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MATTIA FILOSA

La diffusione del materiale presso altri è punibile legalmente. Uno dei magi inginocchiato in adorazione, alle spalle dei magi inserisce un gruppo di figure, che suggeriscono la situazione di un affollamento, con questo gioco riesce ad evocare la dimensione del corteo, della fastosità orientale del corteo. Inoltre, c'è anche l'instaurarsi di una modalità di composizione, raffigura dei colloqui in cui le figure si guardano negli occhi, importante perché grazie a questa dinamica allude al contesto spaziale.

La cacciata dei mercanti dal tempio, il problema di raffigurare una scena dinamica, una scena violenta, in cui una folla di mercanti viene con grande energia costretta a uscire dal tempio. Innanzitutto, recupera un'idea; raffigura un portico, che da l'idea di spazio aperto, due portici uno a pianta rettangolare e uno dietro circolare, Ghiberti raffigura Cristo in primo piano che scaglia la frusta; le figure sono mercanti.

Pervari elementi che compaiono. Tutto è funzionalizzato, Ghiberti nella flagellazione di Cristo usa la simmetria, evoca lo sforzo, la forza dei flagellatori, c'è una dinamicità incredibile. Cristo, una delle sue raffigurazioni più riuscite, immolandosi e sacrificandosi, Ghiberti così facendo evoca la personalità di Cristo, c'è una specie "diperdono assoluto"; rappresentazione dell'interiorità. Dal punto di vista visivo, nel portico c'è uno schema quadrato, mentre nelle figure ci sono anche delle cadenze, inserite secondo un principio diverso nella struttura, richiamando la cornice della formella formata dall'intersezione della figura quadrangolare con l'anse → studio fortissimo. Ghiberti è sottovalutato, perché è sia un personaggio di avanguardia sia un personaggio con un piede nel passato (tardo-gotico); Leonardo da Vinci riprende Ghiberti, lo recupera nella sua pittura,

nel suo modo di fare. Ghiberti vuole riprodurre delle scene in spazi diversi rispetto alla primaporta, ha la possibilità di aprire l'immagine, per esempio raffigura tutta la storia di Caino e Abele in un'immagine. La scena è rappresentata all'aperto, in un ambiente tropicalizzato, sono le scene di Giuseppe, Ghiberti interviene per la raffigurazione delle architetture evocando con esse l'espansione di una struttura. Nella prima porta ha poche possibilità, nella seconda invece ha più mano libera, elabora, l'eccezionale impegno che lui mette negli accessori che fanno parte della struttura dell'opera. Nella rappresentazione femminile, rappresenta la tenerezza dei gesti, riprende Donatello, Masaccio; Ghiberti è più armonico, ha un atteggiamento ricettivo, Donatello è più nervoso. 30/10/2018 La bottega di Ghiberti era formata anche dai suoi aiutanti, si formano presso di lui grandi scultori ad esempio.

Donatello dal 1404 al 1407 come aiutante, aspetto di collaborazione, di rapporto diretto trascultori che beneficiano di questo tipo di relazione influenzandosi l'un con l'altro. Fluidità della situazione, la bottega di Ghiberti ha importanza, lui lavora il bronzo, dalla lavorazione della creta si ricavano alcune conseguenze, una delle sue caratteristiche è la straordinaria morbidezza, fondamentale il rapporto con la materia, lavorazione di un materiale morbido, la figura finale mantiene la morbidezza. In tutto questo converge la componente realistica dell'immagine, delle figure, tutto ciò sembra derivare dall'utilizzo di questa tecnica. Formella del 1407, non si sa chi la eseguì, forse Ghiberti, Brunelleschi o Donatello. Formella con un Donatello giovane, nella bottega.

delGhiberti

Creazione di Eva, uno dei vertici della scultura fiorentina, rappresentazione tenera di Eva, a partire dallamorbidezza dell’incarnato (ventre, braccia, senso di morbidezza che preme dall’interno). Difficoltà di4 Mattia FilosaMATTIA FILOSALa diffusione del materiale presso altri è punibile legalmente.rendere questa immagine, Eva che nasce dalla costola dell’uomo, questa formella è stata

ricoperta da una sostanza che doveva creare una superfice protettiva, elemento importante. Formella da attribuire a Donatello perché attraverso un processo di confronto con opere dell'artista perché al confronto con il Cristo notiamo somiglianza nella carne e nella bocca, nonostante il Cristo sia di legno e la formella interracotta.

Luca della Robbia, scultore molto importante, si forma nella bottega di Ghiberti, anche lui ha un debito di formazione, come Donatello, entrambi sollecitati ad intervenire sulla creta, ma lavora anche il marmo, cerca anche di trovare una soluzione al problema di rivestire la terracotta uno strato come protezione, inventa l'invetriatura (La Madonna con il bambino), impressione delle dita della madre che affonda nella carne del bambino, riconosciamo ciò che siamo, ciò di cui siamo costituiti, morbidezza, qualità emotiva sentimentale che connota il rapporto tra la madre e il bambino, eccezionale capacità degli

immagine, il frutto sta ad indicare la passione, con la quale toglie il peccato originale. C'è un significato iconografico, la mela allude ad Eva, e quindi al sacrificio di Cristo, stupendamente, l'artista intervenuto su questa invenzione iconografica, evoca un momento della vita quotidiana familiare. Importante anche gli occhi.

Visitazione degli anni '40 di Della Robbia, scultura con due donne; ritratto di Giovanetto che si trova a Napoli degli anni '40, ci si trova di fronte, testa adolescenziale, in cui emerge regolarità dei tratti somatici, che corrisponde all'emergere della connotazione interna dell'animo, sembrerebbe il fratello minore del San Giorgio di Donatello, senso di scoperta, miracolo di essere vivi, scultura che introduce cosa noi siamo, cosa potremmo essere, Luca della Robbia si specializza nella terracotta, di tale successo la sua scultura viene mantenuta dalla famiglia di generazione in

generazione fino al 500, lui lavora anche il marmo, importante anche la Cantoria, simile alla porta del battistero, caratterizzata da formelle, si nota che quest'opera raffigura all'interno dei quadri, dei giovani, dimensione di festa, Luca della Robbia ha inserito dei giovani, ripresi in diverse fasce d'età, adulti, giovani, ragazzini. Esigenza di riconoscere l'evoluzione della crescita umana, identificate come se fossero una gloria, la bellezza dell'essere umano. Le facce sembrano tutte uguali, tutti questi volti hanno un qualcosa di simile, ma ci sono delle piccolezze, dei particolari, che emergono e riescono a identificare il volto. Situazione diversa, opera religiosa, aveva la funzione di contenere dei cantori, in tutto questo non c'è traccia di censura. Se noi guardiamo la civiltà del passato, ci accorgiamo delle differenze, possibilità di relazionare la nostra civiltà, dato fondamentale. Pittore fondamentaledel primo Quattrocento fiorentino, Filippo Lippi, Madonna con adorazione del bambino, Lippi muore nel 1469, Adorazione, rapporto con due artisti che lavorano con due tecniche diverse, ma che si confrontano e viaggiano su binari paralleli (Della Robbia e Lippi), il primo nasce nel 1400 e Lippi è leggermente più giovane, sono sostanzialmente contemporanei. Confronto tra la testa di Della Robbia e un quadro di Botticelli (molto maturo, nella rappresentazione della Madonna con il bambino); quarant'anni di differenza tra queste due opere, creature angeliche di Botticelli, adolescenziali, elemento di idealizzazione dei tratti somatici, Botticelli procede su una strada simile a quella di Della Robbia, sviluppa il motivo fondamentale della bellezza giovanile, con tratti di tenerezza, di regolarità estrema, rapporto tra Della Robbia e Filippo Lippi, si guardavano, si conoscevano, Botticelli nasce nel 1445, quarant'anni dopo Lippi, salto in avanti brusco, Botticelli.

Muore nel 1510. Lavorazione della giovinezza, sensibilmente. 05/11/2018

Considerazione di Vasari su Ghiberti, Le Vite, biografie degli artisti fino al’500, diviso in 3 sezioni per ognicento anni, legate tra loro perché c’è un’involuzione. La prima sezione è dedicata a Giotto, poi dal’400 c’èun balzo di trasformazioni. Il giudizio su Ghiberti si capisce se si tiene conto della linea evolutiva, se Ghibertiriecheggia Giotto è “normale”. Ciascuna delle sezioni ha delle introduzioni, per Vasari Ghiberti è bravissimoperò non guarda al futuro, al contrario di Donatello e Masaccio, Vasari è “diabolico” perché nelle Vite5 Mattia FilosaMATTIA FILOSALa diffusione del materiale presso altri è punibile legalmente.vediamo delle frasi di critica velenosa, stimola una critica fino ai giorni nostri condizionando il giudizio cheabbiamo noi (sia su Ghiberti sia su Leonardo). Negli

anni’90 uno studioso ha pubblicato una monografia suun’artista fiorentino impostata sull’esigenza di controbattere ciò che diceva Vasari.

Polittico di Gentile (pittura del primo ‘400), un grande capolavoro del tardo Gotico, si può fare un collegamento con Ghiberti per le vesti dei santi, la postura un po' storta. Queste due figure (Ghiberti statua e polittico) sono due sguardi diversi, senso di potenza della statua, perché la figura è bidimensionale nella pittura dà un’impronta diversa. Gentile, è un pittore diverso da Ghiberti, ma lui guarda comunque Gentile, lo dice lui stesso, usa tutto quanto serve e lo riadatta diciamo. Ghiberti ha la base di Leonardo.

La Cantoria di Luca della Robbia permette di affrontare anche Donatello. Donatello ha eseguito una Cantoria negli anni’30. Donatello nasce nel 1386, Ghiberti nel 1380, muore nel 1466, inizia agli inizi del ’400 e lavora fino a metà degli anni’60.

a in loro un punto di riferimento per la loro arte. L'arte antica rappresenta per loro un ideale di naturalismo e di capacità di rappresentare la natura in modo realistico. Vedono nel passato un modo per liberarsi dalle convenzioni e per introdurre nuove idee. Utilizzano il passato come trampolino di lancio per la loro creatività.
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A.A. 2019-2020
24 pagine
2 download
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ART/01 Storia dell'arte medievale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher mfilosa98 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di istituzioni di storia dell'arte e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Pisa o del prof Ambrosini Alberto.