici sono quei fedeli che sono in maggiore comunione con la
chiesa e in funzione di questa scelta possono svolgere compiti e funzioni qualificati. Funzioni dei chierici: insegnare cioè
diffondere la buona novella –funzione di santificare: partecipazione ad attività liturgiche e sacramentali –funzioni di
governare: esercizio della potestà di governo hanno la funzione legislativa, esecutiva, giudiziaria. La funzione di
insegnare è riconosciuta anche ai laici, protagonisti di una funzione importante della chiesa poiché partecipano alla
diffusione della novella, rispondono del delitto di eresia se diffondono male il messaggio. Funzione di santificare:
Lettorato, leggere le scritture durante la celebrazione o coinvolgere i fedeli nelle celebrazioni, preparazione ai sacramenti
e Accolitato assistenza al servizio dell’altare, distribuzione della comunione e amministrazione del battesimo. Dopo il
concilio Vaticano II questi diventano degli ordini minori e non più il primo livello del sacramento dell’ordine. Sono però dei
passaggi che devono percorrere i diaconi permanenti. Funzione di governare, è previsto che alcune funzioni all’interno
dei tribunali ecclesiastico possano essere svolte dai laici. Promotore di giustizia. Il difensore del vincolo esiste solo nella
chiesa cattolica: nel dubbio difendere sempre la validità del vincolo. Valgono due presunzioni, in dubio pro reo, e nel
dubbio sempre in favore del vincolo. I laici possono svolgere anche funzioni diplomatiche: funzione di legati pontifici cioè
ambasciatori della chiesa universale nei rapporti con le chiese particolari, funzione di Nunzio, funzione di
rappresentanza presso gli stati o organizzazioni internazionali.
CHIERICI
Sono i ministri sacri che hanno ricevuto il sacramento dell’ordine oltre a quello del battesimo. Ci sono tre diversi gradi, il
primo è il Diacono, poi il Chierico, infine il Vescovo. Per accedere a questa particolare categoria di soggetti è prevista
un’eta minima di 25 per il presbiterato, 35 anni per il diaconato permanente mentre 25 per un diacono che perfezionerà il
suo percorso, 35 anni per l’episcopato. Un’adeguata preparazione culturale e dottrinale. Professione integrale della fede
cattolica. Conduzione di una vita ineccepibile. È fatto divieto di sacerdozio femminile, requisito fondato sul diritto umano
e non su quello divino. Un volta che è un chierico è ordinato viene incardinato all’interno di una chiesa particolare
(diocesi), all’interno di una prelatura personale (opus dei), all’interno di un istituto di vita consacrata (ordini religiosi).
L’incardinazione serve a capire sotto il potere di chi si sottoposti, la struttura è ancora fortemente impostata a una
struttura di tipo medievale, capire quale è il soggetto a cui riferirsi poiché è l’autorità che esercita il potere sul soggetto.
Chi è chierico ha poi più doveri che diritti e questo perché egli ha un particolare compito da svolgere nella chiesa e la
sua funzione è più orientata al servizio piuttosto che all’esercizio vero e proprio di diritti. Il primo obbligo è quello di
portare rispetto al papà e al proprio vescovo. Hanno anche limiti sono sottoposti a una serie di vincoli e restrizioni come
in materia di diritto di associazione, il canone 278 riconosce loro il diritto di associazione ma ne fa divieto se questa non
è compatibile con la condizione giuridica del chierico. Egli non può avere parte attiva nei partiti politici o nei sindacati
salvo che non lo richiedano la difesa dei diritti della chiesa o la promozione del bene comune. Hanno la funzione di
insegnare cioè il compito di diffondere il messaggio, è quella funzione che realizza il magistero della chiesa, è importante
poiché il diritto divino positivo non si applica direttamente ma ha bisogno di una integrazione, il magistero ordinario porta
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nella storia le norme di diritto divino rivelato e le mette a disposizione di quel particolare tempo storico, è un magistero
fallibile (caccia alle streghe, processo a Galileo Galilei), il magistero straordinario è invece infallibile, principio introdotto
nel 1870 con il concilio Vaticano I, vi sono stelle condizioni rigorose che dicono quando è straordinario. Il magistero
infallibile o straordinario compete al papa e al collegio episcopale, l’importante è che sia fatto a certe condizioni è che
risulti in modo chiaro. Funzione di santificare: funzione con la quale si amministrano i sacramenti, funzione certamente
fondamentale, a seconda del livello occupato dal chierico le competenze sono diverse e solo i vescovi e il papa hanno la
pienezza delle funzioni. I diaconi possono assistere al matrimonio poiché nel matrimonio i ministri sacri sono gli sposi.
funzione di governare: anche questa cambia a seconda della carica svolta. I chierici svolgono funzioni amministrative se
sono a capo di una parrocchia che è l’unità amministrativa minima. Esercita potere solo se ha un ufficio a cui è a capo.
Condizione specifica è quella del celibato. Con il sacramento dell’ordine scatta l’obbligo del celibato cioè non solo che il
chierico non può contratte matrimonio ma ha l’obbligo di astenersi da relazioni sessuali anche fuori dal matrimonio, è un
obbligo di diritto umano: scelta che è stata fatta dal legislatore umano. Può essere che lo stato clericale si perda o
perché incorre in una sanzione penale (abusi) o perché è soggetto di una dispensa che lo dispensa dalla condizione
giuridica di chierico quel soggetto che non vuole più essere tale. In entrambi questi casi l ‘obbligo del celibato non viene
meno, perché venga meno è necessaria un’ulteriore dispensa che è di competenza esclusiva del pontefice. Canone 277
contenuti del dovere di celibato.
23 Aprile 2015
Lezione 15
MACELLAZIONE RITUALE
Tutte le società sono caratterizzate da regole alimentare, soprattutto quelle ideologicamente orientate. Alcune regole da
un punto di vista antropologico non sono così irragionevoli, ma perseguono degli obiettivi condivisibili come ad esempio
la protezione della salute, la protezione delle risorse naturali, espressione di empatia (in generale la maggior parte delle
persone sarebbe indori dita a mangiare il cane), promozione della solidarietà e dell’identità di un gruppo. Le regole
alimentari religiose possono dividersi in tre diversi gruppi:
1. Norme che vietano il consumo di determinati alimenti. In questo ambito è l’ebraismo ad avere un corpus di
norme molto vasto: possono essere mangiati gli animali di terra leciti che siano ruminanti e con lo zoccolo spaccato. (No
maiali, non cammelli e dromedari). Tra quelli d’acqua sono mangiabili quelli che abbiano pinne e squame facilmente
rimovibili e i prodotti da questi derivati.(no caviale, no vongole cozze, no anguille). Possono essere mangiati gli uccelli
tradizionali (oca, anatra, tacchino, pollo). Nell’islam le regole sono meno dettagliate: non è lecito il consumo di carcasse
di animali morti o animali macellati nel nome di un altro Dio, essendo l’uccisione un fatto grave occorre essere fatta nel
nome di Dio , maiali, animali con zanne (cane e tigre) uccelli rapaci, serpenti e rane, sangue, sostanze inebrianti.
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2. Norme sull’astinenza o sul digiuno. Caso del Ramadan mese in cui i musulmani non consumano cibi solidi e
liquidi dall’alba al tramonto.
3. Norme sulla preparazione dei cibi leciti. Regole che riguardano la macellazione rituale.
Innanzitutto non è il metodo di macellazione che prevede le sgozzamento. Anche nella macellazione convenzionale cioè
quella industriale è previsto lo sgozzamento poiché il sangue deve defluire perché la carne sia mangiabile. Nella maggior
parte delle pratiche di macellazione rituale l’animale deve essere sgozzato da cosciente, nell’ebraismo sempre mentre
invece nell’islam diverse comunità si sono aperte al dialogo e alla sensibilità dei tempi moderni: accettano lo stordimento
purché non comporti la morte dell’animale perché questa deve avvenire per sgozzamento e in nome di Dio. La
macellazione rituale è l’uccisione di un animale secondo riti relig