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Economia dell'inconscio: frutto della Organizza tutta la vita psichica intorno al dinamica pulsionale rapporto con l'oggetto
SALIENZA ATTRIBUITA ALLA FASE EDIPICA Le ipotesi freudiane possono essere applicate a fasi antecedenti (bambino 2-3 anni, neonato) Il conflitto si forma al culmine della vita Sia le fantasie di unione incestuosa, sia sessuale infantile: fase edipica. Il bambino di 5-6 anni lotta con desideri incestuosi intensi e pericolosi Il conflitto nevrotico centrale riguarda contenuti segreti e autoinganni forme più primitive e terrificanti, molto diverse dal dramma edipico freudiano Psicosi inaccessibile alla psicoanalisi Estensione alla psicosi adulta Melanie Klein elabora un modello della mente che recupera sulla base del patrimonio psichico del bambino, procedendo in una direzione da Freud, ma differenziandosi anche
da Anna. Sonoimportanti alcuni fattori:
- oggetto interno/esterno
- Oggetto totale/parziale-scissione
- identificazione proiettiva
Nel bambino, quando cresce, ci sarà un’ambivalenza nei confronti della madre che lo porteràad amarla ma anche ad odiarla; questo ha origine nella fase dell’allattamento. Nel momentoin cui il seno è portatore di nutrimento sarà un seno buono, quando non ha più latte è un senocattivo. Sono processi che avvengono sulla base di sensazioni fisiologiche (il bambino sente imorsi della fame e capisce che il seno non è in grado di dargli nutrimento e capisce che quelloè un seno cattivo).
Melanie Klein precede gli aspetti legati alla relazioni oggettuale; prende in considerazionel’oggetto esterno, investito emotivamente dal bambino, che è il seno e può acquisire ruolobuono o cattivo. Eredita da Freud la concezione dualistica e il concetto di pulsione (vengonosecondo lei attualizzate).
nella realtà del bambino). La concezione dualistica dell'oggetto buono e cattivo ce la portiamo dietro tutta la vita, perché avrà a che fare con l'implicito della vita psichica. Ambivalenza L'ambivalenza indica alternanza, il poter pensare che il bambino può stare in una condizione di sofferenza (seno cattivo), ma anche di estrema gioia (seno buono). Per poter definire esplicitamente il concetto di ambivalenza si passa dalla pulsione. La pulsione libidica e aggressiva (amore e odio - non eros e thanatos) sono modalità di vivere il sé in termini di buono e cattivo. Posso amare una parte dell'oggetto senza amarlo interamente, cioè sono portato a idealizzare o a svalutare (sono i due lati della stessa medaglia). Non tolleriamo l'ambivalenza neanche da adulti (ti amo, mi lasci, ti svaluto) e siamo in una ricerca continua dell'oggetto d'amore. L'Io del bambino si costituisce con il tempo e grazie ad ungioco di proiezioni e introiezioni (meta: scarica, oggetto: mezzo casuale per la scarica). La pulsione implica un'idea vaga e imprecisa dell'oggetto.
Il gioco è stato l'elemento di contrasto con Anna Freud; il gioco rappresenta l'espressione simbolica delle fantasie e dei desideri inconsci, quindi può essere usato per analizzare i bambini in quanto è assimilabile al sogno perché non ha alcun filtro (i sogni dei bambini richiamano desideri puri).
Secondo Anna Freud invece, il bambino non si può analizzare perché non è in grado di creare libere associazioni, non avendo un Io strutturato. Winnicott rimane in mezzo tra Anna e Melanie. Anna prende in considerazione aspetti più legati alla non-analizzabilità ma dice che possono essere supportati da un punto di vista pedagogico.
La scatola kleiniana è una scatola contenente numerosissimi giochi; Melanie dice infatti che i giochi non devono essere strutturati, ma
destrutturati: pupazzi, animali, cassette, macchinine e tutto quello che il bambino può utilizzare per costruire una narrazione. È possibile lavorare con i bambini solo se essi sono in grado di raccontare la propria esperienza, di utilizzare la fantasia e di mettere in gioco la propria mente. Il bambino gioca perché ha bisogno di scaricare la propria angoscia e quindi potenziare la creatività. Il contrasto con Anna Freud Anna Freud, nel gioco, individua una ripetizione di esperienze dolorose che bisogna elaborare e dominare con associazioni libere. Al contrario, Melanie Klein sostiene che sia un modo del bambino per esprimersi e che, per questo, il gioco deve essere libero e non controllato dall'adulto. Se viene controllato, non permette al bambino di esprimere la propria angoscia, elaborare i propri conflitti e sviluppare creatività. La stanza dell'analista infantile deve essere un luogo in cui il bambino sia a proprio agio. Secondo Melanie èImportante avere un lavandino e un luogo (la scatola personale) dove il bambino potesse riporre i propri oggetti. La stanza è un contenitore, che deve essere indistruttibile poiché durante la seduta di analisi è, insieme allo psicologo/a, soggetto ad attacchi costanti, aggressivi o libidici. Il contenitore diventa così ripieno di contenuti intollerabili, cioè le angosce del bambino. Per essere un buon analista è importante non essere direttivi, come i genitori perché il bambino deve potersi esprimere liberamente senza vincoli, deve portare se stesso per poter essere se stesso.
Il bambino potrà andare a manifestare il proprio disagio e conseguentemente essere accolto da parte dell'analista. La stanza di analisi ha la capacità di amplificare.
Un ulteriore elemento di contrasto fu l'utilizzo del transfert. Secondo Anna non è possibile nei bambini perché essi non hanno la possibilità di proiettare.
Sull'analista le proprie fantasie e i propri vissuti. Secondo Melanie il transfert avviene durante tutte le sedute. Il transfert del bambino poteva essere negativo o positivo. In quella circostanza l'analista avrebbe dovuto lavorare con i vissuti di distruttività e con i vissuti di amore che il bambino gli aveva proiettato. Anna Freud metteva in luce l'importanza dell'osservazione, Melanie soprattutto la costruzione del setting psicoanalitico della relazione. Entro ciascun bambino ci sono delle capacità di portare dentro e di essere illuminati da ciò che sta accadendo. Il bambino è inoltre in grado di comprendere con più facilità determinati processi rispetto all'adulto perché l'adulto è più strutturato.
Oggetti e fantasie. Secondo Melanie il mondo è pieno di oggetti che sono di per sé elementi esterni che il bambino deve gradualmente conoscere e comprenderne il funzionamento.
L'oggetto deve essere introiettato per permettere al bambino di costruire il proprio mondo interno. Melanie è spesso accusata di dimenticarsi la realtà poiché diceva che "il mondo del bambino è più importante della realtà". Qui vediamo il senso dell'oggettività: non esiste l'oggettività perché necessariamente investita nella soggettività. I vertici di osservazione permettono di conoscere l'oggetto nella sua interezza. I primi oggetti che il bambino conosce sono gli oggetti del corpo della madre, ossia il seno, e poi passerà ad oggetti altri, ossia il corpo nella sua interezza. I primi oggetti appaiono nella costruzione fantasmatica del bambino: egli crede di averli creati e quello che crede di aver creato farà parte dei suoi desideri. Esiste un seno cattivo e un seno buono che il bambino ha creato. Quando il bambino ha fame sente i morsi della fame sia fisicamente sia.psicologicamente e attribuirà questi morsi e il disagio ad un oggetto interno dotato di volontà e di intenzionalità. Per non avere più fame produco un oggetto, ossia il seno, che arriva e mi da da mangiare. Quando non ho più fame la fantasia elimina il seno e non ne ho più bisogno. Sento i morsi della fame e quindi produco un seno cattivo che mi vuole punire perché non sono stato sufficientemente buono. Il bambino crea ancora delle parti del corpo e non un oggetto intero. Questi oggetti sono a tutti gli effetti delle quasi-persone, dotati di emozioni e che possiedono dei moti propri. Il bambino però, gradualmente, comincerà a vedere che questi oggetti non esistono solo nel mondo interno ma anche nel mondo esterno e sono sia oggetti di amore sia di odio. Secondo Melanie ciò che il bambino deve fare o cerca di fare è quello di proteggersi dalla distruttività; non basta che la madre sia sufficientemente buona, maIn questa circostanza è necessaria la relazione con lei e che questa costituisca un elemento privilegiato. Parlando di oggetto parziale, esso ha lo scopo di soddisfare i bisogni del bambino; il primo oggetto parziale è il seno, poi il ventre materno e il pene paterno. Melanie ci dirà che la distruttività del bambino spesso si riverbera nei confronti del ventre materno per distruggere tutti quei bambini mai nati che sono nel suo ventre. Il pene verrà fantasticato all'interno del rapporto con il padre e così il ventre materno spesso potrà essere investito di aggressività per distruggere ciò che contiene: la pancia della mamma contiene tutti i fratelli e le sorelle che non sono mai nati. Il bambino desidera l'unicità, che può conquistare solo attraverso gli attacchi aggressivi nei confronti dei bambini mai nati. Melanie dirà che è la madre l'insieme di tutti quei peni contenuti nel ventre.
stesso.
Fantasie inconsce
Nel momento in cui i neonati creano fantasmaticamente gli oggetti buoni e cattivi sono i primi momenti in cui iniziano a sperimentare il proprio essere reale; il bambino inizia a gridare, scalciare o addirittura a mordere il seno e questo fa sì che esso si allontani da lui, diventando così il seno cattivo. Contemporaneamente però si sviluppa nel bambino la fantasia di aver distrutto quel seno a causa della sua pulsione distruttiva.
Gli oggetti parziali gradualmente porteranno ad una formazione dell'Io: l'individuo, andando a produrre le fantasie di esaudimento di un desiderio, non solo eviterà la frustrazione ma farà sì che in quella circostanza la fantasia inconscia possa sedimentarsi. Quando la propria rabbia viene tollerata dalla madre, quella rabbia diventa tollerabile.
Le fantasie inconsce sono una funzione dell'Io e hanno la funzione di protezione di ciò che esiste nella realtà.
esterna.L'individuo produce una fantasia per appagare un desiderio che non può essere esaudito nella realtà; se la fantasia