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CONTROLLO DI GESTIONE
Controllo di Gestione: Il controllo di gestione è un insieme di attività con cui la direzione
aziendale anche tramite l'impiego di strumenti contabili verifica se la gestione di impresa si
sita svolgendo in modo tale da consentire il raggiungimento degli obiettivi contenuti nel piano
strategico e se la gestione si svolga secondo i criteri di economicità per consentire il
perdurare dell'impresa nel tempo. Il controllo di gestione è articolato alla base nel controllo
operativo, poi direzionale e poi strategico. La pianificazione strategica ha come obiettivo la
definizione di obiettivi di fondo dell'impresa, la definizione della strategica dell'impresa.
L'orizzonte temporale è di medio-lungo periodo. Il controllo strategico ha come obiettivo la
verifica del grado di raggiungimento degli obiettivi di medio lungo periodo e la verifica del
grado di implementazione della strategia aziendale. La programmazione ha come obiettivo la
definizione degli obiettivi brevi coerenti con gli obiettivi lunghi e con la strategia. Il controllo
direzionale ha come obiettivo la verifica del grado di raggiungimento degli obiettivi brevi,
l'analisi di eventuali scostamenti dei risultati conseguiti e l'analisi delle possibili cause di tali
scostamenti. Il controllo operativo ha come obiettivo la verifica del comportamento dei
collaboratori, la verifica della conformità del loro operato a procedure stabilite, la verifica
dell'efficienza del loro operato.
Piano Industriale: Il piano industriale è un documento programmatico di lungo periodo (3-5
anni) che contiene informazioni in merito alla strategia futura dell'impresa. Serve a definire
la strategia dell'impresa, costituisce il punto di riferimento e la base per la redazione del
budget, serve a guidare l'agire dell'impresa, è lo strumento di comunicazione verso l'esterno.
Budget: Il budget è un documento composito che serve a definire gli obiettivi economico-
finanziari-patrimoniali di breve periodo (1 anno), dell'impresa. Traduce gli obiettivi lunghi in
obiettivi brevi, guida l'agire dell'impresa, rappresenta il punto di riferimento per l'analisi
degli scostamenti, può essere legato a strumenti di incentivazione del personale.
Reporting: Il reporting è l'output della contabilità direzionale e contiene informazioni a
consuntivo di natura prevalentemente contabile, illustra i risultati conseguiti da un'impresa
nel corso dell'esercizio, viene usato nell'analisi degli scostamenti in congiunzione con il
budget, può essere usato come strumento di comunicazione (bilancio).
Contabilità Direzionale: La contabilità direzionale si compone di contabilità generale,
analitica, budget e reporting, sistema delle variazioni. La contabilità generale è l’insieme delle
rilevazioni sistematiche relative ai rapporti di scambio (sotto l’aspetto economico e
finanziario) che l’azienda intrattiene con l’ambiente esterno. È finalizzata alla predisposizione
del bilancio d’esercizio. La contabilità analitica è il sistema di rilevazioni usate con differenti
metodologie per determinare costi, ricavi o risultati analitici. È finalizzata alla formulazione
di giudizi di efficienza e redditività, a calcoli di convenienza economica, alla verifica della
remunerazione dei dirigenti.
Analisi degli scostamenti: L’analisi degli scostamenti è un confronto sistematico tra gli
obiettivi di budget e i risultati conseguiti, volto alla verifica del grado di raggiungimento degli
stessi. Serve per evidenziare eventuali scostamenti tra budget e risultati conseguiti, per
investigare le cause di eventuali scostamenti, per mettere in atto azioni correttive, per
rivedere le ipotesi alla base della redazione del budget, può essere legato a strumenti di
incentivazione del personale.
RICLASSIFICAZIONE SP CON LOGICA GESTIONALE
SP Gestionale: Lo SP Gestionale ha come obiettivo conoscitivo la situazione economica di
redditività dell’impresa sotto l’aspetto degli impieghi (rendimento capitale investito in area
caratteristica e extra) e delle fonti (remunerazione del capitale proprio e di terzi). Le
immobilizzazioni materiali, crediti di finanziamento, scorte, acconti a fornitori, crediti di
regolamento, fatture da emettere, ratei e risconti attivi, vanno inserite nell’area
caratteristica solo se sono effettivamente appartenenti a quell’area di gestione, altrimenti le
stesse voci possono essere collocate in altre aree di gestione extracaratteristiche. Riguardo
la liquidità in senso stretto vi sono cassa e banca c/c. Il capitale conferito riguarda capitale
sociale e riserve di capitale. Il capitale proprio è costituito dal capitale autoprodotto e
comprende le riserve di utili e gli utili a nuovo e il reddito d’esercizio netto. Il capitale di terzi
a titolo non oneroso comprende il TFR, fondi rischi e oneri, debiti di regolamento, fatture da
ricevere, partite passive da liquidare, ratei e risconti passivi. Le passività onerose
comprendono debiti di finanziamento e debiti di regolamento onerosi. Lo schema è il seguente:
COSTI
Tipi di Costi: Vi sono diverse accezioni di costo aziendale. Il costo elementare è l’onere che
sorge in ogni singolo rapporto di acquisto tra un’azienda e un terzo ed è di determinazione
soggettiva. Il costo d’acquisto è un sacrificio di risorse sopportato per approvvigionarsi di
beni e servizi, può comprendere altri costi elementari o costi relativi a processi interni
all’azienda. Il costo di impiego esprime il valore delle risorse consumate da un’azienda usando i
fattori di produzione. Il costo di produzione è la somma dei valori attribuiti a fattori
impiegati nello svolgimento di una determinata attività. I costi possono essere classificati per
natura (materie, manodopera, ammortamenti; sono inseriti nei costi della produzione nel CE),
per provenienza (esterni ossia espressivi del consumo di fattori produttivi acquisiti
dall’esterno, interni ossia espressivi dell’uso di input che concorrono a formare la struttura
organizzativa, di struttura ossia espressivi dell’uso di input che concorrono a formare la
struttura tecnica; usati nel CE a valori e costi della produzione), per destinazione (industriali
ossia derivanti dall’acquisto di input usati nell’area industriale, commerciali ossia per acquisto
di input usati nell’are commerciale, amministrativi ossia per l’acquisto di input usati in area
amministrativa; usati in CE a costo del venduto e sono distinti in costo primo, di fabbricazione,
produzione, gestione, economico-tecnico), per variabilità (variabili, semi-variabili, fissi, si
intendono proporzionali e sono usati nel CE a margine di contribuzione, si analizza il punto di
pareggio per valutare in anticipo l’impatto di alcune variabili come quantità, prezzi, capacità
produttiva, costi efficienza); per modalità di programmazione (parametrici ossia il cui
ammontare per unità di prodotto può essere previsto con precisione in funzione dei volumi,
decisionali il cui ammontare per unità di prodotto non può essere previsto con precisione e la
programmazione avviene in funzione di scelte discrezionali direttive, vincolati che derivano da
precedenti scelte operative e che non possono essere modificati) determinati assumendo
condizioni normali di mercato e di funzionamento produttivo correlati al costo teorico
d’acquisto delle risorse e variano a seguito di una variazione degli standard e non sono
influenzati da altre variazioni e sono usati per fornire una base per il budget consentendo un
controllo; per modalità di imputazione (diretta ossia imputabili interamente a un unico oggetto
determinati come Q*P, indiretta ossia imputabili a più oggetti e determinati come costo
indiretto*coefficiente di riparto che può essere a base unica o multipla) e per effettività
della manifestazione (effettivi ossia a consuntivo esposti nel reporting, ipotetici ossia a
preventivo esposti nel budget), per controllo (controllabili ossia che possono essere modificati
tramite le decisioni e il comportamento del management, e non controllabili ossia che non
possono essere modificati perché relativi a input al di fuori dell'area di attività del
management).
Variabilità dei costi e Margine di Contribuzione Lordo: La distinzione tra costi fissi e
variabili è rilevante al calcolo del margine di contribuzione. In particolare ricavi di vendita-
costi variabili=MCL-costi fissi diretti=MCN-costi fissi indiretti=ROC. La distinzione tra MCN
e MCL è rilevante solo per le imprese multiprodotto. I costi indiretti vengono ripartiti usando
un coefficiente di riparto a base unica determinato in funzione dei ricavi. Il calcolod ei
marginid i contribuzione può essere effettuato anche per scopi di analisi di convenienza
economica assoluta (decidere se produrre un bene e la condizione che assicura convenienza a
produrre è la presenza di un MCunitario>0) o comprata (scelta del mix produttivo e si sceglie il
prodotto con MCunitario più alto o sull'alternativa che massimizza il MCcomplessivo). Le
decisioni di mix produttivo vengono effettuate calcolando la profittabilità MC unitario e
complessivo di ogni prodotto. Nel caso in cui si voglia modificare il mix in assenza di vincoli
convenien incrementare il prodotto con MCunitario più elevato, viceversa se si vuole
modificare il mix a parità di fatturato bisogan incrementare il prodotto con MCrelativo più
alto. La decisione di eliminare una linea produttiva prevede l'analisi dell'impatto di ogni
alternativa d'azione sulla redditività aziendale tramite l'analisi differenziale. Si distinguono
costi e ricavi eliminabili da quelli non eliminabili. In gerale i ricavi di vendita relativi a un
prodotto sono eliminabili, i costi variabili anche mentre i costi fissi no a meno l'input associato
al costo fisso possa essere eliminato o usato per altre linee. Anche la decisione di produrre
internamente un prodotto o acquistarlo all'esterno (make or buy) prevede l'analisi dell'impato
di ogni alternativa d'azioen sulla redditività aziendale tramite analisi differenziale. Anche in
questo caso si distinguono costi e ricavi eliminabili e non (come distinzione precedente).
Sistemi di Calcolo dei Costi di Prodotto: I sistemi di calcolo dei costi di prodotto si basano
sulle impostazioni teoriche del full costing (costo pieno) e del direct costing (costi
direttamente attribuibili). Il full costing si basa sul principio di assorbimento integrale dei
costi secondo cui il costo di tutti gli input impiegati deve concorrere alla determinazione del
costo totale del prodotto. Tale principio pone il problema dell'allocazione dei costi comuni e
indiretti e serv