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VILLA PISANI DOSSI, CARDINA (CO), 1897-1910
Luigi Conconi, Luigi Perroni
Le quattro figure della foto sono: Luigi Conconi, che era un pittore ma anche un architetto, Carlo Pisani Dossi, Giachi ed Emilio Praga.
Prima che negli anni Venti si istituzionalizzasse in Italia la formazione dell'architetto e venissero fondate le prime scuole di architettura all'interno delle università, la formazione dell'architetto non era conformata ad un protocollo condiviso; per esempio c'era presente una sezione di architettura della facoltà di Ingegneria del Politecnico, la quale prevedeva degli insegnamenti tecnici e altri artistici.
A Brera era poi attivo un corso solo basato su insegnamenti artistici che dava il titolo, non di architetto, ma di professore di disegno architettonico con il quale poteva essere comunque esercitata la professione di architetto; non potevano essere realizzati dei lavori che prevedevano l'impiego di strutture ardite, ma gli architetti potranno
realizzare piccoli lavori o comunque collaborare con gli ingegneri per la costruzione anche di edifici più impegnativi anche dal punto di vista strutturale. Ed è proprio quello che capita con la villa Pisani Dossi perché in questo caso Luigi Conconi collabora con l'ingegner Luigi Perrone e realizzano questo edificio. Carlo Pisani Dossi fu letterato, politico e un animatore di un altro movimento culturale per alcuni versi simile più tardo rispetto a quello delle Arts and Craft e dei pittori preraffaelliti, ossia degli Scapigliati. Scapigliato è un aggettivo che indica una persona spettinata, chi ha una vita molto disordinata, chi non si preoccupa in un certo senso delle apparenze più convenzionali. La loro è una cultura tardo romantica un po' come quella dei pittori preraffaelliti e rifiutavano un conformismo espressivo legato agli insegnamenti, ai precetti stilistici dell'Accademia, esattamente come i pittori preraffaelliti.utilizzando tag html.Anche se poi andavano in un'altra direzione espressiva. Avevano un grande ideale bohemiene di disprezzare un po' quei valori della società borghese conformista anche nel gusto dell'arte che erano in quel momento codificati. Esattamente come Morris e i pittori preraffaelliti additavano il gusto medio della società inglese come un gusto mediocre, la produzione industriale come una produzione che si faceva a un immaginario mediocre, così anche gli Scapigliati cercano una loro dimensione poetica ed espressiva che rivaluti tutta una serie di atteggiamenti non conformisti, decadentisti.
Carlo Pisani Dossi è un po' l'animatore di questa cornice culturale era anche molto ricco, con una grande disponibilità economica, quindi decise di farsi costruire una casa, che non fosse solo una sua casa, ma anche una specie di luogo dove i vari scapigliati potessero ritrovarsi a discutere di arte, letteratura, ecc. Decise di realizzare questa casa non
nella città dove lui vive quotidianamente, cioè Milano, ma a Cardina che è sopra Como in un luogo molto caratterizzato dalla sua posizione e soprattutto dal rapporto con la città. L'edificio realizzato viene pubblicato su una rivista dell'epoca che si chiamava "L'Architettura Italiana" che usciva con delle pagine del formato di un quotidiano e poi invece delle tavole più rigide nel quale erano illustrati degli edifici, di cartoncino e non era rilegata, nel senso che poteva essere poi raccolta in cartelle; erano una specie di "raccolta in foglio". Il modo in cui le riviste pubblicavano questi progetti in grandi fogli erano un invito a utilizzare questi edifici come dei modelli, avere illustrazioni molto grandi, molto schematiche, le piante, i prospetti significava fornire questo materiale come un elemento di suggestione per la progettazione. All'epoca aveva in Italia una certa notorietà, ma poi vieneletteralmente rimossa dalle pubblicistiche, dalla letteratura tanto che è difficileche voi lo troviate delle immagini nella manualistica.
Questo è il fronte con cui si presenta l'edificio e vediamo una tipologia che si diffonde tantissimo in Italia all'inizio del secolo (tra '800 e '900) che quella del Villino Borghese, quindi una piccola villa di solito con tutta una serie di elementi distintivi, la torretta che rimandavaaveva un po' delle pretese di ascendenza significativa dell'edificio (la torre è sempre qualcosa di simbolico che rimanda un'architetturacon un'utilità celebrativa difensiva). Però tutto è rimpicciolito e portato al livello di un nuovo ideale domestico, della borghesia a cavallo delsecolo, che è un po' il simbolo della propria esistenza, del proprio ruolo sociale.
Si vede il portico con delle colonne e l'edificio è molto quieto, vediamo alcuni elementicome il
timpano spezzato, l'elemento centrale quasi un po' neocinquecentesco, ma molto rigorosi, composti in una maniera abbastanza quieta. Da questa immagine si capisce che la situazione è apparentemente banale come già il disegno precedente rivela. Ma da questa fotografia capiamo già che ci sono delle cose un po' inusuali, che a prima vista noi non possiamo cogliere. Mentre sulla parte sinistra vi è un'alta densità di elementi, gli alberi, la strada, a sinistra invece c'è il vuoto, quindi forse è stata costruita su un pendio. Una conformazione in cui il sito ha un suo ruolo che si differenzia a destra e a sinistra. Vi sono dele colonne binate solo su un angolo, una semicolonna nel muro più a sinistra e una semicolonna libera a destra. Questo sottolinea la libertà con cui sono intesi questi elementi che rimandano alla classicità. L'edificio è appartenuto sempre alla stessa famiglia ed è
è stata conservata nel tempo. La vegetazione circostante è più rigogliosa rispetto a 100 anni fa. Ci sono diversi elementi che sembrano banali, ma in realtà sono frammentati e compongono una storia che non viene colta a prima vista. Ad esempio, c'è un balcone che è stato interrotto e poi ripreso successivamente. In un'altra immagine si può notare come le balaustre delimitino qualcosa che si sviluppa al livello inferiore, come se fosse un corpo ipogeo presente sotto la superficie terrestre. Si possono intravedere dei capitelli, quindi si può ipotizzare che il corpo ipogeo sia molto sviluppato, se quello che vediamo è la parte superiore di un capitello che sembra corrispondere a una colonna di dimensioni non trascurabili. Sembra affacciarsi dalla parte superiore di un impluvium di una casa pompeiana.cardo, che è un elemento molto simile a quello della foglia di cardo.acantodel capitello corinzio. I pannelli della ringhiera rimandano ai pannelli degli edifici di Adler e Sullivan, cioè sono dei moduli che possono essere composti nei vari riquadri liberi.Inoltre, la scelta della foglia di cardo è legata anche al toponimo del luogo, Cardina, sopra il lago di Como, poiché gli scapigliati sono dei letterati molto attenti al linguaggio delle parole, alle metafore e allegorie e quindi anche in questo caso l'utilizzo di questi elementi assume un valore molto complesso.
La pianta del livello del giardino con il viale carrozzabile di accesso, il vuoto impluvio di una domus romana che però stanel mezzo al giardino e la balaustra che delimita l'impluvio poi è presente anche in altri punti.
Nel piano terra dell'edificio sono presenti tutte le camere da letto, il quale sembra più che altro il secondo piano dove di solito sono presenti le camere da letto. Nel vestibolo, inoltre, lo scalone non sale, ma scende.
Capiamo che questa tipologia è abbastanza complessa e che c'è una parte di sotto evidentemente che però sembrerebbe una parte interrata. Questa composizione è stato un elemento attentamente predisposto dall'architetto, è un modo molto sottile, calcolato con cui l'architetto ha pensato di rivelare a chi si fosse avvicinato per la prima volta all'edificio.
L'impluvium era il luogo dove si riunivano gli Scapigliati, e lo si può capire dal fatto che ogni colonna è stata dedicata a uno degli Scapigliati, era una specie di dedica con un'iscrizione che era riferita alla personalità dell'individuo.
Una cosa inusuale per essere una parte collocata sottoterra è che la parte interna delle colonne è investita da una luce diretta che non avremmo potuto trovare in un impluvio completamente ipogeo. Infatti se ci giriamo dall'altra parte vediamo che la villa è situata proprio su una sorta di precipizio.
di grande discontinuità altimetrica. Da una parte vi è un giardino in quota e dall'altra una grande scoscesa. Dall'altra parte dell'impluvium il panorama ampio è aperto su Como, la quale la vediamo da un punto di osservazione molto alto e in più capiamo anche che una parte che credevamo di sopra del giardino non è altro che una passeggiata pensile perché è sorretta da una doppia fila di colonne sia da una parte che dall'altra. Il fronte dell'edificio che si affaccia sul dirupo, risulta, dunque, molto più complesso e articolato rispetto a quello raggiungibile mediante il viale carrabile. Dal prospetto si può vedere il volume in alto a destra che si scorgeva anche nell'altro prospetto, la passeggiata pensile dell'impluvium e si affaccia sulla città di Como e poi vi è un grande muro di scarpa che sorregge tutta questa parte volumetricamente predominante rispetto alla parte che siPoteva cogliere a primo impatto. La grande finestra ad arco rimanda nuovamente agli edifici di Sullivan a Chicago, ma in quello di Conconi e Perrone ha due colonne che la interrompono e quindi riprende la tipologia proprio della finestra.