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DUE VOCI A CONFRONTO
- Sartre “l’essere e il nulla” dice-> siamo condannati ad essere liberi : in questo modo S
dice una cosa che porta la parola della legge tutta dentro la liberta. sono condannato ad
essere libero.
- Levinas in “totalita e infinitio” dice-> la liberta consiste nel sapere che òa libertà è in
perisoclo-> siamo condannati ad essere liberi, la libertà non è libera se non ha
coscienza dei suoi pericoli, se non sa il rischio che corre di perdersi.
IL PARADOSSO DELLA LIBERTA
S non risolve il problema di fondo perche incastra la legge dentro la libertà stessa, gioca
con gli stessi termini. se non c’è altro che libertà unica regola che si può avere è la libertà 3
stessa. la libertà diventa paradossalmente il contrario di se stessa, senza legge non ha
possibilita.
- versione negativa-> non si può non essere liberi, sottolineatura dell’impossibilita.
- versione positiva -> la liberta dienta paradossalmente il contrario di se stessa
LA SINTESI IMPOSSIBILE
S si mette di fronte al problema della sintesi.
l’impossibilita di essere liberi esclude una impossibilitata.
la liberata è possibilita
possibilita perfino della sua impossibilita
limp di non essere liberi = impossibilita che rimuove una possibilità = il contrario della
libertà
SUICIDIO, IL CASO LIMITE
chi mi può impedire di fare quello che voglio col mio corpo? sono libero di fare ciò che
voglio. nessuno te lo impedisce (Hume), è legittimo -> riguarda la mia liberta, non
danneggia gli altri anzi faccio del bene, distinzione netta tra sfera privata e pubblica,
decido io della mia vita. se la libertà è regola di me stesso non c’è regola.
perche il suicido è il caso limite? perche non si tratta di morale o civiltà ma solo di me
stesso. non si può intervenire per via estrinseca.
DUE VOCI A CONFRONTO
-SCHOPENAUER-> “il mondo”: il mondo è dolore, dolore è volere, non vale la pena vivere
perche non siamo padroni delle nostre scelte -> tentazione del sucidicio di farla finita pero
altra tentazione contraddittori-> provochi dolore suicidando e quindi “scelgo” ancora.
-MARCEL -> “essere e avere”: il mio corpo tra essere/sono e avere/ho. nel suicidio per me
stesso. io sono il mio corpo ma ho anche un corpo. sono e non sono. cerco il suicido
paradossale perche è quella possibilità che fa terminare ogni possibilita. è la scelta libera
possibile e anche impossibile. lunedì 9 ottobre 2017
cosa non funziona in questo conflitto tra legge e libertà? sembra che non si riesca ad
uscire. devo vivere il conflitto anche se sembra falso per arrivare ad uno snodo.
tommaso d’acquino: il bene sa qualcosa che l’essere non sa. questo è lo snodo della
filosofia morale
si spinge sempre di più verso il polo opposto della libertà-> cosa orrenda
la libertà non ha altro spazio se non reagire violentemente
la libertà rimane semplicemente un gioco dove la libertà stessa è tutto il contrario della
legge e la legge è il contrario della liberta.
il soggetto è libero purché ci sia del rispetto
la libertà è all’inizio sacrificata
dice il contrario di cio che questa legge falsa e sacrificale vuole ottenere fino all’esplosione
della libertà stessa.
la libertà diventa contraddizione di se stessa, fa di s stessa il proprio carceriere-> siamo
condannati ad essere liberi (Sartre) 4
non pensare in termini di rinuncia il rapporto con l’altro-> non partire con termini di
rinuncia.
questa liberta contraddice la legge e quindi deve diventare il destino di se stessa.
da questo punto di vista allora la possibilità del suicidio è strana ma è possibile-> posso
uccidermi.
ma quest possibilita è la fine di ogni possibilità-> fatta questa scelta non posso scegliere
ancora, -> non posso tornare indietro
il caso del suicido è interessante perche per lo meno, perfetta trasparenza. la libertà
assoluta coincide con l’impossibilità. ci si può uccidere, questo è il problema del suicidio, il
fatto che io lo vieti non significa che non possa compierlo. mi consegno a tutte le mie
POSSIBILITà. IL problema legge libertà ce l’abbiamo nel nostro dnA.
questo corpo è la mia libertà ma è anche il mio impedimento
impugnamo la nostra liberta come s il nostro stesso esserci non fosse un pensiero che
agisce come un dovere.
PARTIRE CON L’ALTRO
è impossibile stare nel conflitto in quanto conflitto.
non si esce da legge/liberta.
che tipo di uscita puoi avere?
- non c’è sentisi dell’umano, la sintesi è l’azzeramento dell’umano. perche tanto libertà
quanto legge hanno ragione quindi il problema non è fare sintesi ma resistere a
ciascuno una ragione che non esclude in anticipo l’una dall’altra.
e se la parola da cui partire fosse un’altra? non c’è nessun altra parole oltre a quella
dell’altro. stiamo parlando di me e di te. rapporto con qualcosa d’altro rispetto a me.
perche ripaartire con l’altro? opposto della partenza con noi stessi
l’errore della partenza è questo: che il senso della legalità non è legato ne alla legge ne
alla libertà ma che siamo di fronte all’altro.
il senso della leglita non parte ne solo dalla legge, ne solo dalla libertà ma dalla
responsabilità per l’altro.
l’altra faccia della legge è la responsabilità per l’altro. non tutto si consuma solo nella
purezza: nell’essere o nel nulla. ma che dentro di me spunti un senso di alterita, di
responsabilità per l’altro. nella crepa tra essere e dover essere c’è una vita umana, l’altro.
è l’altro che mi domanda un dovere.
l’altra faccia della liberta
- la liberta non è solo un insistere sulla negazione di vincoli, impedimenti e regole. non è
libertà questa! non possiamo stare attenti a tutto.
- la liberta è anche affermaizone: un diventare responsabili. la libertà è anche capace di
dire di si.
- liberta e responsabilta. come si fa ad essere libero non facendo delle scelte? la libertà è
responsabilità. siamo liberi nel momento in cui ho il coraggio di sceglierti e impegnamo
la nostra liberta.
- la legge è l’altro volto della libertà
Kant: liberta e legge, legge e libertà
prefazione “critica della ragion pratica”
-> senza libertà nessun dovere ha un senso, ma senza un dovere la libertà non ha senso,
io non saprei mai di essere libero.
kant aveva ragione: la legge e la libertà sono volti dello stesso problema. 5
kant non comprende pero che tiene i due termini in un modo astratto come se questo
gioco tra lib e legge io li potessi consumare insieme dentro di me.
la ragion d’essere del dovere è la liberta, ma senza dovere la libertà non saprebbe nulla di
se stessa. agire in modo libero vuol dire dare a se stessi la propria legge.
noi siamo liberi solo nel momento in cui non sottostò alle leggi della fisica ma nel momento
in cui sono in grado di dare a me stesso la mia legge.
l’osservanza della legge non equivale ad essere convinti su ciò che si fa.
non è sufficiente agire secondo la legge.
Levinas: il comando dell’altro
Kant ha ragione ma non tutto si consuma dentro di me.
il senso della legge non sorge da me per estendersi all’altro.
il senso della legge è la stessa presenza dell’altro che mi interroga sul senso della mia
libertà-> la mia libertà può molto di più di quel che non pensi-> levinas “etica e infinito”
questo problema non è possibile senza un altro rispetto a me.
senza una legge, cioè un dovere che mi proviene dall’altro, non saprei di essere libero.
la partenza dalla legge mi porta ad una posizione anarchica
la prima motivazione per rifiutare l’approccio non è filosofico ma mitico, la stessa divinità è
schiava di se stessa.
due libertà insieme possono diventare una legge.
come la liberta è l’altro volto della legge, la legge è l’altro volto della libertà
la vita umana sulla terra è fiume gemello sulla terra o stella doppia in cielo
La prima legge è non uccidere.
la giustizia è che nel mondo animale tutti sono in guerra ma fra noi non è cosi, in realtà fra
noi è peggio di cosi. la prima legge è questa. non uccidere è un comando, ma se c’è l’altro
in mezzo non è più non uccidere allora l’altro modo per dire la prima legge è tu non
morirai.-> programma etico radicalmente alternativo
- quadro Pellizza da Volpedo: immagine dell’umano dove si sta insieme-> c’è il cerchio
ma le figure sono distinguibili.
- Martin Buber: Andie Warhol-> il polo contrario della costizione (=legge disumana
carceriera) non è la libertà ma la solidarieta.
nostra condizione: prima o poi scappiamo in un modo o nell’altro, abbiamo fatto un po la
pace ma questa pace ha la forma del di fronte all’altro e non della sintesi.
LA MORALE DI KANT NEL PERIODO CRITICO
studiare del libro di kant: prefazione, analitica dei principi, primo capitolo dei principi, no
capitolo2, capitolo 3 si.
Critica della ragion pura: dialettica= cose che non si possono dimostrare, cose non vere->
non si può dimostrare che Dio esiste, che ci sia libertà nel mondo e che ci sia qualcosa
che studio la materia, che ci sia anima-> questo è l’oggetto della dialettica trascendetale.
mentre nella ragion pura la parte dell’analitica e quella della dialettica sono entrambe due
grosse parti, nella ragion pratica la dialettica è molto poca e tutto si concentra nell’analitica
perche kant ha fatto diventare la dialettica della ragion pura l’analitica della ragion pratica.
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lunedì 16 ottobre 2017
kant ha il coragigo di porre un problema esistenziale-mitico-religioso.
un filoso che ha il coraggio di cambiare registro e che non porta fondo al proprio rigore.
kant inizia il capitolo primo con un linguaggio moderno, usa un linguaggio filosofico che è
fatto di teoremi, paragrafi… (critica della ragion pratica)
nel primo capitolo kant scrive coronando il linguaggio che ha usato nella critica alla ragion
pura
nel capitolo terzo kant scrive in un modo logico, si mette a parlare di faccende che non
possono essere dette
filosofo