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INFORMAZIONE E COMUNICAZIONE
Gran parte del diritto dell'informazione e della comunicazione ad oggi ruota intorno all'interpretazione dell'articolo 21 e 15 della Costituzione. L'articolo 21 è stato interpretato per la comunicazione di massa, mentre il 15 per la tutela della comunicazione interpersonale.
ARTICOLO 21:
In particolare, l'art. 21 è stato definito la pietra angolare dell'ordine democratico.
COMMA 1: "Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione." (comma 1)
Perché è importante manifestare il proprio pensiero? È essenziale per la partecipazione nella vita democratica di un paese, per il fatto che essendo cittadini che partecipano al Governo del paese, fa sì che siano esplicite le nostre posizioni e, dal lato passivo, dà la possibilità di avere un dibattito pubblico rendendoci più consapevoli dei.
diritti che esercitiamo sul processo democratico. Questo ha un risvolto sulla qualità della democrazia e sulla consapevolezza del cittadino quando esercita i propri diritti, come il diritto al voto. Questa è un'ottica che vede nel dibattito democratico, nella necessità della sfera pubblica di dibattito, la sfera sostanziale che mantiene viva la democrazia e le istituzioni democratiche. Attraverso il dibattito si definiscono le scelte di un Paese, tenendo conto di tutte le posizioni. Il nostro articolo 21 parla di come tutti possano esprimere il proprio pensiero. Tutti è riferito non solo ai cittadini ma a tutti gli uomini, diritto di tutti gli esseri umani ad esprimere un proprio pensiero. Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero, ma ci sono dei limiti alla libertà della manifestazione del pensiero perché è una libertà che non può essere assoluta perché ne possono essere alcune nocive, o incontrasto con altri diritti costituzionalmente riconosciuti. - L'art. 68 garantisce una libertà di manifestazione del pensiero un po' più ampia ai Parlamentari, in quanto la loro funzione andava tutelata un po' di più rispetto a quella del comune cittadino dato che i Parlamentari devono sentirsi liberi nella loro funzione e non condizionati nell'esercizio delle loro funzioni. Quindi l'art 68 della Costituzione dice che i membri del Parlamento non possono essere chiamati a rispondere delle opinioni espresse per i voti dati. Questa è una garanzia, e molto spesso questa garanzia è stata sfruttata dai Parlamentari per eccedere nell'uso del loro diritto e conseguentemente questo ha provocato della lesione dei diritti degli altri offesi delle espressioni di giudizio di un parlamentare. Così si è deciso di limitare l'interpretazione dell'esercizio delle loro funzioni a tutti quei casi in cui effettivamente le
Manifestazioni del pensiero siano fatte in aula o in tutti i contesti legati effettivamente all'esercizio delle loro funzioni. - L'art. 122 per i Consiglieri Regionali in quanto la loro funzione andava tutelata un po' di più rispetto al comune cittadino, dato che i Consiglieri devono sentirsi liberi nella loro posizione e non influenzati in quello che dicono nell'esercizio delle loro funzioni. L'uso troppo disinvolto da parte di alcuni parlamentari è stato più limitato dalla Corte Costituzionale, perché nonostante si ricopra questa posizione non si può sparare a zero su tutto.
OGGETTO ART 21 (nel comma 1): Tutela la LIBERTÀ POSITIVA O NEGATIVA di esprimere il proprio pensiero, ovvero libertà di esprimere e non esprimere il proprio pensiero. TUTELA AMPLISSIMA. L'interpretazione di questo articolo non richiede originalità nella diffusione del pensiero, non per forza per parlare dobbiamo dire cose originali.
cioè il proprio pensiero può significare riportare o far proprio anche il pensiero altrui. PENSIERO PROPRIO O ALTRUI. Si è molto discusso se alcuni tipi di comunicazione rientrino o meno nella libertà di manifestazione del pensiero. Il tema è se la PUBBLICITÀ E LA PROPAGANDA RIENTRASSERO NELLA MANIFESTAZIONE DEL PENSIERO e ancora oggi per la pubblicità non tutti sono d'accordo da essere tutelata da art. 21 perché ha elementi di creatività, inventiva, di manifestazione di un pensiero che tuttavia è legato alla promozione di prodotti, di servizi, legato ad attività di impresa, per questo la si lega più ad attività di impresa privata che alla manifestazione del pensiero, ma molto spesso la pubblicità ha degli elementi assimilabili alla libertà di manifestazione del pensiero, anche per il suo elemento di creatività e per questo la tendenza è di considerarla.tutelatadall'art 21. La propaganda politica, anche questa è tutelata dalla libertà dimanifestazione del pensiero. Ci sono anche dei limiti alla propaganda e allapubblicità e alla propaganda politica.Viene ricondotta nella libertà di manifestazione del pensiero anche● l'APLOGIA (discorso a difesa) almeno che non sia legata ad altri diritti,5interessi cost. garantiti che dall'apologia vengano messi in discussione e nonvengano garantiti, ovvero messi in pericolo dall'apologia.NON VIENE CONSIDERATA COME LIBERTÀ DI MANIFESTAZIONE DEL● PENSIERO L'ISTIGAZIONE se l'istigazione è a commettere altri reati in quantoqui esiste la necessità di tutelare altri diritti che magari l'ordinamento internogarantisce con particolare forza. Ad esempio, quando si tratta di dirittifondamentali come il diritto alla vita.Sono ricompresi nell'oggetto anche l'attività dei giornalisti ed inparticolar● modo, ATTIVITA' GIORNALISTICA, dare divulgare notizie, opinioni e commenti.Ad esempio, se sia necessaria una tutela specifica per i giornalisti, categoria disoggetti che garantisco il dibattito pubblico, professionalmente e garantisconoche ci sia informazione sui temi rilevanti per il nostro sistema democratico.TUTELA LA LIBERTÀ DI RICEVERE NOTIZIE; fa parte del dibattito anche● ascoltare le informazioni distribuite, ovvero avere l'accesso all'informazione.Nozione più specifica di questo si riferisce ai rapporti del cittadino con lapubblica amministrazione (diritto all'accesso), ovvero poter richiedere l'accessoagli atti della pubblica amministrazione per il quale il soggetto abbia interesselegittimo, anche di poter chiedere l'accesso civico a tutti gli atti della p.a. chedevono essere necessariamente pubblici per un'amministrazione trasparente.(principio di trasparenza della pubblica amministrazione).Inoltre, siha diritto ad un'informazione pluralista, o richiedere che esistano strumenti che garantiscano quanto più possibile che l'info che circola nel sistema mediatico sia la più pluralista possibile, dando spazio a tutte le possibili opinioni che garantiscono il dibattito democratico. Quindi possiamo dire che la libertà di manifestazione del pensiero ha anche un risvolto passivo che consiste nell'interesse del cittadino ad un'informazione pluralista. I PRINCIPI DELL'ART 21: COMMA 1: problema del mezzo "Tutti hanno diritto a manifestare il proprio pensiero con la parola, lo scritto o con ogni mezzo di diffusione". Intanto qui si parla di diffusione del pensiero che si può attuare attraverso il parlato, lo scritto e ogni altro mezzo, e la giurisprudenza ha interpretato questo "ogni altro mezzo", comprendendo la radio anche se non è esplicitamente detta, così come la tv che comunque viene tutelata. Qui latutela è della comunicazione di massa (comunicazione da un soggetto emittente a più soggetti destinatari che non sono definiti nella loro identità, nella loro natura molto spesso). Questo per tutti i mezzi di diffusione. L'art 21 tutela comunicazione di massa da 1 mittente a più destinatari indistinti. L'art 21 tutela la diffusione dell'informazione con ogni mezzo comprendendo anche ad oggi internet e la possibilità di comunicare anche attraverso questo mezzo che a suo tempo è stato utilizzato per comprendere i mezzi come radio e tv nella tutela dell'art 21.
C'è la stessa praticità nell'uso del mezzo tra internet e tv?
No, la tv è più difficile da usare. Quindi se noi interpretiamo questo articolo in maniera letterale tutti possono manifestare con ogni mezzo il proprio pensiero, quindi anche con la tv. Ma il mezzo televisivo non è accessibile a tutti, soprattutto in un sistema come
il nostro, che utilizza frequenze elettromagnetiche per diffondere canali televisivi, che sono risorse scarse che non tutti possono usare contemporaneamente. Questo fatto pone un problema, perché questo "tutti" mi diventa la possibilità di pochi di utilizzare le risorse fisiche ovvero le frequenze elettromagnetiche che esistono per diffondere il pensiero attraverso il mezzo televisivo; non solo risorse fisiche ma anche risorse economiche, non basta avere le frequenze per fare tv, ma occorre un apparato di produzione di contenuti che va finanziato. Quindi elemento tecnico ed economico sono stati un limite per la possibilità di tutti di manifestare il proprio pensiero, almeno qualche tempo fa. Quindi questa libertà in questo contesto diventa potere in quanto solo pochi avevano la possibilità di accedere alle risorse delle frequenze e risorse economiche per utilizzare il mezzo televisivo. "Tutti/con ogni mezzo" non puòPerciò significare che tutti debbano avere in fatto, la materiale disponibilità di tutti i possibili mezzi di diffusione, ma che a tutti la legge deve garantire possibilità di usare o di accedervi, con le modalità entro i limiti resi necessari dalle caratteristiche dei singoli mezzi o dalla esigenza di assicurare l'armonica coesistenza del pari diritto di ciascuno o dalla tutela di altri interessi costituzionalmente apprezzabili.
La Corte Costituzionale considerando la natura del mezzo televisivo, nell'art 21 si interpreta come la giuridica possibilità di usarne o di accedervi entro i limiti dettati dai singoli mezzi.
La Corte Costituzionale dice che siccome tutti non possono accedere al mezzo televisivo, il primo passo è garantire che potenzialmente tutti possano accedervi in condizioni di uguaglianza e che comunque, non tutti possono esprimere la loro opposizione, ma comunque occorre garantire che le leggi consentano al numero più alto.
base alla normativa vigente, sono i seguenti: 1. Emittenti radiotelevisive: sono le aziende che producono e trasmettono programmi radiofonici e televisivi. Possono essere sia pubbliche che private. 2. Produttori di contenuti audiovisivi: sono le società o gli individui che producono programmi radiofonici e televisivi da vendere o distribuire alle emittenti. 3. Operatori di rete: sono le società che gestiscono le infrastrutture di trasmissione, come le antenne e i ripetitori, necessarie per la diffusione dei segnali radio e televisivi. 4. Fornitori di servizi di distribuzione: sono le società che si occupano della distribuzione dei segnali radio e televisivi ai consumatori finali, ad esempio attraverso la televisione via cavo o via satellite. 5. Pubblicitari: sono le aziende che acquistano spazi pubblicitari all'interno dei programmi radiofonici e televisivi per promuovere i loro prodotti o servizi. 6. Regolatori: sono gli enti governativi o indipendenti che stabiliscono le regole e i regolamenti per il mercato radiotelevisivo, garantendo la qualità dei contenuti e la tutela dei consumatori. 7. Consumatori: sono le persone che fruiscono dei programmi radiofonici e televisivi, sia attraverso la radio e la televisione tradizionali che attraverso le piattaforme digitali. Ogni soggetto ha un ruolo specifico nel mercato radiotelevisivo e contribuisce alla sua funzionalità e sviluppo.