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I SISTEMI DELLA COMUNICAZIONE NON VERBALE:
Cinesico: volto e sguardo, gesti
1. Vocale: voce, vocalizzazioni non verbali = non hanno a che fare con ciò che viene
2. detto ma con le caratteristiche della voce (tono, volume..)
Prossemico: spazio interpersonale ovvero contatto, spazio e postura
3. Visivo: ha a che fare con le immagini, segnali
4.
Sistema Cinesico
Il viso è la sede principale degli ingressi sensoriali. Tutte le espressioni che possiamo
assumere derivano dalla posizione dei muscoli facciali, in particolare dal nervo facciale —
> i muscoli sono stati analizzati in particolari movimenti. Da un lato i più importanti sono i
muscoli zigomali e gli altri sono i muscoli corruttori
Il viso è il canale principale per l’espressione di emozioni —> i movimenti muscolari sono
stati studiati in relazione con le emozioni
Sono diversi i movimenti se si parla di espressioni volontarie e espressioni involontarie
Questi studi di Echmann iniziano studiando le popolazioni lontane primitive: si
propongono dei fotogrammi che rappresentano le espressioni tipo e si chiede a dei
soggetti di riconoscerle —> le risposte coincidono con il pensiero degli occidentali
—> si presuppone che esistano espressioni prototipiche che esistono in ogni cultura e
che hanno carattere universale e innato
Sistemi di codifica delle espressioni delle emozioni:
FAST (Facal Affect Scoring Tecnique) —> movimenti tipo che combinati tra loro danno
luogo alle espressioni del viso
FACS (Facial Affect Coding Scheme) —> metodo standardizzato più elaborato sulla
codifica delle espressioni del viso, basato sulla codifica di 46 unità di azione = singoli
movimenti muscolari che combinati tra loro rappresentano le espressioni universali
prototipiche e la loro intensità, in modo da capire l’intensità dell’emozione (5 livelli di
intensità) 15/10/15
Sorpresa: emozione di solito breve, è un’emozione di transizione neutra che di solito si
trasforma in un’altra emozione; sopracciglia sollevate, occhi spalancati, bocca aperta
Paura: emozione che può durare di più, la paura però se viene provata molto a lungo
causa un crollo psicologico della persona; è spesso un’emozione anticipatoria rispetto a
ciò che sta per accadere; sopracciglia sollevate, bocca un pò stirata
Disgusto: provato in presenza di odori, sapori, rappresentazioni tattili.. La reazione che ne
consegue è evitare la cosa che ci disgusta; naso arricciato, labbro superiore arricciato
Disprezzo: sorta di disgusto ma nei confronti di un persona, ci si sente superiori; la bocca
può assumere una forma asimmetrica
Rabbia: interessa tutti i muscoli del viso, anche se non provata pienamente è un
sentimento abbastanza riconoscibile
Felicità: facile da decodificare, di solito è caratterizzata dal sorriso, dallo strizzare degli
oggi
Tutte queste sono emozioni primarie
- universali = comuni a tutti i membri di una specie
- spontanee = non sono frutto del controllo consapevole dell’individuo
- innate = ogni bambino possiede lo stesso repertorio di base che risulta indipendente
dai processi di apprendimento e in più il bambino ha la capacità innata di riconoscere
le espressioni del volto della madre
Teoria neoculturale = queste emozioni innate vengono poi modificate attraverso il
processo di apprendimento, si impara quando e come esprimerle
Le emozioni primarie vengono considerate famiglie di emozioni, sono contenitori in cui ci
sono altre piccole categorie
Segnali del volto
Segnali statici = segnali immutabili come colore della pelle, forma del viso, del naso,
1. della bocca..
Segnali lenti / a variazione lenta = tratti del viso che cambiano nel tempo come rughe,
2. alterazioni del tono muscolare
Segnali rapidi = movimenti dei muscoli facciali che producono effetti temporanei sul
3. viso come rughe mentre si sorride..
- Messaggi emotivi = messi in atto quando si mima un’emozione non
spontaneamente ma in maniera consapevole
- Messaggi emblematici = con significati molto specifici, possono essere
considerati l’equivalente di una parola (strizzata dell’occhio..)
- Punteggiatura di una conversazione = i segnali rapidi del viso servono a dare un
senso e un ritmo al discorso, danno una struttura proprio come la punteggiatura
- Micro-espressioni = comparsa sul viso velocissima, non si riescono quasi a
cogliere e quindi si perde una parte della conversazione
Come può trasparire il controllo delle espressioni del viso?
Ekmann basa le sue ipotesi anche sul lato psicologico e individua che la base fisiologica
con cui le persone controllano le espressioni è diversa: l’ipotalamo è la sede delle
espressioni involontarie —> entra in gioco il sistema piramidale
La corteccia cerebrale è invece la base delle espressioni volontarie
- Micro-espressioni
- Espressioni soffocate = cercare di nascondere un’emozione appena si manifesta
coprendola con un’altra —> una tipica copertura è il sorriso
- Tracce dovute alla mancata inibizione di muscoli meno controllabili
- Tempi di esecuzione
- Collocazione nel flusso del discorso, cioè capire quando le espressioni compaiono
rispetto al tono di voce e a ciò che sta dicendo —> se l’espressione non coincide con il
momento in cui una cosa viene detta, allora è possibile che sia controllata
- Asimmetria = i muscoli entrano in gioco in modo asimmetrico —> lateralizzazione del
cervello: il lato sinistro controlla il linguaggio, il lato destro le emozioni —> la parte
destra del viso è più facile da controllare perché è collegata al lato sinistro del cervello /
la parte sinistra è la più spontanea
Lo sguardo è un altro elemento del sistema cinesico. In realtà quando si parla non si
guarda direttamente negli occhi un persona. La gestione dello sguardo serve a dare un
flusso alla comunicazione per definire l’alternanza di turni, se si vuole continuare a parlare
si tende a guardare altrove
- Sguardo consapevole: movimenti ed espressioni degli occhi, direzione dello sguardo
- Sguardo involontario: componenti dello sguardo non sotto il nostro controllo come
dilatazione pupille (pupille dilatate = più interesse)
Lo sguardo serve soprattutto a:
Comunicare gli atteggiamenti interpersonali
• Dominante
(sguardi più diretti, più sguardi quando si parla
e meno quando si ascolta) Amichevole
Ostile (maggiore frequenza sguardi)
Sottomesso 21/10/15
Lo sguardo può essere rivelatore delle relazioni che ci sono tra le persone
Teoria dell’equilibrio mette in relazione lo sguardo con il grado di intimità degli
interlocutori: le due persone che comunicano cercano di mantenere segnali non verbali in
modo coerente con il grado di relazione che hanno es. durata e frequenza degli sguardi
reciproci —> gli interlocutori estranei si guardano di più quando sono lontani rispetto a
quando sono vicini
Altre funzioni dello sguardo
Accompagnare il discorso
•
- gestire la sequenza del dialogo, l’alternanza di turni es. si toglie lo sguardo quando si
vuole parlare
- è intermittente (le occhiate in una conversazione non durano più di 3 secondi)
- aiutare a riconoscere i feedback
- serve a inviare informazioni
I gesti sono azioni volontarie e involontarie compiute dalle mani e dalle parti del corpo
limitrofe. I primi studi sistematici si sviluppano intorno agli anni 30 in risposta a delle
teorie degli anni 30 che ipotizzavano che l’eccessiva gestualità fosse tipica delle razze
inferiori
I gesti ora vengono studiati in concomitanza col discorso per vedere come la gestualità
entra nella comunicazione, prima invece erano studiati in modo isolato dalla
comunicazione
Funzione di sostenere, modificare, completare, sostituire il discorso:
illustrano il contenuto del parlato, funzione descrittiva perché chiariscono meglio cosa si
• sta dicendo
funzione di coordinazione, danno struttura, coerenza e ritmo al discorso verbale
• sostituiscono il parlato es. lingua italiana di segni LIS
•
Classificazione dei gesti fatta da alcuni studiosi italiani che ipotizzano che ci siano due
categorie:
gesti connessi al discorso
1.
—> coesivi = partecipano insieme alle parole alla costruzione del contenuto del discorso,
non tanto per quanto riguarda il contenuto semantico ma più per dare una struttura
semantica chiara
—> ideativi= rendono meno ambiguo il contenuto semantico e il significato di ciò che si
dice. Si dividono in emblematici = gesti simbolici culturalmente condivisi e possono
sostituire il parlato - e illustratori = illustrano e descrivono fisicamente quello che viene
fatto verbalmente, sono iconici (illustrano forme e movimento di aspetti concreti di ciò
che si dice es. mimare gesto scrittura), metaforici (illustrano concetti astratti) e deittici
(indicano persona o oggetti fisicamente presenti o qualcosa di idealmente presente)
2. gesti non connessi al discorso = gesti che non hanno nessuna apparente relazione con
il parlato —> etero-adattatori = gesti che facciamo quando invadiamo lo spazio
circostante, si distinguono in oggetto-adattatori e persona-adattatori
—> auto-adattatori = il soggetto tocca parte del proprio corpo
Ekman sostiene che alcuni gesti possono indicare un controllo consapevole da parte del
soggetto:
lapsus gestuali = le persone si lasciano sfuggire dei gesti i micro gesti che tradiscono
• qualcosa che si vuole nascondere, perciò viene eseguito solo un frammento del gesto
gesti fuori posizione = gesto che viene eseguito fuori dal normale spazio di esecuzione
• diminuzione dei gesti = quando si mente, si tende a usare meno i gesti soprattutto i
• gesti illustratori: accade per interferenza emotiva (la paura tende a far diminuire i gesti)
auto-manipolazione = gesti auto-adattatori, da prendere molto con cautela
• 22/10/15
Il sistema vocale
Le vocalizzazioni non verbali devono soprattutto a:
Sostenere, modificare, completare, sostituire il discorso con pause, regolazione del tono
• di voce, enfasi e cadenza
Esprimere emozioni: la felicità e la tristezza sono più facile da decodificare attraverso il
• tono di voce
La voce e l’espressione delle emozioni
Il tono è acuto ma come smussato, la voce Felicità
appare aperta e corposa e modulata. Modo di
parlare veloce e serrato
Tono basso, fiacco e sordo, articolazione molto Tristezza
lenta, strascicata. Lunghi momenti di silenzio e
volume debole
Voce di tono medio e uiforme, Sillabazione Disprezzo e disgusto
spesso molto lenta, scadenzata, inframmezzata
da brevi pause
Voce s