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RESIDUI (=AMMINOACIDI)
MATURAZIONE DELLA PROTEINA
Durante la traduzione dell’RNA messaggero molte volte viene sintetizzato un peptide
più lungo di quello che sarà la proteina definitiva. Il processo nel quale la sequenza
tradotta subisce degli eventi di taglio del peptide viene chiamata MATURAZIONE
DELLA PROTEINA.
La prima sequenza è il peptide tradotto per indirizzare la proteina nel posto giusto, il
quale dopo si stacca.
Molte proteine, sono chiamata POLIMORFICHE, possono avere sequenza primaria
leggermente differente anche tra specie animali simili. Più le specie animali sono
vicine minori saranno le sostituzioni e maggiori saranno le proteine
- Sostituzione CONSERVATIVE, un amminoacido è sostituto da un altro amminoacido
chimicamente simile
- Sostituzione NON CONSERVATIVE, un amminoacido è sostituito da un altro
amminoacido abbastanza diverso
STRUTTURA SECONDARIA
La struttura secondaria è la disposizione nello spazio degli atomi dello scheletro della
proteina, la catena polipeptidica.
In ogni residuo amminoacidico ci sono due legami che possono ruotare:
- legame tra carbonio alfa e l’azoto amminico di quel residuo
- legame tra carbonio alfa e il carbonio carbossilico dello stesso residuo
I due tipi di struttura secondaria che si ritrovano più frequentemente sono:
1. Alfa-elica: forma di un bastoncino e comprende solo una catena polipeptidica
2. Beta-foglietto pieghettato: può avere una disposizione bidimensionale e può
comprendere una o più catene polipeptidiche
Queste strutture sono periodiche, le cui caratteristiche si ripetono ad intervalli regolari
1. ALFA-ELICA
Stabilizzata da legami idrogeno paralleli all’asse dell’elica che si trova all’interno
dello scheletro della singola catena polipeptidica.
La struttura ELICOIDALE è la struttura più semplice. Solo un tipo di elica può
assumere una conformazione compatibile con la distribuzione di legami
favorevole, l’alfa-elica destrorsa
Quali condizioni stabilizza l’alfa elica?
- Se metto due cariche di segno opposto sovrapposti distanti 3 posizioni. I due
gruppi potrebbero formare un legame ELETTROSTATICO, stabilizzando l’alfa
elica.
- L’altra condizione è quando due gruppi R sovrapposti sono entrambi idrofobici.
Quali condizioni destabilizzano l’alfa elica?
- Se metto due cariche negative o due positive sovrapposte tenderanno a
respingerei, destabilizzando l’alfa elica.
- Quando due gruppi R sovrapposti occupano molto spazio, creando una
condizione di instabilità. Sono quelli che hanno il carbonio beta (il primo
carbonio del gruppo laterale R direttamente legato al carbonio alfa) e ramificato
(quando il carbonio beta si lega ad altri due carboni)
- Altre due condizioni legati a due amminoacidi: la prolina incompatibile con
l’alfa elica. Essa non riesce a venire inserita nella struttura ad alfa elica, è
l’unico amminoacido ciclico perciò con la sua rigidità può dar fastidio ad alcune
strutture; la glicina, ha come gruppo laterale un semplice idrogeno. Questo
amminoacido potrebbe dare troppa mobilità alla catena avendo un gruppo
laterale così piccolo e dare fastidio all’alfa elica.
Due strutture secondarie:
Sulla destra elica pi greco. È più larga dell’alfa elica. Si lega con un
amminoacido che sta distante 5 posizioni.
Sulla sinistra elica 3- dieci (a pedice). È più avvolta di una posizione rispetto
all’alfa elica.
2. BETA-FOGLIETTO PIEGHETTATO
È un foglietto ripiegato. Ha un andamento a zig zag.
Nel beta foglietto possiamo trovare affiancati due porzioni (segmenti) di
struttura proteica che potrebbero essere molto lontani fra di loro sulla struttura
primaria, ma con il piegamento si avvicinano. Queste porzioni vengono
chiamate segmenti del beta foglietto.
Ogni segmento è un piccolo peptide che fa parte della struttura primaria della
proteina. I carboni alfa sono presenti dove c’è l’angolo formato dal piegamento
del foglietto. I legami peptidici sono sula parte piatta del foglietto.
Questa struttura è stabilizzata sempre da legami idrogeno che avvengono
sempre tra un gruppo carbossilico e un gruppo amminico. Il legame idrogeno
tiene uniti i segmenti del beta foglietto, quindi avviene tra due amminoacidi che
appartengono a uno dei due segmenti affiancati.
Esistono due tipi di beta foglietto: (la differenza è data dall’orientazione dei
segmenti che sono affiancati)
- Parallelo: i segmenti affiancati hanno un’orientazione parallela. Gli atomi dei
legami idrogeno non sono ben allineati.
- Anti parallelo: i diversi segmenti hanno orientazione contraria a quello
adiacente. Dall’N al C e quello successivo dal C all’N e così via. Tutti gli atomi
dei legami idrogeno sono allineati molto bene. Il legame è più forte e quindi
l’anti parallelo è più stabile. Inoltre può coinvolge anche segmenti provenienti
da un’altra catena.
I gruppi R attaccati al carbonio alfa sporgono sopra e sotto il beta foglietto verso
l’esterno. Il gruppo R esce nella direzione indicata dall’angolo della piegatura.
In alcune proteine troviamo sia l’alfa elica che beta foglietto, in altre non
troviamo né una né l’altra e in altre proteine possiamo trovarne una sola.
FIBROINA: proteina naturale fatta da soli beta foglietti. Più foglietti ripiegati si
trovano appoggiate una sopra l’altra. I gruppi R sono stati selezionati per
impaccarsi tra di loro. Risulta un filo che può piegarsi.
La prolina non sta bene neanche nel beta foglietto.
Altra struttura secondaria chiamata RIPIEGAMENTO BETA la troviamo molto spesso
associata al beta foglietto anti parallelo.
In alcuni casi la catena polipeptidica fa una curva molto angolata per ripiegarsi e
unisce la fine di un segmento e l’inizio del successivo. Ogni ripiegamento beta è fatto
da 4 amminoacidi, con tre legami peptidici fra i 4 amminoacidi. Esiste un legame
idrogeno fra il singolo ripiegamento beta per stabilizzarlo. Il legame avviene come
sempre fra un gruppo carbossilico e un gruppo amminico. Il gruppo carbossilico è
quello del primo amminoacido mentre il gruppo amminico è quello del quarto
amminoacido.
La prolina è perfetta per creare questi ripiegamenti beta. Troviamo anche la glicina
essendo molto flessibile permette queste curvature.
3. STRUTTURE SUPERSECONDARIE (struttura tra la secondaria e la
terziaria)
La combinazione di tratti alfa e beta produce diversi tipi di strutture super
secondarie nelle proteine:
- ripiegamento a forcina
- motivo alfa-alfa
- barile beta
- barile alfa/beta
- chiave greca (beta foglietto antiparallelo ma con una geometria ben precisa)
ESEMPIO STRUTTURA SECONDARIA:
COLLAGENE
È una proteina reale, particolare. È una proteina del tessuto connettivo umano, ha
funzione meccanica ovvero deve resistere alla trazione. È una proteina fibrosa
(struttura di fibra molto allungata). È fatto dall’associazione di unità di tropocollagene
dove ogni singola unità di tropocollagene contiene tre subunità (catena proteica).
Ogni singola catena proteica si avvolge ad elica sinistrorso e ha 3 amminoacidi per
ogni giro elica. Le tre subunità si avvolgono tra di loro in modo destrorso.
La particolarità è anche nella sequenza primaria molto ripetitiva:
-X-Pro-Gly-
- X-HyP-Gly
Dove X è un amminoacido qualsiasi. Sono 30 blocchi ripetuti
Quando le tre subunità si avvolgono le glicine sono rivolte verso il centro. La glicina è
l’amminoacido più piccolo quindi permette alle tre subunità di avvicinarsi molto perché
non è ingombrante.
Come facciamo ad assemblare la tripla elica?
Quando ognuno di queste catene proteiche viene sintetizzata, la sua sequenza
primaria è più lunga di quella che andiamo a trovare nella proteina finale. A una
estremità di queste tre subunità c’è un pezzo di catena in più che contiene
amminoacidi cisteina che possono fare tra di loro legami covalenti che le tengono
unite, questa unità terminale viene tagliata, serviva soltanto per assemblare la
proteina nella struttura quaternaria.
La catena proteica di ogni singola subunità subisce anche delle modificazioni post-
traduzionali. Sui gruppi OH possono venire attaccati degli zuccheri, sarà una proteina
coniugata.
Molte unità di tropocollagene devono associarsi tra di loro per formare una fibra
proteica molto lunga. Le unità di tropocollagene si legano tramite legami covalenti
particolari, non coinvolgono cisteina ma 2 residui di lisina.
Con l’invecchiamento il tessuto connettivo diventa più rigido perché i legami covalenti
aumentano.
STRUTTURA TERZIARIA
Struttura (ripiegamento) che assume tutta la catena proteica nello spazio.
Le interazioni delle varie porzioni delle proteine mediante le catene laterali degli
amminoacidi determinano la struttura terziaria della proteina. Residui assai lontani
della struttura primaria di una proteina possono infatti interagire tra loro e legarsi,
determinando un ulteriore processo di torsione.
Una volta ripiegata la struttura è più stabile dal punto di vista termodinamico:
Massimizza il numero di interazioni
Nasconde i residui idrofobici al solvente.
CORE IDROFOBICHE (dove sta la parte idrofobica delle proteine) ma non tutte le
proteine lo posseggono
Quando è ripiegata ha la sua funzione biologica rendendo vicini nello spazio i
residui amminoacidi di rilievo per una specifica funzione.
STRUTTURA NATIVA: struttura che permette alla proteina di avere la sua
funzione biologica.
La proteina ha una certa conformazione tridimensionale. Possiamo romperla e
modificarla sfruttando la semplice mobilità della catena.
I legami che stabilizzano la struttura terziaria della proteina, i quali avvengono
principalmente tra i gruppi laterali R degli amminoacidi, sono:
Legami deboli, non covalenti:
- Legame idrogeno tra gruppi che hanno carica parziale presente sulle catene
laterali
- Legami elettrostatici, avvengono tra catene laterali R che hanno carica
netta opposta (un amminoacido con carica negativa e l’altro positiva)
- Interazione idrofobica, i gruppi laterale R non polari possono fare tra di loro
interazione e formare il CORE IDROFOBICO della proteina. Il legame idrofobico
può avvenire solo in acqua.
Se mettiamo la proteina in un solvente può perdere la sua struttura nativa.
Legami forti, di tipo covalente:
- Ponte di solfuro (S-S) può avvenire tra due residui di cisteina
Molte volte le proteine possono legare atomi e molecole di divers