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H
Sintesi nifedipina
La sintesi della nifedipina segue la classica sintesi secondo il metodo di Hantzsch.
Nel dettaglio una molecola di aldeide 2-nitrobenzoica viene fatta reagire con 2 molecole di
acetoacetato di metile (un β-chetoestere) in presenza di ammoniaca.
La prima reazione è una condensazione aldolica tra una molecola di aldeide 2-nitrobenzoica e una
di acetoacetato di metile.
In particolare la molecola di acetoacetato di metile presenta due idrogeni acidi in α ai due carbonili;
pertanto, in presenza di una base diluita come in questo caso l’ammoniaca, si ha la perdita di uno
dei due idrogeni acidi e formazione di un carbanione che attacca, nucleofilicamente, la funzione
aldeidica dell’aldeide 2-nitrobenzoica. Il carbanione è stabilizzato per risonanza con formazione
dello ione enolato. 303
Ancora, si ha la perdita dell’altro idrogeno acido con formazione di una seconda carica negativa che
-
chiude sul carbonio della vecchia funzione aldeica e fuoriuscita del un gruppo OH .
Si è formato così un doppio legame ed è stata persa una molecola d’acqua. Questa molecola appena
formatasi è un accettore di Michael.
Contemporaneamente alla condensazione aldolica, una seconda molecola di acetoacetato di metile
reagisce con ammoniaca, per dare prima un’immina che poi tautomerizza spontaneamente ad
enammina. Nel dettaglio l’ammoniaca attacca la funzione carbonilica con apertura del doppio
legame C=O e formazione della funzione alcolica. Di nuovo l’azoto riattacca tale carbonio con
fuoriuscita del gruppo OH e formazione di un doppio legame N=C: si è formata l’immina.
L’immina, spontaneamente, tautomerizza a enammina. In pratica l’idrogeno in evidenza viene perso
spontaneamente lasciando una carica negativa che chiude verso la funzione imminica con apertura
del doppio legame C=N e protonazione dell’azoto: si è formata l’enammina. 304
A questo punto l’enammina, una specie nucleofila grazie alla tautomeria dovuta al doppietto di
elettroni presenti sull’azoto, attacca l’accettore di Michael.
presente sull’azoto chiude sul carbonio insaturo comportando uno
In pratica il lone-pair
spostamento del doppio legame sul carbonio adiacente e facendo si che tale carbonio risulti
nucleofilo. Infatti, tale carbonio attacca il carbonio elettrofilo dell’accettore di Michael causando
uno spostamento di doppi legami che culmina con l’apertura del carbonile e formazione di una
negativa sull’ossigeno.
carica
Si è formato un nuovo legame C-C e le due molecole si sono condensate.
La carica negativa rimasta sull’ossigeno strappa il protone al carbonio compreso fra la funzione
imminica e quella carbonilica, lasciando una carica negativa che chiude verso la funzione imminica
causando l’apertura del doppio legame C=N e ripristino della funzione amminica.
Inoltre, il gruppo alcolico appena formatosi va in contro a tautomeria cheto-enolica ripristinando la
funzione carbonilica. 305
A questo punto la funzione amminica attacca la funzione carbonilica appena ripristinatasi.
In un primo momento l’azoto rimane carico positivamente, mentre l’ossigeno negativamente.
Tuttavia l’ossigeno ristabilisce la sua neutralità strappando un idrogeno all’azoto che a sua volta
ristabilisce la sua neutralità.
Infine, si assiste alla perdita spontanea di una molecola d’acqua che si forma dall’eliminazione
dell’idrogeno e dell’OH in evidenza. Da tale eliminazione si perviene ad un secondo doppio legame
e si assiste alla formazione della nifedipina. 306
per l’attività delle 1,4-diidropiridine
SAR: sono importanti diverse caratteristiche strutturali.
Un fenile sostituito al C4 ottimizza l’attività, poiché il gruppo fenilico viene accolto in una sacca
1)
lipofila, presente a livello del canale L del calcio e orientando il resto della molecola verso gli altri
siti di interazione. Anelli eteroatomici, come la piridina, producono simili effetti terapeutici ma non
si utilizzano per la tossicità osservata sugli animali.
Sostituzioni al C4 con piccoli gruppi alchilici non planari o cicloalchili decrementano l’attività.
La sostituzione sull’anello aromatico è importante sia per la dimensione che in rapporto alla
2)
natura degli effetti induttivi elettronici. Composti con sostituenti in orto o in meta posseggono
attività ottimale, mentre quelli non sostituiti o sostituiti in para mostrano un significativo
decremento dell’attività. Il fatto che tutte le
DHP in commercio abbiano sostituenti
elettronattrattori nelle posizioni orto e meta
non rappresenta una prerogativa assoluta;
infatti, composti con sostituenti
elettrondonatori nelle stesse posizioni
hanno esibito una buona attività.
L’importanza dei sostituenti in orto o in
meta è quella di fornire un ingombro sterico
sufficiente per la conformazione “chiave”
delle 1,4-DHP, cioè in modo tale che il
piano dell’anello aromatico sul C4 venga a
trovarsi perpendicolare al piano dell’anello
delle 1,4-DHP. Tale conformazione è
ritenuta essenziale per l’attività delle 1,4-
sempre in relazione all’accesso alla
DHP
tasca lipofila. La massima attività si osserva con il gruppo nitro elettronattrattore.
L’anello 1,4-diidropiridinico è fondamentale per l’attività. Sostituzioni sull’N in posizione 1, così
3)
come l’uso di sistemi anulari, come piperidine o piridine, riducono fortemente o aboliscono
addirittura l’attività.
Gruppi esterei nelle posizioni 3 e 5 ottimizzano l’attività. Altri gruppi elettronattrattori causano
4)
una diminuzione dell’attività antagonista e possono perciò mostrare attività agonista.
5) Qualora le funzioni esteree sul C3 e sul C5 non siano
identiche, il C in posizione 4 diventa chirale e la molecola
manifesta una stereoselettività fra gli enantiomeri. Inoltre, si
è dimostrato che le posizioni 3 e 5 dell’anello 1,4-
diidropiridinico non sono equivalenti. La struttura cristallina
ai raggi X della nifedipina ha mostrato che essa possiede il
carbonile in C3 sinplanare con il legame C2-C3, ma il
carbonile sul C5 risulta antiperiplanare con il legame C5-C6.
I composti asimmetrici hanno mostrato una maggiore
selettività per specifici vasi sanguigni e di conseguenza sono
stati i più studiati.
La nifedipina, la prima 1,4-DHP ad essere stata
commercializzata, è il solo composto simmetrico di questa
classe. sola eccezione dell’amlodipina, tutte le 1,4-DHP
6) Con la hanno sul C2 e sul C6 dei metili.
L’aumento dell’attività dell’amlodipina nei confronti della nifedipina suggerisce il fatto che il
recettore delle 1,4-DHP possa tollerare sostituenti di maggiori dimensioni su queste posizioni e che
quindi l’aumento dell’attività si possa ottenere con la modifica di tali gruppi. 307
La nifedipina è un derivato diidropiridinico che non somiglia
strutturalmente agli altri calcio antagonisti. Non è un nitrato
è essenziale per l’attività antianginosa.
ma il suo nitrogruppo
Nelle posizioni 2 e 6 dell’anello piridinico reca piccoli
sostituenti alchilici (metili) che influenzano la durata d’azione
della molecola. Le posizioni 3 e 5 recano esteri metilici
nell’organismo del farmaco.
importanti per la distribuzione
La nifedipina è l’unico calcio antagonista che non presenta un
centro chirale e ciò ne giustifica la commercializzazione come
molecola pura e non come miscela racemica, come nel caso
degli altri calcio antagonisti.
Abbiamo già descritto il comportamento dei calcio antagonisti a pH fisiologico; in particolare,
abbiamo detto che le 1,4-DHP sono non ionizzate a pH fisiologico. Vi sono due eccezioni a questo
comportamento: amlodipina e nicardipina contengono gruppi amminici basici sulla catena laterale
legata all’anello delle 1,4-DHP. Mentre l’anello diidropiridinico di questi composti a pH fisiologico
non sarà ionizzato, lo sarà invece l’ammina della catena laterale.
La nifedipina è un potente vasodilatatore ed è stato dimostrato che le sue formulazioni a rilascio
immediato possono causare, proprio per la brusca vasodilatazione, infarto del miocardio. Infatti, per
compensare l’effetto della vasodilatazione e la conseguente caduta di pressione, si attiva un
all’aumento del battito cardiaco. Tale meccanismo compensatorio
meccanismo riflesso che conduce
non si presenta con gli altri calcio antagonisti come il verapamil e il diltiazem. Ciò sembra dovuto
alla capacità di questi farmaci di bloccare la conduttanza al nodo atrioventricolare e alla
contemporanea incapacità di captare la caduta di pressione, tipica invece delle 1,4-DHP. La
nifedipina si utilizza preferenzialmente nei pazienti con angina da vasospasmo coronarico.
L’amlodipina è una molecola asimmetrica di seconda generazione sviluppata a partire dalla
molecola prototipo nifedipina. Come le altre DHP, essa ha una maggiore selettività per la
muscolatura liscia vasale rispetto al tessuto miocardico; inoltre, presenta un’emivita maggiore e
minori effetti inotropi negativi rispetto alla nifedipina. In posizione 4 presenta un fenile sostituito in
posizione orto con un atomo di cloro che esercita un effetto elettronattrattore, analogamente al
gruppo nitro della nifedipina.
L’amlodipina si utilizza nel trattamento dell’angina cronica e nel controllo dell’ipertensione
Sono note due combinazioni dell’amlodipina per il trattamento
primaria medio-moderata.
dell’ipertensione: con l’olmesartan (un sartano) e con l’atorvastatina, in particolare per soggetti con
ipercolesterolemia.
anch’essa è una molecola asimmetrica, è un potente vasodilatatore del sistema
La nicardipina,
vascolare sistemico, coronarico, cerebrale e renale ed è utilizzata nel trattamento dell’angina cronica
e dell’ipertensione media, moderata e severa. 308
Al gruppo delle fenilalchilammine appartiene il verapamil, mentre il diltiazem rientra nella
categoria delle benzotiazepine.
Entrambi hanno un’azione sia cardiaca che vascolare. Questi famarci hanno attività sia antiaritmica,
sia antianginosa che antipertensiva. Deprimono il network neuronale del cuore rallentando
l’automatismo del nodo S-A, prolungando la conduzione del nodo A-V e inibendo la contrattilità
del miocardio; inoltre riducono la resistenza vascolare periferica, prevenendo lo spasmo vascolare
coronarico.
Se la nifedipina e le altre 1,4 DHP inducono principalmente vasodilatazione, verapamil e diltiazem
hanno maggiori effetti sul