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Analisi 2
- Curve in Rn
- Funzioni reali di più variabili
- Funzioni vettoriali
- Integrazione di funzioni reali di più variabili
- Campi vettoriali e forme differenziali
- Serie di potenze
- Funzioni olomorfe
4) Lunghezza di un grafico. Calcolo della lunghezza di una curva regolare e regolare a tratti.
Lunghezza di un grafico
Una curva piana regolare che sia grafico di una funzione:
- x = t
- y = g(t)
- t ∈ [a,b]
La lunghezza della curva è: l(γ) = ∫ab √1+g'(t)2dt
Calcolo della lunghezza di una curva regolare e regolare a tratti
Se γ : I → ℝ2, I = [a,b] è la parametrizzazione di un arco di curva γ regolare. Allora γ è rettificabile :
l(γ) = ∫ab |γ'(t)| dt
Se una curva γ è unione di due curve rettificabili γ1 e γ2, allora γ è rettificabile e l(γ) = l(γ1) + l(γ2).
In generale.
Se una curva γ regolare è a tratti, allora è rettificabile e la sua lunghezza si calcola mediante la (〇).
Limiti e continuità per funzioni di più variabili
Definizione limite di successione
Dato una successione {xn}n∈N* di punti di Rn e un punto xo∈Rn, si dice
xn → xo per n → ∞ se ||xn - xo|| → 0 per n → ∞
Intorno
(gli intorni sono dei punti) xo sono le periferie centrali in xo. Dato un punto x ∈Rn si dice intorno sferico di xo un insieme del tipo:
Ur(xo) = {x ∈Rn : ||x - xo|| < r}
con qualche r>0, raggio dell'intorno xo centro dell'intorno
Definizione successionale di limite di funzione
Sia f : Rn → R definita almeno in un intorno sferico di xo∈Rn escluso al più xo,
stesso, e sia l∈R oppure l=±∞. Diremo che
limx→xof(x)=l
se per ogni successione {xn}n∈N* di punti di Rn tale che xn → xo per n → ∞ (con xn≠xo∀n), si
ha che:
limn→∞f(xn)=l
(Ε-δ) Definizione di limite di funzione
Sia f : R→R definita almeno in un intorno sferico di xo ∈Rn escluso al più xo,
stesso, e sia l∈R. Si dice che:
limx→xof(x)=l
se per ogni ε>0 esiste un δ>0 tale che 0<||x-xo||<δ ⇒ |f(x) - l| < ε
Si dice che
limx→xof(x)= +∞ (o -∞)
se per ogni M>0, esiste un δ>0 tale che 0<||x-xo||<δ ⇒ f(x) > M (o f(x) < -M)
Funzione continua
Una funzione f è continua in xo se limx→xof(x)=f(xo)
Definizione di differenziale di f
Se f è differenziabile in x0, si dice differenziale di f calcolato in x0 la funzione lineare ∇f(x0)·h-h definita da:
df(x0), h = ∇f(x0)·h
Nel caso n=2, il numero ∇f(x0)·h rappresenta l'incremento della funzione nel passare da x0 ad x1, calcolato lungo il piano tangente al grafico di f in x0.
Definizione di iperpiano tangente
Se f è differenziabile in x0 (x01, x02, ... , x0n), si dice iperpiano tangente al grafico di f in x0 l'ipersuperficie:
z = f(x0) + ∇f(x0)·(x-x0) = f(x0) + ∑i=1n ∂f/∂xi (x0)(xi-x0i)
Riassumendo
La differenziabilità ⟺ la derivabilità
- la continuità
- l'esistenza dell'iperpiano tangente
La continuità della funzione
Formula per calcolare le derivate direzionali
Se f: A ⊂ Rn → R con A aperto di Rn, e f differenziabile in x ∈ A, allora per ogni verso v esiste la derivata direzionale Dvf(x) e vale l'identità:
Dvf(x) = ∇f(x) ∙ v = ∑i=1n(∂f/∂xi)(x) vi
La derivata direzionale è in questo caso il prodotto scalare del gradiente con il verso nella cui direzione si deriva.
Schema riassuntivo
- f ∈ C1(A) ⇔ f differenziabile in A (cioè f ha gradiente legato)
- f continua in A ⇔ f derivabile in A
- f le derivate direzionali, e vale la formula del gradiente
Invece
- f continua, derivabile, dotata di tutte le derivate direzionali -/-> f differenziabile
- f derivabile, dotata di tutte le derivate direzionali -/-> f continua
Studio dei punti critici ed estremi relativi - Teorema di Fermat
Definizione di massimo e minimo relativi e assoluti
Sia g: A ⊆ ℝ → ℝ e x ⊆ A. Diciamo che:
- x è punto di massimo (minimo) assoluto per g in A se g(x) è il massimo (minimo) assoluto globale di g in A se:
- per ogni x ⊆ A si ha g(x) ≤ g(x) (rispettivamente g(x) ≥ g(x))
- x è punto di massimo (minimo) locale o relativo per g e che g(x) è un massimo (minimo) relativo locale di g se esiste un intorno U di x tale che:
- per ogni x ⊆ U si ha g(x) ≤ g(x) (rispettivamente g(x) ≥ g(x))
Se le disuguaglianze sono strette (), i punti di estremo e gli estremi si dicono forti, altrimenti si dicono deboli.
Esistenza
Non sempre esistono massimo e minimo. Il teorema di Weierstrass è un buon strumento: se A è chiuso e limitato ed g è continua in A, allora g ha massimo e minimo su A.
Unicità
Se m = g(x) è un massimo globale in A esso è unico. Non è unico il punto in cui presenta il valore m (es: sin x, max = 1).
Teorema di Fermat
Sia g: A ⊆ ℝ → ℝ con A aperto e x0 ⊆ A un punto di massimo o minimo locale per g. Se g è derivabile in x0, allora ∇g(x0) = 0.
Funzioni e vettori vettoriali (a una e più variabili): limiti e continuità
Definizione di funzioni di più variabili a valori vettoriali
Le funzioni di più variabili a valori vettoriali sono funzioni.
f: A⊆Rn→Rm
Per studiare una funzione di più variabili a valori vettoriali si può ragionare componente per componente usando le nozioni per funzioni reali di più variabili. Esempio:
Definizione di limite e di componenti di f
Sia f: A⊆Rn→Rm definita almeno in un intorno del punto x0 escluso il punto x0 stesso, x→x0∈Rn. Si dice che
limx→x0f(x)=l
se
limx→x0|f(x)−l|=0
dove quest'ultimo limite è il limite di una funzione reale di più variabili.
Se f: A⊆Rn→Rm possiamo scrivere:
f(x)=(f1(x),...,fm(x)) con fj: A⊆Rn→R per j=1,...,m
Le funzioni fj si dicono componenti di f e sono funzioni reali di più variabili. Il limite si calcola per componenti:
limx→x0f1(x)=limx→x0fm(x)
Definizione di continuità
f è continua se e solo se lo sono tutte le sue componenti.