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Estratto del documento

Atti dei martiri alessandrini,

trovato una serie di papiri che sono stati chiamati che

hanno connessione con processi di martiri pagani, persone che per vari motivi si

ribellarono al potere romano. Siccome si ritiene che siano testimonianze di processi si

sono cercate delle analogie con gli atti dei martiri, per vedere se corrispondevano.

Somiglianze effettivamente ce ne sono, ma non sono così strette. Altra fonte è il

processo che Gesù subisce di fronte a Ponzio Pilato e poi il racconto della sua Passione.

Il paragone fra i processi e la morte dei martiri e quella di Gesù è ovvio, chi ha

composto i testi era conscio che questi potessero richiamare il testo evangelico, sia

per Gesù che per Stefano. Ma non dobbiamo pensare che le abbia scritte per imitare

quel modello, ci sono delle circostanze che non sono legate al punto di vista letterario.

Nella letteratura giudaico ellenistica abbiamo uno scritto che ha avuto grande

Quarto Libro dei Maccabei,

influenza, il nei Testi Sacri sono canonici solo primo e

secondo e sono scritti in ebraico, questo è scritto in greco tra il I e il II secolo dopo

Cristo, tratta di una situazione del II a.C., quando sette fratelli e la madre vennero

martirizzati dal Re di Siria Antioco IV perché si erano rifiutati di idolatrare gli dei pagani

ed erano rimasti fedeli al Dio Ebraico. Questo testo ha avuto una grande influenza

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sulla letteratura martiriale, però anche qua non è una semplice imitazione, è un

modello di riferimento dal quale attingere ma gli atti dei martiri non sono delle copie.

Qualcuno ha visto come antecedente, ma l’ipotesi non è convincente, un tipo di

Morti degli uomini illustri,

letteratura pagana di cui abbiamo notizie dalle fonti, ossia le

personaggi che si suicidavano perché erano oppositori del regime.

I martiri sono testimonianza di una fede eroica, e arrivano a dare il sangue per

testimoniarla. Sono i primi santi perché hanno sopportato fino alla morte. Ogni zona

aveva i suoi martiri, perché le persecuzioni erano state molte e ogni Chiesa aveva i

suoi. Una si questa è la chiesa di Smirne che ha avuto come martire il vescovo

Policarpo. Questo scritto è concepito come una lettera che la Chiesa di Smirne manda

a quella di Filomenio per annunciare la morte del suo vescovo.

La letteratura veniva letta a vari livelli, i santi sono considerati dei modelli di vita, per

il semplice cristiano sono persone difficili da imitare a cui rivolgere la propria

devozione, ma in ogni caso nei loro confronti c’è ammirazione.

01/12/16

(fare la valutazione tra fine corso e prima del primo esame)

Prossima settimana, giovedì non c’è lezione. Venerdì non si fanno i quarto d’ora

accademici.

Nella pagina ha caricato dei testi da leggere -> suggeriscono qualcosa di quello che

c’è nel fascicolo.

Fine brano sulla conversione di Sant’Antonio.

Mancano gli appunti di Venerdì 2

+ aggiungere la prima parte degli appunti di Ali di Venerdì 9

09/12/16

Introduzione della vita di Macrina.

Evidentemente lo stato di verginità e il non sposarsi era una condizione auspicabile e

che tutti i padre ritengono onorevole, ma era una decisione da prendersi subito, o ci si

sposa o ci si consacra alla vita religiosa. Nel loro pensiero non andava il rifiuto del

matrimonio come sacramento, anche le persone sposate diventando eustaziane

annullavano il matrimonio e le copie si separavano per dedicarsi alla vita religiosa. Le

comunità erano una sorta di chiesa a sé, celebravano le funzioni nelle case, erano

formate da uomini e donne indifferentemente, accoglievano li schiavi che

affrancavano e contestavano anche alcuni usi tradizioni della Chiesa, ad esempio

digiunavano la domenica. Era un movimento di contestazione ad alcune regole della

Chiesa ufficiale, per questo vennero condannati nel 344. Eustazio però era molto

amico della famiglia di Macrina, amico del fratello Basilio, quindi dobbiamo pensare

che la comunità monastica da lei guidata, fondata da lei e dalla madre, fosse

influenzata dalla spiritualità eustaziana, ma il nome non compare mai nella vita di

Macrina. Non perché era stato condannato, probabilmente i contatti rimangono, ma

perché poi lui litigò con Basilio e quindi il suo nome venne cancellato. Ci fu

probabilmente un’influenza quindi anche se non se ne parla.

Perché Gregorio dedica un testo letterario a questa sua sorella maggiore? Innanzitutto

perché Macrina per Gregorio è un personaggio importantissimo per la sua vita

religiosa. Secondo lui è proprio la religiosità di Macrina ad aver convinto la madre ad

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unirsi alla comunità ed è la stessa Macrina ad aver convertito il fratello Basilio, che

aveva studiato ad Atene e aveva iniziato la carriera di retore e la vocazione religiosa

gli è venuta per l’influsso della sorella. È una sorta di faro della vita religiosa della

famiglia, quindi lui dedica quest’opera a sua sorella. Lui presenta l’opera sotto forma

di lettera, ma questo non sorprende, anche la vita di Antonio è formalmente sotto

forma di lettera. In realtà quella per Macrina pur con tratti particolari è a tutti gli effetti

la vita di una santa. Naturalmente una Santa che ha delle caratteristiche particolari.

Innanzitutto noi non vediamo nella vita di Macrina la presenza di miracoli straordinari,

che colpiscano la nostra attenzione per la loro eccezionalità, sono raccontate

solamente due guarigioni anche se lascia intendere che ne abbia fatte altre, in realtà

una è un’autoguarigione. Non abbiamo i caratteri esteriori e plateali della santità come

troviamo in altre vite di Sante, però Macrina è in tutto e per tutto una santa in quanto

la sua è una progressione graduale verso il distacco dagli elementi corporei, attraverso

apatheia

il superamento delle passioni, fino al raggiungimento della condizione della

(dominio delle passioni) e quindi per questa via fino al ritorno a Dio. Macrina non è una

santa per i miracoli che compie quanto è una santa per il percorso spirituale che

compie. A più riprese Gregorio dice che Macrina è una guida per gli altri perché ad

esempio di fronte a notizie luttuose lei sa controllare le sue passioni, quindi è una

sorta di perfetta filosofa, in senso cristiano, ossia colei che supera la sua natura

terrena per raggiungere la condizione angelica. Se leggiamo la sua vita come un

progresso spirituale, allora la sua è una vita a tutti gli effetti di una santa, anche se gli

attributi più vistosi della santità non sono presenti. Non perché l’autore fosse contrario

alle manifestazioni della santità, lui scrive anche la vita di Gregorio il Taumaturgo,

evangelizzatore dell’Asia Minore che probabilmente era stato a contatto con Macrina

l’anziana, e nella sua vita Gregorio di Nissa presenta tutto il tradizionale campionario

di miracoli tradizionali dei santi. Non è scettico di fronte a queste manifestazioni della

santità, per lei vuole dare l’idea di un progressivo itinerario e di una progressiva

acquisizione della vera filosofia.

Probabilmente muore il 19 luglio del 379, quindi l’opera viene composta probabilmente

nel 380, poco dopo la sua morte.

La nostra edizione non ha il testo a fronte in greco.

Il genere dell’opera sembra essere la lettere ma l’estensione è troppo grande, ha la

dimensione effettiva di un lungo racconto in prosa. Gregorio di Nissa era un retore,

aveva studiato non ad Atene ma probabilmente aveva ricevuto una buona educazione,

figlio di un retore, di preoccupa di definire il genere letterario. Formalmente è una

lettera, ma le sue dimensioni eccedono i limiti del genere, non sono annotazioni

oziose. Nelle scuole di retorica dell’epoca agli studenti si insegnavano regole per la

composizione di opere, ci sono dei luoghi comuni che devono obbligatoriamente

essere rispettati. In questo modo il lettore si aspetta determinati luoghi comuni.

Questa affermazione, ossia lettera ma che per contenuti eccede, è una affermazione

per lui abituale, ovviamente sempre nel merito della finzione letteraria.

Quindi c’è questo amico che avrebbe sollecitato Gregorio, come per la vita di Antonio

Atanasio viene in vitato da monaci occidentali a parlare di lui, a scrivere la vita di

Macrina.

Andando a un pellegrinaggio verso Gerusalemme Gregorio si ferma ad Antiochia dove

ha una lunga discussione con il destinatario anonimo della lettera in seguito alla quale

gli viene in mente sua sorella maggiore.

topos mulier virilis,

Si vede fin da subito il della ossia la donna che supera le sue

caratteristiche femminili per assumere le caratteristiche di un uomo, perché era

ancora forte il pregiudizio che vedeva nella donna una figura più emotiva ed

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incostante dell’uomo, questo è il caso della santa, la quale avendo la forza divina che

agisce in lei supera la sua debolezza congenita di natura per assumere la forza virile.

Fin da subito dice che in questa progressione di Macrina verso il c ielo la prima cosa ad

aver superato era ola debolezza della sua natura femminile.

Ci sono tutta una serie di luoghi comuni tipici di questo genere di scritti. Mettere per

iscritto le cose serve a mettere al sicuro gli avvenimenti e non consegnarli all’oblio, è

una dichiarazione proemiale topica. Quello che è interessante è che per Gregorio

l’iter

l’importante è ricordare spirituale compiuto da Macrina, il progresso della virtù

che l’ha innalzata fino al cielo, una parabola ascendente grazie alla filosofia, inteso

come sapienza cristiana, che però è un termine intraducibile. La dichiarazione dello

stile è nuovamente topica e lo possiamo anche notare leggendo i suoi scritti, era

topos

tutt’altro che un sempliciotto che scrive alla buona, questo è solo un per

ingraziarsi il lettore. Macrina prende il nome della Nonna che aveva patito durante le

persecuzione e che probabilmente era stata costretta a fuggire e aveva avuto il

sequestro dei beni, ma non era arrivata al martirio. topos

Il fatto che alle donne incinte venissero sogni sui figli è un comune anche della

letteratura pagana, lo troviamo anche in Svetonio età (imperiale). Questo sogno è

importante perché predice non solo la nascita della bambina ma anche il suo futuro di

vergine.

Nella famiglia sono le donne ad avere la propensione per la vita religiosa. La Nonna si

era comportata eroicamente durante le persecuzioni, Emmelia, la madre, ha una

vocazione verso la vita religiosa ma è obbligata a sposarsi, lo stato matrimoniale è

considerato inferiore. Nonostante lei avesse la vocazione alla verginità fu costretta a

Dettagli
Publisher
A.A. 2018-2019
19 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/07 Civiltà bizantina

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher maty.yayo di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Agiografia greca e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Torino o del prof Varalda Paolo.