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CITTA’ E DIGITALIZZAZIONE:
Città Mondiali e Nodi della Globalizzazione
- Urbanizzazione nel Nord e Sud del Mondo
- Competizione Urbana e Dialettica Locale-Globale
- Successo della Città
- Digital Divide
-
CONCLUSIONI:
Mappa del Sistema Mondo
- TRACCE DI STORIA
Dalla fine dell’800 alla 1° Guerra Mondiale: In questo periodo le aree geografiche
protagoniste furono l’Europa Nord Occidentale e il Nord America Orientale. Gli eventi
principali di tale periodo furono la II rivoluzione industriale che portò a importanti
innovazioni, il Fordismo ossia la richiesta di materie prime per dominare. In seguito a tali
processi economico, sociali e finanziari nacquero i primi importanti centri finanziari e le
imprese multinazionali provocando un aumento dei commerci e degli investimenti all’estero. La
1° Guerra Mondiale tuttavia si pose come culmine di tale processo ma anche come freno al
processo stesso. Questo perché bloccò i paesi europei impegnati in guerra favorendo la
crescita e lo sviluppo di USA e Giappone.
Dal 1929 alla 2° Guerra Mondiale: La grande crisi iniziata nel 1929 fu causata molto
probabilmente dal calo dei redditi degli agricoltori che vendevano a basso costo i prodotti
alimentari avendo grandi eccedenze di produzione e quindi andando in contro a contrazione
della domanda e crisi dell’industria. L’effetto della crisi si manifestò con il crollo dei redditi e
con la povertà diffusa. Aumentò la disoccupazione. Fallirono le banche americane contraendo
gli investimenti americani in Europa e rendendo impossibile alla Germania di pagare i debiti di
guerra che dipendevano dai prestiti americani. Per uscire da tale forte crisi furono attuate
politiche a sostegno dei lavori pubblici, soprattutto in America e Svezia, e politiche per il
riarmo in Germania e Giappone. L’uscita dalla grande crisi portò a un maggior divario tra Stati
Uniti e resto del mondo. Dopo la crisi vi fu una ripresa dei rapporti commerciali con l’estero.
Nacque l’industria dello zucchero in India e si allargano le industrie brasiliane. La 2° guerra
mondiale provoca benefici ai paesi poco coinvolti come USA, Canada, Australia e Sud Africa.
Dalla ricostruzione postbellica ai nuovi sistemi economici: Alla fine del secondo conflitto
mondiale, gli USA erano il paese più sviluppato; l’Europa occidentale e il Giappone conobbero
una fase di forte crescita. Iniziano a delinearsi i confini politico-economici tra blocco
occidentale e orientale per poi dare il via alla cosiddetta Guerra Fredda. Il blocco occidentale
era guidato dagli USA e quello orientale era guidato dall’URSS. Gli USA volevano fare in modo
che l’Europa non cadesse sotto il comunismo e crearono il piano di aiuti per l’Europa
occidentale denominato Piano Marshall e nacque la NATO. L’URSS per rispondere all’iniziativa
statunitense creò il COMECON e il Patto di Varsavia per l’Europa orientale. Successivamente
alla divisione in due blocchi politici nasce un terzo polo di PVS in fase di decolonizzazione. La
conferenza di Bandung in Indonesia del 1954 fa nascere il movimento dei paesi non allineati . I
paesi leader del movimento sono la Jugoslavia di Tito, l’India di Nehtru e l’Indonesia di
Suharno. In questo periodo nacquero le prime organizzazione sovranazionali. La prima di
queste fu l’ONU che derivava dalla Società delle Nazioni. Successivamente nacquero il Fondo
Monetario Internazionale e l’Organizzazione Internazionale per il Commercio (WTO). Nel
1949 nacque il Consiglio d’Europa. Nel 1951 prende vita in Europa la CECA (Comunità Europea
del Carbone e dell’Acciaio) che comprende alcuni paesi dell’Europa Occidentale. Nel 1957
nasce il Mercato Comune Europeo e poi la CEE.
Gli anni del Boom economico: In Europa vi fu uno sviluppo economico diseguale fino al 1970.
Prese vita la società dei consumi di massa, lo sviluppo delle industrie e dei servizi. In URSS
erano sviluppate l’agricoltura e l’industria tuttavia vi era poca coesione interna. In Cina erano
sviluppate l’agricoltura e l’industria grazie agli aiuti sovietici, con la salita al trono di Mao
Zedong prese il via la rivoluzione culturale. In Giappone vi fu una rimonta tecnologica, una
rivalutazione del capitale umano, lo sviluppo cooperativo e corporativo. Hong Kong e Singapore
erano sviluppate nel commercio e nei settori terziario e finanziario. La Corea del Sud e il
Taiwan furono sviluppate in agricoltura e crearono industrie collegate. I paesi del PVS non
riuscirono a decollare, si basavano su monoproduzioni e mercati interni insufficienti, si
assistette ad una crescita demografica tuttavia mancavano gli aiuti internazionali.
Gli anni ’70 e le risorse strategiche: Con l’avvento del petrolio come energia diffusissima, si
crea l’OPEC composto dalle 7 sorelle ossia le compagnie petrolifere di maggiore importanza.
Nel 1973 si verifico una crisi in quanto il barile del petrolio salì di prezzo vertiginosamente.
Venne avviato lo sfruttamento del Mare del Nord. In URSS con l’inizio della crisi Gorbaciov al
governo nel 1987 creò delle aperture. Nel 1989 tuttavia venne eretto il Muro di Berlino e nel
1991 venne sciolto il COMECON. In Australia vi fu uno sviluppo economico. Il Messico, il
Brasile e l’Argentina crescono ma dipendono dagli Stati Uniti. l’Africa perde importanza e
diventa un caso drammatico. Si configura dunque uno scenario totalmente diverso da quello di
inizio secolo tuttavia era squilibrato e dominato dal potere economico e da una crescente
globalizzazione.
La Globalizzazione e il nuovo millennio: La globalizzazione derivò dalla diffusione delle
imprese multinazionali, dalla mobilità del sistema finanziario, dalla caduta del blocco sovietico
e dalla diffusione del capitalismo. La globalizzazione opera attraverso aspetti quantitativi
(internazionalizzazione della produzione) e qualitativi (integrazione funzionale di diverse
attività economiche). Vi furono cinque aspetti importanti per la riorganizzazione dell’economia.
Il primo di questi fu la centralità delle reti finanziarie che ebbero un ruolo più importante
delle strutture produttive. Il secondo riguarda l’economia della conoscenza (knowledge
structure) che sottolinea l’importanza della conoscenza come fattore di produzione. Il terzo
aspetto individua l’internazionalizzazione della tecnologia ossia la diffusione e l’evoluzione
delle tecniche di produzione utilizzate e quindi la diffusione dello standard e del know how. Il
quarto aspetto prevede la diffusione di oligopoli transazionali ossia delle grandi imprese
multinazionali che operano su scala globale e si occupano in modo solo marginale dei singoli
mercati nazionali. Il quinto e ultimo aspetto analizza la diffusione di diplomazia economica
transazionale e l’orientamento delle strategie economiche transazionali ossia il dialogo tra
governi e imprese che contrattano e acquistano su area globale. Lo sviluppo nell’era della
globalizzazione si svolge attraverso interdipendenze e tramite una dialettica locale-globale.
Un elemento importante è il radicamento di un’industria nel territorio e gli ancoraggi
territoriali acquisiti proprio con la presenza sul territorio. Con la globalizzazione si va verso
un’economia della conoscenza. Vi fu un ruolo crescente della conoscenza e dell’innovazione
tecnologica che è fortemente radicata in specifici territori. Per misurare la capacità di
produzione la Proxy introdusse tre indicatori. Tali indicatori furono i brevetti registrati
(output), le spese per ricerca e sviluppo (input) e il personale addetto ad attività di ricerca e
sviluppo (input). I brevetti sono concentrati nei paesi industrializzati in primis la Germania, gli
USA, il Giappone, la Francia, i Paesi Bassi, la Gran Bretagna e la Svizzera. I paesi che
investirono di più nella ricerca sono gli USA, l’UE e il Giappone. In termini percentuali sul PIL
ai primi posti compaiono la Svezia, la Finlandia, il Giappone e gli USA. L’economia è la forza
trainante della globalizzazione che trascina tutti i settori di uno stato insieme alla cultura,
alla politica e ai problemi ambientali. La globalizzazione va invece a rilento per il global change
(salvaguardia dei diritti umani, regolamentazione del lavoro e diritti dei popoli migranti).
Oggigiorno si va verso il post-global (ricerca di sviluppo equo e sostenibile).
INTERPRETAZIONI E RAPPRESENTAZIONI DEL SISTEMA
ECONOMICO MONDIALE
Interpretazione del sistema economico mondiale: Per interpretare il sistema economico
mondiale vengono introdotte tre categorie interpretative ossia la modernizzazione, la
dipendenza e il sistema mondo.
- Ideologia della modernizzazione: L’ideologia della modernizzazione si compone della
crescita (trasformazioni quantitative) dello sviluppo (trasformazioni qualitative) e dl
progresso (trasformazioni qualitative). La modernizzazione tuttavia ha assimilato tali
concetti in modo ambiguo. Un emblema di tale ambiguità è il modello evolutivo di
Rostow (1960) che prevede lo sviluppo attraverso stadi successivi. In pratica si ha il
passaggio dalla società tradizionale a economie di consumo di massa. Nell’industria vi è
più tecnologia che porta a un progresso sociale e quindi a un maggiore benessere. Vi è
inoltre la negazione di una prospettiva relazionale e quindi geografica al problema di
sottosviluppo (tuttavia si constata per il fallimento dei PVS).
- I meccanismi della dipendenza: La relazione fra PS e PVS si fonda su un meccanismo
di dipendenza elaborato da Frank nel 1967 (neomarxista) e che prevede l’analisi dello
squilibrio tra PS e PVS e della popolarizzazione a vantaggio dei centri. Vi è un rapporto
di sviluppo e sottosviluppo anche tra regioni interne a tali paesi. Il sistema produttivo
locale si disgrega e si indirizza verso i settori che non partecipano al circuito degli
scambi mondiali. Slater (1975) divide la dominazione coloniale in tre fasi ossia la
penetrazione, il controllo esteso e la decolonizzazione delle città primate che porta
alla disgregazione culturale. Nell’analisi di dipendenza bisogna analizzare lo scambio
ineguale e il trasferimento del surplus. I PS infatti acquistando merci dai PVS pagano
un prezzo molto inferiore, i PVS invece importando dai PS pagano un prezzo superiore.
Lo sviluppo e il sottosviluppo sono elementi di una stessa dialettica. Il centro integra la
periferia nel sistema di scambi per consolidare la propria posizione dominante.
- Il sistema mondo secondo Wallerstein: Il sistema mondo è capitalistico in quanto è un
sistema gerarchico composto da tre parti ossia il centro, la semiperiferia e la
periferia. Il centro del sistema è nelle città che possiedono superiori capacità
produttive e finanziarie. La loro gerarchia muta nel tempo (città polo va