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HUNTI Preraffaeliti non appaiono disinteressati alla realtà contemporanea
Hunt insiste su questo. Alla Royal Academy del 1852 Hunt presenta un episodio banale ambientato nelle campagne del Sussex, che vede protagonisti due giovani. La scena va letta su più livelli. Il primo livello vede il pastore che fa delle avances alla ragazza. Questa non è però una qualsiasi scena di genere: si avverte lui è un pastore mercenario, aprendo uno sguardo sulla realtà contemporanea. Richiama un passo del Vangelo di Giovanni. Il pastore dimentica le pecore, trascura il proprio lavoro perché è un mercenario, non è padrone del proprio gregge. Il pastore mercenario inoltre ha con sé una fiasca piena di birra: questo dettaglio serve a denunciare una piaga diffusa nelle campagne inglesi. I braccianti non solo non erano padroni del terreno o delle greggi, ma non erano nemmeno pagati con del denaro bensì con una birra.
La loro unica fonte di guadagno e di sostentamento. Royal Academy 1854– Il risveglio della coscienza (1851) / La luce del mondo (1851) –HUNT
Alla Royal Academy del 1854 Hunt presenta due dipinti che non sembrano avere possibilità di dialogo reciproco.
Il risveglio della coscienza È una scena contemporanea. La protagonista è una giovane donna che vive con un uomo al di fuori del vincolo matrimoniale, evidente grazie ad una serie di indizi: la veste bianca è una veste da camera quindi significa che c’è un rapporto molto intimo tra i due. La donna inoltre ha i capelli sciolti, nonostante le donne non potessero offrirsi né al pubblico né al marito con i capelli sciolti in quanto strumento di seduzione. Altro indizio che i due personaggi non sono sposati è dato dalla mano sinistra della donna, centro fisico della tela: è ornata di anelli su tutte le dita della mano tranne l’anulare, dove dovrebbe stare la fede.
se fossesposata. Inoltre è seduta sulle gambe dell'uomo, segno che si tratta di una donna di facili costumi. La donna appare destata di colpo dalla consapevolezza della propria condizione. La luce che entra nella stanza dalla finestra che viene riflessa sullo specchio al fondo della parete ha anche valenza trascendentale. A sinistra, sotto il tavolino, si nota una lotta del gatto con un uccellino, che mette in scena una situazione non diversa da quella dei protagonisti. La luce del mondo. Il protagonista è Cristo. La porta nel dipinto è senza maniglia, e pertanto può essere aperta solo dall'interno, il che rappresenta la mente ostinatamente chiusa. La compresenza dei due dipinti sembrerebbe assurda. I due infatti non piacciono al pubblico contemporaneo e per questo Ruskin scrive due lettere al Times in cui spiega come i due dipinti devono essere letti, mettendo in evidenza la corrispondenza. Salon des Refusés (1863) A partire dalSalon del 1852 gli artisti non potevano esporre più di tre opere. Al Salon del 1863 il numero delle opere rifiutate è altissimo, così gli artisti organizzano una protesta volta a modificare il regolamento. Napoleone III è costretto a prendere una decisione, quindi visita il deposito in cui vengono messe le opere rifiutate e decide di allestire un Salon des Refusés accanto al Salon ufficiale, così che fosse facile spostarsi tra le due esposizioni. Attribuisce al pubblico la facoltà di giudicare se davvero i criteri della giuria sono stati eccessivamente severi. L'allestimento del Salon dei rifiutati viene concepito in modo da mettere nelle prime sale le opere che avrebbero suscitato sgomento o risate nel pubblico. Tra le prime opere visibili al Salone dei Rifiutati compare Aveva ottenuto un buon Manet. Dall'esposizione ufficiale vengono rifiutate tre opere collocate quindi nella prima sala.
del Salon dei rifiutati: Colazione sull’erba, Giovane in costume da majo e Mlle V. incostume da espada. Gli ultimi due passano in secondo piano perché sono meno scandalosi rispetto alla Colazione sull’erba. MANET des Refusés 1863) Colazione sull’erba (Salon) Il dipinto suscita una reazione di scandalo presso i contemporanei. Al centro del dipinto si colloca una donna nuda, all’interno di un bosco e accompagnata da due uomini vestiti in abiti contemporanei. Sullo sfondo si nota una seconda donna vestita solo in sottoveste. L’opera punta l’attenzione su un’abitudine consueta nell’epoca contemporanea: le donne sono infatti due prostitute. Manet si difende dicendo di aver semplicemente offerto in chiave moderna una situazione non estranea alla tradizione pittorica. Richiama il Concerto campestre di Tiziano, in cui sono presenti donne nude e uomini abbigliati secondo la moda cinquecentesca. La composizione dei personaggi di Manetviene ripresa dal gruppo• riconoscibile in una stampa cinquecentesca che all’epoca di Manet circola nelle botteghe dei pittori, il Giudizio di Paride di Marcantonio (da Raffaello). Riprende la scena in cui sono rappresentate le divinità fluviali e le reinterpreta in chiave contemporanea. La presenza di questa fonte alla radice del dipinto potrebbe essere intesa come un tentativo di riscattare il soggetto volgare attraverso fonti prestigiose, tuttavia avviene l’opposto in quanto si tratta di fonti alte che vengono degradate attraverso il confronto con una scena banale e volgare. Le ragioni del rifiuto del dipinto non sono solo di carattere contenutistico, ma anche formale. La • definizione dei singoli componenti è insolita, in quanto dona grande intensità plastica alla natura morta in primo piano mentre le figure al centro hanno una definizione volumetrica meno insistita. La donna in primo piano è quasi totalmente priva di chiaroscuro, cisono solo poche ombre sotto il seno e sulla coscia. Lo spessore materico della pittura sullo sfondo è ancora più indebolito, facendo così intervenire una logica inedita in quanto solitamente si dava maggiore evidenza plastica alle figure principali e meno definizione alle figure periferiche. Nel dipinto di Manet invece c'è una concezione completamente diversa, la natura morta ha un massimo di evidenza, e dato che le figure al centro sono in secondo piano hanno una definizione plastica meno insistita. Manet introduce una concezione rivoluzionaria, infatti la definizione del dipinto non è più impostata in base al soggetto. La suggestione spaziale del dipinto è affidata a queste risorse pittoriche, che suggeriscono un effetto di profondità. Per questo motivo il dipinto non piace alla giuria del Salon, viene ritenuto un quadro non finito ma semplicemente abbozzato con un uso della pennellata molto libero. Comincia a porsi la“questione Manet”, ogni anno: i suoi invii non sempre ottengono il successo• sperato, a volte vengono accettati e a volte no.
La tradizione rimane per Manet sempre un grande punto di riferimento ma invece che essere• copiata viene interpretata per rappresentare la realtà contemporanea.
Salon 1865 - OLYMPIA (1863)
Il dipinto è stato terminato nel 1863, ma viene presentato con due anni di ritardo. Non si sa quale sia il motivo, ma probabilmente non voleva amplificare la situazione scatenata con la Colazione sull’erba aggiungendo un ulteriore dipinto scandaloso.
Manet non si allontana molto dai soggetti precedenti. Il nudo femminile è ancora una volta da• interpretare come quello di una prostituta: di nuovo vuole portare l’attenzione sugli episodi più nascosti della società francese.
Richiama la Venere di Urbino di che Manet aveva potuto conoscere direttamente durante Tiziano,• un viaggio a Firenze: come già in
Precedenza reclama il confronto con i grandi maestri del passato e ancora una volta reinterpreta i soggetti classici in chiave moderna. Nel dipinto di Tiziano, sullo sfondo si vede una scena di vita domestica che attutisce l'episodio principale, così come il cane ai piedi della Venere. Nel dipinto di Manet il cane viene sostituito da un gatto nero con la coda ritta, che sembra rendere ulteriormente negativa la figura di Olympia. La serva di colore invece reinterpreta le serve che nel dipinto cinquecentesco ripiegano la biancheria. Nell'Olympia la serva porta un mazzo di fiori, molto probabilmente da parte di un cliente. La donna è nuda, ma indossa accessori come il bracciale e la collana. È una cortigiana di alto livello, evidente dai dettagli dell'arredo, dallo scialle raffinato sul letto, i gioielli e l'omaggio floreale. La donna mostra un atteggiamento sfrontato, proprio delle donne che non hanno timore di mostrare la propria nudità.
Sembra guardare in faccia qualcuno, probabilmente un altro cliente. Il pubblico si sente in qualche modo chiamato in causa perché sembra che la donna li guardi negli occhi e quindi si trovano incarnati all'interno dell'ipotetica situazione del dipinto. Il nome Olympia fa riferimento all'Olimpo a cui appartiene la Venere, ma è anche un nome comune tra le prostitute. Fa riferimento alla Maja desnuda di Goya. Confronto con la Nascita di Venere di Cabanel - lo stesso anno. Il dipinto viene acquistato addirittura da Napoleone III. Non provoca scandalo e turbamento: la donna viene presentata come una Venere, pone il nudo su un piano che non interferisce con quello della realtà e lo rende meno realistico. A questo contribuisce anche la presenza dei putti. Salon 1865 - Cristo deriso (1863) Contemporaneamente all'Olympia presenta anche un dipinto dal soggetto sacro. La figura del Cristo.è molto realistica. Ancora una volta si ispira a un’opera di Tiziano, realizzato per Carlo V una Venere e un Cristo deriso. Manet ha sempre un’imposizione molto precisa nei dipinti, caratterizzati da grande luminosità data dalla presenza di bianco. aveva già criticato l’Olympia paragonandola ad una carta da gioco, piatta per il chiaroscuro ridotto al minimo. Si nota l’estrema economia della tavolozza, con tante sfumature di bianco; ugualmente i neri non sono uniformi ma ci sono variazioni. Il chiaroscuro tende a ritirarsi sulla parte esterna della figura andando ad appiattirla. Salon 1868 – DONNA CON PAPPAGALLO (1866) Manet risponde al dipinto della Donna con pappagallo di Courbet con una sua versione. Al contrario di Courbet, la sua è in una posa chiusa e composta. Accanto c&rsq;