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La teoria sulla genesi dell'autismo
Margaret Mahler sottolinea l'importanza di considerare (sia nella patologia che nello sviluppo tipico) la stretta interdipendenza tra:
- i fattori costituzionali del bambino;
- la qualità della relazione precoce con la madre;
- i fattori cruciali o traumatici, che potrebbero essere già presenti durante la vita fetale o insorgere nei primi mesi.
Questo approccio multifattoriale ha demitizzato il clima di colpevolizzazione della madre (la madre frigorifero di Bettelheim), proponendo una lettura estremamente diversa dei disturbi psicotici infantili: tali disturbi, secondo l'autrice, insorgono in bambini con una vulnerabilità costituzionale verso uno sviluppo psicotico e non in bambini normali in risposta al comportamento o alle fantasie inconsce di madri emotivamente disturbate.
Margareth Mahler distingue tra:
LA SINDROME AUTISTICA: il bambino subisce un arresto nella fase autistica normale quindi ricalca in pieno la completa
assenza di differenziazione tra il Sé ed il mondo oggettuale, stati interni e stimoli esterni. Non percepisce la madre come l'oggetto esterno che soddisfa i suoi bisogni e che media il contatto con l'ambiente, quindi cerca di mantenere quella barriera allucinatoria che, durante le prime settimane di vita, viene utilizzata per difendersi dagli stimoli esterni.LA SINDROME SIMBIOTICA: il bambino possiede una vaga consapevolezza che il soddisfacimento dei suoi bisogni provenga dalla madre, esperita come parte di un'unità duale onnipotente. Questa vaga percezione delle differenze può innescare nel bambino l'angoscia di non conseguire un'esistenza separata quindi si rifugia all'interno del legame simbiotico, che gli garantisce sentimenti di onnipotenza.
CAPITOLO 5: MELANIE KLEIN
psicoanalisi attuale
Ha influenzato la più di qualsiasi altro autore dopo Freud. Il suo intento era quello di ampliare la teoria freudiana ma le sue scoperte la
portarono a contrastarla. Alla fine degli anni '20 il modello psicoanalitico era già diviso in "scuola di Londra" (kleiniana) e "scuola di Vienna" (freudiana). Il punto centrale del contrasto riguardava la tecnica dell'analisi dei bambini: - Klein: secondo la sua teoria, i bambini potevano essere analizzati al pari degli adulti attraverso il gioco, come sostituzione delle libere associazioni. - Anna Freud: secondo lei, i bambini non potevano essere analizzati perché il loro Io troppo immaturo consentiva solo un approccio pedagogico. Melanie Klein vedeva la MENTE come un "contenitore di oggetti" intesi come rappresentazioni interne, entità concrete che il bambino ha sin dalla nascita, delle quali si relazionerà attivamente. Gli "oggetti interni" (i genitori, parti del corpo...) creano nel mondo fantasmatico del bambino una serie di fenomeni psichici descritti nella teoria kleiniana (angoscia, scissione, frammentazione, proiezione, idealizzazione, etc.).depressione e colpa). L'Io, presente sin dalla nascita (non si sviluppa in tempi successivi come per Freud) da una agisce subisce parte su questi oggetti, ma dall'altra ne l'azione. introiettati Gli oggetti esterni vengono ed internalizzati assumendo delle caratteristiche altre, secondo i connotati del mondo interno quindi vengono letti in modo soggettivo (l'oggetto esterno può acquisire caratteristiche molto diverse da quelle che effettivamente lo connotano nel mondo reale come ad esempio il seno cattivo della madre). proiettate Parti del Sé (oggetti interni) vengono su oggetti esterni, in particolare sulla madre. Il pensiero Kleiniano segue due fasi: 1) PRIMA FASE (Dal 1919 al 1932 - anno di pubblicazione di "La psicoanalisi dei bambini"). La Klein: Perfeziona la tecnica del gioco- ;modello della mente- Definisce il proprio ;strategie interpretative oggetto- Delinea le proprie intorno all'idea di " "Teoria delle posizioni 2) SECONDAFASE: Formula la (E NON FASI!) in “Contributo allapsicogenesi degli stati maniacodepressivi” del 1935.L’ANALISI DEL BAMBINO PICCOLO – IL GIOCO E L’INTERPRETAZIONE
Secondo la Klein i bambini possono essere psicoanalizzati tramite il gioco che sostituisce le libere associazioni consentendo l’accesso più diretto ed immediato ai contenuti inconsci del bambino.
Nel setting di gioco la Klain propone una serie di giocattoli accuratamente selezionati, (complessi e non automatici di comune utilizzo) e (come acqua o plastilina) sui quali il bambino può proiettare facilmente gli oggetti del suo mondo interno e il suo mentale.
La tecnica del gioco modello kleiniano si basava su alcuni presupposti che fondano il transfer della mente:
- Contrapponendosi ad Anna Freud, Melanie Klain ritiene che anche il bambino piccolo manifesti una relazione di transfer con il terapeuta possibile grazie all’interiorizzazione dei genitori come figure scisse (o
Idealiizzate ed estremamente buone oppure cattive e persecutorie perché non comprende ambivalenza affettiva) che secondo la Klain avviene prima dei 3 anni;
Non è necessario preparare il bambino all'analisi
Per favorire un atteggiamento positivo verso il terapeuta visto che il bambino piccolo si rende subito conto dei benefici dell'analisi; interpretazioni
Come con l'adulto, anche con il bambino l'analisi si deve basare su profonde: bisogna rivelare al bambino gli impulsi sadici ed erotici che nutre nei confronti dei genitori. oggetti introiettati oggetti del
Nel setting di gioco, gli vengono identificati con altri mondo esterno. Alcuni degli oggetti messi a disposizione vengono inconsciamente equiparati dal bambino ad organi e attività genitali dei genitori. Queste analogie sono possibili preconoscioni grazie alle (e non fantasie) che il bambino ha dei genitali dei suoi genitori. identità l'oggetto interno esterno
Quando
l'analogia viene ridotta ad e e quello vengonoconfusi, si ha l'EQUAZIONE SIMBOLICA che avviene perché il bambino non possiede ancora la capacità di accedere al simbolo per quello che effettivamente è. Quando la differenza tra l'oggetto interno e quello esterno è salvaguardata, si ha il simbolo vero e proprio, che è alla base del rapporto con il mondo esterno. Tuttavia la diversità tra l'equazione simbolica e i simboli veri e propri potrà precisarsi solo dopo l'introduzione della nozione di posizione depressiva (1935). Il lavoro dell'oggetto che si pone come simbolo sostituisce l'oggetto perduto ed implica il lutto con cui da una parte l'Io rinuncia all'oggetto, ma dall'altra lo ricrea in una forma nuova; la capacità di formare simboli investendo nuovi oggetti, stimolata dal dolore della perdita, è alla base della creatività umana e dell'interpretazione clinica di tipo.simbolicoQuesta con cui la Klein istituisce delletra ogni elemento riferito in seduta numerocorrispondenze crude e dirette e unlimitato di significati inconsci (come: oggetti acuminati e pene; oggetti cavi e vagina ecc..)è stata molto criticata perché limitandosi ad una gamma molto ristretta di significati svaluta ilruolo delle libere associazioni che hanno invece una gamma di significati molto più ampia enon definibile a priori.DINAMICHE DEL MONDO INTERNO
Il bambino, secondo la Klein ha fin dall’inizio della vita postnatale una relazione sia con lamadre padreche con il (che per Freud inizia invece ad essere importante solo dalla fasefallica e conseguente risoluzione del complesso edipico), impegnata di tutte le componentifondamentali di una relazione oggettuale, quali l’amore, l’odio, le fantasie, le angosce e ledifese. relazioni oggettuali punto diLa Klain pone le al centro della vita psichica escludendo ilvista economico freudiano : mentre per
Freud l'oggetto è solo il mezzo per arrivare allameta rappresentata dalla scarica della pulsione, per la Klain le spinte pulsionali sono semprefantasiafinalizzate a qualcosa e se l'oggetto esterno non è disponibile viene ricreato nellaLe fantasie sono radicate nei bisogni primari del bambinoinsieme alla pulsione. (dinutrimento e di accudimento), nell'ambito della relazione con la madre ed hanno una fonte divita interna. seno maternoIl primo oggetto cui mira il neonato è il , del quale ha una "precognizionecognitiva" associata allo stimolo della fame. Se il seno continua ad essere assente (il bambinosente la fame e vuole avere il seno che però non gli viene dato), insieme alla sensazioneoggettodolorosa data dall'assenza dell'oggetto ambito, si attiva la presenza fantastica di unpersecutorio , da cui difendersi o da attaccare. Il lattante allora attacca questo oggettocattivo ad esempio mordendolo appena arriva oppureRivolgendosi ad altri oggetti, come avviene durante la fase dello svezzamento. Quale è la differenza tra Freud e Melanie Klein della concezione dei desideri edipici? - Le fantasie sul corpo della madre e i desideri edipici (domanda esame)
La Klein rivede le fasi dello sviluppo infantile sostenendo che anche il bambino molto piccolo, spinto verso la conoscenza mosso da una, costruisce elaborate fantasie sul corpo della madre e sui suoi rapporti con il padre, da cui si sente escluso. Il complesso di Edipo, per la Klein non è motivato da desideri libidici e dall'angoscia della castrazione (come sosteneva Freud) ma dalla bramosia di possesso del bambino che vuole controllare e distruggere la coppia genitoriale e la paura di essere punito da tale coppia per le sue brame di possesso. Il conflitto edipico kleiniano si risolve quando il bambino accetta l'esistenza di una coppia genitoriale, definita figura parentale combinata, di cui non si fa parte.
edSuper-ioil si manifestano dunque molto precocemente: quest’ultimo infatti è presente informa arcaica sin dall’inizio della vita per poi divenire più complesso nel corso del tempo.LA TEORIA DELLE POSIZIONI
“Contributo alla psicogenesi degli stati maniaco-depressivi”
In del 1935 la Klein pone irudimenti di una teoria della personalità difficilmente compatibile con quella freudiana.
Posizioni
La Klain parla di “ ” e non di “fasi” perchè nonostante un primo momento stadiale,per cui la posizione depressiva si presenta solo dopo la posizione schizo-paranoide (poiché ilbambino deve acquisire delle conoscenze prima di potervi arrivare), quando vengonoperdurano anche nella vita adultaraggiunte entrambe, esse , con oscillazioni reciproche.
assetto di oggetti interni