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LA SIRIA: I SELEUCIDI

Come il regno achemenide, quello dei Seleucidi era molto esteso territorialmente e eterogeneo sul piano etnico e culturale. I confini orientali erano instabili a causa delle popolazioni che mal sopportavano il tributo al re. È proprio a Oriente che iniziò la disgregazione dell'impero mentre sul Mediterraneo e in Celesiria i Seleucidi si scontrarono contro i Tolomei. Per ovviare a queste difficoltà intrapresero una politica coloniale nelle città greche in modo da assicurarsi il controllo delle vie commerciali, posizioni strategiche e diffondere lo stile di vita greco. Tuttavia le polis crearono dei problemi, chiedendo autonomia, libertà e democrazia.

Sotto Antioco I Sotere si ebbero le prime secessioni: nel 263 Pergamo divenne indipendente. La Bitinia nel 280. Il regno di Cappadocia nel 255 e la Partia non molto tempo dopo.

Seleuco II Callinico, oltre ad affrontare la terza guerra di Siria, dovette far fronte alla sedizione di suo.

fratello Antioco Ierace che nel 239 si ribellò facendo sollevare l'Asia Minore e i suoi sovrani: la "guerra fraterna". Seleuco II fu sconfitto e costretto a dividere il regno con il fratello. Quando Seleuco II morì nel 226, il regno seleucidico appariva molto ridimensionato. I successori cercarono di ricostruirne la grandezza. PERGAMO: GLI ATTALIDI Il regno di Pergamo si formò nel 263, resosi indipendente dalla Siria sotto Eumene I che si appoggiava a Tolomeo II. Il titolo di re fu assunto solo dal successore Attalo I che nel 230 sconfisse i Galati e gli valse la stabilizzazione del regno. Dal suo nome la sua dinastia prese il nome di Attalidi. Il fulcro del regno era Pergamo che ebbe un'eccezionale sviluppo urbanistico e architettonico. La città conservava inoltre il carattere di una polis greca. Pergamo fu un grande centro culturale che, con la sua Biblioteca, fu in grado di rivalleggiare con Alessandria. Molto prospero sul piano economico, il

Il regno mantenne la sua indipendenza grazie all'alleanza con i Lagidi e attraverso il rapporto con Roma. Raggiunse il massimo splendore nel II.

LA SICILIA: IERONE II

Dopo la morte di Agatocle le lotte interne ripresero e si affermò il tiranno Iceta. Nel 278 i Siracusani chiesero l'intervento di Pirro contro i Cartaginesi. Presentandosi come il suocero di Agatocle, fu nominato "egemone e basileus", riuscì a respingere i cartaginesi ma una ribellione dei sicelioti lo costrinse a rientrare nel 276 in Italia.

Dopo la partenza di Pirro, Ierone, figlio di Ierocle fu nominato stratego autokrator per condurre la guerra contro i mercenari campani (Marmertini). Li sconfisse nel 265 divenendo re. Tuttavia i Marmertini chiesero l'intervento di Roma contro Cartagine e Siracusa: fu la prima guerra punica. Ierone fu sconfitto e fece pace con Roma. Nel 241 la Sicilia divenne prima provincia romana, garantendo a Siracusa autonomia, pace stabile e sviluppo economico.

Siracusadiede ai Romani buoni rifornimenti di grano. Alla morte di Ierone, Ierone II nominò erede il nipote Ieronimo, filocartaginese. Nella seconda guerra punica, Siracusaabbandonò l'alleanza con Roma e passò dalla parte di Cartagine. Attaccata da Roma, Siracusa fu distrutta nel 212.

I GRECI E ROMA Polibio scrisse le sue Storie per cercare di capire come i Romani in meno di 53 anni (220-167) siano riusciti a governarequasi tutto l'ecumene. Fu il primo a mettersi il problema dell'imperialismo romano, che ancora oggi viene discusso.

LE GUERRE ILLIRICHE L'intervento romano in Illiria offre l'occasione ai romani per i primi interventi diplomatici nelle città greche. La PRIMA GUERRA ILLIRICA (226-228) venne combattuta in quanto gli Illiri praticavano la pirateria nell'Adriatico disturbando i commerci dei mercanti italici. I Romani, sollecitati dai mercanti, intervennero nel 229 convinti anche dal problema politico: l'espansionismo.

Illirico verso sud che rischiava di creare un forte stato illirico e minacciava le coste italiane. I Romani vinsero e venne formato un protettorato nelle coste illiriche. Con il trattato nel 228 gli Illiri iniziarono a versare un tributo e a non praticare più la pirateria nell'Adriatico. Così i Romani vennero a contatto con i Greci tramite ambascerie. Furono addirittura ammessi ai Giochi Istmici nel 228.

La SECONDA GUERRA ILLIRICA (220-219) venne causata dalla violazione del trattato del 228 ad opera di Demetrio di Faro che attaccò il protettorato e riprese la pirateria. I Romani riportarono la pace preoccupati per la sicurezza dell'Adriatico che avvenne poco prima della guerra annibalica: necessità di prevenire l'accordo libico-cartaginese.

LE PRIME GUERRE MACEDONICHE

La PRIMA GUERRA MACEDONICA (215-205) trova come protagonista Filippo V di Macedonia che si interessò alla realtà romana nel 219 quando Demetrio di Faro si rifugiò.

presso di lui. Il suo obiettivo era quello di ottenere da Annibale un aiuto per espellere i Romani dall'area illirica, contando sul fatto che l'Italia era invasa dai Cartaginesi e sarebbe stata relativamente facile. I Romani cercarono alleati in Grecia per isolare Filippo e si alleò con gli Etoli (quindi i Peloponnesiaci ostili agli Achei e Attalo I preoccupato per la creazione di una flotta di Filippo). Filippo si alleò con gli Achei. Gli Etoli dovevano attaccare via terra mentre i Romani via mare (conquiste agli Etoli e bottino ai romani). Gli Etoli passarono però dalla parte di Filippo. Si arrivò quindi alla pace di Fenice nel 205: Filippo conservava i territori acquisiti durante la guerra e Roma riaffermava la presenza nelle coste dell'Adriatico.

La SECONDA GUERRA MACEDONICA (200-196) fu causata da Filippo che attaccò città libere, insidiando la libertà dei Greci che la pace comune tutelava (inoltre intervenne a favore

degli Acarnani contro gli Ateniesi, che, soccorsi daiRodii, Bizantini e da Attalo I dichiararono guerra a Filippo e si appellarono a Roma). Roma riuscì a ottenere una coalizione antimacedone e nel 197 i Romani vinsero a Cinoscefale. Le trattative furono concluse perché Roma iniziava a preoccuparsi per Antioco III. Dopo le Guerre Macedoniche fu firmata la pace di Tempe per sistemare in definitiva gli affari greco-macedoniche. A Filippo venne imposto un duro trattamento. Durante i Giochi Istmici di Corinto nel 196 Roma dichiarò che i Greci sarebbero stati "liberi, autonomi, non sottoposti a tributi, non costretti a subire presidio". E fu così: l'evacuazione della Grecia venne realizzata nel 194. L'obiettivo dei Romani era quello di ristabilire l'equilibrio egeo e mediterraneo. La Grecia si trovava ora sotto il patrocinio di Roma che diveniva difensore del diritto dei Greci di libertà e autonomia. Alcuni interpretano le guerre

macedoniche come un conflitto per prevenire l'asse siro-macedone (secondo alcuniFilippo strinse un accordo segreto con Antioco III).

LA GUERRA SIRIACA (192-188)

L'attività di Antioco III in Asia Minore portò Roma a concludere rapidamente la pace con Filippo. Il suo espansionismo che mirava a ricostruire l'impero di Seleuco I si scontrò con il principio di autonomia dei Greci d'Asia e d'Europa, di cui Roma era garante. Vi furono quattro anni di trattative che fanno capire come nessuna delle due parti sembrava veramente intenzionata ad arrivare alla guerra. Tuttavia si moltiplicarono le interferenze delle altre parti. In particolare furono gli Etoli a far precipitare la situazione nel 192 mettendolo a capo della coalizione antiromana. Roma dichiarò guerra nel 192 e sconfisse Antioco l'anno dopo. La sconfitta definitiva si ebbe nel 189 in Asia. La guerra contro gli Etoli continuò. Nel 188 si ebbe la pace di Apamea da cui la Siria

usciva ridimensionata. Antioco dovette accettare clausole pesanti e alcuni dei suoi territori vennero ridistribuiti tra Pergamo e Rodi. Roma non procedette a nessuna annessione territoriale e non ebbe intenzione di distruggere il nemico ma semplicemente metterlo in condizione di non nuocere. Tuttavia è proprio durante la guerra siriaca che all'interno della classe dirigente romana vi furono le prime spinte imperialistiche.

LE ULTIME GUERRE MACEDONICHE

Gli anni successivi al 188 furono anni di crisi per il mondo ellenistico che mostrava una pericolosa tendenza all'anarchia per Roma. La Macedonia, con Perseo, iniziò un percorso di rafforzamento: ripresa demografica, economico-sociale e finanziaria, politica estera ambiziosa, nuovo grande prestigio tra i Greci. Il senato venne sollecitato dai suoi alleati greci ma anche da un attentato alla vita di Eumene di Pergamo (alleato troppo prezioso per non tenerne conto) che denunciò Perseo in senato accusandolo di una

politica anti-romana (di carattere fittizio). Roma intervenne poiché voleva chiudere definitivamente il problema macedone (motivi politici: riscossa macedone e possibile affermazione nell'Egeo, possibilità di accostamento sirio-macedone, prestigio presso i Greci che minava il consenso di cui Roma aveva bisogno per conservare il suo patrocinio, timore di un'invasione in Italia, motivi economici).

La TERZA GUERRA MACEDONICA (171-168) iniziò per volontà più Romana che macedone. Nel 171 Roma occupò la Tessaglia. Roma venne tradita da alcune potenze ma la svolta avvenne nel 168 quando il console Lucio Emilio Paolo sconfisse Perseo a Pidna. Nel 167 i Romani riorganizzarono i territori: ponevano fine alla monarchia macedone e dividevano il territorio in quattro repubbliche autonome sottoposte a tributo. Si rivela la volontà di sfruttare economicamente il paese e sventarne ogni futura riscossa. Anche gli altri greci schierati vennero

puniti: i Romani mostrano di aver inaugurato uno stile nuovo. Ora Roma intendeva essere riconosciuta come maggior potenza del Mediterraneo e nessuno degli stati ellenistici poteva esercitare liberamente la propria sovranità nel Mediterraneo senza che venisse considerato un fattore di instabilità.

LE PRIME PROVINCE ELLENISTICHE

Dopo Pidna vi fu un quarantennio che portò Roma a scegliere l'ordinamento provinciale per rendere stabile la situazione nel mondo ellenistico. In Grecia e in Macedonia si operò l'annessione diretta mentre in Oriente si incoraggiarono i processi di disgregazione già esistenti (regni seleucidico e tolemaico).

Gli anni fino al 150 furono pacifici: Roma restava diffidente verso chi la aveva tradita ma mostrava anche un orientamento benevolo nei confronti di Atene e Sparta, in quanto polis che incarnavano i più antichi valori greci.

Nel 153 si aprì la crisi in MACEDONIA. Un avventuriero di nome Andrisco si fece

eleggere re di Macedonia, presentandosi come il figlio di Perseo ma fu sconfitto nel 148. La vicenda costrinse i Romani a scegliere la via dell'annessione per risolvere definitivamente le crisi: la provincia di Macedonia fu istituita nel 147/6. In GRECIA scoppiò la guerra.
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Publisher
A.A. 2020-2021
78 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ANT/02 Storia greca

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher mart1na11 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia greca e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Firenze o del prof Bianchetti Serena.