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CASO DEGLI ZAFIMANIRY DEL MADAGASCAR
Essi hanno un sistema basato su una sorta di anzianità differenziale delle case in base all'altitudine, cioè più
si trova in alto su una collina una casa, più è anziana. Le case sono come delle persone che hanno discendenti,
quindi da una casa discende un'altra costruita da qualcuno che proviene in termini genealogici dalla prima,
quindi va più in basso. Osservare queste distanze è come studiare la storia locale e questa disposizione nello
spazio è la traduzione del tempo, come se gli umani rotolassero dalla collina a fondo valle.
Questo ci porta, alla questione del mito. In un mito posso trovare elementi di vario genere tra cui: la
dimensione morale, cioè il fatto che un mito possa sostituire la cultura scritta per fornire insegnamenti e
fondamenti morali; la dimensione classificatoria che esprime quali sono le categorie più elevate
dell'esperienza, ad esempio quali sono i gruppi che hanno dato vita alla società o quali sono gli animali/piante
più significativi, cosa è bene e cosa è male; elementi di carattere storico.
Il mito può avere la funzione (politica) di giustificare il presente, cioè di spiegare perché si è organizzati in
un certo modo, dà legittimità al nostro ordine. Può avere una funzione generalmente filosofico-speculativa,
astratta, simbolica, può indurre a riflettere o a sorridere.
Un problema interessante con cui confrontarsi quando si parla di miti e sistemi culturali diversi dal proprio
è domandarsi come leggerli. Il primo errore è quello di leggerli come conoscenze scientifiche fallimentari.
Prendendo letteralmente il mito dell'ano, ad esempio, giungiamo alla conclusione che quella popolazione sia
incapace di distinguere la fantasia della realtà prelogica. E' generalmente suggerita un'interpretazione
metaforica, un avvicinarsi all'altro con l'intenzione di riconoscergli la piena dignità (la stessa cosa viene fatta
con l'evento della comunione cristiana, mangiare il corpo e il sangue di Cristo).
In Ghana i Kassena hanno diversi miti.
IL MITO DELLA CALABASH COSMICA (nascita del mondo)
La calabash è una parente della zucca di cui non si consuma la parte interna, ma con la buccia si crea un
piatto in cui mangiare o bere. La calabash è un pezzo di esperienza quotidiana, ma è anche l'origine del
mondo. L'universo era una calabash che ad un certo punto s'è spaccata, la polpa che ne è uscita a sua volta
si è spaccata dando vita alle forme riconoscibili nel nostro pianeta. Sulla Terra c'è Dio che passeggia e sta
con gli uomini, ma ha un problema con una signora che per preparare il brodo e insaporirlo prende un
pezzo di carne di Dio. Egli si arrabbia talmente che decide di allontanarsi dagli umani e andarsene in cielo.
Rispetto agli elementi di cui si è parlato prima, cosa c'è d'interessante in questo pezzo di mito?
1) L'esplosione della calabash richiama la teoria del Big Beng.
2) Separazione tra Dio e uomo è causata dall'uomo, come la storia di Adamo ed Eva.
3) Elemento morale-filosofico: l'uomo non è su un piano superiore come nella nostra tradizione in cui
può dare nomi alle cose e quindi è sovrano. Nel mito gli esseri umani emergono insieme a tutto il
resto.
4) Dio deriva dalla calabash come l'uomo e la Terra, quindi è a livello dell'uomo, è un pezzo di creazione
e non colui che l’ha fatta.
Alcuni miti contengono all'interno di storie surreali, idee molto radicate nelle popolazioni che non arrivano
a conclusioni logiche. In molte parti dell'Africa c'è una compresenza di religioni, quindi verso la religione c'è
un atteggiamento disincantato. Si parla poco di Dio, ma molto di più degli antenati e degli spiriti, di Dio si
parla solo in chiesa.
La calabash rappresenta la donna, quindi in occasione dei funerali di una donna, uno degli atti è la
distruzione di una calabash per intendere il passaggio definitivo di una donna nel mondo degli antenati e
questo significa che il principio d'origine è femminile.
IL MITO DI PAGA
In questa località non ci sono spiegazioni storiche della sua nascita, se non questo mito.
In Burkina Faso un signore di nome Panlogo sta svolgendo una competizione per diventare capo supremo,
ma perde e scappa perché il vincitore gli dà la caccia per vendicarsi. Mentre scappa si trova davanti ad un
fiume in piena, in quel momento spunta un coccodrillo, i due si guardano con aria sospettosa, poi si
riconoscono. Panlogo lo riconosce come animale totemico della sua discendenza, così stipulano un patto: in
cambio del suo aiuto, Panlogo promette che lui e la sua discendenza non uccideranno coccodrilli. Il
coccodrillo entra nel fiume, al suo passaggio si aprono le acque che permettono all'uomo e ai suoi amici di
passare e quando arriva il vincitore le acque tornano in piena, impedendogli di continuare la caccia. Panlogo
si stabilisce in un luogo e crea una nuova comunità che dopo anni si trova in una situazione di decadenza
morale e alcuni di nascosto cacciano e mangiano coccodrilli. Il figlio di Panlogo un giorno va a fare una
battuta di caccia con il suo cane, ma ad un certo punto cade in una buca e sviene. La buca è stata scavata
sottoterra da un animale che ha creato un palazzo con diverse stanze, in una di queste sta un coccodrillo che,
vedendo l'uomo, decide di aiutarlo ad uscire dalla buca. Nel frattempo il cane corre a casa per avvisare la
famiglia della situazione, ma poiché nessuno riesce a rintracciare il figlio, si decide di andare da un
divinatore che sostiene che l'unico modo per risolvere il problema è sacrificare il cane. Quando il figlio torna
a casa e scopre che il suo cane è stato ucciso, decide di andarsene e torna nel posto in cui era caduto, lì trova
un insediamento e vi si avvicina chiedendo dell'acqua, gli viene data risposta dalla moglie molto bella che si
rifiuta di aiutarlo, così chiede alla moglie brutta e zoppa molto più gentile che gli dà l'acqua. Il figlio si offre
di regalare il risultato della sua battuta di caccia di quel giorno e facendo buona impressione, il padrone di
casa gli concede di sposarsi con la figlia a condizione che si allontanino e formino una nuova famiglia. Così
avviene e alla morte del figlio, il corno simbolo del feticcio del potere che lui possiede deve essere passato al
primogenito per diventare il nuovo capo ma lui lo rifiuta, ugualmente fa il secondo genito, finché il terzo
genito accetta e la sua discendenza dovrà compiere lo stesso gesto d'eredità del corno. Tutto questo continua
nel presente.
Troviamo gli elementi narrativi più significativi:
1) Dimensione del rito è abitualmente considerata come tradizionale e statica, nel mito invece si
racconta di un sacrificio considerato molto importante (sacrificio del cane) anche se la divinità non
accetta questo sacrificio.
2) La scissione periodica è un tema molto popolare in Africa, ognuno è discendente di una scissione e
non si riesce a vedere mai l'inizio, non si dà un punto di riferimento stabile.
3) La separazione della acque del coccodrillo come la vicenda di Mosé, quindi Dio che aiuta diverse
volte l'uomo portando avanti la narrazione (Deus ex machina).
Attraverso la soluzione del problema si arriva al rapporto tra cultura e natura, cioè tra biologia e storia. Loro
sostengono che un uomo è prima di tutto un coccodrillo e un coccodrillo è un uomo, è un circolo senza
uscita perché ogni uomo ha un'anima condivisa dal corpo dell'uomo e da un coccodrillo corrisposto, come
se ci fosse un'anima e due corpi. Questo è successo perché è avvenuto un accordo, un patto. Anche questa è
una nozione radicale in cui la cultura s'insinua nella natura, infatti viene creduto che se un uomo muore,
morirà anche il suo coccodrillo, per cui esiste una corrispondenza biologica che dipende da un fatto storico-
culturale che ha trasformato la materialità/fisicità dell'anima. Questo significa in senso lato che la cultura è
dentro la natura.
Lezione 5
Il mito può essere identificato come una sorta di bozza costituzionale o qualcosa di simile. Questo non vale
soltanto per il mito, ma nelle società prive di scrittura anche nelle affermazioni quotidiane che fanno le
persone nelle quali possiamo trovare iscritti dei principi generali di ordine morale, politico e religioso. Questa
tipologia (di ordine morale, politico, religioso, economico) è prettamente occidentale e appartiene alla nostra
specializzazione del sapere. Affermazioni controintuitive sono quelle che a prima vista sembrano insensate,
infondate oppure sbagliate. Questo vale anche per le pratiche: io vedo un rituale, mi interrogo sul senso di
quel rituale, sui suoi obiettivi, chi è coinvolto ecc. Può darsi che alla fine chi osserva quel rituale lo trovi in
un certo senso controintuitivo. È più facile vederlo in circostanze lontane e un po' più difficile in circostanze
vicine negli esercizi che svolgiamo quotidianamente.
I gemelli sono un qualcosa di particolare, un fenomeno che attira l'attenzione. Hanno qualcosa di differente
e cosi nella storia dell'umanità, sono stati vissuti e sono stati letti.
“I gemelli sono uccelli” è una frase molto famosa e viene da un antropologo britannico che si chiama Evans
Pritchard il quale ha fatto delle ricerche in Africa principalmente: Africa del Nord, Africa Subsahariana, dalle
parti del Congo, del Sudan, presso varie popolazioni. Una di quelle più famose si chiama Nuer e loro dicono
“i gemelli sono uccelli”. Non dicono i gemelli sono COME degli uccelli, ma dicono proprio i gemelli SONO
uccelli. Magari la lingua inganna, per esempio usare un “come” che in una lingua non è previsto ecc. Il senso
di questa espressione può essere vagliato secondo i criteri razionali e allora questa frase senza senso, illogica,
oppure ci si può chiedere che senso abbia. Nella storia dell'antropologia, all'inizio gli antropologi si
chiedevano quanto fossero razionali gli altri e in che posizione nel cammino verso la razionalità si trovassero
le altre popolazioni, partendo dal presupposto che la razionalità fosse una conquista del pensiero occidentale.
Quindi un evoluzionista avrebbe detto che si trattava di una situazione pre-razionale, che quegli uomini non
avevano ancora imparato a descrivere le categorie e ad usare la logica. Tuttavia, nella fase della storia
dell'antropologia in cui il protagonista è Evans Pritchard, questo presupposto di collocare in uno stadio o
nell'altro una popolazione è stato abbandonato quindi ci si chiede invece, che senso abbia una fra