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La statuetta più importante del periodo è la Venere di Willendorf; non ci sono rappresentazioni maschili.
La religione è di tipo sciamanico: deriva da sciaman, che è uno ‘stregone’ dalle capacità superiori legate
anche alle cure mediche ed ha un grande potere nella comunità. E’ comune a tutte le comunità primitive
eccetto nel nord-est asiatico.
Lo sciamano per compiere i viaggi nelle altre sfere (infera, deli malati, divina) si traveste da animale
(spesso uccello, e in alcuni gruppi si dice che egli parla la lingua degli uccelli; vengono scelti i volatili
perché si tratta di una specie che può volare, camminare e nuotare, mettendosi del tutto al contatto con
la natura – tuttavia sono gli animali in generale ad essere considerati comunicatori con il mondo
sovrannaturale).
MESOLITICO (10.000 a.C. – 6200 a.C.)
Questo periodo ha una certa continuità con il Paleolitico Superiore ed ha somiglianze varie (raccolta e
poca caccia, microlitismo). E’ l’età più breve e considerata di transizione verso il Neolitico.
NEOLITICO (6200 a.C. – 3700 a.C.)
Significa età della pietra nuova perché si inizia a levigare la pietra (anche se si continua a scheggiarla).
In questa età avviene la rivoluzione agricola e si inizia ad allevare.
Si riorganizzano le comunità che diventano stabili; la popolazione ha un incremento, nonostante all’inizio
del periodo c’è una diffusione di malattie visto il nuovo contatto con gli animali.
Ha origine in punti diversi del mondo (Europa, Asia, Mezzaluna fertile, Cina, Stati Uniti Orientali e
Mesoamerica): in questo caso sorge senza contaminazione, non viene indotto da altri, mentre quando si
viene a contatto tramite terzi si parla di Neolitizzazione. C’è l’utilizzo dell’ossidiana (Lipari), presenza di
ceramica e si hanno ritrovamenti di canoe in legno.
Ci sono inoltre divisioni culturali ottenute in base alla ceramica:
-di Starcevo nella penisola balcanica
-del Mediterraneo con la ceramica impressa (decorazioni impresse prima della cottura, soprattutto con
conchiglie; si differenzia di zona in zona per la forma delle ciotole, e insieme alle impressioni ci sono
ceramiche dipinte e incise)
-della pianura dell’Europa centrale con la Bandkeramik
Le grotte del Neolitico sono impiegate come luoghi di sepoltura. Viene qui attestata la pratica della
trapanazione del cranio più per scopo terapeutico che per cannibalismo. Continua il culto della madre
Terra.
Non ci sono più grandi pitture come nel Paleolitico ma solo decorazioni. Le abitazioni sono capanne con
strutture a ferro di cavallo, rettangolari o circolari. Sono costruite con la tecnica a graticcio (muri di paglia
e argilla, molto resistenti). Spesso erano circondate da trincee, indice di instabilità e di contrasto con le
altre civiltà. Da questo periodo si hanno palafitte ben conservate per merito dell’ambiente lacustre.
Le sepolture sono per il 72% nell’abitato e per il 28% nelle grotte. Il rituale per gli adulti è l’esumazione e
la sepoltura rannicchiata con ocra rossa, le sepolture in gruppo non sono molte.
Le prime comunità neolitiche hanno meno salute rispetto ai gruppi paleolitici: c’è una diminuzione della
robustezza scheletrica, un aumento delle malattie infettive a causa dell’aumento demografico e al
contatto con gli animali che favorisce la tubercolosi e frequenti casi di anemia a causa della dieta carente
di ferro; gli eccessivi carboidrati invece comportano lo sviluppo e la frequenza di carie.
ETA’ DEL RAME O ENEOLITICO (3700-2300 a.C.)
In questo periodo si ha l’esistenza certa dell’aratro a trazione animale e si diffonde il cavallo domestico.
L’estensione varia da uno a quattro ettari di abitato; quelli maggiori sono sulle vie dominanti e controllano
le vie di comunicazione. Gli abitati sono fortificati da fossati, palizzate e muraglioni, indice di maggiore
contrasto che si evince anche dalle tombe maschili, dove compaiono per la prima volta le armi: si erge
quindi una élite guerriera, che comporta un cambiamento ideologico, perché il guerriero entra in conflitto
con la dea madre, in questo momento che si forma la famiglia patriarcale.
Ci sono sepolture megalitiche, che indicano personaggi emergenti. Gli oggetti sono più numerosi perché
accanto alla ceramica c’è il metallo.
Sicilia e Sardegna in quest’età hanno influssi verosimilmente dall’Egeo e quindi diverso dal resto della
penisola. Gli insediamenti sono tutti fortificati e sono su due livelli gerarchici: si trovano muri a secco,
palizzate in legno, fossati e fortificazioni di origine naturale.
ETA’ DEL BRONZO (2500/2300 a.C. -950/900 a.C.)
ANTICO (2500/2300-1700 a.C.)
MEDIO (1700-1300 a.C.)
RECENTE (1300-1150 a.C.)
FINALE (1150-950/900 a.C.)
Rappresenta il passaggio verso la complessità della società. Avviene ovviamente l’innovazione del bronzo,
molto più resistente del rame, che consente di apportare cambiamenti significativi delle armi e delle
attrezzature soprattutto nell’agricoltura; vengono realizzati anche molti ornamenti (fibule).
C’è un progressivo incremento della complessità della gerarchia sia di insediamento che nei singoli siti.
L’età del Bronzo ha una cronologia diversa nel Mediterraneo ed è contemporaneo alla civiltà palaziale a
Creta, evoluta sotto il profilo urbanistico.
C’è la tendenza a concentrare la popolazione soprattutto nelle fasi avanzate. I grandi siti, infatti, sorgono
già nell’età del Bronzo (come Roma, Bologna, Bari, Taranto) e da allora in poi saranno città abitate senza
interruzione. In questa fase la tendenza è sia di realizzare abitati difesi che abitati non difesi rivolti
esclusivamente allo sfruttamento del territorio.
Castellieri -> abitati fortificati sulla cima delle montagne (Carso Triestino)
Terramare -> abitati con argini di terra e fossati dove vengono incanalati i fiumi (Pianura Padana)
In Sardegna e Corsica si sviluppano le torri (architettura nuragica).
Emerge sempre di più la pastorizia, che insieme all’allevamento e alla crescita della lavorazione dei
metalli (anche pregiati come oro e ornamenti in vetro) costituisce un aspetto importante del periodo, con
differenze tipologiche tra le regioni.
Da questo periodo vengono creati i ripostigli, luoghi dove vengono nascosti gli oggetti in metallo,
interpretati come depositi di fonditori nel caso di oggetti rotti o difettosi, ma che in altri casi vengono
interpretati come donazioni alla divinità oppure ancora come prime forme di tesorizzazioni.
Si diffonde inoltre un certo simbolismo che interessa tutta l’Europa, usato soprattutto nella decorazione di
vasi o metalli, decorazioni quindi non casuali come il disco solare. Nel Mediterraneo, essendo più in
contatto con il mondo egeo si ha una varietà maggiore di forme e decorazioni: alcuni cambiamenti si
hanno soprattutto grazie ai micenei (i ‘primi’ greci) che si pensa, ad un certo punto, si siano stanziati
anche nelle comunità mediterranee, lo si capisce da alcuni abitati che prendono, solo in parte, forme più
squadrate.
I luoghi di culto iniziano a spostarsi sulla cime di montagne, segno che le divinità e tutto il mondo
sovrannaturale viene spostato dalla terra verso il cielo. Avviene anche una valorizzazione dei focolari.
Vengono modificate le sepolture: per la prima volta i morti iniziano ad essere cremati: il defunto è
consacrato alla divinità che da quella terrena è diventata quella solare; la necropoli viene inoltre
allontanata dall’abitato. Si trovano in questo periodo i forni fusori, e il corredo mortuario è molto limitato;
la sepoltura non è più rannicchiata.
In questo periodo l’Italia meridionale commercia a lunga distanza con i micenei e con i baltici. Una delle
culture più importanti del periodo è quella appenninica: viene ritrovata ceramica dall’impasto rossiccio e
le decorazioni sono motivi geometrici riempiti da puntini. Compaiono per la prima volta anche i fornelli. Si
capisce da qui che le popolazioni italiche iniziano a riconoscersi già dal tardo bronzo.
La frammentazione dell’età del bronzo corrisponde grossomodo alla divisione delle lingue. Bisogna
ricordare che i segni derivano dall’alfabeto greco ma le lingue sono diverse, il che implica che i popoli
hanno modi diversi.
Le lingue si dividono in: lingue indoeuropee (spostamenti dall’area centro/sud asiatico) e lingue non
indoeuropee (relative alle popolazioni preesistenti; sono solo l’etrusco, il ligure e il sicano, tutte le altre
sono indoeuropee, le non indoeuropee perciò preesistono rispetto alle altre).
Le differenze di queste lingue sono dovute a tempistiche differenti l’una dall’altra, e comunque tutte
successive al latino in un’ondata che proviene dall’est e che spinge progressivamente i non indoeuropei
sempre più verso ovest. Ci sarebbe da capire come e quando è avventura questa indoeuropeizzazione.
Verso il bronzo finale c’è una concentrazione sempre maggiore dei popolamenti ed una differenza di
sepoltura ancora più marcata.
Rivoluzione urbana: nel bronzo finale, da alcuni dei siti protovillanoviani alcuni individui si spostano ad
occupare le aree che saranno poi le ‘città’ dell’Etruria. Alla fine dell’età del bronzo si fondono i centri proto
urbani: pianori molto estesi, non lontani dalla costa, difesi dai fiumi. L’area interessata alle formazioni
proto urbane si sviluppano in Etruria e parte di Roma indipendentemente dall’invasione greca. Roma
infatti si stacca dai centri latini per un’evoluzione più rapida: in effetti gli altri centri rimangono poi
arretrati.
Attorno al centro si sviluppa la necropoli intorno, che spesso risulta divisa, si pensa, per dei ‘segmenti di
parentele’ o dovuti ai villaggi arginali. Sono collocati all’infuori dei corsi d’acqua.
Nella parte finale del bronzo si usa la cremazione, e dura fino alla prima metà del ferro.
LA CULTURA LAZIALE
Ha una ricchezza inferiore al mondo etrusco. Praticano sempre la cremazione, ma producono armi in
miniatura da mettere nella sepoltura. Il vaso non è biconico (come lo è nell’età villanoviana), ci sono
infatti varie tipologie tra cui quelle a capanna (riproduce piuttosto fedelmente l’abitazione del defunto, da
questi vasi si hanno infatti ricostruzioni presumibilmente fedeli delle capanne del periodo), tuttavia ha
poche decorazioni.
Gli abitati hanno una struttura diversa da quelli dei pianori etruschi a causa dei colli sui quali si sviluppa
Roma, in una struttura chiamata Septumontium. Le capanne si evolvono e viene utilizzata una tecnica più
evoluta rispetto a graticcio, quella