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NPM.Alternative e sub-varianti del NPM:

forte componente aziendalista nell'organizzazione del settore pubblico agendo con logiche di mercato (Regno Unito);

status differente del settore pubblico rispetto al mercato privato, consistente nel diritto amministrativo e nello stato come regolatore (Europa continentale);

settore pubblico molto differente rispetto al settore privato ma maggior convergenza nella regolazione delle relazioni di impiego, con decentralizzazione della contrattazione collettiva e della gestione delle risorse umane (Scandinavia).

Lo spostamento della regolazione centralizzata è stato sostenuto da mutamenti istituzionali che hanno permesso di mantenere un equilibrio tra le decisioni prese a livello centrale e decentrato.

* Ruolo del sindacato nella gestione delle risorse umane 45

Cambiamento nel tempo> modalità di regolazione del lavoro in tre tipi di azione (Regini):

azione unilaterale caratterizzata da regolazione manageriale dei rapporti tra attori individuali,

regolazione corporativa tra attori collettivi, regolazione legislativa tra attori istituzionali;. azione negoziale caratterizzata da contrattazione individuale tra attori individuali, contrattazione collettiva tra attori collettivi, patti sociali incentivati dagli attori istituzionali;. azione cooperativa caratterizzata da coinvolgimento diretto dei dipendenti nella gestione aziendale, gestione congiunta tra sindacati, imprese o loro associazioni, concertazione diffusa tra attori istituzionali e attori collettivi.

Epoca prefordista: azione unilaterale;

Epoca fordista: predominanza dell'azione negoziale (contrattazione collettiva come metodo efficace per mantenere il consenso dei lavoratori) + consolidamento e diffusione di forme di azione cooperativa sia sotto forma di coinvolgimento informale e diretto dei lavoratori nella gestione d'impresa, sia sotto forma di cogestione formalizzata tra imprese e sindacati.

Anni '80: azione negoziale caratterizzata da crescente

decentramento contrattuale e ricorso alla contrattazione individuale + esperienze di micro-concertazione come strategia di riaggiustamento industriale. Il sindacato tramite azioni negoziali e cooperative assume nel tempo un ruolo non trascurabile nella gestione delle risorse umane. Capacità sindacale di mediare gli interessi individuali e mantenere il consenso dei lavoratori a fronte di politiche gestionali negoziali progettate dal sindacato. * New Public Management NPM Inefficienza delle burocrazie pubbliche > NPM, nato negli anni '80 nei paesi occidentali industrializzati per perseguire la strada della modernizzazione del settore pubblico nello spirito delle imprese private. - burocrati come manager con discrezionalità su come spendere il proprio budget; - agenzie più piccole, decentrate e indipendenti al posto delle strutture monopolistiche; - pratiche di assunzione e impiego del personale sollecitate dalla competizione, contratti temporanei e retribuzioni legate alIl risultato della prestazione; la separazione della pratica politica dall'amministrazione; meccanismi di controllo che aumentino l'efficacia, l'efficienza e la qualità dei servizi. La contraddizione delle norme classiche di Weber sulla burocrazia. La divisione tra lavoro e non lavoro. Nelle statistiche ufficiali chi si trova in una situazione di "non lavoro" è classificato per differenza da chi è invece occupato. A questo proposito Eurostat definisce occupate le persone con età superiore ai 15 anni che nella settimana precedente alla rilevazione sulle forze lavoro hanno lavorato, anche se solo un'ora, ottenendo un reddito. Chi non sta lavorando invece, ossia i disoccupati, secondo Eurostat sono le persone con età tra i 15 e i 74 anni che si trovano senza lavoro nella settimana di riferimento, ma che tuttavia sono disponibili a lavorare e attivi nella ricerca di un lavoro nelle 4 settimane precedenti, oppure ancora che non.

Stanno lavorando, ma che inizieranno a lavorare entro tre mesi dalla rilevazione.

Rispetto a queste categorie esistono delle varianti legate alle scelte che gli individui compiono per adattarsi agli andamenti del mercato del lavoro e ai limiti presenti nei vari contesti socio-economici. Da una parte, la prolungata assenza di lavoro può portare alla rinuncia a cercare attivamente o a strategie di adattamento come il lavoro autonomo o il lavoro irregolare. D'altra parte, alcune persone svolgono attività che occupano solo parzialmente il tempo che sarebbero disposti a dedicare al lavoro (lavoro temporaneo e part-time involontario), in quanto non hanno trovato alternative migliori.

Disoccupazione e scoraggiamento.

La difficoltà di trovare un lavoro per lungo tempo e la carenza di servizi di supporto alla ricerca possono condizionare la partecipazione attiva nel mercato del lavoro e quindi implicare la rinuncia a cercare un'occupazione. L'Italia registra la percentuale

più elevata di «scoraggiati» tra i paesi considerati [p.144, Tabella 5.3], percentuale ben al di sopra della media Europea: in Italia circa il 12% delle persone in età attiva per lavorare non sta cercando lavoro. Questo valore è principalmente composto da persone che vivono nel Sud e dalle donne, ma il dato più drammatico è rappresentato dai giovani che non lavorano e non studiano, la cosiddetta categoria dei NEET (Not in Employment, Not in Education or Training). L'Istat (2010) ha stimato che in Italia la percentuale di giovani NEET (15-29 anni) è di molto superiore alla media Europea (20,5% contro il 14,7%) ed è principalmente formata da persone che non cercano lavoro, mentre in Europa si tratta prevalentemente di persone disoccupate. Gli investimenti da parte del governo italiano per affrontare tali problemi sono poco sistematici e consistenti — la spesa per le politiche destinate all'occupabilità dei giovani.

è circa il 4% della spesa complessiva per le politiche del lavoro — espesso l'iniziativa è delegata all'ambito locale (comuni, province, regioni).

L'area della sotto-occupazione.

In Italia e Spagna il lavoro temporaneo è considerato una via di fuga alladisoccupazione, come si osserva dalla tabella 5.5 [p. 147]. I dati mostrano chein questi due paesi i lavoratori temporanei lo sono prevalentemente perché nonhanno trovato un lavoro a tempo indeterminato, mentre per Francia, Svezia e47Regno Unito, si registra un'elevata percentuale di persone che non vogliono unlavoro a tempo indeterminato.

Anche il numero di lavoratori part-time involontari (ovvero lavoratori che nonsono riusciti a trovare un lavoro full-time) mostra andamenti simili a quantoosservato per il lavoro temporaneo. La figura 5.6 [p. 147] mostra che negli ultimi10 anni Spagna e Italia hanno registrato un sensibile aumento dei lavoratori chevorrebbero lavorare a tempo pieno.

ma ripiegano su un lavoro part-time. In Italia un'altra via di fuga alla disoccupazione è il lavoro autonomo. La tabella 5.6 [p. 148] mostra chiaramente che l'Italia presenta ancora nel 2012 la più alta percentuale di lavoratori autonomi tra i paesi considerati. Si tratta di un dato diffuso principalmente nel Sud del nostro paese dove molto diffuso è anche il lavoro irregolare.

L'irregolarità del lavoro è la conseguenza diretta all'impossibilità di trovare un'occupazione. Il lavoro irregolare è uno degli aspetti che viene inserito nella definizione di economia informale, che comprende anche le attività che non vengono considerate lavoro dalle statistiche ufficiali.

* Economia formale, economia informale

Economia informale può essere suddivisa in attività legittime o illegittime, a seconda del possesso di una serie di requisiti conformi al senso comune o ad una sorta di moralità condivisa da

gran parte della cittadinanza > sistemi regolatividello stato e norme sociali della società. L'economia informale è stata definita come un settore con precise caratteristiche, quali facilità d'entrata, affidamento a risorse autoctone, proprietà famigliare delle imprese, operazioni su scala ridotta, tecnologia elementare ed alta intensità del lavoro, formazione acquista al di fuori del sistema educativo riconosciuto dallo stato, mercati non regolati e competitivi. L'economia informale non può essere paragonata all'economia criminale, poiché la prima ha a che fare con la produzione e la vendita di beni e servizi considerati legati nella stessa società, mentre la seconda è legata alla produzione e al commercio di beni e servizi definiti illegali nella stessa società. Il suo radicamento è dovuto a diversi elementi: la presenza diffusa di piccole imprese familiari, l'alto tasso di povertà.

La minore scolarizzazione e il minorsenso civico. Il lavoro irregolare è uno degli aspetti che vengono inseriti nella definizione di "economia informale", definizione che tuttavia comprende anche le attività che non vengono considerate come "lavoro" dalle statistiche ufficiali.

Conclusioni:

Divisione economica del lavoro a partire dai fondamenti teorici (Marx e Nord-Sud del mondo). L'evoluzione della divisione del lavoro da un punto di vista geografico, all'interno della progressiva globalizzazione economica e dei processi produttivi è avvenuta grazie alla liberalizzazione del commercio internazionale e alle nuove tecnologie. Teorie del ciclo del prodotto e della catena globale del lavoro + imprese transnazionali come principali istituzioni di regolazione del processo di mondializzazione. Nuove frontiere della produzione, riorganizzazione produttiva e opzioni di delocalizzazione delle imprese. Gruppi sociali emergenti, nuovo strato.

Di élites transnazionali fatto da professionisti e alti dirigenti che operano ad un livello denazionalizzato..

Struttura della divisione economica del lavoro tra settori: servizi alla persona e servizi alle imprese, che sono interrelati al settore dei servizi, a sua volta interrelato al settore industriale..

Evoluzione della divisione economica del lavoro tra occupazioni e livelli professionali e le dinamiche di convergenza nella gestione delle risorse umane tra settore privato e pubblico.

La divisione economica tra lavoro e non lavoro e le sue diverse componenti, che comprendono la disoccupazione, area della sottoccupazione e inattività, indotta da effetti di scoraggiamento.

Capitolo 6. La divisione sociale del lavoro.

6.1 Introduzione.

Il capitolo è dedicato al tema della divisione sociale del lavoro, cioè dei modi in cui in una società il lavoro è organizzato e distribuito.

Dettagli
Publisher
A.A. 2020-2021
111 pagine
SSD Scienze giuridiche IUS/07 Diritto del lavoro

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher maddogx di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Lavoro e capitale umano e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Cattolica del "Sacro Cuore" o del prof Lodigiani Rosangela.