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L L L L
{ { { { { per
¯ ℝ − 0 ¯
(0, (−∞, ) (0, ) (−∞,
+∞) 0), ¯( = ∈ +∞), ¯( = − ∈ 0)
D’altra parte, non è costante in . Possiamo però dire che è costante in
‹ ‹
2 2
e in cioè per per
Ð ⊆ ℝ ¯: Ð → ℝ Ð.
Definizione (test di monotonia):
¯
Sia un intervallo, derivabile in tutti i punti di Allora sono equivalenti:
( )
¯ ≥ 0 ∀ ∈ Ð
1. è monotona crescente
u
2.
Dimostrazione (1)⟹(2): ( )
∈ Ð ∀ ∈ Ð, ≠ ≥ 0 ⟹ ¯ ≥ 0
)0º( )
º( u
m
l l l
0
Sia fissato. si ha m
%, & ∈ Ð % < &. ¯(%) ≤ ¯(&).
Dimostrazione (2)⟹(1): (%,
Ù = %, & ⊆ Ð, ¯ Ù, ∃( ∈ &)
Fissato con Vogliamo provare che Consideriamo
poiché verifica le ipotesi del teorema di Lagrange in tale
(()
= ¯ ≥ 0 ⟹ ¯(&) − ¯(%) ≥ 0
º(•)0º(~) u
•0~
che
Esempio: ( )
) =
" = ℝ − 0 ¯( = − ". ¯ > 0 ∀ ∈ "
u {
Sia , derivabile in tutti i punti di ma
(0, (−∞,
¯ ¯ +∞) 0)
non è monotona crescente. Però, è monotona crescente in e in
Ð ⊆ ℝ ¯ Ð.
Definizione:
¯
Sia un intervallo, una funzione derivabile in Sono equivalenti:
( ) ( )
¯ > 0 ∀ ∈ Ð ∈ Ð | ¯ = 0
1. è monotona crescente strettamente
u u
2. e non contiene intervalli
¯
Dimostrazione (1)⟹(2):
( )
¯ ≥ 0 ∀ ∈ Ð. %, & ⊆ Ð
Siccome è monotona crescente strettamente, dal precedente test di monotonia segue
u
che Supponiamo, per assurdo, che esiste un intervallo tale
46
( ) ( )
¯ = 0 ∀ ∈ %, & %, & ⊆ ∈ Ð | ¯ = 0
u u ¯ %, &
che , cioè . Allora, dalla prima
% < & ¯(%) = ¯(&)
definizione alla conseguenza del teorema di Lagrange, è costante in , in
particolare e ( )
¯ ≥ 0 ∀ ∈ Ð, ¯
Dimostrazione (2)⟹(1):
u
¯ ∃%, & ∈ Ð, % < &
Poiché, per ipotesi, è monotona crescente. Supponiamo, per
)
¯(%) = ¯(&). ∀ ∈ %, & ⊆ Ð, ¯(%) ≤ ¯( ≤ ¯(&) = ¯(%) ⟹
assurdo, non sia monotona crescente strettamente. Allora e
( ) ( )
⟹ ¯ %, & ⟹ ¯ = 0 ∀ ∈ %, & ⟹ %, & ⊆ ∈ Ð | ¯ = 0
Allora u u
è costante in
) ( ) (0)
Ð = ℝ, ¯( = ¯ ℝ ¯ = 3 ≥ 0 ¯ = 0
Esempio: z u 2 u
( )
∈ Ð | ¯ = 0 = 0
Sia . derivabile in tutto e e
u (%,
Ð = %, & ¯ ∈ Ó(Ð, ℝ). ¯ &) −
Definizione (criterio di derivabilità): l
% < < &).
Sia e sia Supponiamo derivabile in
l
¯
(con Sono equivalenti:
l
( ) ( )
lim ¯ ¯
= lim = ℓ ∈ ℝ
1. è derivabile in
u u
→ •
→ ‘
2. m
m ) | |. (−1,
Ð = −1, 1 ¯( = ¯ −1, 1 1) − 0
Esempio: (−1,
1 \) ∈ 1)
Sia , è continua in e derivabile in e
( ) ( ) ( )
¯ = lim ¯ ≠ lim ¯ ⟹ ¯ = 0
^
u u u
(−1,
−1 \) ∈ 1) l
→ •
→ ‘
. non derivabile in
m
m (%, ( )
Ð = %, & ¯, µ ∈ Ó(Ð, ℝ). ¯, µ &) µ ≠ 0
Teorema (di Cauchy): u
Sia , Supponiamo derivabili in con
(%, (%,
∀ ∈ &). ∃( ∈ &) = (š)
º(•)0º(~) º ä (š)
å(•)0å(~) å ä
Allora tale che
)
µ( =
Osservazione:
Se prendiamo (Cauchy⟹Lagrange)
( )
= = ¯
( )
º(•)0º(~) º(•)0º(~) º ä u
( )
å(•)0å(~) •0~ å ä
e (0, ( )
Ð = %, & Ð = +∞)), ¯, µ Ð µ ≠ 0
Teorema (di De l’Hopital): u
) )
¯( = lim µ( = 0.
∀ ∈ Ð. lim
Sia (oppure continue e derivabili in tale che
→~ →~
‘ ‘ Se esiste (reale o infinito)
Supponiamo che
( )/µ ( ),
lim ¯ ∃ lim = lim
) ( )
º( º ä
u u ) ( )
å( å ä
→~ →~ →~
‘ ‘ ‘
allora: 47
0 \) = % 0 \) = %
Dimostrazione: ) )=^
æ( = ç(
^ ) )
µ( \) > %
¯( \) > %
Consideriamo le funzioni ,
¯, µ % æ, ç ∈ Ó¡(%, &), ℝ¢
L
Poiché tendono a 0 per x che tende a , si ricava che
(%,
∀ ∈ Ð, > %, = = ( ∈ &)
) (š)
º( è(•)0è(~) º ä
) (š)
å( é(•)0é(~) å ä per un certo (teorema di Cauchy)
= lim = lim < ( < ( → % → %
lim ) (š) ( )
º( º º
ä ä L
) (š) ( )
å( å å
ä ä
→~ →~ →~
‘ ‘ ‘ (% quindi per )
Dunque,
Osservazione:
Ð ⊆ ℝ % ∈ ¬(Ð)
lo stesso risultato vale più in generale nelle seguenti situazioni:
) )
¯( = lim µ( = ±∞
lim
1. Se è un qualunque intervallo e
→~ →~
2. Se ), )
Ð lim ¯( lim µ(
→Lh →Lh
3. Se è superiormente limitato e stiamo considerando ), )
Ð lim ¯( lim µ(
→0h →0h
4. Se è inferiormente limitato e stiamo considerando
)
% > 0, lim ∙ log( = 0
Esempio: ~
→l
‘
Sia proviamo che ) ) )
Ð = 0, +∞ ¯( = log( µ( = 1/ ~
(0,
¯ µ +∞)
Posto , definiamo e
• ( )
µ = −%/
e sono continue e derivabili in
u ~L
• ) )
¯( = −∞ lim µ( = +∞
lim
• →l →l
‘ ‘
e
lim = lim = lim = 0 ⟹ lim = lim =0
X− Y X− Y )
( ) ( )
º º( º
ä Ë‘| Ë ä
( ) ) ( )
å ~ ~ å( å
ä ä
→l →l →l →l →l
‘ ‘ ‘ ‘ ‘
Poiché
Esempio: (0, ( )
lim ¯, µ: +∞) → ℝ, ¯, µ ∈ Ó(Ð, ℝ), µ ≠ 0 ∀
)
L‡ˆK( u
)
2 L»¼½(
→Lh
Consideriamo ,
) )
lim ¯( = +∞ lim µ( = +∞. lim =
( ) )
º L»¼½(
ä ( ) )
å 20‡ˆK(
ä
→Lh →Lh →Lh
e D’altra parte, ed è facile
lim =
)
º( )
å( 2
→Lh
vedere che non esiste questo limite, ma
DERIVATE DI ORDINE SUPERIORE
" ⊆ ℝ, ¯: " → ℝ ∈ " µ > 0
Definizione: l
«( , µ) ⊆ " ¯ «( , µ). ¯
Sia e sia punto interno. Supponiamo anche tale che
l l
e derivabile in ogni punto di Diciamo che è derivabile due
lim ( )0º ( )
º ä ä m
l 0
→ ‘
se esiste finito il . In tal caso tale limite è detto derivata
volte in m
m ( )
¯ ¯ uu
l l
seconda di in e si indica come 48
) ( )
" = ℝ, ¯( = ) ¯ ℝ ¯ = )
Esempio: u
( ) (¯ ) ( )
∀ ∈ ℝ ¯ ¯ = = )
Sia . Sappiamo che è derivabile in tutti i punti di e ,
uu u u m
l l l
allora si ha che è derivabile due volte in e
) ).
" = ℝ, ¯( = \)J( ¯ ℝ
Esempio:
( ) ), ( )
¯ = (Å\( ∀ ∈ ℝ ¯ ¯ =
Sia Sappiamo che è derivabile in tutti i punti di e
u uu
l l
(¯ ) ( ) )
= = −\)J(
allora si ha che è derivabile due volte in e
u u l l
" ⊆ ℝ, ¯: " → ℝ ∈ " ∃Ý > 0
Definizione: l (J
«( , µ) ∈ " ¯ J «( , µ) > 1). ¯
Sia e sia punto interno. Supponiamo tale che
l l
e sia derivabile volte in Diciamo che è derivabile
( )
J + 1 lim = ¯
( )0º ( )
º } } (KL )
m
l l
0
→ ‘
volte in se esiste finito m
m
Ó(", ℝ) = ¯: " → ℝ continua
Definizione (notazioni):
(",
Ó ℝ) = ¯: " → ℝ derivabile in ", con ¯ ∈ Ó(", ℝ)
1. u u
2. (", (",
Ó ℝ) = ¯: " → ℝ derivabile in ", con ¯ ∈ Ó ℝ)
3. …
(KL ) u K
4. (", (",
Ó ℝ) ⊆ Ó ℝ)
Osservazione:
(KL ) K
(", (", (",
∈ Ó ∈ Ó ∈ Ó(", ℝ)
¯ ∈ Ó ℝ), ¯ ℝ) ⟹ ¯ ℝ) ⟹ ⟹ ¯
(KL ) (K0 )
u K uu K
(", (", (", (",
Ó ℝ) = Ó ℝ) ¯ ∈ Ó ℝ) ⟺ ¯ ∈ Ó ℝ) ∀J
⋂
Se …
Lh
h K h K
KÎ
Ð ⊆ ℝ ¯: Ð → ℝ, ∈ Ð ¯ J
Definizione: l
Ð. ¯, J
Sia un intervallo, punto interno. Supponiamo che sia volte
l
derivabile in Definiamo polinomio di Taylor di punto iniziale e grado come
K ( )
¯ •
(¯) ( ) (¯
í = − = ¯)
î l • l
Ž!
(K, ) l
m •Îl
)
Ð = ℝ, ¯( = ) = 0, J ≥ 1, ¯ J
Esempio: l
Sia . Scegliamo qualunque sia è volte derivabile in
( ) (0) () )
= ) = 1 í = 1 + +
ℝ ¯ ⟹ ¯ + +⋯+
{ § }
K K (K,l) 2 z! K!
tutto e
Ð ⊆ ℝ ¯: Ð → ℝ, ∈ Ð ¯ J
Teorema (di Taylor): l
) (¯) ) ) )
Ð. ∀ ∈ Ð ¯( = í + ß( ß( = Å( −
Sia un intervallo, punto interno. Supponiamo ch