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OBBLIGAZIONE POLITICA E CONTRATTO-SCAMBIO

Sono due forme di relazione, l'obbligazione politica ha a che fare con la politica mentre il contratto-scambio con l'economia. Questa proposta teorica viene introdotta da Gianfranco Miglio (1918 – 2001) che, analizzando le regolarità della politica (= elementi costanti che caratterizzano la politica) introduce la distinzione tra obbligazione politica e contratto scambio, due termini che rappresentano l'uno il contrario dell'altro ma hanno delle caratteristiche specifiche.

OBBLIGAZIONE POLITICA = concetto che viene coniato da Alessandro Passerin d'Entrèves, uno dei maestri di Miglio, filosofo della politica molto importante che ha studiato per lungo tempo ad Oxford e insegnato storia del pensiero politico per alcuni anni all'Università Cattolica. Il concetto di obbligazione politica deriva dalla tradizione 'contrattualista' (vd. Hobbes, Locke, Rousseau...), cioè quegli...

autori che vedono all'origine di ogni comunità politica un contratto e ne spiegano l'origine e le caratteristiche.

Il Leviatano di Hobbes, (1651) => ipotizza che gli esseri umani stato di natura vivano, almeno originariamente, in uno che precede l'istituzione della comunità politica. Nello stato di natura gli esseri umani sono tutti uguali e hanno uguale libertà su tutte le cose, vivono in maniera egoistica e non socievole (bellum omnium contra omnes) in cui ognuno può cercare di possedere tutte le cose e così facendo entra in conflitto con gli altri in una situazione di completa anarchia, lotta perenne. In questo stato, l'essere umano ha paura della morte violenta e cerca sempre di fuggire dall'eventualità che qualcuno possa ucciderlo per rubargli le sue proprietà. Quindi gli individui fanno un patto di fedeltà reciproca: rinunciano all'uso indiscriminato della propria libertà e decidono di istituire

unacomunità politica che abbia un'autorità in grado di far rispettare le leggi. Delegano alcune parti della loro libertà allo stato, che Hobbes definisce Leviatano (= mostro biblico marino in Giobbe). Gli individui votano e sulla base di quel voto si obbligano reciprocamente gli uni con gli altri a rinunciare a parti della loro libertà per veder garantita la loro sicurezza, affidandosi allo stato o alla monarchia o alla democrazia...queste persone NON fanno parte del patto ma vengono solo incaricate di mantenere l'ordine. È sempre un patto di soggezione che sta alla base di ogni comunità politica. Lo stato di natura è un'ipotesi che viene utilizzata per spiegare la nascita di una comunità politica, solo gli indiani d'America secondo Hobbes vivono effettivamente in uno stato di natura nel 1600. Il contrattualismo è un elemento tipico della modernità politica. Miglio, sulla base delle riflessioni di
  1. Soggetto: l'obbligazione politica riguarda la comunità politica nel suo insieme, mentre il contratto-scambio coinvolge gli individui.
  2. Oggetto: l'obbligazione politica si riferisce alle norme e ai doveri che regolano la vita pubblica, mentre il contratto-scambio riguarda gli accordi e gli impegni tra individui.
  3. Finalità: l'obbligazione politica mira a garantire l'ordine e il benessere della comunità politica, mentre il contratto-scambio ha come obiettivo la soddisfazione dei bisogni e degli interessi individuali.
  4. Modalità: l'obbligazione politica si basa sulla legge e sull'autorità politica, mentre il contratto-scambio si fonda sulla volontà e sulla reciproca convenienza degli individui.
Secondo Miglio, nel corso della storia queste due forme si sono mescolate, politizzando il contratto-scambio e contrattualizzando l'obbligazione politica. Questo ha portato alla corruzione delle due entità pure, compromettendo sia il vincolo politico che il contratto-scambio. Un esempio di questa mescolanza è rappresentato dal sistema sanitario americano e dalla deregulation.politica invece ha una struttura verticale, in quanto vi è un soggetto che emana le decisioni e altri soggetti che le devono rispettare. Nel contratto scambio, il tempo è limitato e definito, in quanto le prestazioni devono essere eseguite entro un determinato periodo di tempo. Nell'obbligazione politica, invece, il tempo è più ampio e indefinito, in quanto le decisioni politiche possono avere effetti nel lungo termine e possono riguardare anche generazioni future. In conclusione, il contratto scambio e l'obbligazione politica sono due forme di relazione sociale che si differenziano per la quantità di soggetti coinvolti, la specificità dell'oggetto, la struttura e il tempo.

La politica ha sempre una struttura verticale, in quanto è per forza piramidale, alla base ci sono i governati e al vertice i governanti, ed esclusiva in quanto non è possibile regredire da una condizione politica.

Il contratto-scambio ha un tempo determinato (hic et nunc), nell'obbligazione politica non c'è un termine di tempo in quanto la fedeltà non ha tempo.

Rappresentanza politica

La rappresentanza politica si ha quando una singola persona rappresenta una collettività. Questo concetto ha una storia travagliata e assai dissimile da ciò che concepiamo al giorno d'oggi: nasce nel mondo romano e inizialmente riguarda solo la sfera delle relazioni privatistiche, si ritrova in due attività tipiche di due forme giuridiche, il mandato e la delega, che hanno a che fare con relazioni tra individui. Il mandato è un rapporto tra individui in cui c'è sempre un carattere imperativo; la delega è sempre condizionata da

una serie di elementi, è vincolata a ciò che hai stabilito il vincolante ma comunque più libera rispetto al mandato. Nelle democrazie contemporanee, la rappresentanza ha un carattere diverso. Nella costituzione italiana viene proibito il mandato operativo, nelle democrazie contemporanee il mandato è sempre e solo fiduciario (ovvero il rappresentante politico è sempre libero di eseguire il mandato nella maniera che ritiene più opportuna). Nel corso della storia delle forme di mandato imperativo sono state sostituite da forme di mandato fiduciario. Il mandato fiduciario è importante perché permette di rispondere a problemi imprevisti, è lungimirante e permette di trovare il compromesso politico…

Le prime istituzioni rappresentative in senso politico nascono nel XII secolo in ambito militare -> campo di maggio, assemblea militare nella quale il re chiama a sé il popolo formato da uomini in armi, serve a mettere insieme il

comandante e i soldati. È precedente a tutte le operazioni belliche, serve a preparare la guerra: in questa riunione il re chiama a sé il popolo per chiedere consiglio. Quelli della popolazione che erano presenti decidono anche per gli assenti, quindi all'interno della società iniziano ad essere utilizzate riunioni di questo stampo. La plena potestas è la pienezza di potere del rappresentante. Storicamente la rappresentanza non nasce dal basso ma dall'alto, è il re che affida pieni poteri alle persone con cui discute perché deve essere sicuro che vi sia un controllo del territorio e un rispetto degli accordi presi. Successivamente la popolazione demanda a qualcuno il compito di rappresentarla e opporsi, se necessario, alla volontà del sovrano => da legittimazione dall'alto a legittimazione dal basso. Nel medioevo il concetto di rappresentanza viene esteso, si trasforma nel rappresentare qualcosa di più alto (es.

Pontefice rappresenta Dio, è il vicario di Cristo in terra e viene eletto dai cardinali). Nascono anche le prime dimensioni rappresentative, inizia a diffondersi l'idea che ci possa essere una rappresentanza politica. L'agire per conto di qualcuno diventa l'idea della rappresentanza e il decidere per chi è assente. I giuristi usano l'idea delle finzioni giuridiche: la rappresentazione per costruire delle il principe agisce per conto del popolo, quindi rappresenta l'intera comunità. L'idea moderna della rappresentanza richiama al compito di rendere presente chi è assente nell'assemblea rappresentativa.

ENDMUND BURKE > autore inglese, importante pensatore liberal-conservatore, importante filosofo che per alcuni mandati svolge il ruolo di rappresentante in parlamento e durante la campagna Lettera elettorale si rivolge agli elettori della sua circoscrizione. "agli elettori di Bristol" (1774) teorizza il mandato

libero affermando che rappresenta in parlamento sia coloro che lo hanno votato sia coloro che non lo hanno votato; chi siede in parlamento rappresenta l'interesse di tutta la nazione. Vi deve essere un interesse nazionale, una coesione sociale. Ma l'Inghilterra è un caso particolare, con una grande stabilità politica. In Francia invece la rivoluzione francese distrugge il sistema della nobiltà, si sostituisce un parlamento formato dalla borghesia. Dopo la rivoluzione francese il parlamento inizia ad essere concepito come organo rappresentante della borghesia. "Il contratto sociale" JEAN-JACQUES ROUSSEAU > (1762) Rousseau si oppone ai giacobini e teorizza la volontà generale, ovvero l'idea che le decisioni prese dall'assemblea rappresentano tutta la popolazione e hanno a che fare con tutta la popolazione. Democrazia cittadina e diretta, tutti i cittadini devono riunirsi in assemblea pubblica e decidere sulle varie questioni. La teoria

del mandato fiduciario si afferma soprattutto dall'800 in poi e in seguito diventa prerogativa di tutte le democrazie. Nel corso del '900 viene ampliato il diritto di voto e viene introdotto un nuovo soggetto all'interno del sistema politico, ossia la massa, e il concetto di rappresentanza viene sfidato dall'interesse di formazione dei partiti di massa. Si creano delle distorsioni nella libertà effettiva del mandato fiduciario perché ci sono più interessi da rappresentare, nel parlamento agiscono le lobbies (= organizzazioni che difendono gli interessi di alcuni gruppi specifici) che premono sui rappresentanti affinché vengano adottate determinate misure. Le lobbies possono agire in una situazione di pluralismo (= stato arbitro neutrale) o in un sistema corporativo.
Dettagli
Publisher
A.A. 2020-2021
56 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/08 Sociologia dei processi culturali e comunicativi

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher aletheiadoc di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Comunicazione politica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Cattolica del "Sacro Cuore" o del prof Castellin Luca Gino.