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24. LE FUNZIONI DEL CONSUMO E
DEL RISPARMIO
Possiamo esprimere la relazione fra consumo privato e Pil (reddito nazionale) attraverso una semplice
funzione lineare. Se il reddito disponibile (Yd) fosse pari a zero, avremmo comunque un consumo positivo
(attraverso aiuti, indebitamento, vendita di patrimonio). Quindi possiamo considerare una componente di
consumo autonomo, cioè indipendente da Yd. Con Yd>0, c’è un’ulteriore componente, che dipende dal
reddito: all’aumentare del reddito questa componente aumenta (è una funzione crescente del reddito).
L’intero consumo può essere espresso come una funzione crescente del reddito, per semplicità una retta
La funzione del consumo ha due caratteristiche principali:
il consumo cresce al crescere del reddito disponibile (e decresce al decrescere del reddito disponibile), C è
• positivamente correlato a Yd
C/Yd (quota di reddito) in un certo paese tende a decrescere al crescere di Yd.
•
Funzione del consumo: C=C0 + (P’C)Yd
P’C = DC/DYd 0<P’C<1
P’C indica di quanto aumenta il consumo in seguito ad una variazione unitaria di reddito disponibile. Si
chiama PROPENSIONE MARGINALE AL CONSUMO. E’ una costante, quindi la funzione del consumo è
una retta.
P’C indica come si ripartiscono il consumo e il risparmio in seguito all’aumento di reddito.
ESEMPIO
DC = 80
DYd = 100
P’C = 80/100 = 0,8
Abbiamo quindi 80% di consumo e il restante 20% rappresenta il risparmio
Supponiamo che C0 sia positivo.
Il consumo senza reddito comporta un risparmio negativo in caso di debito. Anche se vendo cose che
possiedo ho un consumo senza reddito, ma il risparmio è negativo.
C0 > 0 C + S = Yd C0 - C0 = 0
Se ho consumo senza reddito ho per forza un risparmio negativo.
C = C0 + (P’C)Yd
Il consumo cresce il modo costante perché P’C è costante.
PMC rappresenta la propensione media al consumo:
C/Yd diminuisce all’aumentare di Yd, e aumenta al diminuire
di Yd. Diminuisce tendendo verso P’C ma non lo supera mai
(asintoto).
Quanto più grande è Yd tanto più la retta secante (verde)
diminuisce l’inclinazione, quindi PMC decresce all’aumentare
di Yd.
Relazione tra consumo e risparmio: Abbiamo S = 0 nel punto in cui la bisettrice e la retta del
consumo si incontrano. A sinistra il risparmio è minore di zero,
mentre a destra è maggiore di zero.
S = Yd - C
S = Yd - C0 - (P’C)Yd
se Yd = 0 allora S = -C0
Equazione del risparmio S = -C0 + Yd(1- P’C)
1 - P’C è la PROPENSIONE MARGINALE AL RISPARMIO
ESEMPIO:
CO = 100
P’C = 0,8
C = 100 + 0,8Yd
Yd C PMC S
400 420 1,05 -20
500 500 1 0
1000 900 0,9 100
S = -100 + 0,2Yd
I fattori che determinano C0 e P’C nascono dagli elementi diversi dal reddito che hanno influenza
sulle scelte di consumo e di risparmio. La funzione del consumo chiarisce la relazione tra
consumo aggregato e reddito disponibile.
25. L’INVESTIMENTO
Il consumo del settore privato rappresenta il 60% della spesa complessiva, mentre l’investimento il 20%
della spesa complessiva.
Quali sono le variabili economiche che influiscono sulla decisione di investimento? Perché le imprese
investono? Un’impresa per nascere ha bisogno di investire per disporre di scorte. Anche le imprese gia
esistenti hanno bisogno di investire perché lo richiede la concorrenza. Le imprese esistenti sono impegnate
in una corsa in cui il vincitore ha il maggior premio. La punizione per essere le ultime arrivate è quella di
essere in perdita. Sopravvivono solo le imprese che dimostrano d adattarsi all’ambiente economico
circostante nel mondo migliore. Le imprese che meglio soddisfano la domanda sono quelle che
sopravvivono più facilmente. Soddisfare la domanda significa:
essere in grado di crescere: se nel mercato c’è una forte domanda, vince chi soddisfa per primo questa
• domanda esuberante. Bisogna quindi incrementare la produzione nel futuro. Si investe per cogliere
opportunità che riguardano il futuro. L’attività di investimento è circondata da rischi perché l’impresa si
proietta nel futuro, ha una visione di una domanda crescente nel futuro.
soddisfarla non solo in senso quantitativo ma anche qualitativo, ovvero in linea con i migliori standard
• tecnologici esistenti. Anche questa è una corsa. La frontiera delle conoscenze tecnologiche si espande
sempre di più, le imprese devono arrivare per prime alla frontiera tecnologica e questo vuol dire effettuare
investimenti in nuova tecnologia. L’economista distingue tra due tipi di innovazioni: innovazioni di
prodotto (offrire al mercato prodotti della qualità che esso richiede), innovazioni di processo (produrre
quello che il mercato domanda in un modo nuovo). Esempio di innovazione di processo è produrre
macchine diesel con robot, invece produrre macchine elettriche e a guida assistita con robot è innovazione
di processo e di prodotto. Pe realizzare tutte queste cose è necessario investire.
In conclusione l’investimento è condizione necessaria per sopravvivere in un’atmosfera di concorrenza e le
imprese investono guardando al futuro. Le imprese vogliono incrementare l altro capacità produttiva futura,
per non soccombere. L’investimento genera incremento qualitativo e quantitativo di capacità produttiva.
Queste motivazioni ci fanno capire a quali variabili economiche le decisioni di investire sono sensibili.
L’investimento (nuovi macchinari e attrezzature, nuovi mezzi di trasporto, nuove abitazioni; variazione delle
scorte) ha due profili, uno di breve e uno di lungo periodo:
– La domanda per beni di investimento è una componente della spesa aggregata nell’ ‘anno’ corrente
– L’investimento (netto) realizzato costituisce un incremento della capacità produttiva in una serie di ‘anni’
futuri
L’investimento è una componente della domanda aggregata. Se le imprese investono molto l’economia
cresce molto (lungo periodo). Se le imprese investono molto contribuiscono alla domanda aggregata oggi,
c’è un risvolto immediato (breve periodo).
Spese di investimento: spese di un’impresa rivolta ad altre imprese. L’investimento è una componente di
domanda finale, non è un bene intermedio perché i beni di investimento non si consumano nell’anno
corrente ma si usano in futuro.
Da cosa dipende la domanda di investimento? Mentre tra pesi le quote di reddito consumato e risparmiato
possono essere diverse, le quote di Pil che consistono nell’investimento sono molto simili tra di loro.
Diversamente dal consumo, non ci sono grandi differenze fra paesi (egualmente sviluppati) nella spesa per
investimenti in rapporto al Pil. Nel tempo, c’è una forte variabilità soprattutto nelle scorte; gli investimenti
fissi lordi hanno dei movimenti più lenti, in relazione al ciclo economico-
Ci sono due componenti dell’investimento:
investimenti fissi lordi: sempre positivi
• variazione delle scorte: può essere negativa o positiva. Ridurre le scorte significa disinvestire in scorte e
• abbiamo quindi investimenti negativi.
La domanda per investimenti dipende da una serie di fattori. A parità di altre circostanze, la domanda per
investimenti è
inversamente correlata al tasso di interesse (reale) a lungo termine (interesse sui mutui, sui fidi a lungo
• termine, sulle obbligazioni a lungo termine):
– Questo vale in primo luogo per l’investimento in abitazioni e per l’investimento programmato in scorte
– Ma anche nel caso dei macchinari e attrezzature, elevati interessi rendono economici solo i progetti di
investimento migliori
direttamente correlata al grado di utilizzo della capacità produttiva. Dopo una situazione di recessione,
• prima le imprese portano la capacità produttiva ad un utilizzo pieno e poi investono. Quanto maggiore è il
grado di utilizzo della capacità produttiva, tanto più le imprese di fronte ad un attesa di incremento di
domanda saranno indotte ad investire
direttamente correlata alla crescita attesa della domanda, cioè al grado di fiducia. Con particolare riguardo
• agli investimenti dell’industria, questo dipende a sua volta da
– La congiuntura internazionale
– La competitività delle imprese nazionali
Direttamente correlata alla capacità delle imprese di introdurre innovazioni tecnologiche (ad es. diffusione
• della ICT)
26. LA SPESA AGGREGATA COME
FUNZIONE DEL REDDITO
Il principale fattore che limita la produzione delle impresa è la presenza di una sufficiente domanda. Se
consideriamo un’economia aperta agli scambi internazionali diciamo che un paese è prospero se la domanda
del mondo si rivolge alle nostre imprese e quindi se esse sono competitive.
L’investimento è, come i consumi, una componente della spesa aggregata. Per ottenere le componenti della
spesa aggregata si sommano consumi e investimenti. Investire significa guardare al futuro, ma anche
spendere risorse e acquistare beni di investimento da altre imprese, contribuisce quindi al Pil presente e fa
parte della spesa aggregata come il consumo.
Supponiamo che la spesa aggregata sia interamente composta da consumi e investimenti privati interni
(pubblica amministrazione e settore estero saranno introdotti in un secondo momento) e che quindi G e
NX siano uguali a zero, si tratta di un’economia chiusa. Ci sono solo imprese e famiglie.
Supponiamo poi che la spesa per l’investimento non dipenda dal Pil e che le altre determinanti siano
costanti, avremmo cosi un valore fisso per l’investimento, una costante.
Spesa autonoma= C0 + I (è autonoma rispetto al reddito, indipendente)
La spesa per consumo è legata alla propensione marginale al consumo. Se il reddito è positivo allora alla
spesa autonoma si aggiunge una spesa dipendente dal reddito, che è tanto più grande quanto è più grande il
reddito. In questo contesto la propensione marginale a spendere è uguale alla propensione marginale al
consumo. SA è la retta del consumo traslata in alto nella misura del valore dell’investimento. Significa
sommare alla retta del consumo il valore degli investimenti per ogni valore di reddito. La retta della spesa
aggregata è infatti consumo più investimento.
27. IL REDDITO DI EQUILIBRIO
La spesa aggregata cresce al crescere del reddito. Essa si determina conoscendo il reddito, ma il reddito
dipende dalla spesa aggregata. Queste due variabili vanno determinate simultaneamente.
Qual è il livello di reddito che genera una spesa uguale al live