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La programmazione di bilancio presuppone alcuni elementi chiave, che sono: la programmazione di
mandato, la quale definisce le principali linee programmatiche dell’amministrazione in termini di risorse
finanziarie, di organizzazione e di funzionamento degli uffici, i servizi da assicurare e le opere pubbliche da
realizzare; la relazione previsionale e programmatica (RPP), che individua gli obiettivi e i programmi di
medio periodo; il bilancio pluriennale, il quale esplicita l’allocazione delle risorse ai diversi obiettivi e
programmi, verificandone la compatibilità con le risorse finanziarie disponibili; il bilancio annuale di
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previsione, che autorizza le spese nell’anno di riferimento per realizzare in tutto o in parte gli obiettivi
indicati dalla RPP e nel bilancio pluriennale. Il piano generale di sviluppo nasce dal confronto delle linee
programmatiche con le reali possibilità operative dell’ente. Riportando così per la durata del mandato le
linee dell’azione dell’ente in merito alle risorse finanziarie acquisibili, all’organizzazione e al funzionamento
degli uffici, ai servizi da assicurare ed infine agli investimenti e alle opere pubbliche da realizzare. Il piano
generale di sviluppo viene deliberato dal Consiglio precedentemente al primo bilancio annuale di previsione
del mandato. Il piano generale di sviluppo inoltre viene verificato ed eventualmente adeguato attraverso
una nuova delibera prima dell’approvazione del bilancio annuale. La relazione previsionale e
programmatica (RPP)e il bilancio pluriennale. L’RPP ed il bilancio pluriennale hanno caratteristiche
comuni, infatti entrambi sono allegati al bilancio annuale di previsione, ne seguono dunque l’iter di
approvazione. Inoltre sono espressi ai “prezzi correnti” degli esercizi cui si riferiscono, utilizzando come
parametro di riferimento il tasso di inflazione programmato. La RPP è organizzata per programmi e progetti,
e deve dare motivata dimostrazione delle variazioni intervenute rispetto all’esercizio precedente. Inoltre
l’RPP deve spiegare le modifiche apportate di anno in anno al bilancio pluriennale. L’RPP è dunque il
principale documento di programmazione di medio periodo, la cui funzione è quella di raccordare e
dimostrare la coerenza tra i diversi momenti e documenti di programmazione. La relazione previsionale e
programmatica si compone di diverse parti: la parte generale, nella quale si illustrano le caratteristiche
generali della popolazione, del territorio, dei servizi dell’azienda pubblica, dell’economia insediata, delle
funzioni delegate da Stato, regione, altri enti pubblici e altri elementi; la parte entrata, la quale deve
prestare particolare attenzione alle nuove forme di indebitamento. Questa parte è generalmente articolata
solo in titoli e categorie ed inoltre presenta per ogni voce il trend storico, eventuali vincoli, previsioni per
ogni esercizio considerato ed infine informazioni riferite a singole voci; la parte spesa, questa è organizzata
per programmi e progetti e ne evidenzia per ognuno di loro la spesa corrente consolidata, la spesa corrente
di sviluppo e la spesa di investimento, le finalità perseguite e indicatori di risultato, le risorse umane e
strumentali destinate ecc… Tale parte dell’RPP deve porre l’attenzione sugli obiettivi affidati agli organismi
gestionali dell’ente, sull’elenco delle opere pubbliche finanziate negli anni precedenti e non ancora
completate e dare una dimostrazione delle variazioni intervenute rispetto all’esercizio precedente. Il
bilancio pluriennale ha principalmente 3 funzioni, due di natura programmatoria ed una di tipo
autorizzativo le prime due sono: una verifica complessiva dell’entità e della tipologia dei mezzi finanziari
necessari per garantire la copertura delle spese di funzionamento e di investimento dell’ente, una
valutazione della politica degli investimenti e degli effetti generati sulla spesa corrente. La funzione
autorizzativa invece si sostanzia nel fatto che si possono assumere impegni di spesa a carico di esercizi
successivi solo nel limite degli stanziamenti di bilancio pluriennale stesso. Il bilancio pluriennale è articolato
in due parti: entrata (titoli, categorie e risorse) e spesa (programmi e titoli, servizi ed interventi ed infine le
spese consolidate, di sviluppo e di investimento). Il piano esecutivo di gestione è predisposto sulla base del
bilancio annuale di previsione, includendo così tutte le entrate e le spese. Con esso l’esecutivo dettaglia il
bilancio annuale di previsione e delimita i poteri di impegno dei dirigenti. Il piano esecutivo di gestione ha
quindi sia una funzione di programmazione e controllo e sia una natura autorizzativa. Il PEG scompone: le
risorse in capitoli di entrata, i servizi in centri di costo e gli interventi in capitoli di spesa. La componente
non monetaria del PEG comprende: gli obiettivi attribuiti al responsabile, espressi attraverso indicatori
misurati a consuntivo, e le risorse non monetarie (umane, strumentali, tecnologiche) assegnate al
responsabile per il raggiungimento di quell’obiettivo. L’iter di approvazione del piano esecutivo di gestione è
il seguente: 1-l’organo esecutivo predispone il cosiddetto “schema di bilancio” da sottoporre
all’approvazione dell’organo rappresentativo. Questo schema di bilancio non è disciplinato dalla legge, ma
è rilevante per lo spostamento di poteri dall’organo rappresentativo a quello esecutivo; 2-l’organo
rappresentativo approva il bilancio annuale di previsione e i relativi allegati. Ciò deve avvenire entro il 31/12
dell’anno in corso salvo differimento con DMI (decreto ministeriale interno). 3-La corte dei conti verifica il
rispetto degli equilibri di bilancio da parte dei comuni, province, città metropolitane e regioni. In particolare
le sezioni regionali di controllo della Corte dei conti verificano il perseguimento degli obiettivi posti dalle
leggi statali o regionali di principio e di programma, nonché la sana gestione finanziaria degli enti locali ed il
funzionamento dei controlli interni e riferiscono sugli esiti delle verifiche esclusivamente ai consigli degli enti
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controllati; 4-presentazione al ministero dell’Interno di apposito certificato, se ciò non avviene vi è la
sospensione dell’ultima rata del contributo ordinario dell’anno nel quale avviene l’inadempienza. Le fasi
dell’entrata e dell’uscita del bilancio annuale di previsione. La contabilità finanziaria non rileva
esclusivamente gli effetti finanziari (riscossioni e pagamenti) derivanti dai fatti gestionali avvenuti; hanno
notevole rilevanza, piuttosto, le decisioni di spesa e gli accertamenti delle entrate. Ogni entrata viene
trattata contabilmente in 3 fasi: 1-L’ACCERTAMENTO, in base all’idonea documentazione, viene verificata
la ragione del credito e la sussistenza di un idoneo tiolo giuridico, individuato il debitore, quantificata la
somma da incassare, nonché fissata la relativa scadenza; 2- LA RISCOSSIONE, è rappresentata dal
materiale introito della somma accertata, da parte del tesoriere o di altri incaricati alla riscossione; 3-
VERSAMENTO, che corrisponde al trasferimento delle somme riscosse nelle casse dell’ente. La spesa
viene trattata invece contabilmente in 4 fasi distinte: 1- l’IMPEGNO, a seguito di un’obbligazione
giuridicamente perfezionata, è determinata la somma da pagare, determinato il soggetto creditore, indicata
la ragione e viene stabilito il vincolo sulle previsioni di bilancio nell’ambito della disponibilità finanziaria; 2- la
LIQUIDAZIONE, si fonda su titoli e documenti che comprovano l’esatto ammontare del debitore e la
persona del creditore; viene determinata la somma certa da pagare nei termini dell’impegno assunto; 3-
l’ORDINAZIONE, viene impartito l’ordine al tesoriere di effettuare il pagamento; 4- il PAGAMENTO, che
consiste nella materiale corresponsione della somma dovuta al creditore e nella conseguente
contabilizzazione nelle scritture contabili dell’ente. Nel caso venga assunto un impegno pluriennale, di esso
di deve tenere conto nel bilancio pluriennale ed eventualmente nei bilanci successivi ed inoltre deve essere
assicurato un idoneo finanziamento. La struttura del bilancio di previsione. Il bilancio di previsione è un
prospetto composto di due parti, relative rispettivamente alle entrate e alle spese. Le entrate sono ordinate
gradualmente in titoli, funzioni, servizi e interventi, utilizzando quindi una combinazione tra il criterio per
destinazione (funzioni e servizi)e quello per natura (intervento). Le spese sono anche leggibili per
programmi (rif. relazione previsionale e programmatica). I principali equilibri di bilancio. La legge
impone la salvaguardia di alcuni equilibri di bilancio: l’equilibrio generale, ovvero il totale delle entrate deve
essere uguale al totale delle spese; la somma delle entrate tributarie, da contributi ed extratributarie deve
essere maggiore o uguale alla somma tra l spese correnti e la quota capitale di mutui e obbligazioni; la
somma tra le entrate (derivanti da alienazioni, da trasferimenti di capitale, da riscossioni), avanzi di
amministrazione ed eventuale avanzo di parte corrente, deve essere maggiore o uguale alle spese in conto
capitale; gli interessi sui mutui devono essere minori o uguali a un quarto della somma delle entrate
tributarie, extratributarie e da contributi (la capacità di indebitamento dell’amministrazione pubblica); le
entrate derivanti dai fondi a destinazione vincolata devono trovare corrispondenza in specifici interventi di
spesa. Gli istituti di flessibilità del bilancio annuale di previsione consentono di modificare il contenuto
del bilancio annuale di previsione nel corso dell’esercizio per adeguarlo alle esigenze della gestione, ma
con due vincoli: la salvaguardia delle prerogative dell’organo rappresentativo e la conservazione
dell’equilibrio di bilancio. Vi sono anche alcune soluzioni alternative, ovvero le variazioni in senso stretto
( lo storno e l’utilizzo di nuove o maggiori entrate), facendo rimanere invariato il totale degli stanziamenti di
competenza in uscita. Le nuove o maggiori entrate si prestano a due utilizzi: compensare le minori entrate
da altre fonti, nel caso ci fossero maggiori entrate non si è obbligati a ricorrere agli istituti di flessibilità
oppure nel caso di nuove entrate ci sarebbe una variazione di bilancio; finanziare nuove o maggiori spese,
poiché l’aumento degli stanziamenti in entrata consente un aumento equivalente degli stanziamenti in
uscita, inoltre ci sarebbe sempre una variazione di bilancio. Il fondo di riserva è un particolare intervento, il
quale stanziamento non è riferito specificatamente ad alcuna spesa e non può essere impegnato. L’utilizzo
del fondo di riserva non è altro che uno storno, effettuato dal fondi di riserva ed