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NEOLOGISMO
Bios (vita) + Ethos (etica), neologismo creato dal cancerologo Potter (USA) nel
1970 per indicare una “scienza della sopravvivenza” (per coniugare le scienza
della vita con l'etica umana in seguito alla rivoluzione scientifica). Il termine viene
poi maggiormente legato al campo medico-sanitario, ma può essere inteso anche
più in generale, come intendeva Potter, allargandosi all'ecologia e a tutta la
biosfera.
“Se non mi chiedono che cosa è la bioetica lo so, se invece me lo chiedono non lo
so” S. Agostino
QUANDO nasce la bioetica?
- metà 1900: in seguito al processo di Norimberga (nazismo), Dichiarazione dei
diritti dell'uomo, rinascita giusnaturalismo.
-1960/70 con la democratizzazione della società occidentale e l'avvento dei
conflitti etici (cambiamento del senso morale comune: divorzio, contraccezione,
aborto...).
Per alcuni c'è una CONTINUITÀ con il passato, è l'etica ordinaria applicata a
un'area specializzata, il bio-regno.
Altrimenti si ha una ROTTURA con il passato in quanto questa nuova etica nasce in
seguita alla tecnologizzazione delle scienze e una rivalutazione dei valori
fondamentali stabiliti.
Vocazione FILOSOFICA?
La bioetica caratterizza ormai il nostro tempo (età della bioetica) risvegliando
anche l'uomo comune come filosofo e i filosofi stessi che tornano a porsi
criticamente problematiche come alcune definizioni tradizionali (vita, morte,
persona...).
Modalità argomentative: appello ai principi o appello ai casi concreti. I problemi
bioetici sono comunque interdisciplinari rispetto le scienze umane.
C'è uno stretto legame tra bioetica e filosofia dato il punto di vista etico ed
esistenziale dei dilemmi da affrontare. Parlando di bioetica si parla di etica e da
questa si giunge ad alcuni principi fondamentali (vita, morte, dolore...), serve
anche però una visione complessiva del mondo per un inquadramento etico: c'è
un'imprescindibilità da un'antropologia filosofica di riferimento.
I due modelli fondamentali sono quello cattolico (dichiarato pubblicamente dalla
Chiesa Romana) della sacralità della vita e quello laico della qualità della vita. In
realtà esisterebbero tanto bioetiche tanto quanto le etiche, ma questi sono i due
movimenti principali. Ogni persona possiede delle precomprensioni-guida
attraverso cui si ispira per la propria condotta. Alcune situazioni di gravi casi di
degrado fisico e psichico portano alla rivalutazione di certi principi attraverso cui
giudicare le conseguenti azioni.
BIOETICA CATTOLICA
della SACRALITÀ della VITA a indirizzo personalista e ontologico
Personalismo → centralità della persona come valore assoluto
La Chiesa non basa il suo insegnamento solo sulla fede e Sacre Scritture, ma
anche ragione e filosofia. Tutti gli uomini colgono, anche razionalmente, che nella
vita c'è un valore sacro-religioso.
La vita umana merita assoluto rispetto in quanto sacra visti tali principi:
A) creaturalità → la vita è un dono di Dio creatore, la vita è sempre bene data
l'origine.
B) non disponibilità → la vita è anche proprietà di Dio ed è perciò sottratta alle
scelte individuali.
C) inviolabilità → essendo dono e proprietà di Dio è inviolabile (non uccidere
innocenti).
Per questa tesi (TSV) per l'uomo vivere ed esistere come persona è identico.
Anche un animale vive, ma l'uomo è una persona (vita umana).
Ci sono però eccezioni ai principi appena esposti: martiri, legittima difesa,
sacrificio per gli altri sono casi in cui è accettato il perdere la vita in quanto si mira
a uno scopo più alto. Inoltre c'è differenza, discussa, tra uccidere e lasciar morire
(non usare mezzi straordinari). La vita è sacra per il suo relazionarsi a Dio, ma va,
successivamente, tenuto conto anche della sua qualità implicante il rispetto dei
finalismi ontologico-naturali.
Inoltre tale TSV può essere vista come una coscienza critica dello sviluppo
tecnologico.
METODO TRIANGOLARE di Sgreccia:
1-dato descrittivo: esposizione del fatto in modo scientifico;
2-quadro antropologico: valori chiamati in causa;
3-indicazione etica: messa a fuoco delle indicazioni operative di natura etica.
Legge eterna → volontà divina di osservare l'ordine naturale delle cose (Agostino)
Legge naturale → legge che ogni uomo razionale trova nel proprio cuore,
partecipazione della legge eterna (Tommaso).
Per cui gli uomini sono tenuti, per esempio, a usare le membra del proprio corpo
in conformità delle loro finalità naturali (es. procreare=> no contraccezione).
Dio parla attraverso la natura concretizzando il piano intelligibile rendendolo
conoscibile; la Chiesa è un ente intermediario tra Dio e l'uomo e indica la retta via
nelle questioni morali. Questo finalismo naturale non può essere modificato dai
medici (aborto, eutanasia, inseminazione artificiale) perchè è un limite divino.
L'esecuzione di tale legge naturale (riferita alla persona) è volontaria e, pur
essendo immutabile come legge, la sua consapevolezza si può sviluppare nel
tempo (dinamismo).
Questa teoria della sacralità della vita è deontologica, ovvero ha una concezione
in cui il dovere è prioritario su altri concetti (bene, fine, virtù...). I divieti morali
sono validi in qualsiasi circostanza, mentre le tendenze teleologiche (finalità)
lasciano delle eccezioni.
La legge civile deve essere conforme alla legge morale e non può contrastarla.
La TSV rischia però di perdere il contatto con la storia contemporanea dal punto di
vista etico ancorandosi alla natura. Molti filosofi infatti rifiutano l'idea di una
permanenza della natura umana negando l'esistenza di norme etiche assolute. Per
la TSV, invece, la natura dell'uomo non muta e giustifica tali norme morali assolute
e il corporeità non ha solo valenza biologica, ma anche morale. Un'azione è buona
quando segue e si adegua l'ordine naturale (no masturbazione: è solo piacere
non per riproduzione, no omosessuali: non riproducono).
BIOETICA LAICA
della QUALITÀ della VITA
Per i laici Dio non essendo l'oggetto di un discorso razionale universalmente valido
non può essere un elemento costitutivo di un discorso pubblico. In questo per
bioetica LAICA si intende una laicità in senso forte (stretto) cioè che non tiene
conto della possibile esistenza e volontà di Dio (non ateismo però). In senso
generale per laicità, invece, si intendo atteggiamenti di tolleranza, libertà,
neutralità... comuni a tutti, religiosi e non.
Ci sono 3 diversi paradigmi a cui può far capo l'idea di qualità della vita:
EDONISMO (presenza o meno di stati piacevoli), PREFERENZE (in base alle
soddisfazioni) e PERFEZIONE (presenza di certe capacità). Sono in particolare le
ultime due le più importanti (dare un senso alla vita).
A tutte le idee di bioetica laica fanno capo una serie di punti comuni [p.96]:
le norme etiche sono costruite dall'intelligenza umana e possono cambiare;
1) le regole fisse non si ricavano dalla natura, non è concepita come creazione
2) divina;
rispetto dall'autodeterminazione (limite solo in rispetto degli altri);
3) disponibilità della vita, non è subordinata a Dio;
4) la conoscenza è progresso (diminuzione sofferenze);
5) non accettare di soffrire, non ha significato morale il dolore;
6) diverso valore qualitativo delle vite;
7) la persone è un essere in atto, servono determinate caratteristiche;
8) riconoscere che ci sono diversi modi di vivere (pluralità);
9) bioetica liberale (rispetto autonomia, non costrizione);
10) no principi assoluti deontologici, ma è di teleologica (orientata agli effetti
11) dell'agire) o deontologica di prima facie (ci sono dei divieti principali che
possono però essere aggirati in base a delle eccezioni);
sono legittimi aborto, eutanasia, fecondazione assistita (omologa e
12) eterologa).
--- AUTORI LAICI
<1> Principilismo di Beauchamp e Childress
Ci sono dei principi base a cui fare riferimento facendo a appello a credenze
morali comuni, ci sono 4 gruppi di principi:
-rispetto dell'autonomia
-non maleficenza (evitare di causare danni)
-beneficenza (produrre benefici per bilanciare i rischi e i costi)
-giustizia (distribuire benefici, rischi e costi giustamente).
Usi pratici: BILANCIAMENTO usando una validità di prima facie dei principi
valutando se non tenerne conto e usare altre norme se queste: sono migliori e
concrete nella realizzazione, non ci sono alternative, siano il minor male e cercare
di ridurre gli effetti negativi al minimo.
SPECIFICAZIONE: formula i principi in base alle circostanze.
Per giustificare tali principi si usano sia deduttivismo che induttivismo insieme.
CRITICHE → poco autonomo rispetto altre teorie e troppo fiducioso (situazioni
molto difficili).
<2> Oltre la sacralità della vita di Stringer
Molte volte la teoria della sacralità della vita deve cercare di “aggiustare” certi
principi, assoluti per lei, per ritenerli validi (ridefinizione della morte, mezzi
ordinari e straordinari, uso morfina per non soffrire anche se accelera morte...).
Cerca delle continue scappatoie per non ammettere che le vite sono diverse in
base alla qualità (cosa fare nel caso di cranicotomia? p.106, ora non più un
problema). Serve una modifica dei comandamenti (vai a pag. 107).
Persona → essere razionale e autocosciente (adulti e alcuni animali).
Un bambino piccolo e molti animali non sono realmente persone in quanto manca
la razionalità (non vale se è solo in potenza). Di fronte a essere non coscienti non
si pongo problemi etici in quanto non sono sensibili al dolore (embrioni, piante,
stato vegetativo...). Da ciò è ammessa, per Stringer, l'infanticidio in caso di
neonato con gravi patologie [p.109-10].
<3> Postmodernità (accordo e consenso) di Engelhardt
La civiltà moderna è caratterizzata dalla molteplicità culturale e differenti visioni
del mondo. Incontriamo perciò degli “stranieri morali” per cui non condividiamo
né principi né visione globale, ma sono comunque utili per la risoluzioni di
problemi.
L'unica autorità morale laica è fondata sull'accordo e consenso. Non ci sono
argomenti che facciano prevalere una visione piuttosto che un'altra. Questa è una
moralità del mutuo rispetto, non ci si può imporre. Serve un'etica super partes,
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