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Ampliamento del patrimonio lessicale nelle lingue vive

Per aumentare il proprio patrimonio lessicale, le lingue vive hanno due grandi modalità di ampliamento:

  • Fonte esogena, attingendo a parole di provenienza straniera, come i prestiti
  • Fonte endogena, meccanismi interni alla lingua che bastano a formare nuove parole. Si tratta di meccanismi ben determinati, i due più importanti e produttivi sono:
  1. Derivazione: formazione di una parola nuova, detta derivato, tramite l'aggiunta ad una parola base di un affisso:
    • Suffissazione: modifica la parola base mediante un affisso posto in finale
    • Alterazione: particolare forma di suffissazione tramite la quale il significato della parola di base non cambia nella sua sostanza, ma solo per alcuni particolari aspetti (es. parolaccia, ragazzo)
    • Prefissazione: modifica la parola base mediante un affisso posto all'inizio
    • Formazioni parasintetiche: parole (quasi solo verbi) che usano simultaneamente

suffissazione e prefissazione partendo da una base: barca > sbarcare, acido > inacidire

nominali o aggettivali ( )

Composizione: combinazione di due o più parole distinte che danno vita a una parola nuova: aspirapolvere, pescespada, capostazione, calciomercato…

Parafrasi: Così, creatura gentile, Amore ha mostrato a me il suo valore ardente, che senza Amore io ero acqua fredda e ghiacciata (endiadi), ma Amore mi ha acceso di una fiamma che mi avvolge. Io sarei consumato se voi donna sovrana non steste in mezzo fra me e l’amore, che il fuoco fa nascere la neve.

Commento: In questi versi il poeta esplicita il termine di paragone: la donna è ciò che sta in mezzo tra il poeta e l’amore, è ciò che consente al poeta di sopravvivere. L’iolirico dice che senza amore era come acqua gelata, è l’acqua avvolta dalla fiamma di Amore.

Così cusì Criatura creatura per il vocalismo siciliano diventa , da ECCUM SIC.

, cipermette di osservare un vocalismo atono siciliano da CREATURAM come “creaturabambinodel creato”, non come nell’uso meridionale attuale. Notare la differenza diarzentetrattamento di /dj/ invece di che abbiamo visto in Giacomo da Lentini.Er’ elide una /a/ dato che la base latina era ERAM e a questa altezza cronologica èero Eo Foral’unica forma, mentre è un’innovazione. da EGO. è un condizionale in -raforaformato dal piuccheperfetto, FUERA > . Abbiamo visto come sono molti di più iforacondizionali in -ra che quelli in -ia e tra questi è uno tra i più comuni.fustici vi fosteIn è presente l’enclisi del pronome atono, sarebbe , è interessante cheproprio in virtù del /ci/ enclitico, /ci/ locativo, (lì), questa forma ha conservato ilcivocalismo sia tonico che atono del siciliano, da FUISSETIS + .Mezzana, intermediaria , da una base che ha già il significato di

“stare in mezzo”, da MeveMEDIANUS “di mezzo”, da MEDIUS “posto in mezzo”. è la forma siciliana mivi, toscanizzata di siciliano analogico su TIBI > . Il copista in questo caso interviene su tutto il vocalismo. Quando Barbieri ha copiato il testo di Stefano Protonotaro è stato possibile osservare un testo molto meno compromesso nella lingua, evento fondamentale per capire la toscanizzazione dei testi siciliani. Capire il toscaneggiamento ed essere consapevoli degli esiti siciliani è la condotta editoriale più seguita. Nonostante ciò, è stato fatto un tentativo di ri-sicilianizzazione dei testi sulla base di ciò che sappiamo dei tratti più caratteristici di questo volgare, ma essendo un’operazione artificiale non è la modalità di studio prediletta.

Seconda stanza

Parafrasi: Si può dire che sia simile alla neve colui che non sente il fuoco amoroso: sebbene sia vivo, non si sa rallegrare.

L'amore è un impulso ardente che non si può vedere, ma che solo attraverso i sospiri si fa sentire in colui che ama.

Immagine

Commento: oggi si scrive con una sola /g/ come da base latina, ma inPo' puòquesto caso l'editore rispetta la derivazione meridionale del testo. vuol dire ed è una forma dove manca il dittongo, si potrebbe trattare di una siciliana ma è stranoche venga a coincidere con un uso orientale del toscano (Arezzo, Cortona), quandosappiamo che il copista di L era occidentale. Il vocalismo del siciliano antico prevede 3vocali atone, laddove il toscano ne prevede 5. Le eccezioni a questo schema sono stateinterpretate o come risultato dell'alterazione dovuta al processo di trascrizione (dallaquale, naturalmente, nemmeno le carte Barbieri sono immuni), o come esiti legatiall'influenza delle altre lingue (valutabili come latinismi o gallicismi). Si pensi, perallegrari Alegrar)esempio, alla /e/ atona di (prov. della

canzone di StefanoProtonotaro, ritenendola toscanizzata Debenedetti e Contini scelsero di ri-sicilianizzarealligrari).la forma nelle loro edizioni (Costanzo di Girolamo, il curatore dell'edizione che stiamo prendendo in esame, ponepo' potiin nota il fatto che è anche una forma del siciliano orientale da POTEST > sic.poti po' Non possiamo, però, pensare che in questo caso ci sia all'origine del perché siavrebbero dodici sillabe. Possiamo comunque valorizzare la comunanza con ilpotisiciliano, anche se non è la forma attesa, ma trattandosi di siciliano letterario puo'mancare il dittongo. Possiamo verificare in versi di altri autori siciliani come vengaconservato dal verso: Om va sempre parafrasato con "colui il quale", è presente il mancato dittongamento diSentore Ancor/o/ breve in sillaba libera e tonica. è ancora oggi utilizzato. ha valoresebbeneconcessivo e va parafrasato con .Sbaudire

Rallegrarsi esbaudir vuol dire e viene dal provenzale, dal francese antico esbaldir ébaudir (mentre in francese moderno vuol dire “infondere allegria”). È un bald, baud, gioioso baldo baldanzo soderivato di (come in o ). Si verifica una notevoledifferenza tra la forma a testo e il provenzale per quanto riguarda il consonantismo. autro altro, sbaudire esbaudir Come invece di si ha invece di con una velarizzazione epoi vocalizzazione. Tra i testi proposti dal Battaglia a testimonianza dell’uso è presente anche Guido delle immagine, diri, sbaudiri Colonne, ma il testo è fonomorfologicamente diverso ( ) con le diri sbaudiriterminazioni di e sicilianizzate, come nell’edizione di Panvini che ha sceltodi riportare la lingua alla varietà linguistica dell’autore. sospire In l’uscita in /e/ per un sostantivo plurale non ha molte giustificazionilinguistiche, sicuramente è il tentativo di adattamento di una catena rimica che

è stataire irimodificata in - da un originario - .SOSPIRO s.m.sospir sospir' sospire sospiri sospiro ssospir' ssospiri suspir suspire suspiri suspirij suspri0.1 , , , , , , , , , , , ,susspiri .sospirare0.2 Da . Libro0.3 Uguccione da Lodi, , XIII in. (crem.): 1 [33].0.4 In testi tosc. e toscanizzati: Giacomo da Lentini (ed. Antonelli), c. 1230/50 (tosc.); BonagiuntaRimeOrb. (ed. Menichetti), XIII m. (lucch.); Guglielmo Beroardi, , a. 1282 (fior.); Bono Giamboni,Vizi e Virtudi Lett. sen. Ep. Eustochio Barlaam e, a. 1292 (fior.); , XIII u.v.; Cavalca, , a. 1308 (pis.);Iosafas (S. Genev.), XIV pi.di. (pis.); Simintendi, a. 1333 (prat.); Cenne de la Chitarra, XIII ex./a.1336 (aret.). Libro Volgari CaducitàIn testi sett.: Uguccione da Lodi, , XIII in. (crem.); Bonvesin, , XIII tu.d. (mil.);Poes. an. padov. Poes. an. mant., XIII (ver.); , XIII sm.; Matteo dei Libri, XIII sm. (bologn.); ,Santo StadyXIII/XIV; Fr. Grioni, , a. 1321 (venez.); Enselmino da Montebelluna (ed.

Andreose),Passione gen. Legg. s. Maria Egiz. SerapiomXIV pm. (trevis.); , c. 1353; , 1384 (pav.); volg., p. 1390(padov.). Poes. an. urbin. Legg.In testi mediani e merid.: , XIII; Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.);Transito della Madonna Stat. assis., XIV in. (abruzz.); , 1329; Borscia da Perugia, XIV pm. (perug.);Cronaca Vindicta salvatoris Destr. de TroyaBuccio di Ranallo, , c. 1362 (aquil.); volg., XIV (sab.); ,XIV (napol.).In testi sic.: Giovanni Campulu, c. 1315 (mess.).

con acuti sospiri con grandi sospiri con molti sospiri con sospiri dolci

Locuz. e fras. 1; 1; 1; 1;

sospiri gettare grandi sospiri gettare molti sospiri gettare sospiri senza sospiro sospiro

1; 1; 1; 1; 2.1;

mortale ultimo sospiro

2.2; 2.2.0.7 1 Respiro profondo e turbato emesso come espressione di una condizione di sofferenza, in partic.amorosa (spesso accompagnato da lamento e pianto). Estens. Sofferenza. 2 Fiato, respiro. 2.1 Locuz.Senza sospiro Sospiro mortale ultimo sospiroavv. : senza indugio. 2.2 [In

contesti iperbolici:] fras. , :quello che precede la morte. 2.3 [Med.] Respiro affannoso (dovuto ad una condizione patologica).0.8 Sara Ravani 21.12.2020.1 Respiro profondo e turbato emesso come espressione di una condizione di sofferenza, in partic.amorosa (spesso accompagnato da lamento e pianto). Estens. Sofferenza.[1] Guido delle Colonne, XIII pm. (tosc.), 5.26, pag. 108: Amore è uno spirito d'ardore, / che non si può vedire, / ma sol per li sospiri / si fa sentire in quel ch'è amadore...Notiamo che la versione di Guido del TLIO non è né quella che stiamo studiando né quella di Panvini, ma quella di Contini, che sceglie di seguire P che riporta scritto sospiri, sopsiri / vedire creando la rima siciliana. Contini Spirito impulso, è stato parafrasato con perché è usato come un tecnicismo della fisiologia antica che prevedeva che ci fossero vari impulsi nell'animo umano. Amadore amatore è una forma

Sonorizzata di <, T > d potrebbe considerarsi anche un amador provenzalismo.

Parafrasi: Così (allo stesso modo), donna da onorare, il mio grande sospirare vipotrebbe garantire quanto relativamente all'amorosa fiamma nella quale io sono avvolto, anche se la fiamma d'amore che mi avvolge è invisibile, e non so perché io vivo mi ha preso e preso, ma credo di poter essere sicuro che molti altri amanti che come me tutti quanti per mano di Amore furono perduti a morte, che non amarono quanto me né così intensamente.

Togliere prendere portare via.

Commento: è sinonimo di , non di Non sappiamo individuare il processo che ha portato la /o/ iniziale di HONOREM a

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A.A. 2020-2021
177 pagine
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SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/12 Linguistica italiana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher fraen20 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Istituzioni di storia della lingua italiana e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Iocca Irene.