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Estratto del documento

Q

Q* imprese dovrebbero comportarsi come se lo fossero.

Retta orizzontale= situazione limite di curve di domanda

sempre più piatte. Le decisioni dell’impresa price taker non

p muovono il prezzo, non hanno peso nel mercato. Possono

variare il proprio prezzo, ad esempio quando varia il prezzo del

mercato o quando con il prezzo del mercato non riesce a

vendere.

p* Il fatto che tante imprese potrebbero entrare nel mercato

induce le imprese presenti nel mercato a comportarsi da price

takers.

q* q

Curva di offerta di breve periodo

Ci sono n imprese, ognuna con la propria curva di offerta

Q=qa+qb+…qn

Q(p)=qa(p)+qb(p)+…qn(p)

Bisogna sommare le curve di offerta di tutte le imprese per ogni possibile prezzo. Si ottiene per aggregazione la

curva di offerta dell’intero mercato.

Curva di offerta di lungo periodo

Fase di espansione: l’ingresso di nuove imprese in un mercato si ha dal momento che in quel mercato di

hanno maggiori profitti rispetto agli altri mercati, provocati da aumenti di prezzi. Ad un certo punto l’offerta

sarà sovrabbondante e il prezzo tornerà quello di prima, cesserà quindi l’incentivo ad entrare nel mercato

quando il prezzo sarà tornato al livello precedente e quando cesseranno quindi i maggiori profitti. Qui il

mercato si troverà in EQUILIBRIO DI LUNGO PERIODO

Fase du contrazione: le imprese lasciano il mercato perché cessano i maggiori profitti. Le imprese chiudono

e l’offerta si riduce. Questo perché si tratta di prezzi limite, appena in grado di sostenere i prezzi di

produzione ivi compreso l’interesse dei capitali (interessi da pagare sui capitali).

p p’= costo unitario compresi gli interessi sui capitali

Le imprese fanno profitti in linea con il sistema economico. Al di

sopra di p’ c’è la tendenza da perte di nuove imprese ad entrare nel

mercato, perché i prezzi sono alti, mentre al di sotto c’è la

p’ tendenza ad uscire.

Q

10. L’ EQUILIBRIO DEL MERCATO

Come si determina la coppia pn, qn in un mercato di concorrenza perfetta? (cioè cosa determina il prezzo del

bene rispetto a tutti gli altri prezzi noti e cosa determina il volume delle risorse allocate nel mercato in

questione?)

L’idea che svilupperemo è che pn, qn convergono verso un punto di equilibrio tra le forze della domanda e quelle

dell’offerta (geometricamente, l’intersezione fra le due curve).

Poiché le forze dell’offerta sono diverse a seconda della lunghezza dell’orizzonte temporale, dobbiamo distinguere

tra equilibrio ‘giorno per giorno’, di breve periodo e di lungo periodo.

Altra questione è come si ‘scopre’ il punto di equilibrio:

– Non certo attraverso un calcolo centralizzato del punto di intersezione

– Ma attraverso dei meccanismi concorrenziali spontanei

Le ‘altre circostanze’ (altri prezzi, redditi ecc.) normalmente variano nel tempo e modificano l’equilibrio del

mercato. Cosa regola le variazioni di p*, q*???

Ad es. consideriamo l’effetto di un certo aumento della domanda (spostamento della curva)

In generale, le variazioni Dp*, Dq* dipendono dall’inclinazione delle curve di domanda e di offerta.

Tuttavia l’inclinazione di ciascuna curva

dipende dalle unità di misura prescelte e

questo non ha nulla a che fare con le reazioni che un mercato può avere ad uno shock esterno. Ci serve una

misura della reattività della domanda e dell’offerta rispetto al prezzo che sia indipendente dalle unità di misura. Il

concetto di elasticità risponde a questa esigenza.

Definizione. L’equilibrio nel mercato del bene n è una coppia di valori pn, qn tale che tutti i soggetti interessati

(famiglie, imprese) possono realizzare le transazioni desiderate e che nessuno ha un incentivo a modificare il

proprio comportamento, a parità di altre circostanze.

L’equilibrio di mercato nel lungo periodo

Il minimo costo di produzione determina il prezzo.

Il minimo costo di produzione è determinato dalle tecnologie di

produzione e dai fattori produttivi (materie prime, lavoro). Nel

mercato rimangono le imprese più efficienti, in grado di utilizzare al

meglio la tecnologia e i fattori di produzione, le più adatte alla

situazione sociale. Il minimo costo unitario di queste imprese è il

prezzo.

Il primo elemento per stabilire quanto è grande un mercato è la

popolazione, da cui proviene la domanda.

La quantità scambiata in lungo periodo è determinata dalla

popolazione, dai dati sociologici, dai redditi, dalle preferenze e dai

prezzi dei beni sostituti e complementari.

Q*

L’equilibro è una situazione di mercato nella quale ciascun agente (famiglie e imprese) possono fare le loro

transazioni desiderate. C’è equilibrio quando le imprese producono esattamente Q*, ovvero la stessa quantità

desiderata dalle famiglie. Per questo motivo nessuno ha incentivo a modificare il proprio comportamento. C’è

quindi uno stato di quiete che proseguirà a meno che non cambino i dati che determinano prezzo e quantità.

Il progresso tecnologico comporta una diminuzione dei prezzi di produzione. Le imprese per attrarre più domanda

diminuiscono i prezzi, i quali non possono restare uguali a causa della concorrenza. In questo modo il potere

d’acquisto aumenta e quindi anche la domanda.

La quantità offerta è estremamente variabile e il prezzo tende a gravitare verso un valore fisso di lungo periodo.

Le forze dell’offerta determinano pn e le forze della domanda determinano qn.

Es. variazioni permanenti delle dimensioni dei vari settori dell’economia.

L’equilibrio di mercato nel brevissimo periodo

L’offerta è determinata dalla tecnologia, dai prezzi dei fattori produttivi e

dalla quantità prodotta (che non è modificabile). Il prezzo in questo caso

non è fisso, ma dipende dalla quantità portata nel mercato dalle imprese.

Questa quantità dipende dalla domanda. La quantità scambiata in

brevissimo periodo è determinata dalla popolazione, dai dati sociologici,

dai redditi, dalle preferenze e dai prezzi dei beni sostituti e

complementari.

La quantità prodotta determina l’intervallo tra a quantità minima e

massima. Se la domanda si espande comporta forti variazioni di prezzo e

piccole variazioni della quantità (volatilità dei prezzi nei mercati con

domanda più rigida). Il disequilibrio nei mercati provoca fluttuazioni nei

prezzi.

La quantità offerta ha poca variabilità e quindi qn è prevalentemente determinato dalle forze dell’offerta. Le forze

della domanda influiscono prevalentemente pn.

L’equilibrio dipende da una serie di fattori transitori e contingenti e quindi normalmente varia di giorno in

giorno

Es. quotazioni giornaliere del petrolio o del pesce.

L’equilibrio di mercato nel breve periodo

Il prezzo dipende dalla quantità da portare sul mercato.

Domanda e offerta sono due forze simmetriche. Q* e p* sono

determinati da tutti gli elementi descritti precedentemente che

cooperano insieme. L’offerta non opererebbe in un

determinato modo se non ci fosse quella determinata

domanda, e viceversa.

Se il prezzo è maggiore di p*, ovvero p’, l’offerta sarà molto

più grande della domanda, per quel prezzo non c’è abbastanza

domanda. La quantità scambiata è q’. Il mercato non è in

equilibrio perché le imprese vendono molto meno. In questo

caso la domanda è il lato corto del mercato, perché è più

piccola dell’offerta. A questo punto le imprese individuali

ridurranno il prezzo per portare presso di loro la

domanda necessaria per vendere tutta la quantità

La variabilità dell’offerta è molto maggiore prodotta. Tutte le imprese reagiranno in questo modo

Le curve di domanda e di offerta sono come due e il prezzo inizierà a diminuire.

lame di una forbice e concorrono egualmente

alla

determinazione di pn e qn

I meccanismi concorrenziali di convergenza verso l’equilibrio

Se il prezzo fosse p’, la domanda sarebbe inferiore

all’offerta e la quantità scambiata sarebbe q’. La

concorrenza tra venditori fa diminuire p

Se il prezzo fosse p’’, la domanda sarebbe superiore

all’offerta e la quantità scambiata sarebbe q’’. La

concorrenza fra compratori fa aumentare p. C’è una

convergenza verso la coppia p*, q*.

Nel caso (a) l’aumento della domanda provoca

un ‘grande’ aumento del prezzo e un ‘piccolo’

aumento della quantità. Nel caso (b) accade

l’opposto. L’effetto relativo dell’espansione di

domanda su p e q dipende dall’inclinazione

della curva di offerta.

Nel caso in cui si sposti la curva di offerta

(curva di domanda dritta nel primo caso e molto

inclinata nel secondo) avremmo nel primo caso

un grande effetto su p e piccolo su q, mentre nel

secondo caso l’opposto. L’inclinazione della

curva di domanda è responsabile di questo

effetto.

Un ribasso del prezzo riduce la differenza tra domanda e offerta (incoraggia la domanda e scoraggia

l’offerta). Gli aumenti di prezzo sono determinati da meccanismi concorrenziali dal lato della domanda. Nel

mercato ci sarà sempre qualcuno di insoddisfatto che cercherà di cambiare le cose, quindi p e q non sono

fissi. Se non ci sono condizioni per cui un mercato può diventare reale allora un equilibrio potrebbe non

esistere, non c’è interazione tra domanda e offerta in valore positivo. Per far nascere questo mercato

dovrebbero esserci aumento di domanda o investimenti nelle tecnologie di produzione, a quel punto la

curva di offerta si abbasserebbe fino ad incontrare quella di domanda. Nasce quindi il mercato ma si tratta d

un equilibrio in continuo cambiamento. 0,25 rappresenta le tonnellate in più rispetto ad un

aumento unitario di prezzo (è il reciproco

dell’inclinazione della retta). Nel secondo grafico è

cambiata l’unità di misura ma anche l’inclinazione.

11. L’ELASTICITA’ DELLA

DOMANDA RISPETTO AL PREZZO

Per esprimere la reattività della domanda e dell’offerta in modo indipendente dalle unità di misura,

dobbiamo considerare le variazioni proporzionali, piuttosto che le variazioni ‘assolute’. Es. Una variazione

proporzionale è sempre espressa da un numero puro, che è adimensionale. Facendo il rapporto fra la

variazione proporzionale della quantità domandata (o offerta) e la varia

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A.A. 2018-2019
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SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/01 Economia politica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher ilaria.ballato di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Istituzioni di economia politica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Padova o del prof Opocher Arrigo.